Dolore
Quella sera,tornato a casa,non riuscii a dormire; il senso di colpa mi opprimeva e diventava sempre più grande. Dovevo parlarne con qualcuno, e quel qualcuno era Silvia, ma era tardi per chiamarla adesso.Così mi misi nel letto e cercai di prendere un po di sonno.
Mi svegliai prestissimo quella mattina, e come sempre allo stesso orario,Dominik mi stava aspettando sulle scale. "Giorno cucciolo."disse appena uscii dalla porta,cercando di darmi un bacio,ma io lo staccai un po freddamente."Giorno anche a te."gli dissi cominciando a camminare."Per caso mi devi dire qualcosa?"disse con voce preoccupata. Oh cazzo se ne era accorto! Presi un bel respiro e dissi: "No...perchè me lo chiedi?". Stavo cominciando a sudare freddo."Ma niente... sarà un'impressione mia."disse ,lui, fortunatamente. Per tutto il tragitto ci fu un silenzio, un silenzio che mi stava lacerando pian piano. Silvia come sempre mi stava aspettando vicino al cancello."Fede che hai?" mi chiese avvicinandosi a me. Cazzo anche lei se ne era accorta ma da lei era comprensibile, solo lei sapeva veramente il mio vero stato d'animo solamente guardandomi. Cominciarono a salirmi delle lacrime ma feci di tutto per trattenerle."Dominik tu entra che noi entriamo alla seconda ora."disse così in fretta che non gli lasciò il tempo di risponderle.Dopo ciò mi prese dal braccio e mi portò nel retro della scuola,dove non veniva mai nessuno, e ci sedemmo sulle scalinate. "Fede parla, che ti succede?"disse preoccupata. Cominciai a piangere e tra un singhiozzo e un altro gli raccontai l'accaduto. Rimase a bocca aperta. Mi Abbracciò subito accarezzandomi la schiena dicendomi: "Calmati, Fede... non è colpa tua ma di quel bastardo di Vincent che ti ha costretto a farlo." "no non mi ha costretto... ho fatto tutto di mia spontanea volontà e la cosa più brutta è che mi è anche piaciuto."dissi asciugandomi le lacrime che non smettevano di cadere."Senti...guardati...ora sei qua a piangere e a disperarti. E questo vuol dire che ci tieni a lui,hai paura di perderlo altrimenti te ne saresti fregato. Ed è per questo che devi dirglielo.Sono sicura che ti perdonerà perchè lui ci tiene a te e te lo ha dimostrato."disse facendomi uno di quei suoi sorrisi incoraggianti.
Quando suonò la seconda ora, entrammo a scuola. Appena mi sedetti al mio posto ,Dominik mi chiese dove ero stato, ma io gli risposi: "Ti spiegherò tutto... ma non ora"lui annui senza replicare. A metà lezione chiesi alla professoressa di andare a bagno e lei acconsentì. Quando entrai vidi Vincent; con tutte le persone proprio lui dovevo incontrare. Appena mi vide mi si avvicinò e mi prese il mento sussurrandomi sulle labbra: "ciao piccolo." Io lo respinsi bruscamente. "Hey che ti prende?!"disse."prende che mi devi lasciare in pace.Quello che è successo ieri e stato un errore, io sono fidanzato."dissi quasi urlando."Senti...non provare a parlarmi così"sbottò lui sbattendomi al muro. Ad'un tratto si scostò da me quando dei ragazzi entrarono nel bagno e io ne approfittai per svignarmela.
Le altre ore passarono in fretta; salutai Silvia alla fermata e ,Dominik ed io,ci incamminammo."Oggi verso le 3:00 vieni da me."dissi una volta arrivati alla mia porta.
Alle tre meno dieci suonò il campanello; Dominik era leggermente in anticipo, ma quando aprì la porta mi trovai davanti Vincent. "Che cazzo ci fai qui?" gli domandai tutto incazzato."A chiarire la faccenda di oggi."disse entrando senza permesso lasciando la porta semichiusa."Non c'è niente da chiarire, è stato tutto un equivoco." "Un equivoco? Forse per te lo è stato.Io ti voglio."disse bloccandomi i polsi con le sue mani."Lasciami!"gli urlai. All'improvviso Dominik spuntò dalla porta e gli sferrò un pugno ,in pieno viso, facendolo accasciare a terra. Dominik si avvicinò ad egli per tirargliene altri ma lo bloccai dicendogli di lasciarlo stare. Per fortuna mi diede ascolto e Vincent ne approfittò per andarsene." Ma si può sapere che sta succendendo oggi,ti comporti in modo strano!"mi urlò contro. Io cominciai a piangere e singhiozzando gli raccontati tutto. Era rimasto a bocca aperta; non ci credeva a quello che aveva appena sentito. Fece per andarsene senza degnarmi di uno sguardo , ma lo presi dalla vita chiedendogli scusa. Lui si staccò bruscamente e mi disse tre parole prima di andarsene: MI FAI SCHIFO.
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