Prompt: fiori blu.

Portavo sempre un fiore blu, ogni volta che ci recavamo in quella chiesetta.

Lì, stava una chiesetta in cima ad una stradina, nascosta tra le fronde di alberi vecchissimi, neri, cotti al sole.
Andavamo di mercoledì.
Prima si passava dal mercato, quello nella piazzetta di fronte a quel bar sempre aperto che odorava di caffè, sigarette e mazzi di carte.
Si prendevano i fiori: margherite gialle, un po' di nebbiolina e qualche crisantemo rosso sangue, da posare su una qualche lapide divorata dal muschio.

Mi ritrovavo sempre a rubare un fiore blu.

Aspettavo che non mi vedesse, il figlio del fioraio, per poi staccare da un gambo mezzo secco, un fiore già schiuso che quasi perdeva i petali al solo tocco.
Questo giochetto durò tanto: più di quanto avessi mai potuto pensare. Ora è il figlio del fioraio a rubare fiori blu per regalarli a me.

Nascondevo quel fiore blu nella mano, tanto era piccolo.
Avevo così tanto paura, da bambina, di stringere troppo quel fiore, tanto era la paura di perderlo.
Arrivavo alla chiesetta, una mano sudata stretta in quella della nonna, l'altra chiusa sul mio tesoro segreto.
E la prima cosa che si doveva fare, appena  calpestato il sentiero ghiaioso che portava alla chiesa, era il segno della croce.
Con il fiore posato sul cuore, recitavo in fretta e furia quella che a me sembrava soltanto una cantilena strascicata e subito sfuggivo via dalla sottana della nonna.
E correvo, correvo alzando la polvere da sotto i piedi, sporcandomi il vestitino di lino bianco, incurante delle sgrida e delle minacce finte dietro le mie spalle. Correvo perché lui mi aspettava.
Lui mi aspettava sempre.
Perché era solo.
Non veniva mai visitato da nessuno... solo da me.
E da qualche gatto stanco.
La sua lapide era diversa.
Bianca e blu.
Non aveva una lucina come tutte le altre, ma la nonna diceva che la notte teneva accesa la sua luna solo per lui, perché aveva paura del buio.
Era solo un bambino... e tutti i bambini hanno paura del buio, no?

Non c'era neanche una foto, ma a me piaceva immaginarlo come un bambino paffutello con una nuvola leggera di capelli color del grano, con tutto il viso che sorrideva alla sua mamma.
Per anni, per me è stata solo la lapide di un bambino molto piccolo.
Poi, piano piano, quei segni strani hanno iniziato ad essere lettere: Andrea.
Era morto a 5 mesi.
Suppongo non gli sia piaciuta la vita qui, dove il caldo ti si appiccica addosso come una doppia pelle.
Ed era partito per questa "vacanza" molto, molto tempo fa.
Forse è per questo che non veniva mai nessuno, a portargli uno di quei fiori blu che tanto gli piacevano...
Perché lui amava i fiori blu.
Ne ero sicura.
Era l'unica decorazione su quella tomba bianca, un piccolo, delicato, fiore blu, scavato nel marmo grigio e corrotto dal tempo.
Un fiore blu come quello che ho in mano ora.
Sono tornata ancora.
Qui, a visitare questa lapide bianca.
Accanto alla chiesetta.
Sì, proprio la chiesetta in cima alla stradina.
Non ho più la mano grande della nonna che mi tiene vicino e non mi fa inciampare tra le pietre.
Ma continuo ad avere questo fiore blu in mano.
Ed un fagotto d'amore tra le braccia.

Porto sempre un fiore blu, ogni volta che ci rechiamo in quella chiesetta.