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19. La direttrice d'orchestra

Axel's POV

Quando la segretaria mi aveva annunciato che c'era un'altra persona non avevo idea di chi aspettarmi. Austin aveva il permesso di entrare e basta, gli Imperiali li convocavo io e Cinquedea appariva quando gli pareva.

Nella mia sala entrò una ragazza alquanto particolare. Aveva il volto coperto da una maschera da gatto che non mi permetteva di vedere nulla. Si dirigeva verso di me con tutta la calma del mondo, lasciando il mantello svolazzare dietro di se.

Axel= Chi sei tu?
???= Nessuno, Grande Imperatore.

Aggrottai la fronte. In che senso "nessuno"? Non mi piacevano quei giochetti.

Continuai a studiare l'aspetto della ragazza - la voce era femminile - mentre si avvicinava. Aveva un'aria familiare eppure ero sicuro di non averlo mai visto prima.

E poi vidi il bracciale.

Quel bracciale...!

Quello che avevo regalato ad Evelyn anni prima, il simbolo del nostro amore e dei nostri sentimenti.

Come faceva quella ragazza ad averlo?!?!
L'avevo fatto seppellire insieme ad Evelyn!!

Axel= Dove hai preso quel bracciale?!

Non riuscii a trattenermi. Mi alzai in piedi, infuriato. La sconosciuta emise una piccola risata divertita, quasi sprezzante.

???= Oh, sai, l'ho comprato al mercato nero, 1,000,000,000 yen. Me l'hanno dato pure sporco di terra, chissà dove me l'hanno preso...

Il respiro mi si mozzò in gola.
Quel bracciale doveva giacere sottoterra insieme ad Evelyn.
L'avevano venduto al mercato nero sporco di terra

Qualcuno ha scavato nella tomba di Evelyn!

Axel= Tu...ridammelo! Non sai cosa significa!

La sconosciuta indietreggiò, evitando di farmi afferrare il bracciale. Io strinsi i denti, ad un passo dal perdere il controllo del tutto.

Axel= Lo ricomprerò, per la cifra che vuoi.

La sconosciuta rimase in silenzio, ma scosse la testa.

???= No, credo che lo terrò, ma...

Tirò fuori un oggetto dal suo mantello, poggiandolo sul palmo. Io sgranai gli occhi, incredulo: era un orsetto di pezza con addosso la maglietta della Inazuma, con due guanti da portiere sulle zampe. Era l'ultimo regalo che Evelyn aveva fatto a Mark, per festeggiare il FFI.

Non ci posso credere...quell'infame...

???= A quanto pare qualcuno si vuole liberare di tutti gli oggetti di una ex-calciatrice...c'era parecchia roba sua al mercato nero...

Mi lanciai in avanti, ormai rinunciando al mio proverbiale autocontrollo, e cercai di afferrare il bracciale. Avrei usato la forza se necessario..

Ma purtroppo la ragazza mascherata era veloce. Si ritrasse come un serpente e schizzò fuori dalla porta prima che io potessi urlare la parola "sicurezza".

Strinsi i pugni.
Mark...quello stronzo che veniva a farmi la morale.

Se lo prendo- un momento
Chi è quella ragazza?
E perché è venuta da me?
Sembrava che sapesse di me ed Ev...
Che sia stata lei a mandarmi quelle foto?

Mi avvicinai alla porta, con l'intento di catturare quella ladra. Feci per uscire dalla sala quando il rumore di una finestra rotta mi distrasse. C'era un sasso con attaccata una foto, stritolata da un filo di spago.

La raccolsi e vidi che raffigurava me ed Evelyn da giovani, con una maschera da gatto sopra. Solo che, come nell'altra, la faccia di Evelyn era coperta da una croce rossa.

Di nuovo.
Ero troppo, troppo incazzato.
Che stava succedendo?
Perché c'era la maschera di quella tipa sulla foto?
Allora era lei ad orchestrare tutto!

I miei pensieri vennero interrotti dal rumore di passi affrettati.

Mark= Axel ti devo parlare!!

TU

Axel= Tu lurido, viscido, pezzo di merda!

Mark sgranò gli occhi, visibilmente confuso.

Mark= C-che ho fatto ora?

Hai pure il coraggio di fare finta di essere innocente?!

Mi avvicinai a lui, afferrandolo per il colletto.

Axel= Ah davvero? Credi che non sappia che stai rivendendo le cose di Evelyn al mercato nero? Sei proprio un pezzente, un infame, una merda di amico!

Mark non provò neanche a reagire. Ero più alto, più muscoloso e più incazzato di lui. Ma non mi sarei fatto denunciare per quella sottospecie di traditore.

Lo lasciai andare, spingendolo lontano da me.

Axel= Vieni qui a farmi la morale quando venderesti tua madre per due soldi per continuare a giocare a calcio. Non hai più dieci anni, Mark, cresci e soprattutto stai lontano da me ed Evelyn!!!

Mark indietreggiò. Non sapevo perché fosse tornato a parlarmi o cosa voleva dirmi, ma non volevo vederlo più.

Axel= Vattene, idiota, e se osi tornare chiuderò la Raimon prima che tu riesca anche solo a pronunciare il nome Evelyn.

Il mio ex-capitano non disse una parola. Certo, con che  coraggio poteva controbattere? E poi sapeva benissimo che se rimaneva le pallonate di una volta gli sarebbero sembrate una carezza.

Se ne andò, lasciandomi solo nella mia sala, con la foto di Evelyn in mano.

Che succede amore...

Evelyn's POV

Vedere Axel mi aveva fatto un gran bene.

Vedevo quanto teneva ancora a me, quanto i suoi sentimenti in 10 anni non fossero minimamente cambiati.

I suoi occhi risplendevano ancora di quell'amore puro e vero, che mi faceva sciogliere il cuore ogni volta.

Ma, per quanto volessi saltargli addosso, rivelarmi per quella che sono davvero, dimostrargli quanto io fossi viva e vera e quanto io l'amassi ancora, non avevo potuto farlo.

Avevo ancora delle cose da svolgere, delle promesse da mantenere e...avevo davvero paura della reazione di Axel.

Mio fratello mi avrebbe aiutato, dopo essermi stato appiccicato per qualche giorno di fila, ora è pronto e combattivo per aiutarmi.

Anche se mi sta sprondando a muovermi e a fare tutto in fretta...
Dicendomi come io manchi terribilmente a tutti e come persino il fiero Caleb e l'ancora più fiero Byron piangano pensando ai nostri ricordi passati.

Ma non potevo ancora tornare, lo potevo fare solo un po' alla volta.

Avevo appena inviato dei messaggi alle prossime persone che avrebbero saputo della mia non-morte, ora dovevo solo aspettare.

Dovevo avvisare altre persone molto importanti che ero tornata e non vedevo l'ora di vederle.

Caleb, Scott, Archer, tocca a voi

Avevo anche scoperto di un arrivo di un certo allenatore...si dice che i suoi ragazzi siano veloci come il vento e che li allenava a correre e a giocare sul ghiaccio.

Ma non potevo correre io.

Una cosa alla volta...

Perché avevo comunque paura.
Ma solo il tempo mi avrebbe potuta calmare.

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Ed eccoci col capitolo 19, scritto da me!

Eh eh eh, sbagliato, non c'è stata nessuna riunione! Vedremo come andrà in futuro...

A sabato con il capitolo 20, scritto da inazumania!

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