Terza prova
Fandom: Harry Potter
Parole: 1205
Cattivo: Scritto in fondo.
Note: Stavolta la prova consiste nell'inserire al meglio nel testo una frase data. L'ho scritta in corsivo, per distinguerla meglio.
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Sei solo un bambino. Hai ancora le guance rosee, gli occhi luminosi e la pancia gonfia e tonda, tipici dell'infanzia.
Anche le tue manine sono piccole e paffute, e tua madre adora prenderle fra le sue, così grandi in confronto, e posarci tanti teneri baci.
Le tue dita minute sembrano impacciate, ma già si intuisce come diventeranno eleganti, affusolate e deliziosamente ornate da raffinati anelli. Le tue sono le mani di un aristocratico e, come tali, la pelle è candida e immacolata.
Tua madre non ti bacia solo le mani, ma sale fino ai polsi, le spalle, il mento, le guance, la fronte. A volte, quando siete solo voi e tuo padre non ne è testimone, ti sfiora pure le morbide labbra. È una sensazione buffa, e tu ridi. Anche tua madre ride, e abbracciarsi è così bello!
Sei ancora un bambino, che ama correre nel parco, inseguendo i pavoni. Sono bianchi, come la tua carnagione, e rincorrerli è bello. Sono tuoi amici, non hanno più paura di te. Sanno che, se si faranno avvicinare, tu non gli farai del male: gli getterai le braccia attorno al lungo collo affusolato, e riderai, riderai, riderai!
Quando piove, la casa diventa il tuo regno incantato. Non ci sono i pavoni, né le piante dalle lunghe fronde verdi che, quando tira il vento, danzano nel suo soffio, ma il maniero è un palazzo in cui è bello perdersi. Ci sono tantissime stanze con i soffitti altissimi, che ti fanno sentire minuscolo, e gli scaffali sono pieni di libri dall'aria antica.
Sei un bambino, e sei curioso.
Per questo le tue mani raggiungono spesso i tomi -quelli più in alto, sicuramente, saranno i più belli!- e li sfogliano, con ammirazione, gustando le parole che vi sono scritte.
Ogni volta uno diverso, ogni volta uno più bello.
L'ottima istruzione che ricevi ti permette di poterli leggere senza difficoltà, così ogni tanto permetti che la tua attenzione scivoli su qualche frase, gettata qua e là.
Ci sono tante cose, scritte in quei libri, e tu ami imparare da loro!
Ti insegnano che ci sono tanti maghi, ma che solo alcuni sono stimabili. Ti dicono che il sangue non è tutto uguale, e le differenze sono importanti. Da loro impari che la magia è concessa solo a pochi umani privilegiati, e che il resto è feccia.
Tu sei importante, quindi! Sei felice, quando giungi a questa conclusione, perché sentirsi importanti è una sensazione stupenda. Capita che tu ti chieda il perché di ciò che leggi, ma poi consideri che le scritte sono così belle -con tanti ghirigori eleganti- e la carta ha un buon odore; rammenti anche che tuo padre dice spesso le cose che hai appreso, e con tutti questi fattori messi insieme... Beh, deve essere per forza tutto vero!
Sei solo un bambino, e la tua mente è come creta. È modellabile con facilità estrema e, nelle mani giuste, l'argilla può diventare la copia di quel che l'artefice ha pensato.
Sei un bambino, e la tua mentalità sta già diventando la copia di tante altre.
Adesso sei un ragazzo. Sei alto, hai un portamento nobile e degli occhi di ghiaccio. Hai imparato a porvi degli schermi, poiché mostrare le tue emozioni ti rende debole.
Ora le tue mani sono simili a quelle di un uomo, grandi e forti. Quelle di tua madre non riescono più a raccoglierle, bensì sei proprio tu a racchiuderle nelle tue.
Lei non ti bacia più come prima, adesso ti dona solo baci sulla fronte, ma ha preso l'abitudine di passare le sue dita fra i tuoi capelli, biondi e perfetti. Tu fai un'espressione infastidita, che svanisce regolarmente con la magia del suo sorriso.
Non corri più dietro ai pavoni, ma ti siedi ai piedi di un albero, perso nei tuoi pensieri, e sono loro a venirti vicino. Rimugini su molte cose. Su come il mondo sarebbe migliore se i maghi avessero il potere, se le famiglie Purosangue prendessero in mano la situazione e mettessero le cose al loro posto. Pensi a tuo padre, a come tu e tua madre gli abbiate sempre nascosto i vostri momenti di affetto. Ti ha insegnato ad essere forte, a mostrarti tale.
Tuo padre ti ha insegnato a non essere debole, e tu hai imparato a soffrire silenziosamente, a chiudere le emozioni dietro un sipario che solo tu puoi oltrepassare.
Ormai hai letto ogni libro presente in casa tua -che adesso sembra non essere più così immensa- e quindi tua madre te ne regala di nuovi.
Ci sono libri d'istruzione, manuali, leggende... E ci sono libri babbani. Tuo padre ha acconsentito a farteli leggere perché tu possa essere testimone della loro stupidità.
Forse era così, all'inizio.
Ora, invece, i loro racconti ti piacciono. C'è una sorta di magia, ben diversa da quella cui sei abituato, dietro al modo in cui i babbani vedono il mondo. Tutto sommato, non ti sembrano stupidi, ma fragili. Come petali che appassiscono con un solo, lieve tocco. Non sai più se vuoi essere tu a sfiorarli.
Uno dei libri parla di un uomo corrotto, assassino e ladro che, contro ogni umana ragione e razionalità, viene assolto dal processo cui è sottoposto. Ma la sua vita ora è schiacciata dal gravoso peso delle sue colpe, che lo tormentano. Il libro finisce con una frase sospesa nel mezzo di una pagina bianca: "Solo la morte può salvarmi."
Nient'altro.
Hai letto più volte quel verso e pure ora, mentre le tue spalle vengono sfiorate dalle carezze del salice sotto cui riposi, continui a rifletterci. Non ti capaciti di cosa possa significare. Ti arrovelli intorno a quelle cinque parole, senza coglierne il vero senso.
La morte ti annienta, ti finisce, ti consuma. La morte ti macchia di vergogna o di rispetto, a seconda del modo in cui ti abbraccia. È potente, e tu diventi debole al suo cospetto.
Non capisci come possa salvare una persona, eppure sai che ti sfugge qualcosa. Come potrebbe qualcuno voler arrendersi ad una signora tanto grande e misteriosa?
Occorre del tempo, ma anche tu lo capisci, adesso.
La mano con cui stringi la bacchetta trema, e sei quasi certo che quella goccia umida sulla tua guancia destra sia una lacrima.
L'uomo davanti a te è lucido e stabile, molto più di te, eppure è lui che dovrebbe morire.
Stai esitando, ma non perché non vorresti ucciderlo: non avresti poi tanti problemi a lanciare un'Avada Kedavra.
Stai esitando perché non sai verso chi dirigere l'incantesimo.
Hai fatto del male. Se non direttamente, hai senz'altro contribuito. Hai detto cose orribili, ci hai creduto. Hai assistito in silenzio ad atti ignobili. È giusto che ora, il peso di quel che hai fatto, ti opprima.
Solo la morte può salvarti.
Hai indugiato, ed hai perso il tuo momento. Finisce tutto prima che te ne renda conto. Mentre Silente vacilla, non ha più niente del saggio e austero uomo che era una volta. È solo un vecchio, stanco e stremato.
È solo un vecchio, e tu sei ancora solo un bambino.
Quando torni al maniero sei l'ombra di quello che sei stato. Tua madre ti aspetta all'entrata, ti pone le mani delicate sulle spalle, e ti dona un tenero, nostalgico bacio sulle labbra.
Sei solo un bambino, Draco.
~•~•~•~•~•~
E quindi sì, il cattivo è Draco.
Non vorrei che la cosa del bacio sulle labbra paia strana (non gridate "incesto!", insomma) perché, secondo me, non è simbolo solo di due amanti, ma anche di grande affetto. Penso sia normale per una mamma. Inoltre, quando Draco cresce, non lo bacia più sulle labbra, se non alla fine (perché, in fondo, un figlio sarà sempre il bambino di ogni madre).
Spero vi sia piaciuta!
P.s. Amo il personaggio di Draco. Penso che possa dare molto più di quanto i libri gli abbiano concesso, e che ci sia un grande studio dietro il suo personaggio. La sua psicologia, il modo in cui è cresciuto, come i suoi gesti e le sue idee cambino gradualmente... Adoro perdermi nella sua mente e cambiare le carte ogni volta.
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