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XIII

Ron's pov
Quella notte non riuscii a chiudere occhio, da quel giorno, la mia vita era finita, a  quale scopo, per quale motivo, avrei dovuto continuare il mio percorso senza di lei? Non mi rimaneva altro che raggiungerla nell'altro mondo.
Sentivo la testa girare, come se l'intero mondo stesse crollando, non riuscivo a tenermi in piedi, e mi sentivo come se fossi in un limbo. Non riuscivo a ragionare, a fare un pensiero concreto, a capire realmente quello che stava succedendo.
Non sapevo cosa fare, solitamente, quando accadeva, chiedevo a Hermione, che con una frase, era sempre capace di risolvere qualsiasi problema. Insieme avevamo combattuto contro le peggiori cose che il mondo poteva offrirci, ma non avevo mai avuto paura, perché ero con lei.

Non riuscivo a capire nemmeno se le lacrime continuassero effettivamente a rigare il mio viso o meno, piangevo da così tanto tempo, che ormai faceva parte della normalità.

Sono sempre stato molto orgoglioso, e ho sempre voluto mostrarmi al mondo solo da vincente, ma lei, lei mi ha fatto cadere, rompendo tutte le barriere che si trovavano tra me e gli altri, lasciando posto solo alle lacrime.

"Non crede sia il momento di reagire?" Mi chiamò la voce fredda di una donna alle mie spalle.
"Adesso devo necessariamente portare via il corpo, non possiamo tenere un cadavere a putrefarsi su un lettino, lo sa? Le riporterò presto la sua dama, ma adesso devo preparare la salma, capisce?" La voce di madame Chips sembrava dolce e dispiaciuta.
"Adesso signor Weasley, lei va dai suoi amici, si diverte, prende una burrobirra, e torna domani a mezzogiorno in punto, prometto che la sua ragazza ci sarà."

"Dama" ,"la sua ragazza" è così che apparivo alle persone che non mi conoscevano? Hermione solo sembrava, o era, la mia dama?

Mi feci coraggio e decisi di parlare: "posso rimanere qui fuori ad aspettarla?" Continuai a guardare solo e soltanto la mano di Hermione.
"Non dica sciocchezze signor Weasley! Queste cose non si fanno mica ad Hogwarts! Il corpo della ragazza verrà portato in luoghi appositi per essere preparato, e solo dopo potrà tornare per essere mostrato a famiglia e amici." Madame Chips non sembrava voler discutere, quindi mi alzai, e mi diressi alla sala comune.
Non tornavo nella sala comune da tanto tempo, troppi ricordi, troppe immagini mi saltavano nella testa.

Harry era seduto su una poltroncina bordoux a leggere la gazzetta del profeta, alzò la testa sentendomi entrare.
"Ron! Che ci fai qui, non sei da Hermione?" Mi chiese sopreso, anche se notai che tentennò nel pronunciare il suo nome.
"Stanno preparando la salma,  lei non si trova più nel castello" gli spiegai con la voce più sofferente che avessi mai avuto in vita mia.
"Bene, dobbiamo pur far qualcosa!" Harry mise via il giornale dirigendosi verso di me, sapevo che soffriva, ma cercava di nasconderlo per far soffrire meno me, Hermione era la sua migliore amica.
"Giochiamo agli scacchi dei maghi? Gibbobiglie? Andiamo a rubare cibo nelle cucine?" Harry cercava di essere il più sorridente possibile.
"Harry, sai benissimo che non dobbiamo sfruttare gli elfi domestici rubando loro cibo" lo rimproverai, non avrei mai pensato di poter dire una cosa del genere, lei mi aveva stravolto la vita senza accorgermene.

"Penso che starò un po' da solo" isolarmi era forse l'unico modo per non trovare riferimenti di lei in tutto.
Sfoggiai la mia bacchetta, incantai le scale, e le salii a passo lento, fino ad arrivare alla sua stanza. Mi sedetti sul suo letto, presi in mano i suoi oggetti: la spazzola, la sua piuma preferita, il suo portagioie.
Mentre facevo scorrere una catenella d'argento tra le mie dita, ragionavo sul fatto che lei trovava sempre la soluzione a tutto leggendo un libro, sapevo che a questo una soluzione non si poteva trovare, ma ci provai comunque. Mi alzai, posai la catenella sul comodino, e mi diressi versi la sua libreria personale, già, si era fatta costruire una libreria tutta sua. Non avevo la minima idea di che libri avrei potuto prendere fra quelle migliaia, così, dopo aver fatto scorrere le dita su ognuno di loro, presi quello che mi ispirava di più, era sottile e con la copertina verde lime, messo vicino a un enorme enciclopedia blu elettrico.
Guardai il titolo: "Pozioni" eccoci! Non poteva capitarmi libro peggiore, ma il mio istinto aveva scelto quello, così, iniziai a sfogliare le pagine.

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