Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

capitolo 28 un piano davvero folle

Deb e Elia osservano la porta essere buttata giù.
E capiscono che il momento di agire.

Elia si avvicina al boa che tiene la catena in mano mentre Deb è immobile dall'altra parte del palco.

In un momento di distrazione, grazie alla confusione creata nelle prigionie, d i scatto si sposta sotto al palco.

I suoi occhi si colorano di viola come l'alone che circonda il suo corpo.
Un alone che da luce diventa nebbia, che veloce si espande intorno a lei, fino a filtrare tra le spaccature del pavimento di legno.

I prigionieri e il boe vengono inghiottiti dalla nebbia, ma nessuno ha il tempo di farsi domande.
Nella confusione delle urla, si ode con forza il rumore della lama contro la catena, perfino il boa è ancora cieco e sente solo la scossa arrivare alle sue mani.

Deb diffonde la nebbia su tutta la piazza mentre con l'altra mano crea una piccola voragine di luce blu, in cui Elia spinge i prigionieri, felice di saperlo al sicuro dove Sofia li potrà liberare.

Salta giù dal palco, posando una mano sulla spalla di Deb, che si sveglia di scatto dalla concentrazione in cui si era persa.
Nella realtà sono passati pochi secondi, nella sua mente il tempo non aveva né forma né realtà.

"Dobbiamo sbrigarci."

Afferrando la sua mano, escono alla scoperto, muovendosi veloce tra la gente e la nebbia che ancora li nasconde e circonda, correndo verso le prigioni.

"Che sta succedendo lì fuori?"

Urla uno dei cacciatori, sentendo le urla esterne e la nebbia scivolare lenta sulla porta posata a terra.

Tristano, immobile davanti all'apertura, osserva la nebbia dalle sfumature viola e ascolta le voci dei cacciatori arrivare dal fondo delle celle.
E il momento perfetto.

Uno sguardo agli altri e salta giù, per nulla intimorito dai cacciatori che subito si accorgono di lui e degli uomini che stanno atterrando dietro di lui, fino alla lupa dagli occhi blu che atterra davanti a tutti, perfettamente in piedi.

"Prendeteli."

Urla uno dei cacciatori, spingendo i compagni a correre verso il gruppo.
Calipso sfiora i pugnali posati sul petto, pronta a colpirli.
Ma non serve.

Una volata di vento colpisce con forza i cacciatori, spingendoli in una cella che si chiude davanti a loro.

"Finalmente siete arrivati.
E non ditemi che stavate prendendo il sole, con questa nebbia è impossibile."

Come sempre Tristano scherza, ma è davvero felice di vedere Elia e Deb, anche se quest'ultima non sembra in ottima forma.

L'alone sulla sua pelle lampeggia mentre il medaglione trema e rimbalza sul suo petto.
Qualcosa in Deb non va, sta usando troppe energie per controllare la nebbia e il medaglione non ce la fa a controllare tanto potere.

"Deb, tesoro, ristabillazzati.
Non c'è bisogno della nebbia, nne usciremo in unaltro modo."

Calipso è davanti a lei, con le mani sulle sue guance arrossate per lo sforzo, e gli occhi che si fondono tra di loro in sfumature blu e viola.

Deb si arrende e trovando calma nelle carezze della amica e nell'ano stretta in quella del compagno, riassorbe la nebbia dentro di sé.
E strana come visione, osservare la nebbia essere riassorbita sulla sua pelle.
Fino a scomparire insieme al alone su di lei e il tremolio del medaglione.

"Ok, ci sono."

Lasciando che gli occhi rimangano viola, fa strada agli altri verso l'esterno.
Qui la situazione non va per nulla bene.

Hanno un centinaio di cacciatori davanti, armati di spade e sciabole  e troppi invitati che potrebbero attaccare.
C'è solo da sperare che siano degli snob con la puzza sotto il naso e zero voglia di sporcarsi le mani.

"Deb, il soffitto, è l'unica via d'uscita."

La strega si trova al centro della cerchia, che già sta lottando contro i cacciatori.
Alza il viso verso l'alto, studiando e analizzando il materiale del vetro.
Cercando nella mente il giusto incantesimo da usare.

"Posso farlo  ma mi serve tempo."

Calipso annuisce, evitando la spada di un cacciatore, colpendolo sul fianco con i suoi artigli.

Annuisce ma con poca convinzione.
Il tempo è ciò che gli manca.
Più staranno qui, più cacciatori arriveranno e il fatto che Deb stia usando molta magia, attirerà di sicuro le streghe.

Ma annuisce, facendo segno agli altri di coprire la strega.

"Bene, è ora di trasformarsi.
Mi raccomando donzelle, non emozionatevi troppo."

Il ragazzo del gruppo dei mutaforma, che fino ad ora non si è risparmiato con l'ironia, detto ciò fa l'occhiolino  a Calipso, per poi trasformarsi.

E, anche se non lo ammetterà mai, Calipso ne rimane affascinata.
Il ragazzo e il suo compagno si trasformano in due ghepardi, altri due in tigri, ma chi spicca di più è una tigre bianca con striature nere.

"Facciamogli sentire la savana."

Parla per la prima volta il ragazzo dall'anima tigre bianca.
Fin'ora dimostratosi timido e silenzio, mentre ora risplende nella sua natura selvaggia.
Deve essere il capo branco o il secondo in comando.

Comunque anche Caleb si trasforma, non avendo nulla da invidiare ai mutaforma mentre Elia e Tristano combattono con le loro armi lucenti e forti.
Rimane solo Calipso, in forma umana, a combattere stringendo tra le mani i suoi pugnali.

Peccato, pensa il ghepardo, mi sarebbe piaciuto vedere la forma animale di quella donna.
Ma ora ha altro a cui pensare.

Mesi di prigionia da scaricare, sentirsi un animale chiuso in gabbia, cibato come una bestia.
Molta frustrazione da sfogare.
E anche i suoi compagni sono dello stesso avviso.

Tristano e gli altri non devono nemmeno sforzarsi, i mutaforma si sono lasciati andare al bisogno di vendetta e saltano da un cacciatore all'altro, a volte togliendolo dalle mani del vampiro o dell'elfo.

Il pelo bianco della tigre è ormai rosso e gocciolante di sangue nemico.
Eppure ne lui, ne i suoi compagni, sono ancora sazi.
Soprattutto il ghepardo, che si muove veloce, uccidendo più che può, non distinguendo più tra cacciatori o nobili che sono intervenuti.

Assetati di sangue, vendetta e giustizia.
Fanno strage di cacciatori che purtroppo aumentano, diventando il doppio ogni volta che uno cade.
Tagli una testa e due ne nasceranno.

"Ci sono."

Per fortuna Deb è pronta per l'incantesimo prima che i cacciatori li sovrastano di numero.
Sollevandosi leggermente da terra, apre la mano verso il soffitto.
La magia che va a compiere non ha nulla di eccezionale o colorato come il solito.

Dalla sua mano partono tantissime ma piccole sfere di energia, che leggere si posano sul vetro attaccandosi come ventose.

"GIU."

Urla, creando una piccola bolla di protezione sul gruppo mentre le sfere esplodono distruggendo il soffitto che crolla su tutta la piazza, pezzo dopo pezzo.
Con la piacevole visione di lance di vetro che infilano cacciatori o tagliano in perfetta metà i nobili.
Mentre altri purtroppo si salvano con qualche arto mutilato.

"Un uscita con stile."

Tristano osserva lo spettacolo che li circonda.
Felice di aver trovato in questa missione un amico di battute fatte in momenti inopportuni.

"Puoi dirlo forte amico, non si scorderanno di noi."

Risponde il ghepardo, facendo sbuffare Calipso.
No, prega la dea, un altro così no, è seriamente illegale e mortale.
Quasi quasi esce dalla cupola e la fa finita qui.

"Andiamo."

Sussurra Calipso, osservando la pioggia di vetro diminuire, lasciare a terra pozze di sangue e fango.
Purtroppo troppo poco sangue.

Altri pezzi sono attaccati alle mura mentre alcuni stanno per cedere e cadere giù.
È il momento perfetto.

Deb, facilitata, afferra Elia e vola verso il cielo cavalcando la sua solita nuvola, schivando con maestria i pezzi che le cadono vicino o difronte.
Gli altri invece saltano in aria, saltando tra un vetro e l'altro in caduta, usandoli come gradini, salendo in aria fino alle cime delle mura e saltare dall'altra parte.

Gli ultimi a chiudere la fila sono Caleb e Calipso, che salgono allo stesso passo.
Un vetro sbagliato e Caleb cade giù insieme al vetro, Calipso a davvero poco tempo per pensare.

L'istinto di lupo o il senso di sopravvivenza dell'omega?
Ma lei non è mai stata una "omega."

Velocemente salta con forza sul vetro dove c'è Caleb, dal lato opposto del suo.
Facendo effetto altalena e lanciandolo dall'altra parte del muro.
Ma ora è lei in difficoltà.

Spingendo sulle gambe corre più velocemente che può, saltando a caso su un vetro all'altro che ancora cadono, fino ad appendersi, di istinto, a una spaccatura del muro.

I vetri ancora vivi sulla sporgenza le trapassato il palmo della mano, facendola urlare di dolore.
Prova a ragionare, nonostante la sofferenza della carne che brucia per la ferita, ma non riesce a trovare idee nella sua mente offuscata tra dolore e il suo stesso sangue che le gocciola sul viso.

La parte peggiore è quando una freccia le sfiora il viso graffiandole la guancia  per poi sbattere contro il muro e cadere.
I cacciatori l'hanno presa di mira.

"Prendi la mia mano lupetta."

Tristano, non ancora sceso dal muro ma rimasto poco lontano da lei e corso nella sua direzione appena la vista  in difficoltà, arrivando un secondo in ritardo.

Un'altra freccia vola nel vento, questa volta facendo centro nella gamba della lupa, facendola ringhiare tra il bruciore dovuto all'argento e il veleno di cui impregnato.

"Afferra la mia mano Calipso.
Cazzo muoviti."

Lui è disperato, non può tirarla su così, è  ancora troppo lontana.
E non può chiedere l'aiuto di Deb, svenuta tra le braccia di Elia.

Si lancia di sotto, afferrando con la mano la cima del muro, porgendo quella libera verso di lei, mentre con il corpo evita le frecce che gli stanno arrivando addosso, colpendo anche quelle dirette alla lupa.

"Ti giuro che ti prendo.
Fidati Calipso, ti prendo."

Fidati, che cosa difficile le ha chiesto il vampiro.
Fidarsi.
Si fida di lui?

Annuendo, si lancia verso di lui, sentendo la mano lacerararsi ancora di più per il movimento, tirando un urlo contro il petto del vampiro che la tiene stretta a se.

"Ok, il meno è fatto."

La stringe a se, senza nessuna intenzione di lasciarla.
Se sarà, cadrà con lei e fan culo tutto.

Si tira su grazie alla presa sul muro, aiutando la lupa a liberare la mano dai vetri.
Ed è straziante quanto liberatorio sfilare la mano dai puntiglioni di vetro.
Ma ci riesce e portandosela al petto, si lascia andare al vampiro.
Lascia la sua vita nelle sue mani, a lui il compito di salvarla.

E Tristano non ha il tempo di godersi il momento, con forza la lancia verso il cielo, seguendo le sue urla mentre si lancia anche lui.

Perso nell'aria e vittima della attrazione di gravità, l'afferra e la stringe a se,  lasciandosi cadere e trattenendo il respiro finché i suoi piedi non toccano terra.

Fan culo, ce l'hanno fatta.

"Ecco perché odio volare.
E i tuoi atterraggi fanno schifo."

Sorride lei, ringraziandolo a modo suo.
Con un sorriso e lo sguardo azzurro come il cielo.

Tristano sta per ribattere ma vengono ingoiati da una battaglia che non è finita.
Alle loro spalle arrivano alcuni cacciatori, pronti ad uccidere i due.
Ma prima che possano solo sfiorarli, un lupo salta su i due oltrepassandoli, attaccando un cacciatore.
È Ronald che fa da guida ai suoi uomini che si occupano della fase due.

Calipso, tornata a terra solo una volta portata fino ai confini del bosco, strappa dalla gamba la freccia, trattenendo un ringhio di dolore.
Ma ora non ha tempo di lamentarsi.

Strappando un pezzo della maglia per girarla intorno al palmo ferito, si guarda intorno, osservando trionfante il branco di Ronald sovrastare abbastanza bene gli ultimi cacciatori rimasti, in compagnia dei mutaforma che non si mostrano ancora stanchi.

Dopodiché sposta lo sguardo su Elia, che regge tra le braccia Deb senza sensi.

"Portala da Mary, li lo scudo dovrebbe essere ancora vivido."

Elia annuisce, senza pensarci  un'attimo, correndo verso il villaggio di Ronald.
Intanto Tristano incrocia le braccia, facendo la faccia da duro.
Impossibile ma vero, Tristano sa essere anche serio.

"Sei ferita, perciò sali su che torniamo a casa anche noi."

Le ordina, indicandole di salire sulla schiena per andare via da lì.
E Calipso è troppo stanca per negare quindi annuisce, pronta a salire sulla sua schiena.

Ma un profumo le arriva dritto allo stomaco, distogliendo la sua attenzione dal vampiro, che non capisce e resta a guardarla confuso.

Lei, zoppicando di qualche passo, segue l'odore fino alla provenienza.
Due alfa, un uomo e una donna, arrivati in ritardo alla festa.

I tre si guardano intensamente, studiandosi e prendendosi il loro tempo.
Per Calipso è naturale riconoscerli, poiché il suo odore e legato a loro, la sua vita è legata a loro, la sua nascita è legata a loro.

Da quell'uomo ha preso i capelli neri e la pelle bianca, da quella donna ha preso le labbra e il suo corpo sinuoso.
Da nessuno dei due ha preso gli occhi blu che ora si specchiano in due paia di occhi rossi fuoco.

Per Calipso è naturale, riconosce l'odore che la ha circondata fino ai 7 anni di vita.
Ma come loro l'abbiano riconosciuta lei non lo sa.

"Tu, omega schifosa."

Ma l'hanno riconosciuta, lei lo sente, sanno chi lei sia.
Sanno che è loro figlia.

E la reazione dei genitori, non è naturale come il modo che hanno avuto per riconoscerla.
Poiché invece di stringere a se una figlia che non vedono da anni, le corrono incontro con l'intento di ucciderla.

Tristano è completamente confuso, vede solo due persone trasformarsi in lupo e correre verso la lupetta.
Non ha il tempo di sbattere gli occhi, che Calipso è stata lanciata lontano da lui, vicino alla riva del dirupo.

Ancora frastornato dall'accaduto, ignorante delle motivazioni dell'attacco, corre verso di lei.

"Morirai, com'è giusto che sia."

Calipso non riesce nemmeno a trasformarsi, mentre il padre la tiene giù e la madre le morde la spalla evitando la gola solo per miracolo.

Non sa cosa è più doloroso, se le ferite che i due le stanno inferendo in corpo.
Ho le ferite nell'anima create dalla consapevolezza che sta per morire per mano dei suoi genitori.
Sentire il loro odio esserle riversato addosso, solo perché è ciò che è.
Un Omega, mentre i due alfa volevano un figlio alfa come loro.

All'improvviso la madre le viene staccata di dosso, portandosi tra le zanne un pezzo di carne della figlia.
Tristano con la spada la tiene lontano dalla lupetta, mentre i lamenti di quest'ultima le arrivano come veleno alle orecchie.

"Morirai da schifosa Omega.
Com'è giusto che sia."

Calipso, ormai svenuta e ridotta a graffi e sangue, viene buttata giù dal dirupo.
E Tristano ha solo un respiro per decidere.

E si immedesima in lei, alle volte in cui la salvato, in cui ha fatto la scelta sbagliata per lei ma motivo di vita per lui.
Si immedesima nelle paure di lei che non l'hanno mai fermata.
Si immedesima in lei, nel cuore che ci mette in ogni decisione che prende.

Ed è solo un respiro, uno di quelli strappati dal petto, lei viene lanciata giù e lui la segue senza timore.

Appena la gravità lo tira giu e a un respiro da lei.
Un respiro che trattiene in gola, stretto dentro di lui dalla pressione dell'aria in caduta.

L'afferra, la stringe a se, girandosi di schiena verso il terreno lontano.
E sta per morire, morirà con lei tra le braccia.
Magari salvandole la vita, redendo lo scontro con il terreno, morbido grazie al proprio corpo che le fa da scudo.

E va bene così, è felice di aver salvato lei, è felice di aver finalmente capito cosa è la vita, dimenticando la propria vissuta fino ad ora in egoismo e superficialità.
Mentre ora sa che la vita è fatta di emozioni e condivisione con altre vite.

La vita è una rete di vite che si legano tra loro, creando ciò che davvero è la vita.

E stringe lei, volendo salvarla persino dal vento che le sfiora gli occhi chiusi.
Lei vivrà, lei deve vivere, vuole che lei vive.

Ed è un senso di responsabilità, felicità fusa con un senso di protezione verso di lei, che lo cambia dentro e fuori.

All'improvviso sente la sua schiena spezzarsi e ricostruirsi, ma non è doloroso.
È come rinascere, venire al mondo.

Sente due spaccature crearsi sulla schiena, la carne strapparsi e le ossa allungarsi all'esterno del corpo, modellandosi in due grandi ali che veloci si coprono di piume nere e forti.

Ed è istinto, come quando apri gli occhi per pa prima volta, o stringi la mano in un pugno.
Stringe più forte lei a se, muovendo le grandi ali come se fosse naturale, come se esse fossero sempre stati parte di lui.

Le spalanca planando la caduta, fino ad atterrare elegantemente sulle proprie gambe, con ancora le ali spalancate sulla schiena e gli occhi che sente tingersi completamente di nero.

"Avevi ragione pipistrello.
Sei un principe."

Sposta velocemente gli occhi su Calipso, trovandola però ancora dormiente.
Che sia stata una allucinazione o lei si è davvero svegliata per pochi secondi?

Ha comunque ragione, lui è un principe.
Ora è davvero un principe, ora che è riuscito a far emergere la sua vera natura.
Tutto se stesso.

Facendo lunghi respiri, come se fossero i primi che fa in questa vita, spicca il volo.
Seguendo l'istinto.

Muove le ali come se fossero parte di sé.
I suoi occhi completamente neri, gli mostrano il mondo con un aspetto diverso, fatto di colori freddi o caldi.

Si innalza nel cielo, osservando il dirupo dove sono caduti e la battaglia ormai al termine poco lontano.

Osserva i lupi correre via, disperdersi nella foreste, vedendo il loro alto calore, il loro sangue scorrere veloce sotto l'effetto dell'adrenalina.
Vede le piante, la loro linfa scorrere nelle foglie e nei tronchi.
Vede le pietre e gli esseri inanimati con sfumature di grigio che li rende poco interessanti.

Sposta lo sguardo verso la lupetta, vede il suo sangue camminare lento, vede la sua luce affievolirsi.
E capisce che è ora di tornare a casa, ormai questa missione è finita.

Ma mentre vola tra gli arbusti e i raggi di sole che filtrano tra esse, avvicina le labbra all'orecchio di lei.

"Grazie lupetta.
Mi hai salvato ancora una volta la vita."

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro