Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

XIV capitolo

Erano stati dieci giorni meravigliosi: tanto per cominciare, Scorpius Malfoy non era più entrato nel suo campo visivo da quando lo aveva freddato davanti all'aula di pozioni. Albus non aveva più fatto parola del suo "incidente" a Hogsmeade, Christina non faceva che parlare di James e dell'imminente inizio delle vacanze natalizie mentre Rose aveva iniziato un'assidua frequentazione con Derek. I due giuravano di essere solo amici ma nessuno ci credeva, forse solo loro due. Tutto sembrava stranamente perfetto, come se i suoi problemi avessero raggiunto un precario e fragile equilibrio con la sua vita quotidiana.

«Potter, resti un momento in aula per favore.»

Lily sgranò gli occhi, genuinamente stupita. Come ogni Potter che si rispetti, aveva dato qualche grattacapo all'insegnante di pozioni, a quello di incantesimi e, di tanto in tanto, alla strega che aveva sostituito la preside McGranitt alla cattedra di trasfigurazione. Mai nella vita, si sarebbe aspettata però di ricevere un richiamo dallo storico, quanto incorporeo, professor Ruf. Il fantasma aveva appena concluso la sua soporifera lezione ma, invece che attraversare il muro come il suo solito, aveva alzato lo sguardo sui suoi studenti, individuando la ragazza seduta nelle ultime file.

Lily sospirò affranta, alzando gli occhi al cielo in direzione di Christina. D'accordo, si era addormentata a lezione, ma erano sei anni che succedeva e Ruf non ci aveva mai dato troppo peso.

«Si, professore?» chiese gentilmente, avvicinandosi alla cattedra.

«La professoressa McGranitt mi ha chiesto di riferirle che vuole incontrarla nel suo ufficio, venerdì sera alle otto. La parola d'ordine è biancospino. Cerchi di non dimenticarla.»

Detto questo il fantasma prese congedo, lasciando Lily sola in mezzo alla grande aula, sempre più perplessa.

«Che voleva Ruf? Non dirmi che si è finalmente accorto che dormi durante le sue lezioni!»

Christina aveva aspettato l'amica fuori dalla porta, troppo curiosa per aspettare che Lily la raggiungesse in Sala Grande.

«Come se tu invece lo seguissi sempre con attenzione – sbuffò Lily – Comunque, la McGranitt mi vuole nel suo ufficio venerdì sera.»

«Che hai combinato questa volta?»

Non era una novità che Lily finisse a colloquio dalla preside, soprattutto in coppia con Hugo Weasley, ma erano parecchie settimane che il ragazzo passava il suo tempo libero sui libri, sorvegliato a vista da Rose, e Lily non era di certo dell'umore per onorare la memoria dei gemelli Weasley con qualche stramba trovata.

«Non ne ho la minima idea» replicò accalorata Lily, alzando la voce di un'ottava.

Ed era sincera, oltre che infastidita. Grazie alle sue visioni era sempre a conoscenza di quello che stava per accadere. Sempre, a parte quella volta, e la cosa non le piaceva per nulla.

«Lo scoprirai presto» si limitò a commentare Christina.

«Presto, come no! Infondo è solo martedì!» replicò Lily sarcastica, prima di entrare in sala grande. 

Se Christina aggiunse qualcosa, il suo commento si perse nel vociare degli studenti.

***

«Non sei concentrata.»

Lily alzò gli occhi al cielo, prima di riprovare a concentrarsi sul suo respiro. Inspira-espira. Una cosa automatica, che persino un neonato sa fare. Allora perché non riusciva nemmeno a controllare i suoi dannati polmoni?

«Se non provi a liberare la mente, non riuscirai mai a escludere il mondo intorno a te.»

Era grata a Derek per aiutarla così tanto, ma proprio non riusciva a capire come dei respiri profondi potessero aiutarla a bloccare le visioni. Ormai era quasi un'ora che tentava di avere il controllo dei suoi poteri almeno per una manciata di secondi, con risultati deludenti.

Fortunatamente Rose si era rivelata fiduciosa, oltre che comprensiva: nonostante frequentasse assiduamente il serpeverde, non solo non aveva mai obiettato circa il tempo che lui passava con Lily, ma faceva stoicamente finta di niente in merito alle voci che sempre più insistentemente avevano preso a circolare, che li additavano come coppia.

«Lily» l'ammonì Derek, perentorio, riportandola alla realtà.

«Lo so, lo so. Ci sto provando» rispose lei, sempre più nervosa.

«Guarda che lo sento che non sei per niente tranquilla – replicò lui, quasi ridendo – A volte pensi ancora di fregarmi.»

«Scusami» mormorò infine, abbassando lo sguardo.

«Mi dici che succede?»

Lily tentennò, prima di vuotare il sacco «La McGranitt. Stasera ho appuntamento nel suo ufficio e non so perché.»

Erano giorni che si lambiccava il cervello nel tentativo di capire il perché di quella convocazione, ma proprio non ci arrivava. Aveva passato in rassegna ogni sua malefatta, punita o non punita, ma non c'era nulla di così recente o di così grave da meritare un invito nell'ufficio della preside.

«Vedrai che non è niente.»

Per tutta risposta Lily provò a sondare le sensazioni di lui, le sue emozioni, cercando di capire se quello che aveva detto corrispondeva a quello che sentiva. Come al solito, le parve di scontrarsi contro un muro.

«Mi devi insegnare come si fa» sbottò infine, vinta.

«Cosa?» 

«A bloccare le emozioni!»

Derek sorrise enigmatico, divertito dal tono esasperato e capriccioso di Lily «Ci sto provando, dolcezza. Comunque, a un certo punto ti verrà naturale.»

Lily lo guardò spazientita «Senti mister saggezza, tieni per te la comprensione spicciola. E poi sei facilmente fraintendibile, con quelle parole e quello sguardo» concluse, facendogli una linguaccia.

«Perché?» chiese lui, questa volta genuinamente curioso.

«Ti verrà naturale - lo scimmiottò lei -  Sembra la classica frase per convincere le brave ragazze come me a fare sesso.»

Dereck scoppiò a ridere, incredulo «Tu sei tutta matta, Lily Potter. Sesso. Ti giuro che il mio obiettivo con te non è proprio quello di fare sesso.»

Lily stava per chiedergli se invece era quello l'obiettivo con Rose, ma fu interrotta dallo spalancarsi della porta del dormitorio.

«Qualcuno parlava di sesso?» chiese allegro Scorpius Malfoy.

Quando Scorpius realizzò chi dei fratelli Potter era in camera con Derek, ovviamente secondo il suo parere quella sbagliata, cambiò immediatamente espressione.

«Ho interrotto qualcosa?»

«In effetti si» rispose disinvolto Derek, cercando di fargli segno di uscire. 

Scorpius però non sembrò cogliere quel gesto o, se lo fece, gli diede l'interpretazione più sbagliata possibile.

«Allora è vero quello che si dice in giro. E io che puntavo sulla secchiona Weasley, invece» commentò sarcastico, spostando lo sguardo da un demoralizzato Derek a un'inviperita Lily.

«Mi stupisce che tu creda alle voci di corridoio.»

Scorpius parve stupito che Lily si rivolgesse direttamente a lui, con un tono apparentemente tranquillo.

«I pettegolezzi hanno sempre un fondo di verità.»

«Non credo - proseguì Lily, sorridendo dolcemente - In giro si dice che infondo tu sia uno di quelli che vale la pena conquistare, eppure sappiamo bene che non è così.»   

«Se vuoi toglierti ogni dubbio, puoi sempre provare.»

Il sorrisetto strafottente con cui Scorpius aveva accompagnato le sue parole la fece andare su tutte le furie.

«No grazie - sbottò infine, alzandosi in piedi - Non fa per me essere una delle tante» e prima che potesse replicare, salutò in fretta Derek e uscì dal dormitorio.

*** 

«Dannata ragazzina.»

Rimasto solo con Derek, Scorpius si era buttato a peso morto sul suo letto. L'uscita di scena della Potter gli aveva tolto l'imbarazzo di doverle rispondere. Cosa, poi? Che lei sarebbe stata l'unica? Non era per niente vero. Che non gli interessava? Ormai anche i muri potevano aver capito che non era così.

«Tu lo sai vero che a volte ti comporti da perfetto imbecille?»

La domanda retorica di Derek gli fece alzare appena il capo nella sua direzione«Che ho fatto questa volta?»   

«Non ci sei ancora arrivato al fatto che probabilmente non gli sei indifferente? Morgana, a volte il ragazzino sei tu.»  

Scorpius rimase in silenzio per qualche secondo, perplesso «Non penso che tu abbia ragione questa volta.»

«Se lo dici tu, fingerò di crederti.»  

***

Insolitamente puntuale, Lily entrò titubante nell'ufficio della McGranitt. Dopo attente analisi, era pronta a qualsiasi tipo di incriminazione, ma quello che si trovò davanti la spiazzò completamente.

La scrivania della preside era deserta: non c'era traccia dell'anziana professoressa né sulla poltrona che di solito occupava, né in ogni altra parte dello studio. Nel compenso c'erano altri due ospiti, che sedevano composti sul divanetto di pelle rossa, guardandola preoccupati.

«Mamma? Papà? – chiese Lily, con gli occhi spalancati – Cos'è successo?»

Non era buon segno che i coniugi Potter fossero stati chiamati a Hogwarts: nemmeno con James la McGranitt era arrivata a tanto.

«Nulla, tesoro, nulla! Siamo qui per te» si affrettò a tranquillizzarla Ginny.

«Per me?»chiese la ragazza, sempre più confusa.

«Vedi Lils – Harry si era avvicinato alla figlia, guardandola con una certa ansia – Le lettere che ci arrivano da te ed Al non sono molto tranquillizzanti. Siamo preoccupati per te. I tuoi poteri si stanno rivelando sempre più in fretta e la cosa ci ha trovati impreparati. No immaginavamo che saresti diventata così potente!»

Lily spostò lo sguardo dal padre alla madre «Ehi, è tutto a posto! Sono molto migliorata in questo ultimo periodo. Derek mi sta aiutando.»

«Derek? L'amico di tuo fratello?» Ginny era sinceramente perplessa da quella rivelazione; Lily non aveva mai mostrato il minimo interesse per gli amici di Albus.

«Sì. È un empatico anche lui, anche se i suoi poteri sono meno forti dei miei. So che non avrei dovuto dirlo... ma mi sta aiutando molto» spiegò, accalorata.

«Ehm, ne siamo felici, tesoro – annuì Harry, il primo a riprendersi dalla notizia – Ma noi, ecco, pensavamo ad una guida un po' più qualificata.»

Ne avevano discusso per quasi due ore. Alla fine era intervenuta anche la McGranitt che, dopo aver lasciato alla famiglia Potter la dovuta riservatezza, si era sentita in dovere di esprimere il proprio parere.

Lily non aveva parlato con nessuno circa il motivo della sua convocazione, ma non ci voleva un potere empatico per capire che non stava affatto bene. Aveva passato il weekend da sola, chiusa in camera. Christina e Rose avevano provato in tutti i modi a estorcerle qualche informazione. Hugo si era offerto di irrompere nel dormitorio, salvo poi scontrarsi con le scale del dormitorio femminile, che lo rispedirono in sala comune con un bel livido sul sedere.

Albus si era presentato più volte in dormitorio, preoccupato dell'assenza della sorella in sala grande, e in un'occasione era stato perfino accompagnato da Derek. Purtroppo neanche lui era riuscito a svelare il motivo del malessere di Lily, anche se era riuscito a percepire nitidamente il suo dolore.

Soltanto lunedì Lily sembrò tornare quella di sempre. Era l'ultimo giorno di lezione prima delle vacanze natalizie, e si era presentata a colazione sorridente, come se i due giorni di isolamento e mutismo appena trascorsi non fossero in realtà mai esistiti.

«Buongiorno straniera, qual buon vento?» l'aveva apostrofata Christina, passando all'amica un toast generosamente imburrato.

«Buongiorno a te – rispose Lily, con un largo sorriso – Scusatemi per gli scorsi giorni, ho avuto una specie di crollo di nervi. Questi maledetti poteri» concluse borbottando, rivolta sia a Christina che a Rose, che le aveva appena raggiunte.

Le due ragazze si limitarono ad annuire, senza pretendere ulteriori spiegazioni. 

***

La giornata era trascorsa tranquillamente, con quella placida rassegnazione che precede le vacanze, eppure Christina aveva avuto più volte l'impressione che qualcosa non stesse andando per il verso giusto.

Lily era stata allegra e vivace come non la vedeva da tempo e aveva ascoltato diligentemente tutte le lezioni, compresa quella di pozioni, che più odiava. Guardandola attentamente, Christina poteva giurare che Lily si stesse sforzando di essere normale. Di mangiare, di ascoltare, di parlare. Come se nulla, in realtà, le venisse naturale.

«Si può sapere che ti prende da venerdì sera?» le chiese infine a bruciapelo, stanca di fare congetture.

Erano le nove di sera, e le due ragazze erano già in dormitorio, indecise se cominciare o meno a riempire i propri bauli. La partenza era fissata per le tre del pomeriggio seguente eppure Lily, che di solito iniziava giorni prima a riempire il suo baule per l'ansia di dimenticare qualcosa, si stava limitando a guardarsi in giro, come incantata.

«Non capisco cosa vuoi dire.»

«Non fare l'ingenua con me, Potter. So benissimo che c'è qualcosa che ti turba. Qualcosa che centra con la tua visita alla torre della vecchiaccia! Dimmi, cosa hai combinato? E soprattutto, quanto durerà la punizione questa volta?»

Christina aveva parlato con sarcasmo, ma era seriamente preoccupata. Non era abituata a una Lily così cupa e depressa e la cosa la scuoteva.

«Non ho combinato niente» sussurrò Lily, guardando fissa il pavimento.

«Lily, che sta succedendo?»

«Non volevo dirlo a nessuno prima delle vacanze - rispose, titubante – Ecco, da gennaio andrò a Durmstrang» confessò finalmente, liberandosi da quel peso che la opprimeva da giorni.

«Daaai, sii seria» fu il commento di Christina, sollevata che l'amica non avesse perso il suo strano senso dell'umorismo.

«Sono seria.» 

Christina la guardò allucinata, senza saper bene cosa dire «Come? Perché? Non posso credere che i tuoi genitori te lo permettano.»

«In realtà, sono stati proprio loro a proporlo.»

«Come loro?» urlò Christina, sconvolta dalla piega che stava prendendo la conversazione.

«I miei e la McGranitt hanno deciso che per me sarebbe più istruttivo stare in una scuola dove si studiano i poteri occulti e Durmstrang pare essere la più adatta.»

«Lily, dimmi che stai scherzando.»

Vedere Christina Nott quasi in lacrime era un evento più unico che raro, e Lily si sentì tremendamente in colpa. Sapeva quanto dolore stava provando in quel momento Christina, ed era quello il motivo per cui non aveva voluto dire niente a nessuno.

«Christina, ti prego, non dirlo a nessuno. Sei l'unica che lo sa.» 

«Come sarebbe a dire? Nemmeno Al?»

«No, nemmeno lui. Non volevo che nessuno lo sapesse e ho chiesto ai miei di non farne parola con nessuno prima di Natale. Né Al, né James, né tantomeno zio Ron. Avrò tutto il tempo durante le vacanze per dirlo a Al, Rose, Molly e tutti gli altri... Tu eri l'unica a cui volevo dirlo ora, perché non avrò più occasione di vederti, almeno non tanto presto, ma non sapevo come» si scusò, stringendosi nelle spalle.

«E Derek?» 

«Lo saprà a gennaio» rispose la rossa, cocciuta.

«Ma- »

«Niente ma, Chris. È già uno schifo così, non voglio rovinarmi gli ultimi giorni a Hogwarts. È una mia scelta, spero la rispetterai.»

Detto questo Lily si alzò e uscì dal dormitorio, sbattendosi la porta alle spalle.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro