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XII capitolo

Christina non si sorprese quando Lily pretese di entrare da Mielandia, nonostante avessero praticamente svaligiato il negozio solo la settimana precedente. Solitamente avrebbe fatto i salti di gioia all'idea di comprare qualche dolce con cui allietare le serate passate a scrivere a James, ma quel giorno proprio non si sentiva in vena di uscite e compagnia.

Aveva accettato di accompagnarla solo perchè aveva visto la sua amica davvero sconvolta per quanto successo in sala grande, con uno sguardo così colpevole ogni volta che accennava a Rose che non si era sentita di dirle che probabilmente la cugina aveva già archiviato la vicenda come "follia temporanea". Se conosceva bene Albus, appena Lily aveva girato i tacchi aveva messo su un interrogatorio degno dei migliori Auror, sgonfiando il caso sia con Zabini sia con Rose. Questo però non avrebbe placato il rimorso di Lily, che intimamente si stava colpevolizzando per la sua superficialità.

Sbuffando all'ennesima gomitata ricevuta, si avvicinò alla compagna di stanza. Il caldo era soffocante, complice la grande folla stipata nel piccolo locale. Sembrava proprio che mezza Hogwarts avesse deciso di farsi venire il diabete quel giorno.

«Quanta roba stai comprando?» aveva chiesto allibita, alla vista delle braccia cariche di Lily.

«Sono generi di prima necessità» si giustificò l'altra, stringendosi nelle spalle.

Christina si limitò a scuotere la testa, reprimendo a stento la voglia di urlare: l'ennesima gomitata l'aveva raggiunta ai reni, provocandole un doloroso spasmo.

«In realtà segue il mio consiglio. Grassa e poco corteggiata» commentò ilare una voce alle sue spalle, che aveva assistito a tutta la scena.

Christina spalancò gli occhi sorpresa, girandosi di scatto «Tu mi vuoi morta!»

«Direi che morta non è proprio l'aggettivo che inserirei in quella frase.»

Lily alzò gli occhi al cielo, mentre Christina si limitò a dare una leggera spintarella al ragazzo di fronte a lei, che sorrideva soddisfatto per la sorpresa riuscita.

«Tu e le tue frasi da rimorchio da strapazzo.»

James per tutta risposta le fece un occhiolino, prima di stringerla in un soffocante abbraccio.

«Fate pure come se io non ci fossi, tranquilli» sbottò seccata Lily, interrompendo il loro momento romantico.

«Oh, ciao sorellina» la salutò James, come se si fosse effettivamente accorto in quel momento della presenza di Lily.

«Ciao fratello ingrato - sibilò lei in risposta - Direi che il mio conto puoi pagarlo tu, prima di sparire dalla circolazione.»    

Christina spostò lo sguardo da una battagliera Lily a un preoccupato James.

«Tutta quella roba?» domandò sconvolto, indicato le braccia della sorella.

«Tu hai chiesto il mio aiuto. E comunque sei sempre tu il campione ricco.»    

James sbuffò rassegnato, prima di avviarsi mesto verso la cassa. A differenza di quanto era successo alle due ragazze, al suo passaggio i ragazzi si spostavano, dandosi spesso delle gomitate e sussurrandosi a mezza voce se davvero fosse presente James Potter, la promessa dei Cannoni, oppure se fosse semplicemente un tizio incredibilmente somigliante.

«Tu lo sapevi, e mi hai fatta piangere disperata?»

Christina strattonò il braccio dell'amica, divisa tra il rancore e la riconoscenza.

«Ti ho portata qui, cosa pretendi di più?»    

Stava per risponderle a tono, quando improvvisamente la colpì un pensiero «Che farai questo pomeriggio? Non mi va di lasciarti sola a Hogsmeade. Sei troppo triste.» 

«Pensi che potrei buttarmi dal tetto della Stamberga Strillante? Non sono così depressa. Goditi il pomeriggio con mio fratello, conoscendoti già stasera ti lagnerai che il tempo non è abbastanza.»

«Sei sicura?» le chiese titubante, per niente convinta della sua risposta.

«Certo. Non volevo reggere la candela ad Al, pensa se voglio farlo con te e James. E prima che accampi la scusa delle due borse da trasportare - aggiunse, osservando di sfuggita suo fratello avvicinarsi - Ricorda che sono un asso con gli incantesimi restringenti.»    

***

Aveva osservato divertita suo fratello portare via la sua migliore amica, caricandosela malamente sulle spalle tra le risate. Erano proprio una bella coppia, anche se all'inizio della loro storia aveva pensato spesso che fossero incompatibili.

Appena i due furono fuori portata visiva, il sorriso scomparve dal suo volto. Li invidiava, così come Albus e Cassandra. Persino Rose e la sua timidezza nei confronti di Derek le facevano provare la mancanza di qualcosa. Lei era così presa dai cambiamenti che sentiva dentro di sé, da quei poteri mai richiesti che assorbivano quasi completamente i suoi pensieri, da non avere il tempo per vivere serenamente come avrebbe voluto.

Certo, non era sola. Christina non le faceva mai mancare il suo appoggio, così come Hugo. Rose la tampinava ogni due giorni per lo studio, nonostante fosse lei quella nell'anno dei M.A.G.O.. Albus, nonostante la sua freddezza serpeverde, era così protettivo nei suoi confronti da non farle mai mancare il suo affetto. Persino Derek ultimamente aveva contribuito a farla sentire meno sola.

Lo stesso Derek che avrebbe voluto vedere in quel momento, che avrebbe saputo consolarla, ma di cui doveva imparare a fare a meno. Soprattutto dopo la ridicola scena di cui si era resa protagonista quella mattina.

«Lils! Che fai in giro da sola con questo tempaccio?» 

La voce allegra e scanzonata di Hugo la raggiunse alle spalle, strappandola ai suoi pensieri. Voltatasi per guardarlo in faccia, si accorse immediatamente dello sguardo accigliato, in netto contrasto con il tono caldo e amichevole che le aveva riservato.

 «Cosa succede a te, piuttosto. Perchè quella faccia scura?»    

«Niente, niente» minimizzò lui, agitando nervoso una mano.

«Hugo» lo ammonì stancamente, quasi a sottolineare che lei sentiva che qualcosa non andava e di certo non poteva dargliela a bere così facilmente.

«Uhm, e va bene. So che è tuo amico e tutto il resto, ma che Zabini faccia il cascamorto con mia sorella non mi va giù. Non ha sta gran reputazione, e Rose sarà pure intelligente ma quando si parla di quello sembra che il suo cervello non riceva impulsi.»

Lily lo guardò perplessa per qualche istante, prima di scoppiare inaspettatamente a ridere «Mi stai dicendo che Rose è uscita con Derek?»

Hugo la guardò stralunato «Lils, stai bene? Rose mi ha detto che è tutto merito tuo.»

«Mio?» chiese, questa volta decisamente confusa.

«Quando è passata a controllare che stessi davvero scrivendo il tema di Storia della magia, era così felice che mi ha anche detto di uscire a divertirmi un po', se ero a buon punto. Le ho chiesto se aveva la febbre e mi ha risposto che l'avevi spinta a chiedere a Zabini di uscire. Sai che per questo dovrei ucciderti, vero?»    

«Hugo davvero non so di cosa tu stia parlando» mormorò, sempre più confusa.

«So anche che ti voleva parlare, per ringraziarti. Ha detto che sei scappata via così in fretta a colazione da non darle neanche il tempo di parlarti.»    

«Hugo davvero, non so cosa dire.»

«Ti dice bene che sono passato solo per un giro veloce, altrimenti ti avrei uccisa davvero. Ma ora devo andare. Spero davvero che il tuo amico si comporti bene con mia sorella.»    

«Sono sicura che sarà così» rispose lei, accennando un sorriso fiducioso.

«Glielo auguro. Serpe o non serpe, amico tuo e di Al, non mi interessa. Se lei piange, io lo uccido.»    

 Lily questa volta scoppiò a ridere di gusto «Ecco il tratto protettivo tipico dei Potter-Weasley. Sei un degno membro del clan.»

«Ovviamente - rispose lui, gonfiando il petto con orgoglio - Senti Lils, io devo tornare. Vuoi venire con me?» 

«No grazie Hug. Mi faccio un altro giro e poi magari mi unisco a una delle coppiette felici ai Tre manici.»   

 «Sei sicura?» insistette lui, guardandola dubbioso.

Ma l'espressione determinata della cugina lo fece desistere in fretta, costringendolo a tornare da solo verso il castello. 

Di nuovo sola, Lily osservò pensierosa l'ingresso del pub. Sapeva che Rose e Derek erano lì, non lo vedeva capace di portarla da Madame Piediburro, soprattutto per la loro prima uscita. Per quanto fosse curiosa di vederli insieme con i suoi occhi, aveva anche paura di incrociare lo sguardo di Rose. Quello che le aveva detto Hugo era confortante, ma ancora stentava a credere che fosse la verità.

Stava quasi per muovere qualche passo in direzione della porta di legno, quando d'improvviso si sentì afferrare il polso. Durante quel minimo contatto delle dita sconosciute sfiorarono la sua pelle, catapultandola immediatamente a quella mattina.

«Potter, sei solo ridicola ad ignorarmi.»
Si stava davvero alterando. Perchè non riusciva ad avere presa su quel dannato demonio dai capelli rossi? Aveva rivolto la sua attenzione a tutti, tranne che a lui.
«Sorellina, inutile che fai tanto la santarellina. Appena scopro che ti vedi con qualcuno ti faccio io una bella sorpresa, insieme a James e papà!»
Ci mancava soltanto Albus e le sue manie da fratello geloso. Perché però a Derek non diceva mai nulla? Sembrava del tutto indifferente al fatto che passasse tutto quel tempo con la sua preziosa sorellina.
«Aspetterò con ansia il momento.»
Ed eccola lì, la fiera e superba Lily Potter. Una serpeverde mancata.
«Come se qualcuno potesse starti dietro, Potter.»
Vedere Lily voltarsi verso di lui fu una vittoria, per quanto il suo sguardo omicida non promettesse nulla di buono.
«Mi sembra di averti detto di non parlarmi, Malfoy. Allora perché continui a dare fiato alla bocca?»
Colpito e affondato, come un pivello del primo anno. Perchè continuava a cercare il suo sguardo? Perchè la provocava? Ma, soprattutto, perchè diamine voleva baciarla, mentre lei cercava invece l'attenzione di uno dei suoi migliori amici?
«Merlino Potter, non dirmi che sei così patetica da attaccarti di nuovo al mantello di Derek. Guarda che non gli interessi, inutile che ci metti tanto impegno.»
La vide sgranare gli occhi, prima di assottigliarli. Si aspettava una battuta, un commento sarcastico. Di certo non aveva previsto che lei baciasse Derek, tra lo stupore generale e il divertimento di quest'ultimo, che le sussurrò qualcosa che non riuscì però a cogliere.
«La prossima volta al posto tuo eviterei di parlare a sproposito.»
Ne avevano da inventare, di storie sull'amicizia. Frastornato, si rese conto di voler tirare un pugno in faccia a Derek solo un istante prima di farlo veramente. Cercando di riprendere il controllo delle sue azioni e dei suoi pensieri, osservò l'espressione di Lily mutare da gelida ad atterrita, mentre si voltava verso la cugina. 
«Io-» aveva sussurrato, prima di scappare via.

«Potter? Sei tra noi?» 

La voce annoiata dell'ultima persona che desiderava vedere in quel momento la riportò alla realtà. Immediatamente il suo sguardo saettò al polso, ancora stretto dalla mano di Scorpius.

«Non mi toccare» sibilò gelida, divincolandosi dalla sua presa.

Osservò distrattamente Scorpius aggrottare la fronte, quasi cercasse di tenere a freno le sue reazioni. Ma lei poteva sentire benissimo l'agitazione che aveva dentro, mischiata alla rabbia che la sua reazione aveva scatenato.

 «Certo, come vuoi. Non sia mai che tu venga contagiata da qualche sporco germe serpeverde. Oh, aspetta. Di solito non ti fai di questi problemi.»    

Lily si trovò a lodare mentalmente la calma ostentata del ragazzo. Se non l'avesse sentito, non avrebbe mai detto che fosse a un passo dal rompere qualcosa pur di sfogare il nervosismo crescente. All'apparenza sembrava il solito calmo e distaccato Malfoy.

«Me li faccio con te.»

«Dovresti farteli anche con il tuo caro fidanzato. Che, per inciso, ora sta allietando della sua presenza tua cugina. Dopo la scenetta di stamattina, non me l'aspettavo proprio.»    

«Quello che c'è tra me e Derek non è affar tuo, Malfoy» ribatté cocciuta, girandosi di scatto, pronta a tornare al castello.

Non pensava che Scorpius potesse afferrarle il polso, di nuovo. Soprattutto, non credeva possibile che in un movimento così rapido e impulsivo lui potesse usare l'accortezza di afferrarla dal mantello, così da non dare spazio a nuove visioni.

«Malfoy, si può sapere che vuoi? Mi stai facendo male» lo accusò, notando come la sua presa fosse molto più forte di prima.

«Spiegami cosa c'è fra te e Derek.»

Lily lo guardò con tanto d'occhi, incapace di dare una spiegazione a quell'assurda insistenza.

 «Ti ho appena detto che non sono affari tuoi.»    

 «Non è una risposta soddisfacente» le rispose a tono lui, avvicinandola a sé.

«Si può sapere cosa diavolo credi di fare?» gli chiese Lily, cercando di divincolarsi dalla sua presa.

«Non lo so» aveva risposto sinceramente lui, abbassando il tono di voce, prima di portare la mano libera dietro la sua nuca ed avvicinarla ancora di più a sé. Così tanto da baciarla.

Stordita e confusa, Lily rimase immobile tra le sue braccia, sentendosi come una nave in balia di una tempesta.

Sentiva le labbra di Scorpius, calde e morbide a dispetto delle gelide parole che di solito le riservava, muoversi piano sulle sue, ma non sapeva dire se stesse rispondendo o meno al bacio. Aveva in testa un'immagine di loro nel dormitorio serpeverde, mentre incuranti di tutto ridevano tra le lenzuola sgualcite.

«Credo di essermi innamorato di te, rossa.»
«Oh, che fortuna.»
«Non potrei essere più serio, Lily...»

Frastornata Lily si allontanò bruscamente, rifilando poi al ragazzo un poderoso ceffone, che lo colpì in pieno viso.

«Cosa vuoi da me?» gli chiese, sull'orlo delle lacrime, prima di sfuggire alla sua presa.

«Non lo so» rispose al vuoto Scorpius, mentre la guardava allontanarsi.

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