Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

VI capitolo

Non erano in molti a vantare il dubbio privilegio di essere in grado di scatenare istinti rabbiosi nel freddo, controllato e solitamente fin troppo misurato Albus Potter.

Una di questi era, per sua sfortuna, Cassandra Nott. Mentre guardava il ragazzo in piedi di fronte a lei, così serio e rigido, la bella serpeverde provò il forte impulso di chiedergli scusa per avergli mandato quel primino in camera sua. Inutile dire che tutto ciò per lei era quasi contro natura, dato che era famosa per tutta Hogwarts per il suo caratterino d'acciaio, che non addolciva per nessuno. Forse.

Eppure, mentre spostava nervosamente il peso da un piede all'altro, quasi indecisa sulle parole da utilizzare per placare il disappunto di Albus, sembrava solo una ragazza insicura e indifesa, non la strega che tutti temevano di incrociare nei corridoi.

 «Cas te l'ho detto mille volte che non dobbiamo essere avventati. Cosa pensi che direbbe Scorpius se ci scoprisse?»

La ragazza lo fulminò con lo sguardo, arrossendo di rabbia. Tutta la sua remissività era evaporata a quell'unico, inappropriato commento.

«Ancora con questa storia? Al ti rendi conto che io non posso stare con il mio ragazzo quando mi pare per colpa di Scorpius Malfoy? Merlino, comincio a pensare che le battute di tua sorella abbiano un senso e che tu abbia davvero una storia con lui. Altrimenti tutto questo attaccamento non si spiega!»

Albus incassò il colpo silenzioso, addolcendo di poco lo sguardo mentre si avvicinava scompigliandole i lunghi capelli scuri, identici a quelli di Christina.

«Non dirmi che sei gelosa del mio migliore amico» le sussurrò divertito, con chiaro intento provocatorio.

Guardandola, Albus avrebbe potuto giurare che gli occhi castani di lei sarebbero diventati presto rossi, tanto ardevano di rabbia in quel momento. Adorava vederla furiosa, o felice, persino malinconica: perché lei non si scomponeva mai davanti agli altri, mentre per lui era come un libro aperto. Lei aveva sempre quell'espressione impassibile sul viso, qualunque cosa le succedesse intorno, ma lui aveva capito come decifrarla.

«Non sono gelosa, idiota! – ringhiò Cassandra, in risposta – Ma quattro giorni senza stare un po' da soli, solo per non scatenare turbe mentali nel cervello da gallina di Malfoy, francamente mi paiono eccessivi!»

Albus sorrise, incapace di rimanere arrabbiato con lei «Non ti preoccupare, amore. Dopo la tua brillante idea di oggi, dubito che dovremo nasconderci ancora per molto.»


***


«Oggi è Halloween!» strillò Christina, per la milionesima volta in quella mattinata, prendendo a saltellare per la sala comune di Grifondoro.

«Chris, dov'è finito il famoso contegno che caratterizza le famiglie purosangue? Sicura di non essere stata adottata? Io al posto tuo farei una chiacchierata con i tuoi.»

Hugo scoppiò a ridere, mentre Rose si limitò a lanciarle un'occhiataccia d'ammonimento. Niente litigi in sala comune, pena l'ira della perfetta prefetta (ora caposcuola) Weasley.

Christina non si scompose minimamente, limitandosi a sorridere in direzione dell'amica, e iniziando a canticchiare «Oggi arriva James, oggi vedo James...»

Lily si portò le mani alle orecchie con eccessiva teatralità e alzando gli occhi al cielo. Dopodiché, sopraffatta da tanto buon umore, decise che per lei era meglio sparire dalla sala comune. Non riusciva proprio a sopportare la sua amica quando faceva così e, come se non bastasse, il sentire tutta quella felicità la scombussolava interiormente, rendendola confusa e stanca.

Aveva bisogno di restare sola a contatto con le proprie emozioni, senza nessuno attorno che potesse influenzarla.


***


Era ancora presto per il ritrovo delle coppiette, quindi Lily poteva godersi il panorama del Lago Nero senza interrompere situazioni imbarazzanti. Era quasi corsa fuori dal castello, nella fretta di mettere più distanza possibile tra lei e un qualsiasi altro individuo.

Halloween, in particolare la gita a Hogsmeade, in programma per quel pomeriggio, e il banchetto previsto per la sera, erano una grande fonte di eccitazione per gli studenti.

Emozione che aveva letteralmente risucchiato l'animo di Lily, tanto che durante il suo tragitto al parco aveva più volte rischiato di unirsi a questo o quel gruppo di studenti per progettare grandiosi piani per la giornata.

Ottobre era praticamente finito, e il freddo iniziava già ad essere pungente sulla pelle. Lily però era disposta a tutto pur di avere un po' di tempo tutto per lei.

Senza tutta quella gente attorno poteva finalmente percepire l'ansia che l'accompagnava da diversi giorni, senza lasciarla mai, anche se a volte veniva soffocata dalle assurde emozioni che percepiva da chi le stava attorno.

Nella più completa solitudine, Lily si ritrovò a pensare che non era più così felice di vedere James, quel pomeriggio. Avrebbe capito al volo che qualcosa non andava, e l'avrebbe sfinita per sapere che cosa stava succedendo.

E Lily non voleva questo: sapeva che Christina aspettava da quasi due mesi di rivedere il suo fidanzato, come lo definiva lei, e non si sarebbe mai perdonata se lui avesse distolto la sua attenzione dalla sua ragazza per concentrarsi su di lei.

Per la prima volta nella sua vita, non sapeva cosa fare. Prima c'era sempre qualcuno su cui contare: i suoi genitori, James, Albus. Ora invece le cose erano cambiate.

Era ad Hogwarts, e questo escludeva tre quarti della sua famiglia. E per quanto volesse bene ad Albus, non voleva caricarlo di questo peso. Era il suo ultimo anno e doveva goderselo il più possibile.

Le riflessioni di Lily furono interrotte da un rumore di passi: qualcuno si stava avvicinando.

«Mi stupisci, Derek – lo accolse, senza voltarsi – di solito sei più silenzioso, e anche più fantasioso!»

Sapeva che si sarebbe seduto accanto a lei. Eppure, dopo qualche attimo di attesa, non vide nessuno al suo fianco. Incuriosita, si voltò verso il nuovo arrivato, rimanendo molto sorpresa quando mise a fuoco la figura di fronte a lui, per nulla simile a Derek.

«Vedo che le tue doti di premonizione fanno più schifo del solito, Potter. Non pensavo di riuscire a sorprenderti, in effetti» esclamò Scorpius Malfoy, in piedi davanti a lei.

«Malfoy, gira a largo, ti prego. Non sono davvero dell'umore giusto per sostenere uno scambio d'insulti con te» rispose fiacca la ragazza, puntando il suo sguardo tra il nodo della cravatta e il mento di lui, troppo imbarazzata da quell'ammissione di vulnerabilità.

  «Tutto bene Potter?»

Lily sussultò a quel tono serio, incredibilmente capace di rassicurarla.

«No, Malfoy. Ma non ho intenzione di parlarne con te.»  

Scorpius la guardò incuriosito, quasi colpito da quell'affermazione. Per un attimo la sua espressione parve addolcirsi, prima che un sorriso sghembo gli spuntasse in viso.

«Niente perdite di tempo allora, Potter. Ho bisogno del tuo potere, sempre che esista ancora.»

Lily lo guardò male «Malfoy, ciclicamente noi abbiamo questa discussione, e a quanto pare non ti sono entrati in testa i concetti principali. Come il fatto che io non ho intenzione di aiutarti, che non ho motivi per aiutarti e che non sprecherò nemmeno una briciola delle mie energie per aiutare una serpe come te. Ah, poi c'è il fatto che non controllo le mie premonizioni... Tutto questo per dirti di prendere la tua frustrazione e portarla lontana da me. E possibilmente restaci, lontano da me.»

Scorpius la guardò scettico, alzando un sopracciglio: « Nervosetta, vedo. Sai mi colpisce il fatto che non vuoi aiutare una serpe come me. Dopotutto con altre serpi fraternizzi così facilmente...»

Lily colse perfettamente la provocazione e, nonostante tutte le sue preoccupazioni, non riuscì a non replicare «Forse perché, a differenza tua, Derek sa come essere simpatico ai miei occhi!»

Scorpius non replicò alla frecciatina, limitandosi a socchiudere minacciosamente gli occhi.

«Potter, ciò che devo dirti interesserà anche te, fidati. Dopotutto sei una donna, e da come ti comporti sono sicuro che sei molto curiosa

Lily lo guardò accigliata: dove voleva andare a parare?

«Devi tentare di avere una premonizione su tuo fratello, attraverso me. Vorrei sapere se e con chi sta uscendo.»

«Geloso, Malfoy?»

Scorpius la guardò sorridente «Non sai quanto, Potter.»

Troppo curiosa di scoprire che diamine stesse combinando suo fratello, Lily finse di pensarci su.

«D'accordo» disse infine, allungando una mano verso il ragazzo.

«Immaginavo che sarebbe stato facile» mormorò in risposta Scorpius, così piano che lei nemmeno lo udì.

Dopodiché strinse la mano che Lily gli aveva allungato tra le sue.

Era ai tre manici di scopa. Riconosceva l'arredamento. Si sentiva bene, felice, allegra. Una sensazione che non provava da tempo.
Stava aspettando qualcuno, che era andato al bancone a prenderle da bere. Qualcuno di speciale.
Si sentiva così agitata, quasi come se fosse il primo appuntamento con un ragazzo che le piaceva da tempo. Eppure era sicura che non era un primo appuntamento, quello.
«Ecco la sua burrobirra, signorina! »
Una voce allegra, decisamente maschile. Una voce dal timbro vagamente dolce.
Una voce che sembrava proprio quella di Scorpius Hyperion Malfoy.
«Lily tuo fratello ha detto che sarebbe passato. So che hai insistito per uscire soli per i nostri sei mesi insieme, ma sai com'è fatto...»
«Non c'è problema» si sentì rispondere, con voce zuccherosa.
Scorpius le sorrise.
Lily non fece in tempo a dire nient'altro, che la porta del locale si aprì, facendo entrare Al e Cassandra Nott, che si tenevano per mano.
«Lily! Potevi dirmelo prima che eri tu l'autrice di tanti cambiamenti...» esordì allusivo, indicando il suo migliore amico.
«Ti ho ripagato con la stessa moneta!» rispose lei, facendogli la linguaccia.

Scorpius interruppe il contatto bruscamente. Non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma era preoccupato. Non aveva mai visto lei assorta per così tanto tempo in una visione.

Di solito, durante le loro strambe collaborazioni, i suoi flash duravano pochi secondi, massimo un minuto, poi si risvegliava da sola. Invece quel giorno Lily sembrava non avere la minima intenzione di riprendersi.

«Potter – le chiese, quando finalmente lei riaprì gli occhi – hai avuto un improvviso incremento di potere?»

Lo sguardo sconvolto che Lily gli rivolse lo fece seriamente preoccupare.

  «Potter, cos'è successo poco fa?»  


***


Preoccupata dalla lunga assenza della cugina, Rose era uscita dalla sala comune per cercarla.

James era arrivato in anticipo, poco dopo che Lily se n'era andata, ed aveva ottenuto dalla McGranitt il permesso di stare con i fratelli e gli amici al castello fino alla sera. Dopotutto era sabato, e non c'erano lezioni.

Christina era al settimo cielo e Hugo era stato stranamente abbastanza acuto dall'inventarsi un compito di trasfigurazione di recupero, tanto per lasciarli un po' soli. Rose aveva seguito l'esempio del fratello, dicendo che avrebbe cercato la cugina per darle la notizia.

Se conosceva un po' quei due, sapeva che avrebbero recuperato il tempo perduto. E non voleva assolutamente che Lily, rientrando dalla sua passeggiata, si trovasse di fronte ad una scena simile.

Così aveva preso a girovagare senza meta nei corridoi, sperando di imbattersi nella cugina.

«Weasley, ehi WEASLEY!»

Rose riemerse dalle sue riflessioni, prestando attenzione a chi l'aveva chiamata.

«Davies, tutto bene?» chiese, quando voltatasi si trovò di fronte ad Andrew Davies, un corvonero del suo anno, molto brillante, al momento parecchio a corto di fiato, come se avesse corso a lungo.

«Hai impegni per oggi?» le chiese, cercando di darsi un contegno.

«No» rispose lei, titubante.

Conosceva abbastanza superficialmente il ragazzo, dato che spesso si trovavano in biblioteca a studiare per le stesse materie. La loro frequentazione terminava lì, e Rose non si era mai sentita così in confidenza nemmeno per chiamarlo per nome.

«Mi chiedevo se ti andasse di aiutarmi con un compito di incantesimi, dato che non sono molto portato per la materia. Per ringraziarti ti offro una burrobirra a Hogsmeade, nel pomeriggio. Che ne dici?» chiese, quasi mangiandosi le parole.

Rose lo osservò confusa, in imbarazzo: era carino, con i capelli neri e gli occhi azzurro cielo.

Solo che lei preferiva un altro sguardo, precisamente quello di Derek Zabini.

Un'ondata di imbarazzo maggiore della precedente si impadronì di lei, al ricordo della sua pseudo-dichiarazione di qualche settimana prima. Da allora aveva evitato Zabini come la peste.

Stava per rifiutare l'invito, quando infondo al corridoio apparve niente meno che il Serpeverde dei suoi sogni. O dei suoi incubi, a seconda delle giornate.

«Perché no?» disse allora, rivolta ad Andrew, che in risposta le regalò un enorme sorriso.

Rose gli sorrise a sua volta, prima di seguirlo in biblioteca.


***


«Potter si può sapere cosa hai visto? Sembra che tu ti sia scontrata con un fantasma!»

Per tutta risposta Lily incrociò le braccia al petto: «Sono venti minuti che mi fai la stessa domanda, Malfoy. E sono venti minuti che ti rispondo che non sono affari tuoi.»

«Ma se la visione è partita da me, allora sono affari miei, perché io sono coinvolto!» ribatté piccato il Serpeverde.

 «Te l'ha mai detto nessuno che sei affetto da manie di protagonismo?»

«E tu da acidità cronica. Dai Potter, non farti pregare.»

Lily piegò la testa di lato, sorridendo curiosa. «Scorpius Malfoy che mi prega potrebbe essere una bella novità!»

Scorpius sorrise enigmatico. «Attenta che i tuoi desideri non ti caccino nei guai» la ammonì, avvicinandosi a lei.

«Che fai, Malfoy?» chiese Lily, improvvisamente imbarazzata dalla loro vicinanza. 

Se solo si fosse sporta di qualche centimetro, i loro nasi si sarebbero sfiorati.

«Ti sto pregando, Potter.» ridacchiò lui, avvicinandosi ancora e osservandola divertito arrossire sempre di più.

«Malfoy, hai finito di importunare mia sorella?»

Lily al sentire quella voce saltò improvvisamente indietro. «JAAAAAMES!» urlò, correndogli incontro e saltandogli in braccio.

«Ehi, scricciolo, piano! – replicò lui, afferrandola al volo ridendo – Sai che dovresti metterti a dieta? Mi sembri aumentata!»

Lily si finse imbronciata, mentre lui la rimetteva a terra. «Il solito zotico. Il lavoro non ti cambia.»

«Bah, una riunione di Potter... – commentò Scorpius, schifato – Ne riparleremo un'altra volta, ragazzina.» aggiunse rivolto a Lily, prima di fare un ironico saluto con la mano, e incamminarsi verso il castello.

Lily guardò la sua figura diventare sempre più piccola, man mano che si allontanava. I suoi pensieri erano frenetici: pensava a cosa poteva inventarsi per placare la curiosità e, soprattutto, se le sue visioni potessero non avverarsi.

Non riusciva ancora a capacitarsi di essersi vista come la ragazza di Malfoy!

Probabilmente tutta l'ansia e la tensione delle ultime settimane le avevano giocato un brutto scherzo. Doveva essere così.

Mentre si stava auto convincendo che fosse tutto un equivoco, un senso di amore e felicità la colpì in pieno petto.

Scocciata, si voltò verso i due piccioncini, che tubavano come due colombe.

«Allora, avete finito?» chiese sarcastica, mentre i due presero a ridere come pazzi.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro