5- We don't talk anymore
Il citofono suonò più volte prima che riuscissi ad alzarmi dal divano sul quale, a quanto pareva, mi ero appena addormentato.
Cercai di guardare nel buio della mia casa per rendermi conto di che ore fossero e mi sorpresi nel leggere dall'orologio digitale dello stereo 8.30PM.
Non avevo cenato, il lavoro quel giorno mi aveva sfinito e perché qualcuno mi stava cercando a quell'ora?.
<<Chi è?>> domandai portandomi la cornetta all'orecchio, chiudendo gli occhi ancora assonnati.
<<Tuo fratello, aprimi>> rispose Josh duro.
Svogliato premetti il pulsante accanto al citofono ed aprii la porta, voltandomi verso il mio appartamento ancora buio, illuminato solo dalla tenue luce dei lampioni fuori dalle finestre. Accesi quindi qualche lampada, giusto per accogliere mio fratello, il quale entrò proprio quando uscii dalla cucina. Lo vidi togliersi la giacca leggera che aveva addosso ed appoggiarla sulla poltrona che aveva accanto al divano.
<<Buonasera anche a te>> gli dissi, notando quanto fosse serio e leggermente distratto.
<<Perché eri a Sydney ieri sera?>> domandò invece lui, senza nemmeno salutarmi.
<<Lavoro, abbiamo dovuto trasferire un paziente lì>> gli risposi cercandomi di difendere dal suo tono accusatorio. <<Ma perché me lo chiedi?>>.
<<No nulla>> sussurrò guardandosi attorno. <<Stavi dormendo?>> gli si leggeva in faccia che non era venuto lì per quello, ma lo assecondai sperano che mi rivelasse la vera ragione del suo arrivo.
<<Sì>>.
<<Non hai mangiato immagino>> sussurrò scuotendo la testa.
<<No infatti>> dissi, sperando che non ricominciasse a farmi la predica sul fatto che non penso più a me stesso e tutto quello che ci andava dietro.
<<Ti porto fuori allora>> affermò riafferrando la giacca.
<<No Josh, non ne ho voglia>> cercai di protestare.
<<Sei già vestito! E poi ti farà bene un po' di aria fresca>> mi lanciò un occhiataccia e non potei fare altro che prendere i miei effetti personali, seguirlo e chiudermi la porta alle spalle.
- - -
Ero in mille pezzi. Cocci sparsi ovunque, impossibili da rimettere insieme.
Gabrielle mi aveva trovata ancora ai piedi del letto in lacrime. Era entrata grazie alla chiave di scorta nascosta nel vaso del piano, dopo che non le avevo risposto, non per volontà, ma proprio non l'avevo sentita.
Mi aveva abbracciata forte, mi aveva fatta alzare e bere un bicchiere d'acqua. Le avevo spiegato il motivo della visita e il dannato biglietto che mi aveva fatta crollare.
<<Erano tutte bugie, non mi amava, non mi avrebbe mollata in quel modo>> singhiozzai seduta sul letto, mentre la mia migliore amica mi accarezzava la schiena per farmi calmare.
<<Oh bambolina>> sussurrò.
Mi si raggelò il sangue nelle vene ed il mio corpo si coprì di pelle d'oca. Oltre al pensiero di Logan, si aggiunse inevitabilmente quello di Kyle. <<Gabrielle>> urlai rimproverandola.
<<Giusto scusa>> sussurrò. <<Mi ero dimenticata che non ti piace più come soprannome>>.
<<Non è quello>>.
<<E allora cosa?>> domandò.
Presi un bel respiro.
Potevo dirglielo no?.
Avrei potuto raccontarle tutto, così da potermi liberare da un peso e poter ricominciare.
Era tutto passato, di cosa avrei dovuto preoccuparmi?.
<<Gabrielle forse è arrivato il momento che ti racconti tutta la verità di..>> chiusi gli occhi per cercare di raggruppare un po' di serietà e dignità che in quel momento avevo perso. <<Riguardo a Logan, riguardo alle mie sparizioni, riguardo all'ospedale e...Kyle>>.
<<Kyle?>> domandò confusa.
<<Ti prego Gab>> la supplicai. <<Mi prometti che se inizio non mi interromperai e mi farai finire il racconto?>>.
<<Posso tentare, sì>> si arrese mettendosi comoda sul mio letto.
<<Tutto è cominciato il giorno in cui..>> mi bloccai rendendomi conto di averle sempre mentito, di aver sempre inventato storie, fin dall'inizio. <<Ricordi che ti avevo raccontato che fossero arrivati dei ladri a casa di Logan e che ero andata in suo soccorso?>>.
<<Certo, la serata di beneficenza a cui dovevi andare, ma alla fine vi eravate allontanati>> disse, facendomi capire che se lo fosse ricordato.
<<Non erano ladri..>> sussurrai, ottenendo uno sguardo confuso. <<Erano scagnozzi mandati dalla famiglia King>>.
Nella mezzora successiva le raccontai tutta la storia; dalla chiamata disperata di Josh iniziale, alla mattinata in cui avevo conosciuto Zac. Sicuramente non tralasciai nessun dettaglio; il vestito blu che mi aveva regalato Logan ridotto in brandelli e l'apparizione di Kyle, o meglio, Francis King. Le raccontai persino del cadavere che aveva tormentato i miei pensieri, fino a concludere con gli spari di Kyle e la testardaggine di Logan.
Avevo parlato ininterrottamente, rivivendo ogni singolo momento che avevo sopportato, non mi ero nemmeno fermata ad osservare la mia migliora amica, figurasi se avessi potuto notare come i suoi grandi occhi azzurri si erano riempiti di lacrime.
Mi prese le mani e trattenne un singhiozzo. <<Sono una sciocca>> disse.
Le sorrisi tristemente <<Sono io che avrei dovuto dirti queste cose prima>> sussurrai.
Si allungò per stringermi in un abbraccio forte. <<Potevo perderti per sempre>> singhiozzò. <<Poteva ucciderti>>.
<<Sono qui Gab>> cercai di consolarla, accarezzandole la schiena. <<Un po' rotta, ma ci sono>>.
<<Ora capisco i tuoi atteggiamenti strani..io...>> si allontanò asciugandosi le lacrime con il palmo della mano. <<Capisco perché tu non voglia più essere chiamata con quel diminutivo..oh quel dannato>> affermò chiudendo le sue mani in pugno stretti. <<Se lo becco giuro che lo faccio fuori, gli stacco quella testa da santarellino che si trova>>.
Sorrisi ancora <<É in prigione, sta scontando la sua bella pena>>.
Gabrielle sembrò calmarsi, almeno non singhiozzava più. Si guardò attorno prendendo un bel respiro e poi vide i tanti pezzi in cui avevo strappato la foto mia e di Logan.
<<E lui? Non lo hai più sentito?>> domandò con un tono triste.
Scossi il capo.
<<Perché non volevi? O ci hai privato?>>.
Trattenni una risata amara. <<Se ci ho privato?>> domandai. <<Sono andata in ospedale parecchie volte per potergli parlare ancora, ma lui mandava Josh a dirmi che non voleva vedermi, che era meglio che non ci vedessimo più, o che io lo cercassi in qualche modo. Quando ho saputo che l'avevano dimesso avevo provato ad andare al suo studio, ma non era ancora rientrato e poi sono andata anche nell'ufficio di Josh, per chiedergli di farlo ragionare...insomma io..>> chiusi gli occhi. <<Sono stata così stupida Gab, mi sono lasciata trasportare da tutti i sentimenti che provavo per lui e mi sono comportata come una tredicenne ad il suo primo concerto della propria band preferita>>.
La bionda mi accarezzò la testa sorridendomi. <<Ti sei comportata da donna innamorata e questo non è sinonimo di stupidaggine>> disse.
<<Lui non mi vuole Gab e io..>> mi morsi il labbro.
<<A te manca, ma allo stesso tempo vorresti dimenticarlo>> provo ad indovinare.
Annuii. <<Voglio odiarlo, lo vorrei fare con tutta me stessa, ma una parte di me spera che torni che mi abbracci, che mi baci che..>> mi fermai, alzandomi dal letto, facendo cadere uno strano silenzio fra noi.
<<Hai mangiato?>> mi chiese Gabrielle, ignorando il mio flusso di pensieri. Ovviamente scossi la testa. <<Immaginavo..allora ordiniamo una bella pizza, si ragiona meglio a stomaco pieno>>.
- - -
<<Non te lo nascondo Logan>> iniziò a dire Josh una volta che finimmo di cenare. <<Credo che tu sia la persona più stupida del mondo>>.
<<Scusa?>> domandai pensando di aver capito male.
<<Okay non la più stupida, ma forse riesci a rientrare fra i primi tre>> continuò.
<<Ed ora cos'ho fatto?>> chiesi incrociando le braccia, lasciandomi andare allo schienale della sedia.
Non aveva il diritto di insultarmi senza dare spiegazioni e mi sembrava di non aver fatto nulla che giustificasse il suo comportamento.
<<Oggi ho visto Hayley>> spiegò.
Oh, ecco il motivo.
<<Non mi interessa>> affermai interrompendolo cercando di troncare la conversazione, prima che potesse sfociare in vie che non volevo intraprendere.
<<Ti interesserà eccome sapere cos'ho da dirti>> rispose invece lui.
<<In realtà no>> mi alzai. <<Grazie per la cena, ma è ora che vada>> sussurrai prima di alzarmi dalla sedia. Presi le mie cose, non volendo nemmeno dare a Josh il tempo di replicare. Lui fu più veloce di me però e mi afferrò la manica.
<<Non andrai a piedi a casa, lascia che ti accompagni e poi continueremo la conversazione, perché è ora che tu la smetta di fare il bambino viziato e che apra bene le tue orecchie>> affermò arrabbiato.
Lo osservai in silenzio, Josh non si era mai arrabbiato con me e di sicuro non aveva mai usato quel tono, non ce n'era mai stato motivo. Fu per quello che mi tartassai di domande per tutto il tragitto dal pub, dove avevamo cenato, fino al mio appartamento.
Non poteva sapere che Hayley fosse sempre nei mei pensieri, di giorno e di notte, il suo viso non lasciava nemmeno i miei sogni, non facendomi più dormire.
Quando arrivammo nel mio salotto, mi fece sedere sul mio divano e si posizionò davanti a me, ancora con la sua giacchetta addosso.
Cominciò a camminare avanti e indietro, irrequieto. <<Non so da dove potremmo cominciare>> sussurrò. <<Hai la minima idea di come hai ridotto quella ragazza?>> domandò.
<<E questo cosa dovrebbe significare?>> chiesi non riuscendo a capire.
<<Michael mi aveva detto di essere preoccupato per lei, ma non credevo che si fosse lasciata andare così..>> cercò di spiegare. <<Non mangia, non dorme, è irascibile e i suoi occhi!>> esclamò. <<I suoi occhi sono così spenti Logan>>.
Ignorai la fitta al cuore che quelle parole mi fecero. Ignorai tutti i colpi di spada che il mio stomaco subì davanti al suo tono. Non poteva essere vero, la mia Hayley era forte, era per quello che l'avo lasciata andare, lei sarebbe stata in grado di risollevarsi.
<<Non è possibile>> sussurrai.
Josh alzò lo sguardo verso di me. <<Sei uno stupido imbecille, lo sai questo?>>.
<<La pianti di insultarmi?>> domandai.
<<Perché diavolo l'hai ridotta così? Cosa ti ha fatto?>> domandò.
Scossi il capo. Non poteva capire, nessuno poteva farlo.
Io la volevo al sicuro e stare con me significava pericolo. <<L'ho fatto per lei>> sussurrai con la voce incrinata. <<Non voglio che stia con una persona costantemente sotto mira>> dissi.
Josh mi guardò a lungo prima di lasciarsi cadere a fianco a me, sul divano, sfinito. <<Non sei costantemente sotto mira, lo sai questo?>> aveva addolcito la voce.
<<Non puoi esserne certo>>.
<<E invece lo sono e lo sei anche tu, ma non hai mai voluto ascoltare>> mi rimproverò. <<I King non ci daranno alcun fastidio, hanno messo gli affari prima della vendetta e non hanno nessun interesse ad avere la polizia o gli enti nazionali che si immischino nei loro traffici>> spiegò. <<Ne siamo fuori Logan>>.
<<Quel depravato non è morto Josh, è solo in prigione>> affermai.
<<E questo ti impedisce di vivere una vita felice?>> domandò allibito. <<Senti Logan..>> si avvicinò a me e appoggiò una mano sulla spalla, con fare fraterno. <<Smetti di combattere una battaglia che non esiste, lo dico per te, lo dico perché voglio il meglio per la tua vita>>.
<<Questo non può comunque cambiare le cose>> dissi passandomi una mano sul viso.
Lei non c'era più.
Lei non ci sarebbe stata più.
Il suo viso fra le mie mani, i suoi sorrisi, il suo stupido orgoglio e le sue premure verso di me.
<<Per quale motivo?>>.
<<Perché l'ho costretta a non amarmi più>> sussurrai.
• salve fiorellini
Ci addentriamo sempre di più nelle vicende accadute no?
Abbiamo scoperto che Hayley ha fatto di tutto per riavere Logan, ma lui è rimasto il testardo che è.
Dite che se Logan tornasse lei lo accoglierebbe a braccia aperte?
Alla prossima,
elly**
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