16- Scars
Hayley mi accarezzò il busto nudo non appena si sistemò fra le mie braccia.
Era domenica mattina inoltrata e nessuno dei due aveva qualcosa di importante da fare, quindi avevamo deciso di prenderci alcuni attimi solo per noi, lontani da tutto.
<<Niente incubi questa notte..>> sussurrai, accarezzandole i capelli con una mano, mentre le sue guance morbide sfioravano il mio petto.
<<Niente incubi>> rispose, disegnando cerchi astratti sul mio addome. <<Ti assumo come guardiano dei miei sogni quasi-quasi>> continuò. <<Così smetto di prendere quei dannati sonniferi>>.
<<Se questo basterà per farti dormire, firmo il contratto all'istante>> sorrisi.
<<Dopo te lo preparo>> mormorò, respirando piano.
Adoravo riaverla con me, adoravo poterla avere così vicino e poterle essere di conforto. Ci amavamo, ci eravamo sempre amati, nonostante avessimo provato a reprimerlo - per motivazioni diverse- il cuore l'aveva avuta vinta sulla ragione. Meno male.
Sentii le sue mani tiepide soffermarsi su un punto preciso del mio petto, un punto doloroso per entrambi.
Seguì con un dito i bordi della mia cicatrice appena sotto le costole, segno della pallottola che mi aveva quasi condannato a morte. In un primo momento mi irrigidii quasi, d'altronde non mi ero ancora abituato ad averlo, per quanto i chirurgi avessero provato a renderlo invisibile, era diventato un marchio. Ma il suo tocco era così delicato e studiato al tempo stesso, che sembrava avesse paura di farmi del male.
<<Ha fatto male?>> le sentì chiedere.
La sua testa si alzò, mostrandomi i suoi occhi velati di preoccupazione. Provai a farle un piccolo sorriso, ma sapevamo entrambi quanto quel discorso fosse delicato. <<Non me lo ricordo>> le confidai in tutta sincerità. <<Non ricordo quasi nulla in realtà>>.
Lei si strinse più a me, finché non decise di sdraiarsi sopra di me e puntare i suoi occhi nei miei. Con delicatezza mi sistemò gli occhiali sul naso e mi sorrise. <<Forse è meglio così>>.
Lei sapeva.
Volevo chiederle cosa avesse visto di preciso, cosa fosse successo, o meglio, sapevo cosa fosse successo, ma volevo il suo punto di vista. Sarebbe stato un passo troppo azzardato chiederglielo?.
<<Mi ricordo solo cose spiacevoli>> continuò a dire, facendo passare la sua mano dalla mia montatura degli occhiali ai miei capelli. Sentii le sue dita giocare con qualche ciocca, mentre il suo sguardo si perse per qualche secondo, pensando se avesse potuto inconsciamente rispondere alla domanda che non le avevo posto.
Portai la mia mano sotto la sua maglietta per accarezzarle la sua pelle calda e per rassicurarla sul fatto che fossero ricordi lontani, anche se nemmeno io ci credevo molto. <<Dopo che Kyle..>>.
<<Francis>> la corressi, non mi piaceva l'idea che ricollegasse quel mostro a quello che per lei era stato un amico.
<<Dopo che Francis ha sparato il primo colpo..>> continuò quindi. <<Ne sono seguiti improvvisamente molti altri e in realtà quella parte è tutta confusa. Francis mi aveva colpito così tante volte alla testa che credevo di essere svenuta>> cercò di spiegare. <<So che un momento prima ero legata, il momento dopo Zac mi stava portando via di lì e quello dopo ancora..>> si bloccò osservandomi. Il suo labbro inferiore prese a tremare, ma riuscì a trattenere le lacrime.
<<Non voglio che mi racconti tutto questo se ti fa stare male, tesoro>> cercai di spiegarle, prendendole il viso fra le mani.
Lei scivolò da sopra il mio corpo, tornado a sdraiarsi accanto a me, e si avvinghiò al mio fianco, la strinsi tra le mie braccia, portandomi la sua testa nell'incavo del mio collo. <<..mi sono liberata di Zac per..>> provò a continuare, alzò la testa verso di me. <<Eri a terra, con gli occhi chiusi, io sono corsa da te e mi sono buttata sul tuo corpo privo di sensi, finché non ho capito che stavi perdendo più sangue del normale e lì ho perso la testa, ho cominciato a urlare, ma non ricordo molto bene...c'erano Michael e anche Josh, poi credo di essere svenuta sul serio o qualcuno mi ha fatto addormentare>> finì di raccontare.
Allungai il mio viso verso il suo e la baciai. <<Farò di tutto per non farti stare di nuovo così, te lo prometto>> sussurrai sulle sue labbra.
Lei si riprese un altro bacio, intensificandolo.
<<Logan Jefferson è il minimo che tu possa fare>> sussurrò dopo un po', ritrovando la sua adorabile ironia, riferendosi a tutto quello che le avevo fatto passare.
Le accarezzai il viso e lei si appoggiò sulla mia mano. <<Ti amo Miss Henderson>> sussurrai sorridendole.
Lei alzò gli occhi al cielo, pensava davvero di poter scherzare sulle mie parole?.
<<Cosa stai insinuando?>> domandai stupito, finendo sopra di lei.
<<Io? Nulla..>> cercò di difendersi ridacchiando.
Non iniziai nemmeno quella battaglia, attratto com'ero dal suo viso divertito. Mi abbassai lentamente sulle sue labbra lasciando che anche quella mattina ci appartenessimo con ogni fibra del nostro corpo.
- - -
Era lunedì pomeriggio e avevo lasciato la clinica per andare nello studio di Josh, a quanto pareva doveva dirmi delle cose importanti. Non aveva accennato a nulla di particolare, semplicemente mi aveva convocato. Come se si potesse convocare i propri fratelli.
Non gli avevo raccontato nulla di Hayley, non ne avevo avuto modo in realtà, non dopo che nostro padre l'aveva definita una donna facile. Solo a ripensare a quella serata mi ribolliva il sangue nelle vene.
Riuscii a trovare parcheggio poco distante dal palazzo in cui lavorava e con calma mi ci avviai. Appena svoltai l'angolo la mia spalla si scontrò con quella di una ragazza, distratto com'ero dai miei pensieri.
<<Scusa>> le dissi subito. La vidi scuotere la testa animatamente, imbarazzata, brontolò pure qualcosa, ma non capii. La sua coda di cavallo bionda mi sfrecciò davanti e la giovane mi superò alla svelta, sembrava quasi che volesse fuggire da quella situazione.
Non rimasi molto a guardarla e tornai a concentrarmi sulla strada.
<<Non ci credo>> sbottò subito Josh vedendomi entrare nel suo ufficio, qualche minuto più tardi. <<Logan Jefferson sorride!>> continuò a dire, senza nemmeno avermi prima salutato.
<<Buon pomeriggio fratello>> lo salutai sedendomi davanti alla sua scrivania.
Lo vidi darsi un pizzicotto. <<No>> sussurrò. <<Non sto sognando>>.
<<Sei un cretino>> scossi la testa, senza però riuscire a levarmi il sorriso dalle labbra.
Mi osservò da dietro la sua scrivania curioso. <<Fammi indovinare..>> iniziò a dire divertito. <<Si tratta di una ragazza?>> domandò. <<Non troppo alta, capelli recentemente tagliati, bella, intelligente, troppo perfetta per te..>>.
<<Okay Josh, sì>> affermai interrompendolo. <<Ho passato questi ultimi giorni con lei>> gli confidai.
Il suo sorriso si allargò. <<Finalmente l'hai smessa di comportarti da bambino brontolone>> mi rimproverò. <<E come va?>> domandò curioso.
<<Si ricomincia, senza troppa fretta>> provai a spiegare. <<Per lei ho tutta la pazienza del mondo>> aggiunsi anche.
<<Sono felice per te, dico davvero>> affermò. <<Mi sembri quasi rinato, insomma hai una luce diversa negli occhi>> osservò continuando a sorridermi, quasi come fosse il nostro più grande fan.
<<Passiamo a quello che dovevi dirmi dai>> cercai di cambiare discorso, non amavo molto essere al centro dell'attenzione.
Lui sospirò, mettendosi comodo sulla sua sedia. <<Si tratta della nostra famiglia>> iniziò a dire.
In quel momento toccava a me sospirare.
<<Non provarci Josh>> lo avvertii. <<Non provare nemmeno a farmi una ramanzina sul mio comportamento, perché in primo luogo sono passate già tre settimane quasi e poi..>>.
<<No, Logan>> mi fermò alzando una mano, cercando di placare il mio animo agitato. <<Riconosco che le parole di papà non siano state gentili, ma volevo dirti altro>>.
Mi abbandonai allo schienale, muovendo la mano, incitandolo a proseguire. <<Non è semplice da dire, soprattutto ora che si avvicina il Natale e la nostra famiglia è più lontana che mai>> commentò scuotendo la testa. <<La mamma ha ripreso a soffrire di attacchi di panico>> sussurrò infine.
Persi qualche battito nel sentire quelle parole. Non sapevo bene cosa dire, non avevo idea di come reagire, di certo con tutte le notizie che poteva darmi, mia madre che tornava a stare male non era fra quelle. <<Aveva detto di stare meglio>> balbettai, cercando di capire.
<<Adam mi ha chiamato preoccupato, dicendomi che l'ha visto con i suoi occhi, nonostante lei avesse provato a tenerglielo nascosto>>mi spiegò Josh.
Dopo il primo attacco sferrato alla mia famiglia, da parte delle famiglie malfamate di Adelaide, dopo le prime minacce, quella a risentirne di più fu mia madre.
Era sempre stata abituata a vivere una vita serena e sicura, fra le sue mura coperte da quadri preziosi e mai si sarebbe aspettata che le capitasse una cosa del genere.
Era un cristallo, un meraviglioso cristallo, ma debole, fragile, facile da spezzare. Le minacce l'avevano rotta.
Mi aveva detto che si stava prendendo cura di lei e che le erano passati, che era riuscita a gestirli, ma a quanto pareva era una bugia, una bugia a fin di bene, conoscendola.
<<Nostro padre lo sa?>> domandai.
Josh annuii. <<Ci vuole tutti e tre a Sydney, il prima possibile, dobbiamo parlarne>> mi comunicò. <<Vuole organizzare qualcosa per lei, per Natale>>.
Strinsi le nocche sui braccioli della sedia. <<Lo faccio solo per lei, per la mamma>> lo informai. <<E poi perché proprio a Sydney?>> chiesi.
<<Non poteva spostare alcuni affari importanti>> mi spiegò Josh.
<<Come se noi non avessimo degli impegni>> commentai, ottenendo uno sguardo di rimprovero dal mio fratello maggiore. <<Oh avanti Josh, hai una famiglia a cui badare ed io uno studio veterinario..>>.
<<Lo faccio per nostra madre, sono sicuro che mia moglie capirà>> lo sguardo di Josh per un attimo vacillò, perso nei suoi pensieri.
<<Tutto bene?>> chiesi, non volendo ignorare la cosa.
Lo vidi scuotere la testa, prima di prendersela fra le mani, immergendo le dita nei capelli scuri. <<Quel diavolo di omicidio ci ha condannati fino alla fine dei nostri giorni>> sputò. <<Potremmo aver per sempre sconfitto i King o chiunque altro, ma hanno fatto di tutto per lasciare il segno...per..>> fece scivolare le mani sul viso stanco.
Mi alzai per andare a confortarlo. <<Finirà mai tutto questo?>> chiese.
Ripensai quindi agli incubi di Hayley, alle sue emicranie ed ai suoi tormenti.
Ripensai alla mia cicatrice e alla nuova persona che ero diventato.
<<No Josh, saranno traumi che ci dovremmo portarci dietro>> dissi, prendergli la spalla osservandolo negli occhi blu. <<Ma impareremo a conviverci, come abbiamo sempre fatto>> abbozzai un sorriso e lui lo ricambiò con un po' di incertezza.
Questa era la vita che dovevamo vivere, tanto valeva trovarci del buono.
• salve fiorellini
Quando credi di risolvere qualcosa si aggiungono altri problemi, o no?.
L'importante è riuscire a ricavarne del buono, riuscire a stare bene anche nel male.
Lasciate una stellina se il capitolo vi è piaciuto e non frenate la lingua (o le dita) se volete commentare!
Un bacio,
elly**
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