37. L'acqua fa paura
I sei camminavano da un bel pezzo in quel corridoio pieno di ragnatele, polvere e gocce d'acqua. Ogni tanto qualcuno scivolava, ma si rialzava subito, spinto dal desiderio di scappare, di uscire da quel cunicolo puzzolente. Ad un tratto, davanti a loro, le pareti di roccia si interruppero per lasciare il posto alla luce. Erano forse usciti da quel dedalo di corridoi?
I ragazzi si guardarono negli occhi, i sorrisi comparvero sui loro volti. Incominciarono a correre verso quei raggi di luce, le loro voci rimbombavano tra i muri. Kira era davanti a tutti, nonostante i rimproveri dei compagni, non accennava a rallentare la sua folle corsa. Non desiderava altro che andarsene da quel luogo tremendo, non avrebbe mai smesso di correre! Fu proprio questa convinzione che le fece mancare la terra sotto ai piedi. Infatti, la luce che i sei vedevano, era solo quella creata dalle torce appese sulla roccia di un'enorme grotta che nasceva dal nulla dopo lo stretto corridoio. Ma in quell'enorme buco nel terreno, stazionava un lago, un piccolo lago che lambiva le rocce della grotta, profondo ad occhio e croce dieci metri o undici.
Era proprio in quell'acqua putrida e nera che Kira era sprofondata. Quando i suoi amici giunsero al bordo del pavimento del corridoio, che poi scompariva e lasciava il posto al lago sotterraneo, urlarono disperati. La "strada" ricominciava dall'altra parte, alla fine della grotta.
Gli altri cinque gridarono per la preoccupazione affiorata nei loro cuori alla vista dell'acqua che rimaneva immobile, Kira non era ancora tornata in superficie.
Le cose peggiorarono quando Jack e Thomas, senza avvisare nessuno si buttarono nelle profondità del piccolo lago, increspando la tranquillità che giaceva in quel luogo.
I due ragazzi scomparvero nel nero dell'acqua, figure che nuotavano verso il basso con tutta la foga e l'energia che avevano in corpo.
<< Oddio, che facciamo? Ci buttiamo anche noi?>> urlò Erick mordendosi il labbro inferiore. Lui e Lidia avevano perso il controllo, ma Ellie, la più calma e riflessiva del gruppo, li sconsigliò intensamente di seguire gli altri che si erano tuffati. Disse che li avrebbero solo intralciati, che non sapevano cosa si nascondeva lì sotto, che così avrebbero rischiato meno persone.
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Intanto...
Nelle acque gelide ed oscure della grotta, Jack e Thomas nuotavano in cerca di Kira. I loro occhi si erano ormai abituati al liquido sporco che li circondava, e ora riuscivano persino a distinguere delle ossa. Cosa impediva alla ragazza dispersa di tornare in superficie?
Alla fine, la videro! La poveretta si dibatteva disperatamente, i suoi capelli ondeggiavano al rallentatore, le bollicine d'aria come divinità, osservavano la scena ma non interferivano. Jack si dette una poderosa spinta con le braccia e raggiunse immediatamente Kira. Thomas si avvicinò, cercò di individuare il problema: il piede della ragazza si era incastrato nella cavità formatasi tra due rocce cariche di alghe.
I due soccorritori improvvisati cercarono di tirare la gamba dell'amica verso l'alto, ma del sangue si sprigionò dalla carne. No, così avrebbero solo peggiorato la situazione.
Dovevano toglierle la scarpa, poi, il piede, di inferiori dimensioni, sarebbe sgusciato via dalla cavità rocciosa!
Jack continuò a nuotare verso il basso, più giù, in modo da estrarre lo scarpone dal basso, dato che la parte alta era incastrata. Lui e Thomas incominciarono a tirare, tirare le suole e i lacci di cuoio...finché la scarpa non fu nelle loro mani. Il piede nudo di Kira scivolò tra le rocce, permettendole di nuotare molto velocemente verso la superficie trasparente. Quando finalmente uscì dall'acqua, la ragazza prese il respiro più desiderato di tutta la sua vita, si asciugò il viso e nuotò verso i suoi amici fradici, perché nel frattempo avevano attraversato il lago per raggiungerne l'estremità, dove il corridoio continuava.
Jack uscì fuori dall'acqua dopo poco, abbracciò Kira e le rese il suo scarpone, poi salutò i suoi amici.
Thomas cercò di nuotare verso la superficie, ma qualcosa gli si era avvinghiato addosso. Delle alghe gli avevano imprigionato metà busto e le gambe; ondeggiavano come a dirgli che non lo avrebbero mai lasciato andare. Il ragazzo fu preso dal panico. L'aria si stava per esaurire, perciò si piegò su sé stesso e cercò di strappare le piante acquatiche, di liberarsi in qualche modo. Non aveva neanche un coltello, solo unghie e dita.
Tirò le alghe, ma quelle gli scivolarono di mano. I polmoni incominciarono a dolergli, il battito accelerò, il freddo delle acque fangose lo avvolse nel suo abbraccio assassino, che ti convince che va tutto bene, che puoi chiudere gli occhi.
Thomas cercò disperatamente di nuotare verso l'alto, di afferrare quella poca luce che gli arrivava, le braccia tese davanti a lui.
Fu un attimo. L'aria fini'e il suo corpo si affloscio', sprofondò lentamente sul fondo. Una nuvola di fango si sollevò, lo sguardo del ragazzo vitreo, vuoto, guardava ancora verso l'alto. Prima che il fiato si esaurisse, aveva sperato che i suoi amici fossero scesi ad aiutarlo, come lui aveva fatto con Kira. Ormai era troppo tardi. L'acqua lo aveva immobilizzato come una statua per sempre.
Ciao, cari! Commentate e votate! Ora mi odierete! Ve l'ho fatta la sorpresina, eh?!😂
Bye bye!
ILTSASID7🌈
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