3. Cosa sei?
Un essere che non poteva appartenere al pianeta Terra, piuttosto ad un universo parallelo. Aveva il viso pallido, molto più del normale; occhi le cui iridi stavano diventando di un inquietantissimo nero catrame, che ti faceva venire una sorta di attacco di panico incontrollato; i denti non avevano la forma comune di una qualunque dentatura umana, ma assomigliavano di più a quelli affilati di un cane o di un lupo; anche le mani avevano artigli di un felino affamato, non erano certo unghie.
La "ragazza" se ne stava rannicchiata con la schiena su una cattedra rovesciata, in mezzo ai calcinacci e alla polvere. Subito, quando vide entrare il gruppetto di sette, alzò lo sguardo malato e disperato e li squadro' uno ad uno, con un terrore indescrivibile che le si leggeva negli occhi in parte neri.
Nessuno fiato' o disse una parola. Lidia incominciò a dare segni di ansia e cercò di fare un passo indietro, che le sarebbe pure riuscito se non fosse stato per la mano di Calvin che la tratteneva per la felpa.
<< Ehi...mmm...hai bisogno di aiuto? Sei ferita?>> le chiese George con il tono più rassicurante che gli usciva dalle labbra secche. La ragazza scosse la testa e poi ridacchio', con una risata strana, quasi subdola.
<< Voi non potete capire, e ciò è un bene, ve l'assicuro.>> disse la sconosciuta con una voce roca e graffiante, quasi da non riuscire a sopportarla.
<< Cosa intendi? Tu sai cos'è successo a questo posto e al resto della città?>> domandò cautamente Erick.
<< Lo so meglio di chiunque altro. Ma voi non capireste. La cosa buffa è che tra poco neanch'io capiro' più niente e diventerò un animale. Vi conviene scappare...>> mormorò la misteriosa ragazza, con la testa nascosta tra le braccia, in posizione fetale.
<< Cosa sei?>> gemette Lidia.
<< Io non sono. Sarò, mia cara. Corri, prima che mi diverta a strapparti la carne dalle ossa. Correte tutti.>> bisbigliò sadicamente la ragazza, come in una cantilena da esorcisti di un film dell'orrore. Ma nessuno la ascoltò veramente. Non si sapevano spiegare come mai quella poveretta avesse un aspetto così terrificante, mutato. Ma di certo non era giusto lasciarla lì, delirante e ferita.
Calvin le si avvicinò.
<< Senti, noi ce ne stiamo andando di qui, okay?! Ma se tu non vieni...saremo costretti a lasciarti qui. Ti prego, vieni con noi...>> tentò un ultima volta.
La ragazza reagì. Pian piano, fece scendere le mani sulle gambe piegate contro il petto, e fissò tutti i presenti. Poi rise, sputacchiando e mordendosi la lingua viola.
<< Idioti! Correte! Coreeeeete!!!!!>> detto questo, spiccò un salto degno di un canguro ma non di un essere umano, e si attaccò al muro più vicino a lei.
I sette ragazzi indietreggiarono, impauriti come non lo erano mai stati. Lidia cacciò un urlo che risvegliò in tutti l'istinto di sopravvivenza. Corsero verso l'uscita di quell'inferno, lungo i corridoi bui e sporchi, sbandando e slittando sul pavimento.
La ragazza, se così si poteva definire, li inseguiva saltando sui muri e cantilenando "ve l'avevo detto! Ve l'avevo detto!"
I sette ragazzi passarono davanti all'aula in cui si erano svegliati. La loro aula. I loro compagni che, avevano deciso di non seguirli e rimanersene lì, al sicuro, fissarono sbalorditi i loro sette amici correre a perdifiato davanti alla soglia, urlando e continuando a guardarsi alle spalle. Quando i sette se ne furono andati, gli altri nella classe ridacchiarono divertiti dalla scena,credendoli pazzi. Ma tutti smisero di ridere quando un essere dalle sembianze di una ragazza, con lunghe zanne e artigli affilati spalancò la porta, smettendo di inseguire Erick e i suoi compagni. La tizia sconosciuta si leccò le labbra secche e sanguinolente e dopo aver mosso un passo avanti, oltre la soglia, richiuse la porta alle sue spalle, mentre nella stanza scoppiava il caos.
Erick aveva visto la porta chiudersi di scatto imprigionando i suoi "amici" con quell'essere mostruoso che, ormai non si poteva più definire umano. Aveva avuto la tentazione di fare qualcosa, ma d'altro canto, perché doveva morire lui per loro, persone che non li avevano seguiti quando lui e i suoi sette amici glielo avevano chiesto? No, non ne valeva la pena.
Quindi continuò a correre e sperò che le urla strazianti e i rumori orribili che venivano dall'aula in cui si era rinchiuso il mostro cessassero presto.
La luce che veniva dall'uscita dell'istituto era qualcosa di talmente confortevole che scacciò i terribili pensieri dei ragazzi. Ma ciò che videro fuori, in città non fu proprio ciò che avrebbero voluto. E non fu affatto confortante.
Come al solito vi chiedo se la storia vi stia piacendo o se dovrei aggiungere o togliere qualcosa. Fatemi sapere!
Bye,bye...vi prego, lasciate dei commenti, anche se negativi, mi servirebbero davvero!
Ciao!💋😘
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