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19. La rosa dell'inverno

Allora, secondo me, Stardust ci sta troppo bene con questo capitolo!😂
Quindi, se vi va, fatela partire dopo gli asterischi (*)! Buona lettura!

Quella sera erano tutti di nuovo insieme. Si erano sistemati in una villa disabitata. Avevano già percorso molta strada e le montagne cominciavano a farsi vicine.
Tutti dormivano. Pensavano che per il giorno dopo sarebbero servite molte energie per proseguire. La giornata era stata molto dura, l'incontro con i Rinati in campagna aveva fatto capire loro che non ci si può mai fidare di nessuno, che non esiste un posto sicuro.
Quella notte, la luna splendeva alta nel cielo senza nubi, il venticello leggero schiaffeggiava i Rinati a caccia tra le strade.
Tutti dormivano tranne Thomas. Lui non aveva sonno. Durante il giorno aveva visto cose terribili, terribili. Non aveva voglia di dormire, sapeva che gli incubi lo avrebbero perseguitato anche ad occhi chiusi. Era sul tetto della villa, osservava la luna che giocava con il chiaroscuro, come gli artisti del Rinascimento che detestava studiare. Doveva ammettere che di notte -apparte i Rinati per le strade- tutto era più bello; c'erano tante sfumature di bianco, grigio, argento e blu. Sembrava di volteggiare in un sogno, un bel sogno. Non come quelli che faceva di recente.
Sapeva che per un bel po' di tempo non sarebbe più stato tranquillo, quindi assaporò l'aria che gli accarezzava i capelli color del grano; gli ricordava sua madre quando lo pettinava per fare il "figo" in classe. Gli metteva quintali di gel per capelli, anche se risultava ridicolo ringraziava sua madre e faceva finta che quel look gli piacesse. Una volta a scuola, estraeva un pettine dallo zaino e si toglieva il gel, si scompigliava i capelli. Ma a sua madre non lo aveva mai detto. La adorava. Non le avrebbe mai recato un dispiacere.
L'ultimo giorno che la vide fu quando tutto iniziò. Quella mattina le aveva confessato che era stufo che lei gli mettesse le mani tra i capelli, che lo trattasse come un bambino. Le aveva detto che odiava il look che lei gli propinava, che lo faceva apparire come un cretino che non aveva mai conosciuto un parrucchiere decente. Glielo aveva urlato in faccia, perché era stanco delle prese in giro, delle spinte. Non gli serviva essere ancora più ridicolo di ciò che non era già. La madre aveva provato a ribattere dicendo che lui era bello comunque, che se aveva dei problemi a scuola doveva dirglielo.
L'ultima cosa che Thomas le aveva detto era stato: " Tu non puoi capire! Ti odio!"
Poi aveva sbattuto la porta alle sue spalle e se ne era andato a scuola con una sigaretta tra le labbra e la giacca di pelle. Era sicuro che conciato così, l'avrebbe scampata, non gli avrebbero fatto del male.
A metà giornata, a lezione di matematica, già sentiva i sensi di colpa per la litigata con sua madre. Ma a peggiorare la situazione ci dovevano essere sempre loro. Arrivarono da lui e lo presero in giro per la solita aria da angioletto che aveva, per i capelli tagliati a cacchio. Avevano cercato di colpirlo in volto, ma non ci erano riusciti: Thomas non era in vena di essere maltrattato. Aveva afferrato il pugno di Billy McKoy con due dita soltanto e aveva scosso la testa.
<< Cos'è uno scherzo? Billy, picchialo! È solo un cretino!>> aveva urlato qualcuno tra la folla che si era radunata a cerchio intorno a loro. I soliti clienti abituali di tutti i giorni.
Billy aveva cercato di sferrare un calcio a Thomas, ma quest'ultimo, veloce come una vipera, si era spostato, aveva racchiuso le dita in un pugno e le aveva fatte impattare sul naso storto e bitorzoluto di Billy. Quello aveva urlato dal dolore, il sangue che colava a terra.
<< Sei uno sfigato! Proprio come tua madre!>> aveva urlato McKoy.
Per Thomas era troppo. Si era gettato su Billy, lo aveva scaraventato a terra, le sue mani erano diventate fredde, freddissime. Aveva agguantato la gola del rivale e l'aveva strinta. Delle strane venature ghiacciate si erano allungate lungo il collo di Billy. Il ragazzo stava soffocando. Thomas aveva continuato a starsene a cavalcioni sul malcapitato, mentre le venature di ghiaccio si erano allungate fino al volto, erano entrate nella gola in bella vista di Billy. I presenti erano rimasti a bocca aperta, per poi scatenare un caos totale.
Billy aveva emesso gemiti mentre dalla sua bocca usciva sangue mischiato a ghiaccio.
In quel momento di pura follia, gli occhi di Thomas erano diventati blu, non più marroni.
Il ghiaccio si era allargato intorno alle gambe del biondo, aveva scalato la parete fino a formare delle stalattiti pendenti dal soffitto. Ma nessuno lo aveva visto. Nel corridoio non c'era più nessuno.
Billy sarebbe morto, se non fosse stato per Erick. Il ragazzo moro era corso dal suo migliore amico fin dall'asilo, Thomas. Lo aveva scosso, lo aveva staccato da Billy e gettato a terra. Ma gli occhi blu non se ne erano andati, fino a quando Erick non aveva schiaffeggiato Thomas. Il marrone era tornato nelle iridi del biondo. Il ghiaccio sul pavimento, le pareti e il soffitto era sparito, si era dissolto nel più totale nulla.
Era arrivato il preside, gli infermieri avevano portato via Billy.
Alla fine, la storia si era conclusa con Thomas che veniva espulso dalla scuola. Il preside aveva chiamato i suoi genitori e gli aveva ordinato di andare a prendere tutta la sua roba che era rimasta nella sua classe. Thomas avrebbe voluto piangere, non era mai stato violento. Ma ciò che lo aveva spaventato di più di quella vicenda, era stato il modo in cui era andato in trance e il ghiaccio aveva preso il sopravvento. Era scioccato, non se lo era riuscito a spiegare.
Era ancora nella sua classe a prendere la roba e lo zaino quando la terra aveva tremato e le urla si erano propagate nei corridoi. Un pezzo di soffitto si era staccato dal suo alloggio ed era caduto sulla classe, distruggendo e facendo svenire Thomas.
******

Il Thomas del presente si scosse il flashback dalla testa e pianse. Singhiozzo' sotto i baci luminosi della luna. Nessuno aveva tanta mancanza di casa quanto lui. Non lo dava a vedere ma soffriva terribilmente. Non si era mai spiegato cosa fosse successo quel giorno a scuola, come avesse fatto a emanare del ghiaccio. Sapeva solo che, appena al telegiornale erano apparsi avvertimenti sulla centrale nucleare che stava crollando e dei gas tossici che aveva sguinzagliato in giro, lui era riuscito a ghiacciare un corridoio. Che i gas tossici gli avessero fatto qualcosa?
Poi, la centrale era esplosa del tutto, il mondo era finito con la distruzione di quell'edificio. Continuò a piangere.
Ad un tratto la finestrella dietro Thomas si aprì e ne uscì Lidia. Il ragazzo biondo si asciugò le lacrime e le sorrise debolmente. Ora, su quel tetto erano in due.
<< Ciao, non riuscivo a dormire...>> disse timidamente lei. Thomas picchietto' con la mano vicino a lui. Lidia si accoccolo' accanto al ragazzo.
<< Sai, a volte preferisco guardare le stelle. Perché loro sono sempre lì. So che se mi sento solo, ci sono le stelle.>> Thomas guardava morbosamente il cielo. La luna gli illuminava il profilo perfetto.
<< A me piacciono le rose. C'è una lunga storia dietro...>> mormorò Lidia.
<< Se vuoi me la puoi raccontare...>>
<< Da piccola, avevo una copertina rossa e morbida. Me la portavo sempre dietro, non la lasciavo mai. Ci dormivo insieme, ci piangevo dentro. Un giorno, mentre ero al parco, la persi. Piansi per tantissimi giorni. Ma poi, trovai la sostituta della mia adorata copertina: una rosa che cresceva nel mio giardino. I suoi petali erano rossi e morbidi proprio come la coperta. Da quel giorno, amo le rose più di qualunque altro fiore.>> Lidia finì il suo racconto e si mise a guardare il cielo, come Thomas.
<< È una storia...bellissima. Cioè, mi dispiace che tu abbia perso la tua coperta, ma non posso fare a meno di pensare a quanto sei dolce e carina.>> Thomas sorrise e passò un braccio intorno alla vita di Lidia. La ragazza sentì quel contatto così tenero, per nulla invasivo. Erano una cosa sola.
<< E tu? Come mai ti piacciono le stelle?>>
<< Da piccolo mi piaceva immaginare che avessi il potere di volare e poter visitare lo spazio. Immaginavo mondi nuovi e strani extraterrestri dalle lunghe dita verdi. E così, quando a dodici anni mi hanno portato al planetario, ho amato ancor di più le stelle.>>
<< Wow, Thomas...>>
Quei due se ne stavano lì, su di un tetto, fregandosene dei Rinati che sbraitavano per strada e del mondo che stava per finire. Il sentimento reciproco che provavano era l'unica cosa che li distoglieva dalla cruda realtà, che li faceva volare in un mondo pieno di rose e stelle.
Fu in quel momento che lui si voltò verso Lidia, ne osservò le labbra carnose, ne voleva studiare ogni minimo dettaglio, ogni minima imperfezione per ricordarla sempre, imprimerla nei suoi sogni, portarla sempre con sé. Gli piaceva tutto di lei: il modo in cui scuoteva la testa, come si grattava i capelli o come sbatteva le ciglia. Lei era il suo mondo, il suo sogno più bello e realizzato. In quel momento non pensò più a sua madre, ad Erick o ai suoi amici che dormivano nella villa. Baciò Lidia, assaporò il dolce sapore delle sue labbra. Lei non oppose resistenza, inspirò l'odore dei sogni di Thomas, vide il bambino biondo che scrutava le stelle sul balcone, il ragazzo timido, l'ammazza-zombie. A lei piaceva tutto di lui.
Mentre le labbra si incontravano, si fondevano per non staccarsi mai più, la luna sembrava quasi sorridere davanti a quell'amore nuovo ed inaspettato, strano in quel contesto apocalittico.
Quel bacio fu dolce come il miele, non avrebbe dovuto finire mai. Invece, l'incanto finì. Lidia si staccò dall'abbraccio di Thomas, ruppe il contatto tra le labbra del ragazzo e le sue.
<< Mi dispiace...non volevo...eri così bella...>> si giustificò Thomas.
<< No, è stato...bello.>> rispose lei, arrossendo.
<< Sai, è un po' che te lo volevo dire...>>
<< Cosa, Thomas?>>
<< Sei speciale, come una rosa d'inverno.>>
<< Come una rosa d'inverno?>>
<< Sì, le rose non crescono in inverno. Tu sei unica, la più bella tra tutte le altre rose.>>
Così passarono la notte, abbracciati l'uno all'altra, entrambi uniti da sogni, incertezze e paure comuni. La rosa invernale è unica. Lei era la rosa d'inverno.

Ciao raga! Questo a mio parere, è uno dei migliori capitoli che abbia mai scritto! Commentate! Non so perché, ma mentre lo scrivevo ho tipo pianto, stile cascate del Niagara!😹
Bye bye!
ILTSASID7🌈

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