In un post alle 9 del mattino mi sono messo a discutere con 5 o 6 ragazze delle reazioni aggressive femminili.
La mia idea era che talvolta lo sfoggio di aggressività femminile verso il maschio era semplicemente un'esaltazione di una libertà che in realtà non si ha.

La parità oggi è quindi un simpatico teatrino in cui si finge di essere alla pari agitandosi i coltelli a distanza, ma non riuscendo mai ad arrivare fino al fondo della questione. Più il coltello è piccolo e poco affilato, più lo si agita; più è grande e più lo si nasconde.
Commentare con imperdibili commenti come "Gli taglierei le palle" si traduce semplicemente nello sfoggio di questo coltello che non possiamo utilizzare, consapevoli in voi stesse che i vostri rapporti sono spesso assimetrici e senza alcuna possibilità di imporsi quando serve.
L'uomo di sua risposta -se non è scimmiesco- non si imbarca mai in commenti di questo tipo, perchè consapevole, in sè, di non aver bisogno di fare sfoggio di nulla, dato che può fare uso di tutto.

In verità, ora come ora, mi accorgo di quante comunità terribili si aggirano fra di noi e quanto il sistema di oppressione vicendevole sia trasversale a tutta la società, ma quasi come in un gioco del contrario ci urliamo l'esatto opposto di ciò che è la realtà.

Questo avviene nelle coppie, come nelle Coppie. Ma avviene anche in comunità più grandi come organizzazione, associazione, collettivi. I meccanismi di potere sono ovunque e più sono presenti e più si urla il contrario: "Compagni siamo tutti uguali, uno vale uno ! ma è meglio fare quello che dico io!"