8. Sei la mia rovina
Passeggio un po' per gli infiniti corridoi della casa bianca, riflettendo su come le cose tra me e Alex siano cambiate in modo così veloce, la cosa mi preoccupa e mi fa ridere al contempo.
Mi dirigo verso la mia camera quando sento degli ansimi provenire dallo sgabuzzino, mi ci avvicino il giusto necessario da poter vedere da un piccolo spiraglio Alex sbattersi la mia segretaria.
Ed è come se lui mi avesse accoltellata dritta al cuore. Ma non urlo, non lo affronto semplicemente faccio dei passi indietro e come stavo facendo prima mi dirigo in camera mia.
Studio tutto il giorno e la cosa mi aiuta moltissimo a non pensare a lui, credo addirittura di poter anticipare l'esame di qualche settimana.
Sono le sei e mezzo quando qualcuno bussa alla mia porta.
-Signorina Katerina e arrivato questo per lei. -
Giada entra nella mia stanza con in mano un grosso pacco, nel quale so già cosa ce, l'appoggia sulla panca che si trova ai miei piedi prima di darmi le spalle ed andare via.
-Ti è piaciuto scopartelo nel ripostiglio? -
Giada sembra intensionata a parlare ma io la tronco sul nascere.
Posso considerare Alex qualcosa di mio? Assolutamente no! Ma questo non toglie il fatto che io sia una stronza possessiva e che se io e Alex non siamo insieme non significa che la mia segretaria se lo può sbattere sotto il mio stesso tetto.
E un ragionamento malato? Be in mia discolpa posso dire che non ho mai affermato di essere sana di mentre.
-Sei licenziata, non voglio vederti mai più. -
Sa che non deve ribattere ed infatti è quello che fa andandosene via.
In automatico il mio sguardo si sposta di nuovo sulla scatola. La mia mente è vuota, qualsiasi altra ragazza in questo momento penserebbe a colui che le ha mandato questo dono. Le ragazze normali inizierebbero a massacrarsi la testa cercando il motivo che lo ha portato a compiere un gesto del genere.
Forse mi stava prendendo in giro? Oppure non gli piaccio veramente?
Povere sciocche, cercare una motivazione per un gesto che non ha scusanti solo per colmare la nostra mente e ragione di una motivazione diversa dalla realtà.
Semplicemente sono uomini non innamorati che vanno in cerca di troie per colmare le loro voglie.
Perche non farlo con me?
Semplice perché sa che sono stronza ma non troia e che se gli avessi aperto le gambe lui si sarebbe legato di più a me e i sentimenti sono sempre un qualcosa che ai uomini come Alex spaventa più di una guerra.
Ho fatto la doccia, sistemato capelli e trucco ed ora sto fissa da ventiminuti a guardare lo scatolo davanti a me. Ora sono così incerta su indossare oppure no il vestito contenuto li dentro.
Ma decido di fare la stronza, chiamo la segretaria di mamma e mi faccio procurare un abito da sera, qualsiasi cosa può andar bene, stasera non ho preferenze.
Alex avrebbe voluto venirmi a prendere ma con la scusa che anche mia madre e stata invitata ho deciso di andare con lei. I fotografi non smettono di scattarci foto, sembrano quasi impazziti.
Ovviamente mia madre è la Presidente ma io. Caspita io mi posso tranquillamente considerare importante quanto i gioielli della corona e no non è solo superbia la mia, ma un dato di fatto.
Il mio abito d'argento attillato ma senza spacchi e scollature porta lo sguardo di molti uomini su di me, cosa alla quale sono ormai abituata.
Come sono abituata agli sguardi omicidi delle altre donne di questi eventi che sono consapevoli del fatto che quando arrivo io, rubo sempre la scena a tutte.
Lui e li, a pochi passi da me che parla con un giudice della corte suprema. Quando i suoi occhi trovano i miei e scendono giù fino a non riconoscere l'abito so che lui ha capito che qualcosa è cambiato.
Mantengo lo sguardo fisso su di lui, senza muovermi, senza dire nulla mi basta guardarlo e tutto tra noi e chiaro e cristallino. Mi infastidisce ammetterlo ma lui rimane l'unico uomo della mia vita con il quale io riesco a comunicare solo attraverso gli occhi.
Non mi ci avvicino mai, lui più volte ci ha provato ma io sono molto brava nel tenermi impegnata fra una conversazione e l'altra con le alte cariche politiche.
Mia madre ha capito ogni cosa ma da brava madre qual'è lascia che me la cavi da sola.
Sono sulla terrazza del consolato, le stelle brillano in alto nel cielo e io immagino quanto sarebbe bello stare da sola in questo momento a gustare una cioccolata calda e a leggere qualche accordo saltato nel quale c'è bisogno del mio aiuto.
Si amo così tanto la politica che probabilmente non saprei fare nient'altro nella mia vita.
-Mi ignori da tutta la sera e per giunta non hai indossato il mio abito. -
La voce di Alex mi costringe a voltarmi verso di lui, ed io mi maledico per ritrovarmi da sola in questo momento.
-Ho da fare. -
Cerco di passargli accanto per andare via ma lui mi ferma. Nel momento in cui la sua mano sfiora il mio braccio io lo allontano malamente ottenendo da lui uno sguardo ferito.
Sapeva che sarei ritornata ad essere la Katerina fredda e stronza di sempre ma non immaginava che lo sarei stata ancora di più con lui.
-Te la sei scopata, sotto il mio stesso tetto a pochi passi dalla stanza in cui stavo facendo colazione. -
Ed ecco sganciata la bomba. E lui è lì difronte a me desideroso di darmi una spiegazione che tronco sul nascere.
-Se fosse successo in passato avrei capito, hai detto che facevi di tutto per avere la mia attenzione. Ma ora? Perché ti sei sbattuto la mia segretaria. Possiedi la mia attenzione ora. -
Deglutisco la saliva che in realtà vorrei sputargli addosso e scaccio via le lacrime che vorrebbero rigare il mio volto, ma non glielo permetto.
-Perche iniziavo a non riconoscermi più. Ogni volta che sono accanto a te non sono più me stesso e questo mi destabilizza. -
Fa dei passi per avvicinarsi ma io ne faccio altrettanti per mantenere le distanze.
-Non sono mai stato geloso, dalle donne ho sempre voluto solo il sesso, niente impegni, niente costrizioni. Ma tu. Maledizione tu!-
Apre l'indice indicandomi come se fossi colpevole di qualcosa di flgrave.
-Tu Katerina sei stata la mia rovina da quando ti conobbi 13 anni fa. Eri solo una bambina eppure eri diventata colei che avrebbe potuto usarmi come burattino se solo lo avresti voluto. Ed ora è peggio. -
È vicino sempre più vicino, mentre io cerco di allontanarmi nonostante ormai sono con le spalle al muro.
-Tutti quei uomini li dentro hanno ammirato il tuo corpo fasciato in questo abito che non lascia nulla all'immaginazione e tu non immagini quanto io stia lottando contro me stesso per non andare li dentro e prenderli a pugni. Sei la mia rovina Katerina, perché sarei pronto a farmi la galera purché avessi la certezza di poterti guardare solo io. -
E le sue parole sono così intense che non so cosa rispondere. Ma qualcosa devo pur dirla non può uscire con queste parole da romanzo rosa.
Sto per aprire bocca quando uno sparo rompe il momento.
Un bruciore alla mia gamba destra mi porta ad abbassare lo sguardo e vedere il mio abito riempirsi di sangue, alzo lo sguardo verso Alex il quale sembra voler cercare di portarmi al sicuro, ma nel momento in cui vedo un puntino rosso puntato sul suo petto mi butto su di lui.
Un altro sparo, un altro dolore lancinante alla spalla sinistra.
Sento urla, uomini della sicurezza che cercano di raggiungerci, sento Alex maledirmi per essermi buttata su di lui.
Ma prima che il buio mi ingoi tutto quello che vedo e il volto dell'uomo più stronzo che conosco pieno di lacrime per me.
Poi solo il nulla.
Angolo Autrice
Katerina non è la tipa che scende a compromessi, lei sa come ragiona e agisce un uomo ma Alex sa essere vermanrtr un mistero.
Commentate e ditemi la vostra.
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