24. Ti amiamo
Suono al campanello come una pazza, nonostante le guardie del corpo mi guardino come una pazza furiosa, so che vorrebbero dirmi di andarmene via sapendo bene chi sono, si trovano costretti a stare fermi al loro posto.
-Si può sapere che cosa sta succedendo?-
L'uomo davanti a me apre la porta con volto assonnato prima di puntarlo nei miei occhi e capire che la situazione è grave se mi trovo da lui a mezzanotte.
-Mi devi delle spiegazioni e me le devi ora.-
Entro nella casa dell'ormai ex presidente degli Stati Uniti d'America come se fosse casa mia, non curandomi di Elisabeth, la moglie che anche lei e pronta a raggiungerci per capire cosa sta succedendo.
Ma non appena il marito le fa segno di tornare in camera, lei senza dire una parola da le spalle e sparisce al piano superiore.
Quasi mi dispiace di averla svegliata ma non posso proprio aspettare domani per ricevere le risposte che mi servono.
- Valter Waslavic e il mio padre biologico e anche quello di mio padre, ma tu naturalmente conosci tutta la storia nonno, vero?-
Gabriel mi guarda rintristito ma senza dire nulla.
-Non sono qui per rimproverarti nulla, alla fin dei conti anche non dicendomi che sei mio nonno, mi sei stato accanto come tale, ma sul serio potevi dirmi che lui era...-
Non mi escono neanche le parole per quanto schifo sto provando in questo momento ad avere il sangue dei Waslavic nelle mie vene.
L'uomo davanti a me nn mi fa segno di spostarci nel suo ufficio che si mette comodo sulle scale che si trovano alle sue spalle.
-Lui prima di diventare il presidente della Russia era un serial killer professionista. Lavorava per il KGB uccideva su commissione finché non si era fatto tanti amici come nemici e deciso di diventare la persona più potente al mondo, ha sempre voluto l'America ma nonostante i tentativi di guerre e scontri nn e mai riuscito ad averla.-
La mia famiglia continua ad avere la capacità di sorprendermi.
Conoscendolo di persona non posso non ammettere che avevo notato quanto fosse un uomo risoluto e desideroso di potere ma fino a questo punto?
Credevo proprio di no!
-Come lo sconfiggo-
Gabriel sorride prima di farmi segno di mettermi seduta al suo fianco.
-Hai il suo stesso sangue nelle vene, solo tu puoi saperlo.-
Per una volta avrei voluto sentirmi dire che cosa fare ed invece mi ritrovo a navigare ancora nel buio.
Guardo Gabriel negli occhi e ci vedo quelli di mia madre mi chiedo che cosa sia successo alla mia famiglia per ritrovarci tutti così ingarbuiati e al contempo ad ignorarci tutti.
Probabilmente anche la storia di come Marta abbia lasciato Gabriel per mettersi con Victor e un mistero che mi piacerebbe svelare appena possibile.
-Lo sai che Marta è morta?-
Annuisce semplicemente diventando improvvisamente triste.
Anche lui con Victor si vede che l'ama ancora.
Non parlo di quell'amore da romanzo in cui si desidera una persona al proprio fianco per tutta la vita, parlo più tosto di quel amore malata in cui sai di non poter stare con quella persona ed allora camuffi l'amore con l'odio solo per sentirla ancora vivina.
Non ti vedo ma so che esisti ancora da qualche parte e che a causa di quel odio siamo costretti ad avere ancora dei rapporti, poco importa che ci si urla contro l'importante è stare vicini.
Lo detto che è un amore malata, ma alla fine dei conti chi sono io per giudicare?
Mi dispiace solo che l'orgoglio porta a tutto questo e che per colpa di quel orgoglio non si ha il coraggio di chiedere scusa e di tornare dalla persona che sai essere perfetta per te con tutto o suoi infiniti difetti.
-So anche che ai avuto l'onore di conoscerla e parlarci.-
-Chiamarlo onore e esagerato, e stato più che altro come guardarmi nello specchio invecchiata.-
Faccio ridere l'uomo al mio fianco e sorrido pure io perché alla fin dei conti e la verità che ho detto.
E poi eccola la lampadina che si accende, Victor mi vuole non solo perché sono sua figlia mi ritiene l'unica degna erede di prendere il suo posto ma lo fa anche perché gli ricordo tremendamente la donna di cui e stato innamorato.
E pensare che proprio pochi istanti prima stavo parlando dell'amore malato.
Può sembrare subdolo l'unica carta che posso giocarmi per mettere fine a questo incubo.
Non saluto Gabriel ed esco da casa sua velocemente per poi rimettermi in auto e tornare alla casa Bianca dove ad attendermi c'è solo Adam che non appena mi vede mi prende per le spalle e mi blocca al muro.
-Dove sei stata? Cosa cazzo sta succedendo la vuoi smettere di affrontare sempre tutto da sola?-
E la prima volta da quando ho veramente memoria che Adam mi parla in questo modo.
-Tu non sei me, Alex non è me voi non conoscete la persona con cui abbiamo a che fare. Meno persone vi sono coinvolte meno possibilità ci sono che possa decidere di prendersela anche con voi.-
Possibile che una cosa elementare gliela debba spiegare io alle due e mezza del mattino?
-Per quanto mi così ammetterlo, noi ti amiamo e non ci piace minimamente l'idea che tu possa affrontare un mostro del genere da sola, per quanto lui possa essere tuo padre.-
La voce di Alex mi porta a farmi percorrere la schiena di brividi. Ha detto noi?
Alterno lo sguardo da uno all'altro chiedendomi che cosa si siano detti i due ragazzi davanti a me in mia assenza per ritorvarmeli collaborativi per la prima volta da quando si sono conosciuti.
Chissà se è vera la storia che se lasci due donne in una stanza per un ora diventano due nemiche, se invece in una stanza vi chiudi die uomini questi diventano migliori amici per la vita .
Che poi onestamente questi due amici per la pelle non li vedo proprio però non posso negare che sono tanto intelligente da capire che non è il momento di lottare a chi lo ha più lungo soprattutto se qui non c'è in rischio solo la possibilità di una guerra ma anche il fatto che mio padre mi portò via dall'America.
Angolo Autrice
Capitolo nuovo svolte nuove ditemi voi cosa ne pensate
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