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2. Brividi

Sono passati tredici anni da quando ho deciso di dedicarmi alla politica e mettermi a disposizione della casa bianca.
Ora ho 23 anni mi sono già laureata in scienze politiche ma ho deciso di prendere un master.
Mia madre e un presidente fantastico, essere stata in passato Segretario di Stato le permette di sapersi muovere molto bene in mezzo a tutti questi magnati. Non è facile il suo lavoro, dobbiamo sempre stare attente a come parliamo una parola detta nel momento sbagliato può avere conseguenze catastrofiche.
Devo dire però che quando la vedo trattare con gli esteri mi rendo conto che il mio sharm negli affari lo preso da lei, a volte mi chiedo se sono io che assomiglio a lei oppure se è lei che assomiglia a me.

Ho studiato nelle migliori scuole, ho partecipato a riunioni e convegni ma anche a dibattiti e trattative delle volte anche segreti. Sono stata criticata, derisa e delle volte ci sono veramente andati giù pesanti con i pettegolezzi ma tutto ciò mi ha sempre fortificata e non solo mi ha permesso di essere quella che sono oggi.

Una cosa di questo mondo è certo, che siano politici, ammiragli o semplici diplomatici una scollatura ben piazzato e parole dette nel momento giusto durante una festa di Stato possono sempre fare la differenza.
Lo ricordo come se fosse ieri quando l'ex presidente Gabriel mi ripeteva che essere donna era una carta a mio favore che dovevo saperla giocare bene. Io lo rimproveravo che non era così che essere donna portava le potenze mondiali a non darmi retta ed invece lui insisteva su quando mi sbagliassi ed oggi devo dire che aveva ragione lui.

Da quando mamma è diventata presidente la mia vita e cambiata in modo drastico, le guardie del corpo mi seguono ovunque, se potessero anche in bagno, c'è sempre qualcuno che decide per me cosa devo indossare e se potessero vorrebbero anche scrivermi quello che devo dire, ma ribelle come ho deciso di essere faccio sempre tutto il contrario di quello che vorrebbero loro.
Uso il termine "ho deciso" perché è letteralmente così. Sono sempre stata una ragazza educata che non ha interesse di mostrarsi superiore, ovviamente tutto questo prima di entrare nella VERA politica Americana nella quale mi anno fatto capire che l'unica difesa migliore è sempre l'attacco.

Stasera indosso un bellissimo abito nero pieno di paiet, non volevo esagerare quindi nessuna scollatura ben piazzata se non quella, vertiginosa, sulla mia schiena.
Sorseggio con eleganza il mio calice di champagne mentre vedo molti uomini guardarmi e sorridermi per poi parlare fra loro.
So di cosa parlano, parlano della storia della piccola Katerina che ha imparato la politica americana dalle potenze mondiali che negli ultimi tredici anni si sono ritrovate a passare per queste stanze. Se penso alla mia storia, sembra strana anche a me!

Un tempo ero infastidita dai pettegolezzi e giudizi che le persone potevano avere su di me e di come sono arrivata a farmi conoscere all'interno della Casa Bianca, ma con il passare degli anni ci si fa l'abitudine. Anzi diventa strano quando non li vedo parlare di me.

Cammino intorno al bordo della sala, salutando qualcuno ogni tanto mentre cerco la mia vittima.
Per la precisione cerco il Capo di Stato polacco, mi è giunta voce che sono sei mesi che mia madre lotta per convincerlo a firmare un certo trattato che abbatta le frontiere per permettere il libero commercio.
Pultroppo essere la figlia del Presidente in carica, pupilla dell'ex Presidente ed essere classificata tra le donne più influenti d'America non mi dà il permesso di partecipare alle riunioni di Stato.
Per questo motivo mi ritrovo ad avere poche informazioni, ma questo non mi ha mai fermata nel portare quiete lì dove c'è tempesta.
Sembra quasi un dono il mio.

E lo vedo un signore sulla cinquantina che parla tranquillamente del suo paese e di tutte le modifiche che vorrebbe fare.
Mi avvicino a passo sicuro sul mio tacco dodici e non ho neanche il bisogno di presentarmi dal momento che tutti si voltano e si inchina di fronte a me.
La figlia della Presidente, quanto è bello esserlo.

-Signorina Katerina ci chiedevamo quando ci avrebbe onorati della sua presenza.-
Ed è proprio lui che parla, il Capo di Stato, Bartosz Kowalski
-Mi dispiace molto se questa sera mi sono fatta desiderare, chiedo venia.-

Ogni presidente che ho conosciuto, prima di mia madre, aveva un suo pensiero su come comportarsi con gli uomini influenti, c'era chi mi consigliava di omaggiarli e farli sentire importanti, chi consigliava di buttare solo l'amo e vedere se abboccano, ma per esperienza personale ho sempre amato l'essere diretta.

-Non si preoccupi, una bella ragazza come lei in mezzo a tutti questi giovani militari sarà stata molto impegnata.-
La frase del polacco e un po' ambigua ma fingo di non comprendere e sorrido, semplicemente, in casi come questi e bene non scatenare un putiferio.
-Volevo chiederle se le andasse di ballare con me. -
L'uomo mi guarda mentre chi ci sta vicino resta sorpreso.
È insolito che una donna inviti un uomo a ballare, soprattutto se questa donna è la figlia del presidente, se l'uomo e un Capo di Stato e se il tutto avviene nella Casa Bianca circondata da altre cariche politiche.

-La sua fama la precede signorina Katerina. Sappiamo bene che non è un semplice ballo che desidera ma più che altro che io firmi l'accordo proposto da sua madre. -
Poche volte ho avuto a che fare con politici che come me vanno dritti al punto senza fare il giro di mezzo mondo, e ogni volta è sempre fantastico.
Ma anche abbastanza complesso perché quando si comportano in questo modo significa che si sentono superiori e con il cortello dalla parte del manico.
-E vero e apprezzo che voi come me siate una persona diretta.-

Gli uomini che prima ci circondavano si allontanano ad un occhiata del signor Kowalski ed io comprendo che ora si fa sul serio.
-Che cosa sarebbe pronta a offrirmi lei? -
Il signore sembra conoscermi, d'altronde non e la prima volta che metto il mio zampino in trattative che non mi competono ma che ugualmente riesco a gestire.
-Prima mi dica lei che cosa desidera.-

L'ex presidente mi fece istruire per cinque anni da alcuni intelligent della CIA i quali mi hanno addestrata a mantenere segreti di stato, tutte le forme esistendo di psicologia, spionaggio ma anche contrattare con politici che fanno tanto i forti e potenti ma che vogliono sempre qualcosa, per fare quello che vogliamo.

-Desidero più soldi, lei può aumentare la cifra che il suo paese mi offre per abbattere le frontiere? -
Lo guardo e comprendo che mi sta ponendo difronte qualcosa di difficile ma non impossibile.
-Non posso farle avere più denaro ma so come può procurarli da solo. -

L'uomo mi guarda improvvisamente interessato. So la politica che mamma sta adottando in questo suo mandato, non mostrarsi inferiori a nessun paese. Peccato che mamma dimentichi che la politica e fatta di contrattazione e compromessi.
-Tolga le frontiere metta delle imposte, ma bassi-
Dico l'ultima parola guardandolo negli occhi per fargli capire che con me non deve fare il furbo. Con certe persone bisogna specificare anche le virgole per non correre il rischio di incappare in qualche danno diplomatico.
-Mettere delle imposte, crede che il presidente accetterebbe? -
Mi pone la domanda guardando mia madre che nel suo abito bianco stringe la mano al Senatore.

-Si accetterà se  vengono decisi in comune accordo e non ad interesse esclusivamente suo. -
L'uomo sta per parlare quando un'altra voce maschile, proveniente dalle mie spalle, si intromette nella conversazione.
La sua mano sulla mia schiena nuda mi basta per sapere chi è senza il bisogno di guardarlo in faccia.
-Mi creda signore le conviene molto l'accordo proposto dalla signorina, non solo si beccherebbe tre milioni proposti dal nostro presidente ma avrebbe delle entrate fisse, e non solo anche l'aumento economico del suo paese, mi creda e un accordo che renderebbe tutti felici.-

Alex è ancora alle mie spalle mentre l'uomo di fonte a noi non sembra più riluttante al mio accordo.
-Mi avete convinto ragazzi, domani chiederò alla mia segretaria di chiamare e prendere un appuntamento. -
Il capo di stato sembra pronto ad andare via quando un mio minimo passo davanti a lui lo ferma.
-Perché fare domani quello che possiamo fare oggi. -
Gli indico la sua guardia del corpo e lui sorride comprendendo che quello che si dice su di me è vero, io non mollo l'osso finché non arriva dove dico io.

E nel momento in cui il politico polacco si allontana faccio uno squillo alla segretaria di mia madre per avvertirla.
-Di a mamma che una versace questa volta non basterà. -

E sorrido al fatto che ogni volta che metto il mio zampino in qualche trattato difficile mamma mi regala sempre qualcosa.
-A me invece cosa dai, e anche merito mio mi sembra. -

Non mi ero scordata di lui, giuro avevo solo deciso di ignorare i brividi che mi invadono quando si trova vicino a me.
-Un ballo solo questo. -
Se non fossi stata io a proporlo lo avrebbe fatto lui e in alcuni casi iniziare per primi una partita e una mossa vincente.

Lui non contrabatte anzi con un sorrisetto che mi infastidisce molto mi porge la mano per poi condurmi nel mezzo della sala. E già immagino le voci in sottofondo di tutti coloro che mi disprezzano ma che al contempo vorrebbero trovarsi al mio posto tra le braccia di Alex.

In sottofondo la musica fa da contorno ai nostri movimenti calcolati, precisi e sincronizzati i nostri corpi si muovono nella stessa direzione come se avessimo sempre ballato insieme, quando questa è solo la seconda volta che balliamo.
Faccio di tutto per non guardarlo in volto, guardo la gente che ci circondano, studio mia madre che mi guarda con uno strano sorriso in volto, faccio tutto tranne che pensare alle sue mani sulla mia pelle che bruciano. E possibile che io sia in grado di trattare con potenze mondiali, scongiurare guerre indire colpi di Stato ma non riesco a mantenere la calma quando le mani di questo uomo si trovano su di me?

-Tu lo sai vero? -
E lui mi riporta alla realtà.
-Che cosa? -
Lo guardo ed è la mia rovina, e da quando lo conosco che lui mi fa questo effetto. Con gli anni invece di diminuire e peggiorato sempre di più.
-Devi smetterla di ignorarmi. -
Lo dice come se questa cosa lo distruggesse.
-Non capisco di che cosa tu stia parlando -
E lo guardo negli occhi, quegli occhi castani come i miei che ho visto diventare neri solo in pochissime occasioni.
-Ci conosciamo da quando tu eri solo una bambina, ti ho aiutata in diverse trattative nei diversi anni e tutto quello che ho sempre ottenuto da te solo delle frasi sporadiche. -

Degludisco, perché in questo momento non saprei che altro fare.
Ci troviamo ad una cerimonia importante, dove non abbiamo addosso gli occhi solo delle potenze mondiali ma anche dell'opinione pubblica che mi tiene d'occhio da quando Johnson ha dichiarato pubblicamente che un giorno avrei preso il posto come Presidente degli Stati Uniti D'America, e a lui preoccupa il mio comportamento nei suoi confronti negli ultimi anni?
Che poi perché parlarne adesso!

-Ti chiedo scusa, ma tra noi non c'è nessun legame affinché io mi comporti in modo differente. -
Ed eccola che pian piano esce fuori la mia parte diplomatica.
La sua presa diventa più ferrea su di me e il suo volto più vicino.
-Non azzardati a trasformati nella Katerina diplomatica con me. Ci conosciamo troppo bene per prenderci in giro in questo modo. -

Lo guardo i suoi occhi iniziano a scurirsi e io comprendo che ha ragione.
-Cosa desideri da me. Ti ricordo che la tua impresa costruisce quelle armi che danno vita a guerre. Guerre che io tutti i giorni cerco di fermare ed eliminare. -

Ed ora non esiste nulla intorno a noi, né la politica, né i giornalisti neanche mia madre esistiamo io e lui che per la prima volta da tredici anni parliamo realmente.
-Sono anche una personalità politica che come te si batte a portare la pace, e se solo tu ti fossi informata probabilmente avresti capito di più. Le mie armi non vengono vendute per dichiarare guerre ma per scongiurarle. -

C'è astio nella sua voce, come se il fatto che io non abbia fatto le opportune ricerche sul suo operato lo infastidisca.
La presa sul mio corpo si indebolisce ed io lo so che intensioni ha, lasciarmi lì in mezzo a quelle persone mentre la musica ancora deve giungere al termine.
- La tua intervista di quattro anni fa sulla mia azienda mi ha fatto riflettere. Dicevi che mi ritenevi una grande risorsa per la Casa Bianca che una persona influente come me nel cuore della politica Americana sarebbe stata molto d'aiuto. Però non accettavi che le armi prodotte dalla mia azienda venissero vendute a Stati il cui solo interesse fosse quello di uccidere e distruggere, per piacere e un insano desiderio di potere.
Così ho indetto una riunione nel quale abbiamo rivalutato le nostre direttive interne e abbiamo indetto che avremmo venduto le armi solo agli stati alleati dell'America.-
Non posso credere alle sue parole, ciò significa che ha perso molti soldi in questo ultimi anni per cercare di non essere considerato da me un opportunista che crea il suo impero sulle morti di persone innocenti.

Mi avvicino a lui, rafforzando io questa volta la presa con l'intento di non lasciarlo andare.
-A 25 anni eri l'imprenditore più giovane e il più ricco degli ultimi decenni, hai aperto la tua impresa senza chiedere neanche un centesimo ai tuoi genitori.
A 28 anni hai preso in gestione l'azienda editoriale di famiglia alla quale hai fatto aumentare gli utili del 67% negli ultimi 5 anni. A 30 anni ti hanno fatto entrare in politica come consigliere.
A 35 anni ti occupi di trattati esteri e per questo motivo sei spesso alla casa bianca. -

Ci muoviamo sempre in modo sincronizzato anche se lui sembra visibilmente sorpreso.
-Ammetto che non sapevo la questione sulle armi, e ammetto anche che in questi anni era il motivo principale per cui prendevo le distanze da te. -
Lo guardo ma poi il miei occhi cadono sulle donne intorno a noi e le parole escono da sole.
-Ma non era l'unico motivo, la tua fama da playboy non mi piaceva, non mi piace neanche adesso e ho tenuto sempre le distanze.-

Ritorna a stringermi come se apprezzasse le mie confessioni, come se dei pezzi di puzzle tornassero al loro posto.
-Ora capisco molte cose e te ne sono grato.-

La musica e quasi al termine e so che non appena cesserà del tutto lui mi lascerà e andrà a cercare un altra donna con cui ballare, ma prima che lo faccia voglio delle spiegazioni.
-Perché volevi sapere queste cose? -
-Presto capirai il perché.-

Non una parola in più, solo le sue mani che scivolano via dal mio corpo e lui si allontana mente io torno al mondo reale.

No lui non può comportarsi in questo modo con me, non glielo permetto.
A passi svelto mi dirigo verso la segretaria di mia madre.
- Felicia. -
-Si signorina?-
Mi guardo intorno per cercarlo nella folla ma non lo vedo.
-Voglio che mi fai delle ricerche. -
Da brava segretaria tira fuori il suo quaderno di pelle nera e si prepara a prendere appunti.
-Su che cosa signorina? -
Lo cerco ancora finché non lo vedo parlare in modo scherzoso con il ministro degli affari esteri.
-Non cosa, chi!-
Mi volto verso Felicia e le esprimo con lo sguardo quanto la mia richiesta sia importante.
-Alexander Fost, voglio sapere tutto. -

Non una parola di più e vado via, la festa per me è conclusa.

Angolo Autrice
Ed ecco il secondo capitolo spero che vi piaccia che vi appassiona come scriverlo ha appassionato me.

Katerina vuole il potere ed è pronta a rinunciare all'amore per il potere, ma forse l'amore non è porta a rinunciare a lei.

Ditemi tutti i vostri pareri, voglio tanti commenti.
Un bacio Grazia.

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