11. Comportamenti
Sono nella stanza con i due uomini più importanti della mia vita, compreso mio padre, cerco di ignorare l'aria pesante nella stanza ma non sono stupida lo capito che quei due se fossero da soli si sarebbero già ammazzati.
-Verrò in azienda da te, voglio un ufficio una segretaria tutte le documentazioni firmate o anche solo che sono state sfiorate da quei opportunisti. -
Alex annuisce mentre io sono pronta a mettermi a lavoro.
-Adam e la mia scorta di sicurezza verrà con me, quindi fai in modo che gli altri tuoi dipendenti non dia fastidio. -
-Ce già la mia sicurezza, non hai bisogno di lui. -
Mi risponde indicando Adam il quale sembra intenzionato a fare un passo avanti e attaccarlo ma per fortuna la mia voce lo ferma.
-Se vuoi che ti aiuti Adam deve venire con me. -
Pultroppo dopo quello che ho letto della documentazione Russa non posso fingere che la mia vita non sia in pericolo.
E io sono così stronza da voler restare in vita il più lungo possibile.
-Affare fatto, si inizia domani. -
Alex esce dalla stanza e tutto quello che lascia e me che sospiro chiedendomi se ho fatto la cosa giusta.
-Lo stai aiutando nonostante quello che ha detto in TV. -
Adam non può capire e ad essere sincera anche io qualche volta non so quello che sto facendo.
-Io lo ferito per prima lui ha solo ricambiato, ma stai tranquillo se lui mi colpirà di nuovo io non ingoiero il rospo.-
Adam mi guarda mi osserva e mi studia, sa che ce qualcosa che non va, ma per quanto io gli voglia ancore bene ci sono cose che non posso condividere con lui.
-Katerina?-
Mi volto verso la mia guardia del corpo e aspetto che mi dica qualcosa che stanotte non mi farà dormire.
-Ti distruggerà, e io non voglio che ciò accada. -
Sorrido, sorrido per il semplice fatto che lui ha già capito tutto ed è qui solo da cinque ore, non per niente mi ero follemente innamorata di lui.
Tre anni fa ero così tanto innamorata di lui che credevo davvero che potesse togliermi Alex dall' testa e potessi iniziare a farmi una vita avendo al mio fianco un uomo più tranquillo e amorevole. Pultroppo però le cose semplici non mi sono mai piaciute, sono sempre andata alla ricerca di intrighi e casini che mi potessero elettrizzare e al contempo incasinate la vita.
La notte passa fin troppo lenta a causa dei dolori alla spalla e alla gamba.
Adam mi è stato accanto tutto il tempo, certo ha fatto il suo lavoro di guardia del corpo, ma anche di amico infatti mi ha sopportata tutte le volte che mi lamentavo dei dolori senza rinfacciarmi il fatto che il dolore alla spalla me lo sarei risparmiata se non mi fossi buttata a salvare Alex. I medici mi hanno avvisata che avrei avuto molto dolore e che senza gli anti dolorifici sarebbe stato impossibile per me poter dormire, ma ho rifiutato perché non esiste neanche minimamente che per qualche scherzo del destino io possa diventare dipendente di quelle schifezze.
Eppure le anno tentate tutte per farmene prendere almeno una di notte, sono arrivati a chiamare Gabriel ex presidente, mio carissimo amico, per vedere se mi convinceva.
Ma come sempre la mia testardaggine ha prevalso su tutti.
Il mattino arriva fin troppo lentamente, non ricordo precisamente a che ora mi sono coricata, so solo che grazie alla vicinanza di Adam non sono andata girando per la villa con la speranza di sfinirmi e addormentarmi in qualche angolo.
Odio tutto questo, odio non riuscire a lavarmi e vestirmi da sola e dovermi far aiutare dalla servitù che so amarmi perché molte di loro mi conoscono da quando ero una bambina, ma ugualmente la cosa mi infastidisce. Non posso indossare dei pantaloni per via del gesso per questo ho optato per un vestito color pesca che arriva a coprirmi anche i piedi.
Sono all'incirca cinque anni che non metto piede nell'azienda di Alex, ricordo di esserci venuta una sola volta insieme al segretario della sicurezza per contrattare l'acquisto di alcune armi.
L'edificio è altissimo cosi alto che se mi trovassi in cima sicuramente soffrirei di vertigini. Entrare in un edificio raffinato ed elegante come quello di Alex con una sedia a rotelle e con una scorta di guardie del corpo ti porta obbligatoriamente ad essere al centro dell'attenzione. Ci avviciniamo alla segreteria e dopo avergli detto il mio nome, la segretaria elegantissima, bionda e vestita in modo professionale ci indica l'ascensore.
Non appena arrivo all'ultimo piano ad attendermi all'apertura delle porte e l'assistente di Alex che con un sorriso falso, come il suo seno, mi fa strada verso l'ufficio del suo capo che non appena mi vede mi accoglie con un sorriso che gli muore nel momento in cui vede alle mie spalle Adam. Ce di nuovo una aria molto tesa, ma io non sono qui affinché loro si facciano guerra per me, sono qui per lavorare.
So di peccare di superbia se dico che entrambi lottano per attirare la mia attenzione come anche il mio cuore, ma non ci vuole un genio per vedere come si guardano in cagnesco, anche se non capisco Alex, e lui che andato a letto con la mia segretaria ed è sempre lui che ha messo la lingua in gola ad una bionda in diretta nazionale.
- Katerina ti ringrazio di essere qui, ho messo a tua disposizione un ufficio e anche una segretaria che ti darà tutto quello di cui hai bisogno, dobbiamo uscire fuori da questa situazione il prima possibile.-
- Hai già riportato l'accaduto alla polizia? Li hai denunciati?-
Alex non sembra desideroso di volermi rispondere consapevole che quello che mi può dire sicuramente mi darà un grandissimo fastidio.
- Non posso denunciarli, alcuni di loro sono governatori o addirittura figli di senatori.- Mi porto la mano in testa comprendendo quanto la situazione sia critica. Mi volto verso la sua segretaria pronta a trovare una soluzione.
- Voglio i fascicoli che hanno guardato, firmato o che anche solo sono passati fra le mani di questi traditori. Voglio un elenco di coloro che potrebbero sostituirli e in più voglio da un vostro avvocato un resoconto di quello che accadrebbe se non denunciassimo questi bastardi.-
La segretaria prende appunti senza ribattere su nulla per poi annuire dopo che si è scritta tutto.
Dopo che io e Alex abbiamo chiarito gli ultimi particolari mi conduce al mio ufficio senza nascondere il suo fastidio per il fatto che Adam sia sempre con noi.
-Questo è il tuo ufficio per la tua guardia del corpo ho fatto mettere una sedia fuori la porta.-
Alex indica una sedia in eco pelle vicino quello che per qualche giorno sarà il mio luogo di lavoro.
Alex sa essere un vero rompiscatole quando vuole, ma per quanto ad Adam il suo comportamento gli dia fastidio fa di tutto per nasconderlo.
Infatti senza farsi intimidire da nulla la mia guardia del corpo prende la sedia in questione per poi metterla allo stesso punto di prima ma all'interno dell'ufficio..
Alex si abbottona la giacca in modo diplomatico, sembra quasi pronto a dire qualcosa quando io sono pronta a bloccarlo sul nascere.
-Alex dobbiamo risolvere questo problema il prima possibile e perdere tempo su una sedia non è produttivo.-
Il capo dello stabile in cui mi trovo in questo momento non sembra convinto delle mie parole infatti va via senza aggiungere altro, ed io sospiro chiedendomi perché mi sono fatta convincere ad aiutarlo.
La giornata passa con me che revisiono bilanci di mercato, statistiche e azioni che crescono e diminuiscono come se fossero delle montagne russe.
E ora di pranzo quando Adam mi chiede se ho voglia che mi faccia portare qualcosa da mangiare.
E stato un vero dibattito in piena regola poterlo convincere ad andare a mangiare con gli altri e che sicuramente la mia segretaria, che per giunta non ho ancora conosciuto, mi avrebbe portato qualcosa da mangiare.
Non so che cosa i miei genitori gli abbiano raccontato una cosa e certa non tutto altrimenti mi avrebbe già rinchiusa in quattro mura.
-Il tuo cane di guardia e andato via? -
Alex entra nella stanza con in mano due confezioni di cibo cinese d'asporto.
-Sono riuscita a farlo andare a mangiare. E poi non è il mio cane di guardia. -
Alex ignora le mie ultime parole sedendosi difronte a me per mostrarmi tutto quello che ha acquistato per pranzo, sembra quasi che debba sfamare un reggimento.
-Ti conosco abbastanza bene da sapere che non avresti mai accettato una così ferrea scorta di guardie se dietro non ci fossero delle motivazioni valide. -
Sapevo che non appena avrebbe avuto l'occasione avrebbe iniziato a riempirmi di domande.
Alex ci sono cose che non posso dirti e moltissime altre che non voglio dirti quindi perfavore, basta.
Inizio ad essere stanca di questo suo giochetto.
-Sono qui per aiutarti poi dopo tornerò alle mie questioni politiche. -
I suoi occhi sono puntati nei miei e per qualche istante mi chiedo come siamo finiti dal baciarci e volerci dare una possibilità al parlarci a stento senza litigare.
-Dalla sera della sparatoria non riesco più a prendere sonno. -
Deglutisco nel sentire la sua voce roca e intensa farsi sottile e incisiva.
-Ti sogno, ogni notte fra le mie braccia in fin di vita per causa mia. -
So quando mente e quando invece è onesto e in questo momento so che quello che mi sta dicendo è vero.
-Io non ti amo Katerina. -
Le sue parole sono come un pugno nello stomaco
-Ma sono ossessionato da te. Mi chiedo costantemente dove sei, con chi sei, cosa stai facendo, se qualche volta mi pensi come faccio io. Non avrei dovuto baciare quella donna in TV ma le tue parole mi hanno ferito. -
Pronuncia l'ultima parte delle sue parole strofinandosi le mani fra di loro.
Ci sono così tante versioni di Alex che per me in questo momento è difficile capire chi lui sia.
Vorrei rispondere dirgli qualcosa, qualsiasi cosa ma nulla esce dalla mia bocca.
-Permettimi una cena con te. So che mi sono giocato il nostro patto chiedendoti di aiutarmi qui in azienda, ma perfavore concedimi un uscita insieme. -
Lo guardo e mi chiedo se di lui posso veramente fidarmi.
-Non so se te lo ricordi ma vado in giro con il gesso e con una spalla che dire che mi faccia male e un eufemismo. -
Alex guarda i punti in cui i proiettili mi hanno colpita e deglutisce come se ricordare facesse più male a lui che a me.
-Mi occupo di tutto io. Tu devi dire solo di sì. -
Lo guardo e guardo anche la mia guardia del corpo che percorre il corridoio per tornare da me.
-Ok Alex ma non farmene pentire. -
Non lo so perché ma nel momento in cui Alex esce dal mio ufficio con un sorriso da ebeta ed Adam invece entra serio in volto già mi pento della concessione datagli.
Devo aver colpito la testa veramente molto forte altrimenti questo mio comportamento non riesco proprio a spiegarmelo.
Spero solo di non pentirmi di tutto questo.
Angolo Autrice
In amore e odio tutto è lecito anche avere comportamento che a noi stessi non riusciamo a spiegarci.
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