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10. Adam

Finalmente il medico mi ha dato il permesso di uscire, dire che sono felice e riduttivo. Sono stata costretta ad uscire dai sotterranei per evitare la stampa che ancora era li ferma ad aspettarmi.
Anche la casa Bianca e circondata da reporter che fanno domande su domande, soprattutto ora che Alex mi ha messo ancora di più sotto il loro mirino.

Dovrei odiarlo per questo, ma in realtà la situazione mi diverte più di quanto possiate immaginare.

Non mi preoccupo, saprò tenere testa anche a questa situazione.
Non potendo usare le stampelle sono costretta ad andare in giro con la sedia a rotelle e questo per tre mesi prima di poter togliere il gesso. Il bello di tutto questo è che le mie guardi del corpo sono raddoppiate e una di loro ha l'obbligo di portarmi a spasso come se fossi una cagnolina.
Tutto questo mi fa veramente uscire fuori di testa, caspita mi anno sparato mica mi anno rapita e segregata in qualche scantinato puzzolente.

- Signorina Katerina i suoi genitori richiedono la sua presenza nella sala riunioni.-
Guardo la donna davanti a me non riconoscendola.

- Mi scusi non mi sono presentata io sono Ines sarò la sua nuova segretaria.-
Guardo la donna davanti a me trentatre anni portati molto bene, la precedente è durata un mese chissà quanto durerà lei.
Annuisco senza dire nulla mentre la mia guardia del corpo segue Ines verso la mia meta.
Entro nella sala e ritrovo i mie genitori a litigare, e la cosa non mi piace proprio per niente. Si ammutoliscono non appena entro nella stanza.
-Che cos'è successo?-
Pongo la domanda dopo che siamo rimasti solo noi tre.
-Tua madre ha disposto che tu abbia una guardia del corpo h24.-
Mio padre parla come se fosse veramente scocciato dalla cosa.
- Cosa c'è di nuovo. Io sono sempre sorvegliata dalla sicurezza tutto il giorno.-
Non capisco che cosa stia succedendo in realtà.
- Susan spiegagli cosa c'è di diverso questa volta nella sicurezza di nostra figlia.-
Quando mio padre chiama per nome mia madre con un tono infastidito non è mai un bene.
- Katerina.-
Mamma pronuncia il mio nome prima di avvicinarsi a me e inginocchiarsi fino ad arrivare alla mia altezza.
Tutto questo e un bruttissimo segno.

-Ho chiamato un ex marin affinchè ti faccia da guardia del corpo, lui sarà con te ovunque, in qualsiasi stanza, anche all'interno della tua camera quando dormi.-
Allontano di scatto la mia mano dalla sua incredula che lei mi stia facendo questo. Sposto lo sguardo da lei a papà e viceversa finché non mi torna la capacità di parlare.
- Che cosa? Hai sbattuto la testa da qualche parte per caso?-
Non può farmi questo, già la mia privacy e limitata se mi imporrà questo tipo di sicurezza non potrò neanche andare in bagno da sola.
- C'è il rischio che il tuo attentato non sia il solo.-

Guardo lei poi guardo papà il quale si passa una mano sulla fronte prima di prendere un fascicolo e porgermelo nonostante la vistosa contraddizione di mia madre.
Sfoglio il fascicolo scritto in russo che per fortuna riesco a tradurre senza problemi.
- Avevate detto...-
Mi interrompo nel momento in cui mio padre mi fa segno di stare zitta perché qualcuno potrebbe sentirci.
- Perché i russi si sono alleati con i Cinesi, cosa centro io.-

Sposto il mio sguardo da uno all'altro in attesa che mi dicano qualcosa .
- Quando avevi diciotto anni i russi ci chiesero di poterti mandare in Russia per aiutarli in delle trattative importanti che però non volevano riferirci.-
Guardo i miei genitori incredula che non me lo abbiano mai detto fino ad oggi, diamine ero maggiorenne toccava a me decidere.

- Sappiamo che ti avremmo dovuto avvertire perché eri maggiorenne ma il presidente in carica non aveva nessuna intenzione di mandarti, c'era l'alto rischio che ti facessero prigioniera e noi non potevamo rischiare.-
Le forze mi mancano e io non trovo nulla da dire perché il loro ragionamento non fa una piega. Ad un tratto qualcuno bussa e poi entrare dopo l'avanti di mia madre. Vedo entrare un ragazzo che non ha più di ventinove anni, corpo muscoloso e due occhi azzurri che credo di aver già visto.
- Adam?-

L'uomo davanti a me mi sorride e io finalmente mi sento un po' meglio. Non riesco a non passare i miei occhi su e giù per tutto il suo corpo.
- Sarà lui la mia guardia del corpo? -
Domando guardando i miei genitori e poi continuo voltandomi verso di lui,
-Adam tu sei uno dei più giovani marin pluri decorato perché ti dovresti abbassare a farmi da babysitter.-
L'uomo davanti a me si abbassa e mi accarezza la guancia lasciandomi completamente senza parole.
Non ci vediamo da non so quanto tempo eppure si comporta come se non se ne fosse mai andato.

- Non esiste che qualcuno provi di nuovo a spararti, ho fatto male a lasciare la tua destra tre anni fa, non farò lo stesso errore.-
Sono sul punto di ribattere quando mia madre ci interrompe.
- Non appena Adam ha saputo della sparatoria mi ha contattato subito per ritornare in patria e farti da guardia del corpo.-
Vorrei ribattere dire che gli avrebbe dovuto dire di no, perché lui serve sul campo ma li guardo tutti e tre e capisco che devo fare la brava, anche se onestamente mi sta risultando veramente difficile.

Voglio ribellarmi, dire a tutti e tre che posso cavarmela da sola, che tutti i miei anni di addestramento mi devono pur essere utile per qualcosa. Voglio veramente ordinare ad Adam di tornare sul campo ma il suo sguardo mi fa capire che non ha intenzione di andare via e lo sguardo di mamma invece mi fa capire che lui resta. Papà sembra l'unico che vorrebbe mandarlo via ma lo vedo costretto ad assecondare le richieste di mia madre.

-Ok, ma non dormirai di nuovo nel mio letto.-
Scherzo puntando un dito contro Adam. Devo cercare di non impuntarsi troppo non mi sento ancora così in piena forma da poter mettere su uno dei miei teatrini in cui riesco a volgere la situazione in qualche modo in mio favore.

Guardo Adam sorridermi e non posso non ricordarmi che lui è l'uomo che probabilmente un giorno avrei voluto sposare se tre anni prima non avesse deciso di abbandonarmi per diventare sergente.
Papà sembra letteralmente infastidito dalle mie parole, ma mi conosce e abituato alle mie affermazioni.
Nel momento in cui usciamo dalla stanza Adam mi porta in terrazzo dove posso ammirare la mia città dalla finestra difronte a me.
E incredibile come la mia vita sia completamente cambiata in così pochi giorni, mi sembra tutto così tremendamente assurdo.

- Katerina.-
Adam mi chiama portandomi ad allontanarmi dai miei pensieri, pensieri che non vorrei avere in questo momento.
Perché si, sto pensando ad Alex e mi chiedo se è ancora tanto arrabbiato con me.
- Ho richiesto i video sorveglianza di quella sera all'ambasciata.-
Avrei dovuto immaginare che lo avrebbe fatto e che di conseguenza mi avrebbe chiesto spiegazioni.
-Il secondo proiettile non era per te, perché ti sei buttata addosso?-
Lo guardo e sorrido perché rivedo l'uomo che ho amato e a cui ho voluto molto bene.

- Perché se lo avessero colpito sarebbe sicuramente morto, mentre io sapevo come muovermi affinché mi ferisse ma senza rendermi in fin di vita e poi se proprio desideri saperlo non volevo che venisse colpito.-
Non ho mai mentito ad Adam, non ho mai usato sotterfugi o giri di parole, no mai, sono sempre stata sincera con lui.

Mi ha lasciata ed è andato via, dovrei odiarlo, non parlargli, ignorarlo ma non ci riesco Adam non e uno qualunque per me.

- Lo ami?-
Stranamente per me prendo tempo prima di rispondergli anche se so già che cosa devo dire.
- Non lo amo ma non mi è indifferente.-
- Hai sentito quello che ha detto in tv su di te, e poi quella bionda rifatta. Ne vogliamo parlare?-

Sorrido perché nonostante il lavoro che si era scelto è rimasto lo stesso Adam. Sorrido al fatto che a quanto pare io sia ancora un pensiero fisso per lui. Sono una megalomane? No, semplicemente conosco il mio pollo.
-Adam, sono felice che tu sia qui con me. -
Si abbassa a baciarmi la fronte per poi restare pochi istanti a fissarci.
Gli voglio ancora bene ma non provo più nulla per lui, non come prima.
La nostra magia sembra spezzarsi quando una finta tosse mi costringe a voltarmi verso destra.
Alex e li che ci guarda elegante nel suo completo blu italiano.

-Chiedo perdono se vi ho disturbati ma ho la necessità di parlare con la signorina. -
Alex e così sicuro di sé, così diplomatico che mi chiedo se è successo qualcosa.
Onestamente non credevo proprio di rivederlo così tanto presto.
Deve esserci un motivo veramente valido per portarlo da me dopo quello che è successo.

-Venga pure signore. -
Adam finge di non averlo riconosciuto e si allontana per poi mettersi alle spalle della porta e a guardarci. Ha appena iniziato a lavorare.

-Manda via il tuo cagnolino. -
La sua voce e disprezzante. Tutta quella cortesia di prima sembra essersi dissolta nell'aria.
-Il suo nome e Adam ed è la mia nuova guardia del corpo sarà con me tutti i giorni ovunque e con chiunque io stia ci sarà anche lui. -
Si volta a guardarlo per poi prendere non so esattamente da dove una sedia per poi mettersi al mio fianco.
-Sono qui per chiederti un favore. -
Lo guardo alzando un sopracciglio incredula che dopo quello che ha detto in televisione stia venendo a cercare un favore a me.

Lo guardo bene per capire se per caso è ubriaco o sotto l'effetto di qualche stupefacente, niente. È pulito.
Inizio a credere che Alex sia più folle e bipolare di me, sarà per questo che ci attiriamo come calamite.

-Mi devi sette giorni di cene, pranzi e feste pubbliche sono pronto a cambiarle in sette giorni come mia consigliera. -
Lo guardo non capendo che cosa intende per consigliera.
Mi porge un fascicolo che tiene stretto tra le mani e prima di aprirlo vedo sopra riportato lo stemma della sua azienda.
Lo apro e all'interno mi ritrovo a leggere di bilanci e questioni aziendali che al momento sono troppo sorpresa  per poter ragionare sul loro contenuto.

-Che cosa sono questi? -
Mi rivolgo ad Alex che sembra visibilmente infastidito dalla presenza di Adam.
-Alcuni soci della mia azienda hanno preso decisioni sbagliate, e mi hanno letteralmente messo con le spalle al muro. -
Si alza in piedi e cammina avanti in dietro finché non guardo per bene i documenti tra le mie mani.
-Ho mi odio Alex!-
Pronuncio il suo nome incredula di quello che ho appena letto.
Vorrei dire qualcosa in più ma con la presenza di Adam non posso.
-Come diamine possibile? Cioè tu hai sempre il controllo su tutto come ti è sfuggito, come hai potuto permettere tutto questo. -

-Ero impegnato ad aiutare te a scongiurare una guerra. -
Mi guarda quasi come se volesse dire che è colpa mia.
-Non ti ho mai chiesto nulla se non un semplice camion pieno di armi. -
Ci fissiamo come due cani che si scrutano prima di attaccarsi a morsi.
-Puoi chiedere al signore di uscire? -
Alex ha ancora tutte le intensioni di far uscire Adam ma deve mettersi l'anima in pace ormai dove vado io c'è anche lui. Squoto la testa per fargli capire che lui non si muove da lì.

-Consigliami su come risolvere la situazione. -
Non mi sembra neanche vero che il grande Alexander Forst sia venuto da me a chiedermi aiuto, devo assolutamente segnarmi questo giorni sul calendario.
-Io non mi sono mai occupata di imprese, dammi uno stato da salvare in quello sono molto più brava. -
La spalla inizia a farmi male  e in qualsiasi modo in cui io mi muovi non trovo pace e questo sembra non passare inosservato ad Alex il quale sembra visibilmente preoccupato per me.

Adam arriva alle mie spalle con un cuscino e lo sistema affinché il mio dolore mi dia un può di tregua.
-Grazie Adam. -
-Di nulla Katerina. -
E bello sapere che ho un amico al mio fianco, e da tanto che iniziavo a sentirmi da sola.
-Le guardie del corpo non dovrebbero portare rispetto dando del lei? -
Alex e visibilmente infastidito ma prima che Adam intervenga mi intrometto.

-Adam non è il tuo problema, questi dati, si. -
Alex mi guarda concentrandosi su di me.
-Non rischi la bancarotta ma rischi di dover smantellare delle aziende che hai appena costruito e licenziare un sacco di dipendenti solo perché non hai più nessuno di cui fidarti affinché li gestiscono mentre tu gestisci il tuo quartiere generale. -

Parlo come se stessi parlando di politica, ma alla fine non e la stessa cosa? Forse no, ma forse riesco ad aiutarlo.
Alex mi guarda ed entrambi siamo consapevoli che non possiamo permettere che tutta quella gente non abbia più un lavoro.
-Non posso andare in università e mia madre mi ha proibito di aiutarla con le situazioni politiche perché secondo il mio medico potrebbe stressarmi troppo dopo l'incidente. Tutto questo per dirti che ti aiuterò. -
Non una parola solo la consapevolezza che sono troppo buona.
Ma di certo non mi sono scordata che voglio la mia rivincita per come si è comportato.

Non è un segreto che Katerina Robinson e una donna che porta rancore.

Angolo Autrice
Nuovo capitolo e nuovo personaggio che va a realizzare il nostro bel triangolo.
Ditemi cosa ne pensate di Adam e che cosa credete che farà.

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