1. L'Inizio
Il mio nome?
Katerina Lea Robinson, e questa è la storia di una dolce, giusto per dire, ragazza che si ritrova ad avere come madre la Presidente degli Stati Uniti D'America.
In realtà la mia storia non è poi così tanto semplice da riassumere, e molto più complessa, fatta di intrighi e bugie, manipolazioni ma sopratutto, scandali.
Prima di diventare Presidente mia madre Susan era Segretario di Stato, si occupava di trattati di pace, negoziati e politiche estere che non vi sto a spiegare in questo momento.
Mio padre Peter invece lavora al pentagono, segreti su segreti, sono pochissime le volte in cui ho saputo di cosa si occupa nello specifico e con chi lavora.
Per molto tempo mi sono chiesta come facessero i miei genitori a stare insieme, considerando il fatto che quasi mai possono raccontarsi le loro giornate. Sapete la famosa frase "segreti di stato" era all'ordine del giorno in casa mia.
Tutto ciò ovviamente prima che io stessa decidessi di sconvolgere completamente la mia vita e quella dei miei genitori.
Avevo 10 anni la prima volta che misi piede nella maestosa ed unica Casa Bianca a Washington. Era una festa in cui vi erano presidenti, senatori, segretari in poche parole le persone più illustre della politica americana, ma non solo.
La festa era stata organizzata per l'arrivo di un politico importante proveniente dal occidente, non ricordo bene la sua posizione politica alla fine sono passati 13 anni da quel giorno.
Quello che ricordo era l'emozione che avevo nel osservare ogni più piccolo dettaglio della sala nella quale eravamo tutti riuniti, la sicurezza ad ogni angolo, le telecamere puntate addosso come se ci trovassimo al grande fratello, e i camerieri che con grazia si muovevano tra gli invitati. Ricordo che per quella occasione mamma mi fece indossare un bel vestito rosa cipria e mi piaceva così tanto che mi faceva sentire una regina in mezzo a tutta quella gente.
Come ogni genitore, che non vogliono fare una brutta figura con persone importanti, mi ripetevano ogni secondo di non combinare casino, di essere educata e non fare mille domande come il mio solito.
E io, un po' spaventata da quel lusso e da tutte quelle persone che avrebbero potuto distruggermi un giorno se solo avessero voluto, mi stavo bella e buona in un angolo con il mio succo d'arancio ad osservare come una spettatrice esterna da quel mondo. Eppure ancora non sapevo che io un giorno sarei stata pronta a fare carte false per trovarmi in mezzo a quelle persone, che quel giorno non erano minimamente interessati a che cosa passava per la testa di una ragazzina di 10 anni.
-Perché qui tutta sola? -
E davanti a me, un sorriso smagliante si trovava Gabriel Johnson, cioè non parliamo di uno qualunque ma del Presidente degli Stati Uniti.
-Cerco di non far vergognare i miei genitori di me. -
Non capivo perché, ma il solo guardarlo negli occhi mi spingeva a dirgli tutta la verità, probabilmente era dovuto alla sua energia di potere.
-Perché mai una ragazza carina come te dovrebbe metterli in imbarazzo? -
Lo guardavo e più io lo guardavo più non capivo perché il capo del mondo libero stesse parlando con me.
-Sono una ragazza molto curiosa e quando ascolto qualcosa che mi può interessare inizio a fare tantissime domande. -
Mi sorride e io mi senti cosi felice e serena a trovarmi accanto a lui anche se come Presidente dovrebbe parlare con altre persone, persone sicuramente più importanti di una bambina.
-Ti andrebbe di venire con me a fare un giro di questa grande villa?-
Mi porge la mano e prima che io la possa prendere e digli che mi farebbe molto piacere, la voce di una donna si pone tra noi, portandomi a fare un passo indietro.
-Ma Presidente c'è l'ambasciatore con cui deve parlare. -
Guardo colei che dovrebbe essere la sua segretaria mentre il presidente mi sorride e allunga la sua mano per unirla alla mia, mentre ignora la donna che abbassavoce cerca di convincere l'uomo al mio fianco a dargli retta.
Ho adorato quell'uomo dal primo istante, il suo potere, il modo che ha di contrattare e di farsi rispettare. Non dipende dalla spilla Presidenziale o del luogo in cui ci troviamo oppure di chi lui sia e qualcosa che lui ha di suo e questo è eccezionale.
Camminiamo per i corridoi della casa bianca come se fosse una cosa normale per noi, finché non ci troviamo entrambi nel centro della casa, la famosa stanza ovale, lì dove nascono guerre e li dove vi ci pone fine. Ed io una bambina di 10 anni mi trovavo lì con il presidente in carica.
-Ti piace? -
Lo guardo e tutto quello che esce dalla mia bocca e il nulla mentre la mia testa si muove in modo affermativo.
Non so perché ma quella sera con quell'abito in quella stanza mi sentivo perfetta. Tutto si trovava esattamente dove doveva essere e mentre il Presidente in persona mi raccontava la storia di quella stanza io mi dirigevo senza neanche accorgermi alla sua scrivania per poi sedermici.
E in quel piccolo istante ho capito, io un giorno sarei diventata Presidente degli Stati Uniti D'America, avrei lavorato in quello studio, con potenze mondiali e chissà forse sarei riuscita a portare la pace nel mondo. E lui, difronte a me in quel momento mi guardava come se la pensasse proprio come me.
-Un giorno voglio essere anche io la Presidente degli Stati Uniti D'America-
E queste parole uscirono dalla mia bocca senza che io me ne rendessi conto.
Avevo quasi paura della sua reazione ma dire quella frase ad alta voce mi dava la sensazione di qualcosa di possibile da realizzare.
-Io credo proprio che lo sarai mia cara. -
E subito dopo queste parole, la porta dell'ufficio si apre per mostrare sulla soglia della porta i miei genitori che mi guardano arrabbiati.
-Ci perdoni Presidente, le avevamo detto di non disturbare nessuno. Volevamo lasciarla a casa ma la baby sitter... -
E mentre mia madre cerca di spiegarsi con l'uomo più potente del mondo, quest'ultimo mi fa segno di avvicinarmi accanto a lui ed è quello che faccio mentre sento il presidente prendere le mie difese.
-La ragazza mi ha già spiegato che il suo fare troppe domande vi imbarazza, ma si da il caso che a me piacciono le domande sopratutto se fatte da una bellissima bambina che spero un giorno vedrò dirigere il mondo. -
Guardo, per la prima volta in tutta la serata, Gabriel e capisco che ha ragione io un giorno sarei diventata il capo, un giorno sarei stata al suo posto e avrei lavorato tanto per fare in modo che ciò accada, a costo di sconvolgere la vita della mia famiglia.
Una cosa che non riuscivo realmente a capire era se lui pensava veramente quelle parole oppure se semplicemente assecondava il sogno di una bambina, lo avrei scoperto molto presto.
La cena e pronta, siamo tutti riuniti ed io, con molto imbarazzo mi trovo alla destra del presidente che mi chiede se mi stessi divertendo, se era tutto di mio gradimento e per la prima volta ero felice quella sera.
Ponevo le mie domande senza vergogna, qualsiasi domanda sulla politica, cultura e storia sui trattati di pace. E mi sentivo bene, per la prima volta mi sentivo nel posto giusto con le persone giuste.
Tutto, volevo sapere tutto e di più.
Ma quella sera non è stata solo la sera in cui avevo capito chi volevo essere, e stata anche la sera in cui ho conosciuto lui.
Alexander Fost 25 enne imprenditore di fama mondiale per la distribuzione di armi.
Il modo in cui si atteggiava mi ha portata a disprezzarlo già da quella sera.
Il modo in cui ammiccava con le cameriere e perché no anche con altre donne sedute a quel tavolo che sicuramente non erano immuni al suo fascino.
Nel momento in cui compresi che distribuiva armi con le quali si danno vita a guerre e morti, decisi che per nessun motivo al mondo avrei rivolto parola a quell'essere.
Eppure, anche se avevo solo 10 anni, compresi che lui sarebbe stato la mia salvezza e la mia rovina.
Lui avrebbe avuto un potere su di me che da quel giorno in poi mi avrebbe spaventata ma anche intrigata.
Lui mi ha resa in parte la Katerina che sono oggi, mi ha insegnato come muovermi fra i politici e come contrattare. Prima avrei imparato a controllare il potere politico americano, prima avrei compreso come diventare un giorno Presidente.
Da quella sera ho iniziato ad acquistare libri e studiarli e comprenderli il più possibile facendo tante domande ai miei genitori e quando si rifiutavano di rispondere alle mie domande prendevo un taxi e andavo tranquillamente alla casa bianca dove ero sempre la benvenuta e dove anche se aveva tanto lavoro lui mi accoglieva sempre a braccia aperte.
Il Presidente del mondo aveva sempre cinque minuti per me e senza alcun problema mi presentava a Capi di Stati, Comandanti, Senatori e le più grandi cariche del mondo.
I miei genitori inizialmente non lo accettavano finché non ricevettero una lettera dal Presidente nel quale riportava che mai le porte della casa bianca sarebbero state chiuse per me.
Anno dopo anno conoscevo sempre più persone influenti, e giorno dopo giorno comprendevo come la sicurezza in quel mondo fosse essenziale. Costrinsi mio padre a prendere lezioni di auto difese, mentre il presidente chiese ad un tenente comandante in pensione, per infortunio, di addestrarmi nel proteggermi da sola ma anche nel comprendere che cosa succede dietro le quinte della lotta alla pace.
Lui, forse più di me, già sapeva quale sarebbe stato il mio futuro.
Ma ero pronta a tutto ad ogni cosa anche preparare, inconsciamente, mia madre a diventare presidente prima di me.
Si perché lo avevo capito bene, se un membro della mia famiglia fosse diventato presidente io avrei potuto vedere quel mondo ancora più da vicino, mi sarei fatta conoscere meglio e quando sarebbe arrivato il mio momento avrei saputo come muovermi.
Mia madre come Segretario di Stato era perfetta per il mio intento.
Ed è così che ho iniziato a lavorarmi mia madre affinché conoscesse sempre più gente.
Iniziai a partecipare ad eventi importanti dove conoscevo e comprendevo il potere nella sua vera forma.
A 15 anni ormai mi ero fatta conoscere da quasi tutte le forze in carica e molti politici esteri. Studiavo come una matta tutto quello che mi poteva servire trattati di pace, motivi per cui si scatenavano le guerre, ma sopratutto studiavo la psicologia del corpo, questo mi permetteva di comprendere fin dove potevo spingermi con quelle persone.
Amavo trovarmi in quelle mura e parlare di politica, strategie e accordi.
E lui era sempre lì, Alex, io crescevo e lui diventava sempre più un playboy che faceva cadere anche le donne più mature ai suoi piedi. Eppure i suoi sguardi su di me non mancavano mai, non ci parlavamo, ci ascoltavamo se ci trovavamo coinvolti nella stessa conversazione ma non parlavamo mai tra di noi.
E più passavano gli anni più sentivo un attrazione inspiegabile tra di noi.
E in tanto preparavo mia madre la quale, non so il perché, non si è mai tirata indietro. Non ha mai espresso il desiderio di diventare Presidente eppure non si è tirata indietro neanche una volta alle mie richieste.
Solo dopo cinque anni ho capito che lei aveva compreso il mio piano e mi lasciava fare perché anche lei come l'ormai ex presidente aveva capito che io avevo la stoffa per lavorare in quel mondo.
Sentivo un certo peso sulle mie spalle, ma il desiderio di rendere il mio sogno realtà era più forte.
Il mio carattere nel corso degli anni ha avuto una svolta, sono diventata più cinica e snob, ma anche stronza quando necessario.
Più stavo con quelle persone più comprendevo che le emozioni avrebbero potuto rendermi debole ed io non lo volevo.
Io desideravo il potere.
Io desidero ancora oggi il potere.
Ed è così che tutto ha avuto inizio.
Ho aiutato mia madre con la campagna elettorale ho preso accordi e alla fine lei è diventata la prima Presidente degli Stati Uniti d'America, donna.
Sorrido pensando a cosa ho creato con la mia tenacia e testardaggine. Ora inizia la mia vera vita, ora più che mai potrò mostrare a tutti le mie capacità, potrò mettere in mostra tutto quello che negli anni ho imparato e che i diversi presidenti hanno accettato di insegnarmi perché anche loro avevano visto in me la stoffa della leader.
E in tutto questo Alex e stato la mia ombra era ovunque e da nessuna parte ed io lo scoperto solo all'età di 17 anni quando per la prima volta mi chiese di ballare.
Era una festa di Stato, molte donne speravano di condividere un ballo con lui ma fra tutte, senza alcuna richiesta, scelse me fasciata in un abito panna che lasciava la mia coscia destra scoperta.
E strano come nessuno dei due disse una sola parola quella sera e ci bastava guardarci negli occhi per comprendere come saremmo stati la rovina l'una dell'altro.
Si perché più lo guardavo più vedevo il mio crollo, e quello fu il motivo che mi spinse a lasciarlo lì nel mezzo del nostro ballo, in mezzo a uomini potenti da solo mentre in me finalmente nasceva una Katerina pronta a prendersi tutto quello che desidera senza chiedere il permesso a nessuno.
E quella notte tra le braccia dell'uomo che sarebbe diventato il mio mondo e il mio inferno diedi vita ad una Katerina che tutti avrebbe odiato per il semplice fatto che non erano me e mai lo sarebbero stati.
Angolo autrice
Ho deciso di riscrivere questo libro, arricchirlo ma soprattutto cercare di pubblicare più spesso. Non amo i libri inconclusi e non voglio che questa mia opera, onestamente promettente, lo diventi.
Spero che vi piaccia, che mi lascerete tanti bei commenti e che mi diciate cosa ne pensate di questa idea di una storia ambientata alla Casa Bianca.
Ringrazio _ilMoro_ per la fantastica copertina.
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