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Pill thirty-five

"È uno scherzo!"
Era tutto uno scherzo.
Tutto un gioco.
Il dolore cambia le persone, manipola la mente.
Era quello che era successo a George Weasley.
Dopo la morte di Fred non parlava con nessuno, un anno di dolore e silenzio.
Poi, dopo un breve soggiorno in Italia, patria dei migliori comici, cambiò.
Da un giorno a un altro.
Era sempre felice e sorridente, i suoi cari pensavano che stesse meglio, tutti tranne lei.
Angelina Johnson.
Lei e George erano rimasti sempre insieme, tranne per quel viaggio.
E dopo qualche mese dal suo ritorno, decise di agire.
Tornò a casa quella sera, George era in balcone a fumare una sua invenzione: una specie di sigaretta al caramello.
-George-
Lui si girò
-Vederti mi mette sempre di buonumore-
Si alzò e le diede un bacio a stampo
-Lo sei sempre ultimamente..-
Lui la guardò confuso
-Ed è negativa come cosa?-
-George tuo fratello è morto da poco meno di due anni. Capisco che tu ti senta meglio ma ti stai comportando come se non fosse successo niente!-
-Angelina, tutti mi avete detto che Fred non voleva che io fossi triste- sorrise -E io non lo sono-
Lei era serissima, metteva paura
-No infatti, ma sembri uno psicopatico-
Lui rise
-È uno scherzo? Dai Angie non fare così, detto da me è strano ma, non è divertente-
Si rimise seduto sulla sdraio a guardare il tramonto
-Bene. Se ti ostini a comportarti così non mi vedrai mai più. E non vedrai mai tuo figlio-
Girò i tacchi e se ne andò, ma in un momento George era davanti a lei
-Okay farmi credere che tu possa essere incinta è un'ottima mossa lo riconosco, ma adesso basta con questo gioco-
Gli schiaffò le analisi sul petto
-Non è un gioco-
E questa volta se ne andò davvero.
Il giorno dopo George andò a trovarla in ufficio, Angelina dopo un brutto incidente aveva abbandonato il Quidditch diventando presidente delle Hollie Harpies.
-Ciao George- disse senza guardarlo, diede un'occhiata ad un cassetto, lo chiuse e spostò lentamente lo sguardo su di lui -Come posso aiutarti?-
-Tornando a casa-
Chiuse la porta e appoggiò le mani sulla scrivania sostenendosi su esse
Lei puntò i suoi occhi neri nei suoi
Angelina pensò al loro bambino. Avrebbe voluto tanto che prendesse gli occhi di George, non erano niente di particolare, dei semplici occhi cangianti che al sole diventano verdi scuro con delle macchioline marroni. Quasi nessuno nota la differenza con la luce, tutti li categorizzano come occhi marroni, ma Angelina potrebbe perdersi in quei "semplici occhi marroni"
-No-
Disse
-No?-
Ripeté incredulo
-No grazie-
Aggiunse sarcastica
-Perchè?-
Chiese non capendo perchè il suo fascino non avesse funzionato
-Ti ho detto che starai lontano da me e da mio figlio-
Prese dei fogli  e li mise in una cartella ignorandolo
-Quello che adesso è poco più di un fagiolo è anche mio figlio-
Angelina lo guardò divertita, era ora di usare l'artiglieria pesante
-Non siamo sposati. Quindi se io volessi, potrei benissimo dire che non sei tu il padre-
Lui la guardò ferito
-Non mi puoi portare via mio figlio-
-Il tuo comportamento ha portato via l'uomo che amavo-
Alzò la voce
-L'uomo che amavi era sempre triste e depresso perchè aveva perso suo fratello!-
Questa volta lui urlò
Angelina su alzò e si piazzò davanti a lui
-Se ti porterò via tuo figlio magari ti tornerà un po' di umanità-
Si diresse verso la porta e l'aprì invitandolo ad uscire
Prima di andarsene la guardò dritta negli occhi. Aveva di nuovo quello sguardo perso e distrutto, come quando perse il suo amato fratello
-Se è un maschio chiamalo Fred, se non vuoi farlo per me, fallo per lui-
E se ne andò.
Dopo il lavoro Angelina andò al cimitero, ci andava ogni settimana.
Cambiò i fiori alla tomba di Fred e trasformò i fiori secchi in un comodo sgabello e iniziò a parlare
-Ciao Freddie.. Ho combinato un casino.. Pensavo che ferendo George lui avrebbe smesso di fingere di essere super felice ma penso di aver solo distrutto il nostro rapporto-
Si fermò e poi ritornò a guardare la lapide
-Chissà cosa sarebbe successo se non mi avessi invitata al ballo.. sei stato tu o George? Non gliel'ho mai chiesto sinceramente, ma Ginny mi disse qualche tempo fa che avevate fatto a turni  e che avete entrambi ballato con me, ed io non mi sono accorta di niente.. Eravate due idioti-
Sorrise
-Freddie che devo fare? George è tutto per me, è la mia famiglia..-
Fissò la tomba per tanto tempo, erano passati solo pochi anni, ma la foto si stava già sbiadendo.
Si dice che quando una persona scompare la prima cosa che si dimentica è la sua voce.
Angelina pensò a come si sentiva George:
Sentire la sua voce ogni volta che parlava, vederlo in ogni specchio, in ogni pozzanghera..
Tingere i capelli non serviva a nascondere i capelli bianchi che a detta di George erano "meno sexy". No, serviva a non essere come lui, a non ricordarglielo costantemente
-Angelina-
Si girò
-Non può risponderti-
Si alzò dallo sgabello ed esso ritornò ad essere un mazzo di fiori secchi
-Lui no ma tu si-
Lui la guardava, le mani nelle tasche e i colletto del cappotto alzato per ripararsi dal vento
-Angelina io sono davvero felice, sono con te. Magari ho esagerato, ma so che lui è con me e la cosa non mi rattrista come prima-
Sospirò. Il suo fiato divenne una nuvoletta bianca che svanì subito nel vento di dicembre
-Georgie..-
-Non dire più niente-
Lei prese il suo viso con i guanti di pelle nera, gli accarezzò gli zigomi con i pollici
-Se sarà femmina come la chiameremo?-
-Adalgisa-
Lei lo guardò interrogativa
-Io e Fred da piccoli rubammo una bambola a Ginny e la chiamammo Adalgisa, e praticamente pensavamo che quella fosse nostra figlia e che Ginny la volesse uccidere e noi la proteggevamo da lei-
Risero entrambi
-Mia sorella si chiamava Roxanne-
-Non mi hai mai detto di avere una sorella-
Lei lanciò un lungo sguardo alla tomba di Fred
-Infatti non l'ho più-
Lui le prese le mani
-Qualche mese prima della nascita mia madre si sentì male e la bambina morì. La dovettero operare. Le levarono la sua bambina morta dalla pancia. Ricordo lo sguardo di mio padre mentre smontava la culla..-
Una lacrima passò veloce sulla sua guancia
-Ehi.. Se sarà una femmina la chiameremo Roxanne e le compreremo una bambola e le daremo il nome di Adalgisa, così saremo tutti contenti-
Angelina scoppiò in una breve risata isterica
-Cosa farei senza di te?-
-Compreresti una bambola e la chiameresti Adalgisa-

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