XVIII
Mad era un vero esperto in fatto di droghe.
A causa delle numerose attività illecite perpetrate da suo fratello più grande, il ragazzo era entrato in contatto con il mondo dello spaccio all'età di soli undici anni. Il passo che in seguito lo aveva portato al consumo di tutte le sostanze che rivendeva fu piuttosto breve. La necessità di riuscire ad accaparrarsi i prodotti migliori sul mercato, lo costrinse a testare sulla sua pelle tutto ciò che comprava, raggiungendo in poco tempo un traguardo importante per la sua carriera, per così dire, imprenditoriale, ovvero quello di essere conosciuto in tutto il quartiere per la qualità della merce di cui era fornito. Nessuno sapeva come fosse in grado di procurarsi le droghe migliori di tutta la città, fatto sta che comprare da Mad non lasciava mai un solo acquirente deluso.
Il valore aggiunto che il ragazzo possedeva all'interno del giro, era una abilità intrinseca al suo modo di concludere gli affari, la quale lo aveva reso noto per le sue capacità nella vendita rivolta all'utilizzatore finale. Anche quando si procurava una partita di droga ad un prezzo decisamente più alto rispetto a quello di mercato, colui che incassava il denaro sapeva che Mad ne avrebbe ricavato sicuramente il doppio, se non il triplo. Ben presto, però, le voci di questo commercio parallelo rispetto a quello della malavita organizzata, si diffusero in tutta la città, tanto che Mad e suo fratello maggiore dovettero smettere di sottrarre clienti a gente ben più in vetta di loro, e ciò perché avevano entrambi ancora tutte le intenzioni di continuare a svegliarsi nel proprio letto, piuttosto che in una stretta cassa da morto.
Grazie ai considerevoli guadagni accumulati negli anni, i due fratelli si abituarono in fretta all'idea di trovare un modo alternativo per procurarsi il denaro con il quale vivere; decisero così di avviare una piccola attività riguardante la vendita di pesce fresco, giungendo poi a collocarla proprio a ridosso del molo di Vedesta. L'avvio di quell'esercizio commerciale richiese molto impegno e fatica prima di arrivare a garantire regolari profitti, ma alla fine l'attività prese definitivamente piede, dimostrandosi in grado di assicurare loro una vita ben più che dignitosa.
Quasi due anni dopo dall'inizio di quel nuovo impiego, il caso volle che coloro i quali bussarono alla porta dei due fratelli per estorcere la cosiddetta "indennità di protezione", fossero gli stessi che avevano intimato loro di smettere con il commercio delle droghe. Questo fatto risultò inaccettabile per Mad il quale, al contrario del fratello, ragazzo calmo e dalle scelte sempre ponderate, aveva un temperamento più acceso e si lasciava spesso andare a comportamenti sconsiderati. Difatti, a partire dal giorno immediatamente seguente all'estorsione, egli decise di rientrare part-time nel giro di droghe gestito dalla criminalità organizzata per riuscire a pagare gli strozzini con i loro stessi soldi, il tutto all'insaputa del fratello più grande. Le quantità di denaro mosse dal ragazzo non destarono particolari sospetti, ma solo fino a quando questi non decise di fare il passo più lungo della gamba; avendo il chiaro intento di danneggiare le più importanti famiglie mafiose del quartiere con la vendita in proprio degli stupefacenti, Mad praticò prezzi così concorrenziali da costringere buona parte dei tossici della città a comprare solo la sua merce, e questo fatto non passò di certo inosservato agli occhi di chi sorvegliava il regolare andamento degli affari interni.
Quando il fratello maggiore scoprì i piani orditi da Mad alle sue spalle, lo estromise definitivamente dalla vendita del pesce e, così facendo, riuscì a placare in via temporanea l'ira di coloro ai quali erano stati pestati i piedi, ma solo in vista di una soluzione che fosse per loro più congeniale. Pertanto, Mad si ritrovò in men che non si dica senza un posto dove andare, senza un lavoro e, cosa ben più importante, senza più un fratello che lo rivolesse con sé. Così, il ragazzo prese a vivere in una casa occupata abusivamente da un gruppo di pseudo-attivisti di sinistra, i quali non avevano altro interesse politico se non il drogarsi in spazi comuni, però sempre sotto l'insegna ben visibile del loro motto: "La società ti uccide."
Qualche anno dopo l'ingresso di Mad nella casa occupata, a seguito di una serie di fortuiti eventi, bussò alle porte di quel ritrovo politico e allo stesso tempo abusivo, un ragazzo alla ricerca di qualche sostanza con cui sballarsi. Non potendo farsi scappare l'occasione di racimolare qualche soldo facile, Mad attirò subito l'attenzione del giovane e lo convinse a comprare da lui. Dopo una lunga discussione fatta di continue trattative sul prezzo di vendita, i due si accordarono sulla cifra di cinquanta euro, in cambio di sei grammi di hashish. Mentre l'incauto acquirente aspettava di ricevere quanto pattuito, Mad si diresse sul retro della casa e, dopo aver trovato il punto esatto in cui il terreno era ricoperto da una lastra di fango seccatasi al sole, ne staccò un grosso pezzo battendo a terra con il tallone della scarpa. Rivestì il tutto prima con carta stagnola, poi con della pellicola trasparente, e tornò dal ragazzo per consegnargli la merce.
Questi, in un primo momento, parve non accorgersi della fregatura, ma una volta premuto bene l'involucro e avendo sentito che il contenuto si sbriciolava alla sola pressione delle sue dita, si scagliò contro l'impostore riempiendolo di calci e pugni. Grazie alla sua stazza, Mad riuscì a limitare di molto i danni, assorbendo bene ogni colpo infertogli dall'aggressore, ma non poté in alcun modo evitare di essere catapultato fuori dalla porta a vetri che si affacciava sul giardino. Quando Mad si rese conto di essere sul punto di perdere l'equilibrio, afferrò la giacca del ragazzo, trascinandolo a sé contro il vetro, il quale si frantumò in migliaia di piccole schegge trasparenti.
All'interno della casa, nessun inquilino si rese minimamente conto di cosa fosse successo, dal momento che la maggior parte di loro era completamente assuefatta dalle droghe più varie. Qualcuno alzò stancamente la testa all'udire il rumore del vetro infranto, ma nessuno si preoccupò più di tanto dell'accaduto, ritornando in fretta e furia ad occuparsi di quelle importanti attività.
I due ragazzi rotolarono nel fango per qualche metro, per poi arrivare a fermarsi poco distanti dalla casa occupata. Rimasero entrambi qualche minuto distesi a terra per riprendere fiato e recuperare le forze. Prima che il ragazzo potesse parlare, Mad si tolse la scarpa e dalla suola estrasse un piccolo oggetto avvolto dalla carta stagnola che lanciò in direzione del giovane. Quello fu il suo primo incontro con Alessandro Bottani.
Erano passati diversi anni da quando Mad e Alessandro si erano conosciuti, ma sin da subito avevano provato un sentimento di grande rispetto reciproco. E fu proprio per onorare tale sentimento di rispetto che Mad prese la rischiosa decisione di rispolverare la sua lista di vecchi contatti, per riuscire a trovare i soldi necessari a pagare gli arretrati dell'affitto di Botta. Mancava meno di una settimana alla scadenza del termine ultimo per evitare lo sfratto, e Mad era pienamente consapevole del fatto che sarebbe stato pressoché impossibile accumulare, in così poco tempo, la cifra di duemila euro vendendo erba o hashish.
Così, dopo aver fatto visita a qualche vecchio amico, riuscì ad ottenere il contatto di un tale che si faceva chiamare Ron, data la grande somiglianza con il cantante, il quale trattava esclusivamente una particolare droga soprannominata "Vibe", ovvero un mix di eroina e cocaina allo stato liquido, la quale poteva vendersi anche in fiale da piccoli quantitativi. Un grammo di questa sostanza, sulla strada, poteva arrivare a costare anche novanta euro, ma sempre in relazione al grado di purezza della polvere bianca. Stando a quanto si mormorava tra i vicoli del "Quartiere Locanda", Ron affidava carichi da cento grammi a persone degne di fiducia, trattenendo per sé oltre l'ottantacinque per cento del guadagno totale.
Mad, dopo aver ottenuto tali informazioni, fece rapidamente i conti e giunse alla conclusione che, se avesse voluto mettere insieme tutti i soldi necessari, avrebbe dovuto piazzare la merce ad un prezzo non inferiore agli ottanta euro al grammo, arrivando però a dichiarare a Ron un prezzo medio di settanta. L'impresa sarebbe risultata impossibile per chiunque, ma non per uno come Mad, abituato fin dalla tenera età a triplicare i guadagni provenienti dalle droghe.
Dopo essersi fatto raccomandare a Ron da un tale che aveva conosciuto durante il suo periodo da tossico, Mad ottenne una scatola con all'interno venti fiale, per un totale esatto di cento grammi di "Vibe", disciolti allo stato liquido. Il ragazzo sistemò nel migliore dei modi il contenitore nello zaino, avendo cura di nascondere accuratamente la merce nel doppio fondo dello stesso, e iniziò a girare per la città alla ricerca di possibili acquirenti. Mano a mano che i pochi giorni a sua disposizione giungevano al termine, la scatola si alleggeriva sempre più del suo contenuto, fino a quando non gli rimase tra le mani che una sola fiala. Dopo aver riflettuto sul da farsi, Mad si convinse che sarebbe stato meglio venderla il giorno successivo, invece che accanirsi nel tentare di completare il compito ben ventiquattro ore prima della scadenza pattuita con Ron. Pertanto, il ragazzo si decise a ritornare verso casa, in attesa che sorgesse l'alba di un nuovo giorno.
Quando Mad era ormai nei pressi della sua abitazione, in lontananza vide due agenti di polizia intenti a perlustrare la zona e sussultò all'idea che lo stessero cercando a causa degli strani movimenti di quegli ultimi giorni. Nella speranza che non lo avessero visto arrivare, il ragazzo si fiondò senza esitare nel primo vicolo alla sua destra, e iniziò a camminare a passi lunghi per mettere quanto più terreno possibile tra lui e le due divise. Una di queste, però, si era accorta del suo improvviso cambio di direzione e fece cenno all'altra di stargli dietro per scoprire il perché di tanta fretta. Mad si accorse subito del fatto che i due agenti lo stavano pedinando così, voltato l'angolo, gettò goffamente lo zaino nel cestino dei rifiuti a lui più vicino e iniziò a correre a perdifiato per sfuggire a quella perquisizione che gli sarebbe stata fatale.
L'errore che Mad fece, fu di non rendersi conto del fatto che a seguirlo non erano più tutti e due gli agenti insieme, ma uno solo di essi, poiché l'altro aveva imboccato una breve scorciatoia, nella speranza di intercettare il ragazzo prima che questi potesse sfuggirgli. Il piano funzionò a dovere, poiché la corsa di Mad si interruppe dopo poco più di duecento metri, ovvero nell'esatto momento in cui il secondo agente di polizia gli si parò davanti per sbarrargli la strada. Una volta afferrato il ragazzo per un braccio, chiamò alla radio il collega, il quale si precipitò subito da lui stringendo tra le mani l'oggetto di cui il ragazzo aveva cercato di liberarsi.
Prima che Mad potesse parlare, l'agente iniziò a svuotare lo zaino del suo contenuto.
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