Capitolo XV
t/n: E quindi si può affermare che...
Mi fermo a riflettere per lunghi istanti senza sapere come continuare la frase. Da quando siamo tornati dal pranzo non ho fatto altro che scrivere la relazione per il sensei Matsuda. Pensavo di concludere al massimo in una decina di pagine e invece mi sono ritrovata a scriverne il doppio per raccontare minuziosamente tutto ciò che ho fatto nell'ultimo mese.
Nel fare questo lavoro mi rendo conto di quanto io abbia fatto progressi in questo periodo e con me anche tutta la Terza A. Se penso a Mineta all'inizio del mese e al ragazzo ora sembra di vedere due persone diverse!
Tutta la classe è migliorata anche grazie a Ojiro, che con le sue tecniche di combattimento ha permesso a tutti, anche un po' alla sottoscritta, di riuscire a capire i rudimenti dell'autodifesa senza utilizzare il Quirk.
??: Ehi t/n tutto a posto?
In quel momento il flusso dei miei pensieri viene interrotto: mi ritrovo davanti Jiro che mi osserva con aria preoccupata.
t/n: Ehi Jiro, sì, tutto bene... almeno credo. Questa dannata relazione non vuole essere conclusa a quanto pare.
Sorrido e mi gratto la nuca imbarazzata mentre la ragazza si siede accanto a me.
Jiro: Se vuoi posso aiutarti; non sono un granchè con queste cose, ma due cervelli sono meglio di uno!
Le sorrido e volto verso di lei il portatile. La ragazza si mette a leggere ciò che ho scritto commentando passo per passo i punti dove pensa che si possa cambiare qualche frase. Seguo le sue correzioni e giunte alla frase finale Jiro mi suggerisce un'ottima conclusione.
t/n: Wow, Jiro-chan! Così è davvero perfetta, ti ringrazio! Ora ho ben due debiti nei tuoi confronti.
Inizio a salvare la relazione e a inviarla al sensei e nel mentre mi rendo conto che ragazza mi sta osservando. Invio velocemente la mail con il file allegato, spengo il pc e poi mi volto a guardare ragazza.
Lo sguardo si è parecchio incupito e Jiro sembra essere parecchio preoccupata.
t/n: Jiro cosa...
Non mi dà neanche il tempo di terminare la frase e al sentire le sue parole mi sento subito in colpa.
Jiro: T/n dobbiamo parlare di... tu sai cosa... è da un po' che ti tengo d'occhio e sono in pensiero per te.
Jiro sta vegliando su di me come una vera amica e io, ripercorrendo gli ultimi giorni, mi rendo conto di averla fatta preoccupare parecchio.
Jiro: Vieni, andiamo a parlare in un posto più isolato.
Prendo il computer sottobraccio e seguo la ragazza fuori dalla cucina sotto gli sguardi incuriositi dei miei compagni. La corvina si dirige subito verso gli ascensori e svolta nel corridoio dietro di essi, facendomi fermare nello stesso posto della volta scorsa, dove avevamo già parlato di questo argomento.
Jiro si volta e faccia a faccia inizia a parlare con voce seria.
Jiro: T/n, le cose che hai detto ieri davanti a tutti mi hanno davvero fatta preoccupare... Ho paura che questa situazione non possa aiutarti per niente e che anzi ti metta sotto pressione. So quanto ami gli Heroes e questo tirocinio, però non voglio che tu debba mentire per stare qui.
Un senso di sconforto mi invade e subito il senso di colpa aumenta.
t/n: Jiro sai bene anche tu che non posso fare altrimenti... Ci sono persone che non accettano questa mia mancanza e non posso permettermi di mandare tutto all'aria solo perché sono... diversa.
La mia amica mi osserva con aria triste, probabilmente per via del fatto che le mie parole hanno confermato i suoi timori. Da fuori devo ammettere che le mie parole possono suonare quasi come quelle di una persona fissata, quasi ossessionata, ma la realtà è che questo tirocinio è la realizzazione di me stessa, dei miei sogni e non posso proprio farne a meno.
Jiro: Ma io ti posso assicurare che la maggior parte di noi non avrebbe problemi a...
Ho già sentito questa frase e tutte le volte la conclusione è sempre stata la stessa: nessun cambiamento, anzi. Mi sono sempre ritrovata da sola a piangere e a pregare di svegliarmi con un'Unicità piuttosto che dover sentire ancora parole compassionevoli e spesso vuote.
Lo sconforto sparisce d'un colpo, così non mi trattengo e interrompo Jiro.
t/n: Forse. Però non posso rischiare di perdere tutto quello che ho acquisito nell'ultimo mese.
La mia risposta arriva dura e secca e subito mi pento di aver usato quel tono con la mia amica.
Il problema però è reale e non posso fare a meno di farmi tornare in mente Hayato e le parole di scherno che mi rivolge ogni giorno a scuola.
In una società come questa essere normali sembra essere diventato un problema, qualcosa da evitare come la peste.
Nessuno vuole sposare un Senza Quirk per evitare di aumentare le possibilità che i figli non abbiano Unicità, per non parlare dell'ambito lavorativo. Anche se i Quirk non possono essere utilizzati senza la licenza da Hero, le aziende assumono più impiegati con Unicità che senza e a quelli come me sono comunque affidati ruoli di nicchia.
t/n: Quello che intendo dire è che non è facile riuscire a vivere in questa dannata società. Io non ho niente di speciale o particolare, nessuna Unicità che possa davvero aiutarmi. Tu e gli altri invece siete fantastici, potete fare cose incredibili! In confronto a voi non sono altro che un'incapace con i fiocchi.
Jiro: È proprio di questo che stavo parlando... Se stare a contatto con noi ti porta a pensare tutto questo faresti bene a parlare e a dire la verità. Posso immaginare quanto sia difficile, ma proprio il fatto che tu non abbia un Quirk fa sì che tu sia meglio di tutti quelli che sono in questo liceo! Riesci ad essere al nostro pari e fai anche il doppio dello sforzo, è una cosa incredibile! E poi... Ho paura che continuando così tu finisca per perdere tutta la fiducia in te stessa.
Per un secondo il tratto di corridoio cala in un profondo silenzio. Jiro mi ha lasciata letteralmente senza parole e tutto quello che riesco a fare è balbettare.
t/n: Io n-non p-posso...
Sento di colpo le lacrime invadermi gli occhi, tutto lo stress dell'ultimo mese accumularsi in un batter d'occhio e saltare via come un tappo di bottiglia. Quel sentimento di inadeguatezza che mi permea il petto si fa sempre più pesante e non trovo altro modo per stare meglio se non lasciarmi andare. Sono stanca, affaticata, provata mentalmente e fisicamente.
t/n: Voglio realizzare il mio sogno... Voglio solo essere... Speciale come voi.
La mia amica nel vedermi in quello stato non può fare altro che abbracciarmi, tenendomi stretta a sè.
Sento le lacrime uscire di seguito, una più amara dall'altra.
In quel momento mi rendo conto che Jiro ha ragione e che in verità questo tirocinio mi sta mettendo parecchio sotto stress. Sto dando il massimo per aiutare tutti, per far sì che ognuno di loro possa maturare e diventare un Hero migliore, ma dall'altro lato sto trascurando me stessa. Le videochiamate con Hiro e Mae si sono ridotte sempre di più per via della mia stanchezza a fine giornata e l'unica persona che cerco di sentire con regolarità è la mamma. Non ho neanche tempo per disegnare, né tanto meno per giocare ai videogiochi o per fare fotografie, due dei miei passatempi preferiti. Oltretutto non faccio altro che sentirmi sempre come se fossi di troppo, la pecora nera del gruppo insomma e sicuramente le frasi di Bakugo non sono d'aiuto.
Mi è già capitato di gettarmi a capofitto negli impegni o negli hobby per sopire il senso di inadeguatezza che provo, eppure questa volta è diverso. Infatti a scuola normalmente nessuno utilizza il proprio Quirk, proprio perché i civili non sono dotati della licenza per farlo, e quindi tutto sommato mi sembra di vivere alla pari degli altri.
Qui allo U.A. però è totalmente diverso: gli studenti devono esercitare i propri Quirk per diventare Heroes e chi eccelle è colui o colei che sa controllarlo al meglio. In pratica in questo luogo io valgo letteralmente meno di niente.
Jiro che non ha smesso di stringermi forte neanche per un istante, ora si allontana un attimo per guardarmi in viso.
Jiro: T/n so che per te è difficile, però davvero, cerca pian piano di iniziare a pensare che tutti noi siamo disposti ad accettarti. Nessuno di noi vuole vederti stare male, io per prima. Sei una persona fantastica e tutti qui si sono affezionati a te. Ormai fai parte della Terza A!
La ragazza mi passa un fazzoletto con cui posso soffiarmi il naso e asciugarmi le lacrime.
Jiro: Ora sono le 7:00 p.m. e io direi che tu hai bisogno di una pausa da tutto e di passare un po' di tempo a svagarti.
Non ho neanche il tempo di protestare o di dire che preferirei farmi una bella dormita, che la ragazza mi prende a braccetto e mi rivolge un gran sorriso a trentadue denti.
Jiro: Tu, cara la mia t/n, hai bisogno di un pigiama party tra ragazze e una fetta di pizza bella grande!
Come un tornado Jiro mi trascina dalle altre che si trovano tutte in salotto rischiando quasi di far cadere il mio portatile.
Jiro: RAGAZZE, STA SERA PIGIAMA PARTY IN CAMERA DI T/N!
Yaoyorozu: Ci sto!
Tsuyu: Cra!
Ochaco: Sì che bello!
Hagakure: Siii
Mina: NON VEDO L'ORA! LET'S GOOO!
Mineta: Posso partecipare anche io?
Tutte ci voltiamo a guardarlo e vediamo che come al solito ha la bava alla bocca e le mani pronte per aggrapparsi a... meglio non sapere cosa. Fortunatamente Jiro provvede a mandarlo K.O. con i suoi fantastici jack indirizzandoli negli occhi del ragazzo, che scappa via piangendo.
Jiro: ALLORA FORZA RAGAZZE! TUTTI IN CAMERA DI T/N! PIZZA TIMEEEEE.
Mentre vengo trascinata dalle mie compagne verso gli ascensori sento Momo-chan chiamare una pizzeria qui vicino e penso che tutto sommato questi momenti di leggerezza non sono niente male.
Sorrido, felice e quella nube di brutti pensieri per un attimo viene scacciata via.
— Time skip —
Ochaco: Wow quante felpe!
Tsuyu: Questi poster e questi disegni sono proprio belli, cra!
Le ragazze sono entrate da circa una decina di minuti nella mia camera e non stanno facendo altro che guardarsi attorno con aria meravigliata e a tratti stranita. Quando sono arrivata allo U.A. non ho dato particolare peso a come arredare la camera perchè non pensavo che qualcuno avrebbe dovuto entrarci dentro oltre a me e ora mi sto pentendo amaramente di questa scelta.
Su una parete ci sono diversi poster delle mie band preferite tra cui i My Chemical Romance, Queen e Imagine Dragons e anche di due o tre videogiochi che ho amato, come Hollow Knight; sulla scrivania invece sono buttati alla rinfusa i miei quaderni da disegno e i miei colori.
Momo: Accidenti quanti libri!
La ragazza sta osservando un piccolo scaffale dove ho sistemato libri, due o tre fumetti e anche alcuni volumi di scuola che possono essermi utili per le relazioni sul mio tirocinio e per prendere spunto per le analisi dei Quirk dei neo-Heroes. Avere tutta questa gente in camera mi mette leggermente a disagio, anche perché non sono molto abituata a condividere i miei interessi con persone diverse da Hiro e Mae.
Mina: ODDIO!
Tutte si voltano quasi simultaneamente ad osservare la ragazza dai capelli rosa che, spostando disegni e fogli vari, ha trovato l'album di foto che mi hanno regalato i miei amici prima che io partissi e lo sta guardando. Mi rendo conto che ci sono alcune foto parecchio imbarazzanti, così cerco di raggiungere Mina prima che sfogli troppo le pagine e le trovi, ma sfortunatamente non faccio in tempo.
Mina: COME HAI POTUTO NON DIRCELO T/N!
La ragazza con aria sbalordita si volta, mentre tiene in mano l'album aperto su una pagina specifica, dove si vede una foto di Hiro ed io alcuni anni fa, durante il giorno di San Valentino. Lo scatto di Mae ha colto Hiro mentre tenta di porgermi un mazzo di rose e io lo guardo con finta aria trasognata; il problema è che solamente io e i miei due amici sappiamo che si tratta di una foto puramente ironica, ma a vederla bene, a occhi esterni non può che sembrare tutt'altro.
Mina: TU HAI IL RAGAZZO?!
Ochaco: COSA?!
Jiro: PERCHÉ NON CI HAI DETTO NIENTE?
Tsuyu: CRA!
t/n: Quello non è il mio...
Hagakure: ESATTAMENTE QUELLO CHE DIREBBE UNA RAGAZZA CHE NON VUOLE CHE SI SAPPIA!
Momo: Come si chiama il fortunato? Sembra anche piuttosto carino!
t/n: È il mio migliore amico e si chiama Hiro! Io e lui non stiamo affatto assieme.
Le ragazze a sentire le mie parole rimangono un attimo interdette e vedo infrangersi in due millisecondi tutti i film mentali che si erano fatte sulla mia fantomatica relazione. Non passa molto tempo che le mie amiche si sono già riprese dallo shock e sono tornate, per così dire, all'attacco.
Mina; Quindi questo Hiro è libero! MI PIACE LA COSA.
Momo: Mina! Un po' di contegno!
Il tono scherzoso di Momo fa scoppiare tutte a ridere mentre Mina, da rosa che solitamente è, assume un colorito più tendente al rosso.
Appena il momento di ilarità si conclude le ragazze iniziano a farmi domande su Hiro, Mae e sulle cose che trovano nella mia camera, inaugurando così questo strano pigiama party.
Space for me||☆
Hola!
Non aggiorno dal paleolitico :")
Mi dispiace molto di non essere stata molto costante nella scrittura, ma tra compiti e verifiche in vista della maturità non sono esattamente molto libera.
Tuttavia per me la scrittura è assolutamente terapeutica, sia che piaccia quello che scrivo che no, quindi rieccomi qui: probabilmente non è un gran capitolo, ma almeno sono riuscita a sfogarmi scrivendo e mi sono alleggerita dallo stress :)
Spero vi sia piaciuto anyway :)
Grazie di aver letto, al prossimo capitolo, see u!
(si spera non tra altri 4 mesi)
Mat☆
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