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Attimi

La porta davanti a me sembrava una bocca spalancata, pronta a divorarmi. Proprio per questo sentivo le gambe incollate sul pavimento.
<<Tutte pronte? Sapete cosa fare?>> chiese Jack. Fissando me, Mia e Annie in fila davanti a lui.
Tutte annuimmo in risposta, anche se io in modo molto meno convincente delle altre.
Il ragazzo si avvicinò a me e posò le sue mani sulle mie spalle.
<<Lo so a cosa stai pensando, ma non si può fare altrimenti. Non ci saranno altre occasioni come questa>> mi disse, spingendomi contro il suo corpo. Mi abbracciò per trasmettermi un po' di forza e mi baciò più volte sul collo, esattamente come quella volta davanti alla sua finestra a tarda notte.
Non ci importava di avere spettatori, ci importava solo della presenza dell'altro.
Jack si era scusato fino allo stremo per non averci permesso di scappare prima, spinto dalla paura di fallire, ma adesso che l'occasione si era presentata non poteva tirarsi indietro.
Aveva iniziato a programmare tutto dal momento in cui mi aveva lasciata nelle mani di Jeff e non aveva pensato ad altro per tutto il tempo.
In passato si era sempre tirato indietro per le scarse probabilità di successo nello svolgere tutto da solo, ma con il mio destino appeso a un filo si era deciso a rischiare e chiedere aiuto alle uniche due persone nella villa di cui poteva fidarsi: Masky e Hoodie.
Così loro avrebbero fatto la guardia e impedito in qualche modo ad altri di uscire e coglierci in flagrante, mentre Jack ci avrebbe scortate sane e salve fino all'uscita.
Con Jeff svenuto a causa delle botte per una pura casualità nessuno avrebbe sospettato nulla e Jack ne aveva approfittato per trascinarlo dal corridoio alla camera, mentre nessuno guardava, per legarlo e imbavagliarlo mentre era ancora svenuto giusto per precauzione.
Almeno in caso di risveglio non avrebbe potuto nuocere ai fini del nostro piano.
Annie e Mia si allontanarono per prime come da programma con una cesta piena di panni sporchi tra le mani, allo scopo di scendere al piano di sotto senza destare sospetti.
Dopodiché io le avrei seguite, fingendo di portare qualcosa da loro dimenticato, in compagnia di Jack.
Non c'era nulla di strano nella sua presenza, visto che in passato mi aveva sempre accompagnata in lavanderia per tenermi sotto controllo e darmi una mano con il bucato. Tutto sarebbe apparso agli occhi di possibili impiccioni come normale.
Appena le due ragazze lasciarono la stanza io mi voltai automaticamente verso Jack, al quale stavo già stringendo la mano da diversi minuti.
Il mio corpo non voleva lasciarlo andare nemmeno per un secondo.
<<Non se se mi piace quello che stai pensando in questo momento. Lo sai che non puoi restare qui con me. Devi andare via con le tue amiche, non c'è niente qui per te>> disse lui.
<<Allora vieni con me. Scappiamo insieme>> proposi <<mi spiegherai tutto e cercherò di recuperare le memoria e allora...>>
<<Allora cosa? Senza i tuoi ricordi non mi permetteresti nemmeno di parlare, scapperesti via come la prima volta in cui mi hai visto e non mi crederesti mai. Ne abbiamo già parlato>> mi spiegò.
<<Deve esserci un modo. Non ho nessuna chance di ricordare qualcosa col tempo?>> chiesi.
<<Non lo so. Nessuno è mai riuscito ad andarsene via di qui. Voi sareste le prime>> mi spiegò.
<<Io non voglio arrendermi, Jack. Quindi ti prego di non farlo anche tu. Cosa farai dopo?>>
<<Cercherò di mettere più distanza possibile tra me e questo posto. In molti non prenderanno bene il mio gesto e cercheranno in tutti i modi di farmi fuori>> mi spiegò.
<<Oh, questo mi rende più sicura e più convinta ad andarmene>> dissi ironica, lanciandogli una sguardo torvo.
Il ragazzo sospirò e mi strattonò dolcemente il polso, allo scopo di portarmi davanti a lui.
<<Ciò che accadrà a me non avrà importanza. Ciò che conta per me è mettervi in salvo, specialmente te>> mi sussurrò all'orecchio, talmente vicino da accarezzarmi il lobo con le labbra a ogni parola.
<<E se fosse lo stesso per me?>> domandai, attorcigliando lentamente le mie braccia attorno al suo collo.
<<In quel caso ne sarei felice, ma non cambierebbe le cose. Tu andrai via da qui senza discutere>> disse, sfiorando le sue labbra con le mie.
Nonostante l'ansia e la rabbia che provavo in quel momento, chiusi gli occhi a quell'intimo contatto.
<<Credo sia ora di andare. Sei pronta?>> chiese.
Annuii, seppur a malincuore, permettendogli di scortarmi fino alla porta.
Stavo andando incontro al mio destino.

Correvamo, correvamo come folli nella foresta, coperti dall'oscurità.
Mia e Annie davanti a me, mentre Jack al mio fianco che mi teneva la mano.
La barriera non era molto distante dalla casa, proprio per questo bisognava togliersi di mezzo il prima possibile.
Dal momento in cui avevo messo piede fuori dalla porta principale avevo cominciato a piangere silenziosamente, senza smettere di pensare a ciò che mi aspettava.
Avrei dimenticato il ragazzo al mio fianco per sempre. Esattamente come se non fosse mai esistito.
<<Fermatevi qui>> disse Jack, una volta arrivati in prossimità di un albero.
<<Dopo questo punto si esce dalla barriera. In passato l'unica ragazza riuscita ad arrivare fino a qui è svenuta appena superato l'albero, ma non so se l'effetto sia comune o una coincidenza. Nel primo caso vi trascinerò io in un posto sicuro, dove verrete trovate immediatamente da qualcuno, ma in caso questo non accada dovrò provvedere io a farvi perdere i sensi. Senza memoria sarebbe impossibile per voi capire di dover scappare e non posso rischiare di vedervi di nuovo rientrare nel raggio o essere catturate>> ci spiegò lui.
<<Questo non ce l'avevi detto>> disse Annie, mordicchiandosi il labbro nervosamente.
<<Non volevo mettervi ulteriore ansia addosso>> spiegò lui <<uscite una per volta, così sarà più facile per me gestirvi. Non ce la farei a colpire tutte e tre simultaneamente senza farvi urlare.>>
Mia annuì, offrendosi di andare per prima, e abbracciò velocemente il ragazzo, bisbigliandogli parole di ringraziamento per il suo gesto di buon cuore.
Mi lanciò uno sguardo di intesa e poi fece un respiro profondo, prima di superare la barriera. Cadde immediatamente a terra priva di sensi.
<<Sarà più facile così. Masky e Hoodie mi daranno una mano a portarvi via, abbiamo pattuito il loro arrivo a cinque minuti dalla nostra uscita dal portone principale, quindi saranno qui tra circa due minuti>> disse, guardando l'ora su un piccolo orologio malridotto.
A quel punto si fece avanti Annie e abbracciò anche lei il ragazzo, esattamente come aveva fatto la mia migliore amica poco prima.
Solo che superando l'albero lei non cadde a terra come una pera.
<<Dannazione>> borbottò Jack, colpendola in testa ancora prima di darle il tempo di realizzare qualcosa.
Ero rimasta solo io.
Mi venne spontaneo arretrare di un passo, ma il ragazzo fu più veloce di me e mi afferrò per un polso.
<<Non fare così, ne abbiamo già parlato>> disse lui in tono rassicurante, portandomi contro il suo petto.
Lo sentii togliersi la maschera e poi percepii le sue labbra baciarmi affettuosamente sulla testa.
<<Jackie, non ce la faccio. Non voglio dimenticarmi di te, non voglio far sparire tutto ciò che c'è tra noi. Io ti amo>> gli sussurrai, scoppiando a piangere senza ritegno sulla sua felpa scura.
<<Quello che abbiamo non sparirà. Continuerò ad amarti così tanto da far bastare questo sentimento per tutti e due>> mi spiegò lui.
<<Vieni via con me, ti prego. Vieni via con me>> dissi, ormai talmente disperata da non riuscire più a ragionare.
Sapevo di chiedere qualcosa di impossibile.
Lui non poteva venire con me, ma in quel momento la razionalità non era dalla mia parte.
Jack mi strappò l'ultimo bacio, stringendomi contro il suo corpo come se ne dipendesse della sua stessa vita.
Mi aggrappai a lui allo stesso modo, cercando di attirare a me qualsiasi cosa capace di non farmi dimenticare di lui.
<<Non posso venire con te, ma posso lasciarti qualcosa di mio>> mi disse infine, togliendosi la sua felpa e aiutandomi a indossarla.
Il tessuto mi avvolse come un caldo abbraccio, come a darmi l'illusione delle sue braccia per sempre attorno a me.
<<Il nostro tempo sta per scadere. Hoodie e Masky saranno qui a momenti, non possiamo temporeggiare un secondo di più.>>
Il panico in quel momento mi investì e presi ad alternare il mio sguardo tra le due ragazze stese a terra e il ragazzo davanti a me.
Mi buttai di nuovo su di lui, stringendolo così forte da togliergli quasi il respiro.
<<Mi dispiace>> mi sussurrò.
<<Per cosa?>> chiesi confusa, staccandomi leggermente da lui.
Un secondo dopo Jack mi stava spingendo, abbastanza forte da buttarmi fuori dal raggio.
Fu in quel lasso di tempo, mentre superavo la barriera invisibile che mi separava dalla salvezza che realizzai davvero come sarebbero andate le cose.
Io sarei tornata alla mia vecchia vita, senza nessun ricordo di quanto successo, mentre Jack avrebbe dovuto vivere per sempre nei ricordi e nel rimpianto della vita insieme che ci era stata negata, accompagnato fino all'ultimo dei suoi giorni dai fantasmi del passato.
Forse un destino ben peggiore della morte.

TADAN
Non uccidetemi per favore! Sono ancora troppo giovane per morire.
Ci vediamo a breve con l'epilogo. Bye.

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