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8-I BIGLIETTINI

SOFIA

Quando torniamo nelle celle mi sento uno schifo.

Mi levo subito la maglia sporca e me ne metto un'altra, e poi mi metto sotto le coperte e cerco di dormire.

Chiudo gli occhi ma non riesco a dormire.

Dio, nemmeno quello riesco più a fare?

Mi concentro con tutta me stessa.

Cerco di spegnere la mente, di pensare tutto nero, ma niente.

È impossibile.

La mia vita sta cadendo a pezzi, e io non ci posso fa niente.

Silvia arriva e mi accarezza i capelli.

-Che bei capelli che tieni, i miei ormai so tutti rovinati dalle mille piastre che mi faccio- mi dice.

-Ma che stai dicenn' so cchiù belli i tuoi- le dico, toccandomi una ciocca.

Nad entra nella cella tutta allegra.

-Ciao ragazze, che fate?- dice saltellando.

-Wa, qualcuno agg' visto u Chiattillo- dice Silvia, sorridendo smagliante.

-U Chiattillo?- chiedo guardando Nad con un sorrisetto.

-È un riccone che non starebbe mai con una zingara di merda come Naditza-

Quelle parole non le abbiamo dette nessuna delle tre, ma quando ci giriamo capiamo da chi vengono.

Viola è davanti alla nostra cella, con un sorriso diabolico.

È la rossa psicopatica.

Naditza assottiglia lo sguardo e va subito da Viola e la prende per i capelli.

-Devi stà luntano e' nuje- le dice minacciosa.

Io e Silvia ci guardiamo e io scendo dal letto dirigendomi da loro.

-ma po' ca cazzo vuoi?- le dico io

Viola ride.

-Ha parlato la sorella del piecuro - dice.

E qui la situazione cambia.

-Comme scusa?Che cazzo vuò, psicopatica e'merda- le dico minacciosa.

-Che c'è, il tuo fratellino non ti caga più?- mi dice, ma io ho già perso la testa.

-Statte zitta, brutta puttana e' merda- dico, buttandomi su di lei e prendendola dal collo.

-Paura che il fratellino muoia? È un piecuro, sa fare solo quello- aggiunge.

Le do uno schiaffo e la prendo per i capei e la butto a terra nella sua cella.

-Tu ccà addà sta, brutta cessa- dico, mentre lei si accovaccia a terra.

E avrei continuato, ma Silvia e Naditza mi soccorrono e mi fermano, prima che arrivi la guardia.

-Che sta a ffà ccà?-

La guardia arriva e io rientro in cella con le ragazze.

-Sofì sei stata grande- mi dice Nad battendomi il cinque.

-Sta puttana cessa- le grido da anche dentro la cella.

-Ao, stamme zitti?- dice la guardia.

-Nunzia, ha accominciato essa- le dico, indicando Viola.

Sta stronza.

E poi, scazzata come non so cosa, mi metto a letto e spengo i pensieri.

______________

Mi sveglio di soprassalto durante la notte, tutta sudata.

-Cazzo- sussurro, mettendomi una mano alla testa.

Mi gira tutto.

Mi alzo e scendo dal letto.

Vado in bagno e mi sciacquo il viso.

Non vedo mia madre da quattro giorni.

"Vai tu al colloquio e dille che non la voglio vedere"

Chissà cosa penserà.

Chissene fotte.

Esco dal bagno, e mentre mi avvio al letto, vedo un bigliettino spuntare dalla finestra della cella.

Lo acchiappo e vedo che è legato ad un filo che porta alla cella sopra di noi.

Carmine?

Lo prendo e lo leggo.

Te diverti a pruvà ad accidermi?

Rimango spiazzata da quella frase.

Ciro.

Ma che vuole mo?

Gli rispondo.

Mi divertirei di più a vederti morto
davvero.
Che cazzo vuoi?

Lo attacco al filo, che viene portato su.

Ma guarda tu sto scemo.

Scuoto la testa, contraria a questa cosa di mandarci bigliettini.

Però, rimango salda alla finestra ad aspettare la sua risposta.

Che non tarda ad arrivare, perché un altro bigliettino spunta.

Voglio sapè chi sei e pecchè mi vuoi
morto.

Rispondo.

Ma prima di scrivere mi ricordo quello che mi ha detto Carmine: "Nessuno ha da sapè ccà tu sj sora mia"

Fatti i cazzi tua.
Sogni d'oro.

Glielo attacco al filo.


Va buono, lo scoprirò

Che coglione.

Non rispondo e vado a dormire, assonnata, ma ancora non ci riesco.

Nemmeno lo conosco sto scemo.

E poi se lo scopre?

Carmine? Mia madre?

Troppi pensieri non mi permettono di addormentarmi.

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