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11-INFERMERIA

SOFIA

-Ma quanto sj stata brava? Ma aro hai imparato a suonare accussì?- mi chiede Silvia subito mentre rientriamo nelle celle.

-Davvero, sj stata na favola. Chi t' ha insegnato?- mi chiede poi Nad.

-Il mio ex- dico, senza aggiungere altro.

Perché non c'è niente da aggiungere.

Sono scappata da questa verità da anni e anni, ma ora che sono qui dentro sento che non ne posso più scappare.

In questo posto non si scappa da niente.

Che la mia vita è stata sprecata.

Perché quando ce la possibilità di non tivedere cchiù u mare for, allora capisci molte cose.

-Wa, piuttosto te Nad aro cazzo hai imparato a suonare accussì?- chiedo io, sedendomi sul letto di Silvia.

-Aro cazzo vuoi ch aggi' imparato. A' nesciun parte. Ij so na "zingara e' merda" nun te lo scordà- dice poi, assente.

-Tu non sj na zingara e' merda- dice Silvia.

-Nad tu sj una delle persone cchiù interessanti che abbia inontrato, comm' cazz' faje a essè solo na zingara e' merda?- le dico, alzandomi e guardandola.

-Sofì tiene ragione.- mi appoggia Silvia.

-Comm sempre- dico scherzando, per alleggerire la situazione.

Nad si lascia scappare un sorrisetto e poi andiamo in mensa per il pranzo.

                                  ________

-Che schifo- commento, guardando le mele che la signora posa sul mio vassoio.

-Crè, nun te piacciono e' mele?- mi chiede Nad, mentre ci siediamo.

-Me fanno schifo- commento.

-Non la mangi?-

Viola si siede improvvisamente sul nostro tavolo e si avvicina al mio viso.

Poi prende la mela e fa per morsicarla, ma io gliela tolgo dalle mani.

-Crè nun te l'hanno mai raccontata a' storia di Biancaneve? Chella cess' ha mangiato na mela avvelenata. Magari facessi pure tu a' stessa fine e' essa- le dico, alzandomi e fronteggiandola.

Ogni giorno mi sta più suoi coglioni.

-Che c'è , non c'è più Ciro a guardarti ora?- mi chiede sorridendo, e prendendomi dal viso.

Appena nomina Ciro, mi blocco.

-Non la toccare, psicopatica- si alza Nad.

Il silenzio è calato nella mensa da tempo e tutti sono attenti alla scena.

-Crè sj gelosa? Nun ti cagà cchiù nesciun?- le dico, togliendomi la sua mano di dosso.

Viola si sporge al mio orecchio.

-A me Ciro serve, non me ne frega niente di lui- mi ride addosso.

-Ma stai attenta tu a iniziare a fregartene-

La spingo via e la prendo per i capelli rossi fuoco di merda e la sposto via dalle palle.

-Sta cessa- commento.

Mi giro convinta che sia finita, ma la rossa di merda mi assalta e mi prende dal polso che stringe con una forza disarmante.

Lo sento piegarsi e mi dimeno.

-Stronza!-

Caccio un urlo dal dolore e subito Nad e Silvia mi soccorrono.

Nad prende la rossa e la butta a terra.

-Oh ma che sfaccimma vuoi fare?- le grida.

Silvia mi aiuta.

Sento il polso completamente rotto.

Immediatamente le gurdie ci assalgono.

-Ma che state a fa', siete uscite pazze?- grida Litz.

Mi prende il polso e lo guarda.

-Chiamate l' infermeria!-



-Allora, il polso ha subito delle leisoni gravi, ma con la fasciatura che le abbiamo messo in due settimane dovrebbe rimettersi. Stai attenta tu bella, perché con la violenza ci si fa molto male. Tieni delle pasticche per il dolore-

Mi porge poi delle pasticche mentre io lo guardo male.

-Ij nun le prendo chist'- dico, guardandole.

-Eddai Sofì, è per il tuo bene!- dice Litz.

-Ma che me ne fotte a me, chella cessa nun m' ha fatto nemmeno così male- dico.

-Prendile lo stesso, poi se hai tanto dolore le prendi- mi dice Litz.

Sospiro e le metto nella tasca dei leggins di pelle.

Poi mi sistemo la maglietta bianca con la scritta "queen" glitterata.

Poi scendo dal lettino con i miei anfibi e stressata come la merda mi sistemo la coda alta, sospiro e cammino verso lo studio della direttrice che mi aspetta per una chiacchierata.

E chissà chi incontro mentre esci dall'infermeria?

-Crè ieri hai suonato un po' troppo?- mi chiede, in un mix tra ironia e preoccupazione.

Perché è preoccupato? Poi per me? Impossibile.

-Te risponderei de farti i cazzi tua, ma me sembra giusto che tu sappia ccà a' uagliona tua è na psicopatica e che m' ha rotto il polso- gli dico con sguardo minaccioso.

-Ma crè stai dicenn'?- chiede incredulo.

-Crè nun te l' aspettavi? Tieni tanti soldi pe' farle i regali, sta volta regalale na seduta psichiatrica che ne tiene bisogno- gli dico, e poi alzo i tacchi e me ne vado.

Ne avrebbe molto bisogno.




-Ma ti rendi conto di quello che hai fatto? Hai rotto il polso a una tua compagna!-

Le urla della direttrice ci mettono poco ad arrivare.

-Entra va- mi dice Litz.

Apro la porta ed entro.

-Eccone un altra. Vi siete almeno rese conto delle conseguenze che avranno le vostre azioni?- dice, appena mi vede entrare.

Viola è già seduta e io prendo la sedia e mi metto a buona distanza.

E non perché abbia paura, ma non voglio stare vicino a un rifiuto umano come essa.

-Direttrì ma mica è colpa mia, è essa che me fotte a' mela e poi mi rompe nu polso- dico difendendomi.

-Silenzio!-

La direttrice sembra proprio arrabbiata.

-Lo sapete adesso quale sarà la conseguenza alle vostre azioni? Dovrete pulire tutto il campo da calcio dei ragazzi e delle ragazze di sera, in modo che non ci sia nessuno.- dice, guardandoci fisse negli occhi.

-Wa ma ch' è uscita pazza? Ma il co' sta cess' nun ce voglio stà, ma a' sente, puzza pure!- mi alzo immediatamente dalla sedia e obbietto.

-Ci pensavi prima Sofia. Prima!- mi sgrida.

-A me va bene. Almeno ci conosciamo meglio- dice Viola, facendo un sorrisetto.

Faccio per alzarmi dalla sedia e strapparle tuttj quei capelli di merda, ma Litz mi ferma e mi prende prima che io faccia qualcosa.

-Ancora? Allora inizierete oggi pomeriggio e continuerete dopodomani sera! -

-Ma no direttrì!- mi lamento.

-In cella! Ora!- grida e Litz ci porta in cella.

-Ma mannaggia a voje mannaggia!- ci dice.

                          _____________

-Wa, scopa scopa principè!-

Le urla dei ragazzi non tardando ad arrivare mentre io gli lancio un occhiataccia, e passo la scopa per il campo da calcio.

-Ma vaffanculo- borbotto.

Poi sento una scopa cadere a terra e quando mi
giro Viola mi fissa.

-Lo sai, noi potremmo essere perfette amiche...- dice, avvicinandosi.

Io mi scosto.

-Nemmeno se fossi l'ultima persona rimasta sul pianeta- dico a denti serrati.

-Peccato. Potrei procurarti quello che ti serve. Sei così preoccupata per tuo fratello... Non vorresti inviargli un messaggio per sapere come sta? -

Dice, girandomi intorno.

Io sono incazzata nera.

-Ij nun o' voglio il tuo aiuto e' merda, cess'- le dico.

-O tua madre?- chiede, fermandosi ed avvicinandosi al mio viso.

La spintono via non appena sento nominare mia madre.

-Io a chell' nun a' voglio cchiù vedè, figuriamoci sentirla al telefono- le dico, e poi prendo la scopa e me ne vado.

Che cazzo.

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