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Lonely -Jonghyun feat. Taeyeon
Erano passate due settimane dall'ultimo messaggio di Akaashi, non sapeva più che scrivere. Si sentiva vuoto e senza nessuno con cui parlare. Prima ad ascoltarlo c'era Bokuto, ma ora lui era fidanzato e Akaashi voleva sia scrivergli, sia evitare. Avrebbe potuto parlare con Kenma, ma c'era qualcosa che lo bloccava. Forse uscire con uno degli amici di Bokuto non era il massimo, non voleva metterlo in mezzo alla storia, più di quanto non ci fosse già. Nemmeno con Kuroo sarebbe stato possibile, dopotutto era il migliore amico di Bokuto e forse il suo attuale fidanzato, almeno secondo il parere del più piccolo. Si sentì solo.
Aveva stretto ben poche altre amicizie, al di fuori di alcuni compagni di squadra, con cui però non voleva condividere più di una cena tra amici o di una partita sul campo. C'era Kei Tsukishima della squadra del Karasuno, ma non era il tipo per quel tipo di serata, dove uno dei due amici deve ascoltare i problemi di cuore dell'altro. Aveva parlato poche volte con Hinata e Kageyama, la famosa coppia del Karasuno, ma non erano così tanto amici da parlarsi al di fuori delle partite. Cercò di evitare di pensare ad alcuni ex membri della Fukurodani, alcuni erano persino in università con Bokuto, per cui era meglio evitare, così come i membri della Nekoma, amici sia di Kenma che di Kuroo.
Akaashi realizzò di essere solo. O meglio, di non poter parlare con nessuno della sua situazione. Forse la madre l'avrebbe ascoltato, ma sarebbe stata una conversazione troppo imbarazzante e lunga da sostenere con la donna. Evitò.
Kenma tuttavia si fece sentire durante le due settimane, non accennava mai a Bokuto proprio per non intristire ancora di più l'amico, e Akaashi stesso non voleva parlare dell'ex fidanzato. Parlavano di altro, e pensarono di organizzare un amichevole, non tanto per allenare le squadre quanto per vedersi. Akaashi si ripromise di accennare l'idea all'allenatore il lunedì seguente.
L'idea di scaricarsi in campo non lo aveva mai pervaso così tanto. Era quasi felice, per non dire euforico. Ma l'allegria durò poco. Gli tornarono in mente le mattine in cui l'allenatore informava la squadra di un amichevole col Nekoma, e Bokuto sprizzava energia da tutti i pori, poteva rivedere il suo migliore amico e gli altri ragazzi della squadra dei gatti. Akaashi era felice nel vedere il più grande contento per la partita e pronto a vincere.
Lunedì mattina il corvino si alzò dal letto, aveva ripreso a dormire regolarmente, quasi tutte le notti dormiva 6 o 7 ore, e ne era felice. Una volta a scuola si recò in classe e aspettò la pausa pranzo, durante la quale si rese conto di quanto fosse solo. Si sedeva sempre in un tavolino, senza nessuno vicino, non cercava i compagni di squadra o di classe, non li odiava, ma non si sentiva in pace a stare a pranzo con loro. Gli sarebbe tornato in mente quando l'anno precedente pranzava sempre con Bokuto e con la squadra, e non voleva ricordarselo mentre era con gli altri.
Finì di pranzare abbastanza in fretta, e così decise di recarsi nel giardino della scuola, i fiori di pesco erano sbocciati e lui si sedette sotto di essi. Com'era solito fare con l'ex fidanzato. Il luogo dove tutto era iniziato e finito con lui. Immediatamente percepì la presenza del più grande, come se i fiori, il vento e il sole potessero ricreare l'immagine di Bokuto, come se pure loro lo ricordassero e lo volessero mostrare ad Akaashi.
Il corvino prese il cellulare. Era il momento di farsi vivo. Non sapeva che dirgli, perciò gli parlò di come si sentiva ultimamente.
-Ciao Bokuto. Non ti scrivevo da un po', ma non è colpa tua. È colpa mia. Ho detto che avrei continuato a scriverti e poi sono sparito, scusami. Avevo realizzato che tu fossi fidanzato e pensavo di lasciarti in pace, ma non posso. Ora mi sento così solo. Incredibile come anche senza dirmi nulla, tu riesca a tenermi compagnia. Se ti scrivo, sento di stare a parlare con qualcuno anche se questo qualcuno non mi risponde, non importa. Grazie lo stesso.
Lo so che pure per te è difficile questa situazione, voglio dire, un ex fidanzato che ti scrive e ti tartassa di messaggi non è proprio semplice e forse nemmeno bello. Forse pensi che sono un idiota, e forse lo sono.
Vorrei farti capire che anch'io non me la sto spassando, a volte piango, e vorrei ci fossi tu con me, quando succede. Se ti dicessi queste cose, in quei momenti, sarebbe meglio? Se mi lamentassi per il dolore che provo, sarebbe meglio? Saresti ancora più in difficoltà? E poi penso che tu non potresti mai capirmi, nemmeno se ti guardassi negli occhi. Forse ci siamo intrappolati in un amore, l'anno scorso, che non era altro che una delusione.
Però ora sono solo, ai tempi avevo te, degli amici, dei compagni di squadra. E anche prima di scoprire del tuo fidanzamento c'eri tu. Ero troppo per te? O ero un peso? Odio farti capire quanto mi sento solo, e quanto vorrei qualcuno a cui parlare di questi miei sentimenti, ma sono più abituato a sopportare tutto quanto senza dire una parola.
Ripenso a quando stavamo insieme, eravamo insieme, ma non camminavamo all'unisono. Forse non siamo mai stati bene ed era tutta un'illusione, però fingere per così tanto tempo? Lo credo impossibile. Almeno da parte mia. Forse tu soffrivi con me, mi dispiace.
Odio nascondermi da te, Bokuto, ma ammetto che se dovessi incontrarti lo farei. Perché tu non mi vuoi, non mi cerchi e non mi ami più. L'ho capito.
Lasciami da solo-
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