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Perfect -Selena Gomez
La mattina Akaashi si alzò dal letto piuttosto contento, la notte precedente aveva pianto per poi addormentarsi senza ricordarsi di preciso quando era successo. Tuttavia sembrò quasi che il riposo e la luna avessero portato via la tristezza del ragazzo lasciando spazio a un po' di sana felicità e euforia. Il giovane si ricordò immediatamente della partita del pomeriggio e non vedeva l'ora potesse giocare. Voleva rivedere Kenma, i compagni di squadra che aveva conosciuto l'anno scorso, ormai al secondo anno, e mettere alla prova le sue doti di capitano contro le doti dell'amico biondo, anche lui capitano.
Sia Akaashi che Kenma l'anno precedente erano stati le menti delle due squadre, tuttavia la Fukurōdani aveva prevalso molte volte contro la Nekoma, e nonostante Bokuto si stimasse della bravura di Akaashi, quest'ultimo era convinto che non fosse merito suo se la squadra era così forte.
Raggiunse la scuola e prese parte alle lezioni mattutine, concedendosi poi per pranzo un bel bentō preparato dalla madre quella mattina. Era stato come un modo per incoraggiare il figlio per la partita, non era una di quelle importanti, ma per Akaashi aveva lo stesso valore. Un suo compagno di squadra, del primo anno, gli chiese di pranzare con lui, e questa volta il corvino non rifiutò, aveva constatato che il più piccolo fosse in ansia proprio per la partita e magari poteva aiutarlo a liberarsi di tutta quella agitazione con una chiacchierata e dei consigli.
Le lezioni pomeridiane passarono piuttosto in fretta e appena si concluse l'ultima ora di lezione, Akaashi scattò dal suo banco e corse verso la palestra. Non aveva paura di fare tardi, ma aveva bisogno di sentirsi sul campo di pallavolo al più presto.
Quando entrò in palestra non c'era nessuno tranne l'allenatore che nel mentre aveva cominciato a preparare la rete, e lo salutò. Akaashi, ricambiato il saluto, si diresse nello spogliatoio a cambiarsi, ci mise poco tempo, ma prima di andare ad aiutare il coach lesse un messaggio da Kenma
-Arriveremo con mezz'ora di ritardo, scusateci, ma Lev si era dimenticato il borsone a scuola.-
Akaashi tranquillizzò l'amico e informò l'allenatore del piccolo imprevisto. Mano a mano la squadra del Fukurōdani cominciava ad arrivare e una volta che tutti i giocatori, e la manager, si furono cambiati con la divisa sportiva, fecero riscaldamento. Akaashi ad ogni minuto che passava fremeva dalla voglia di giocare, sperò di iniziare al più presto e di concludere la partita il più tardi possibile.
Nel mentre che il coach diede le ultime informazioni, specialmente ai ragazzi del primo anno, una voce piuttosto sottile e calma parlò. Il corvino la riconobbe all'istante voltandosi verso la porta. Kenma e la squadra del Nekoma stavano entrando salutando i membri del Fukurōdani. Akaashi si avvicinò a loro dandogli il benvenuto, e salutando gli amici. Lev non era cambiato per niente, sempre alto e con la battuta pronta per i giocatori più bassi. Yamamoto stava già adocchiando la manager del Fukurōdani, come era solito fare quando incontrava qualche bella ragazza, mentre a Kenma erano cresciuti un po' di più i capelli oltre che alla ricrescita mora.
Il biondo tentò di parlare ma una voce, proveniente da fuori dalla palestra, lo interruppe.
-Vi dispiace se guardiamo questa partita?-
E Akaashi la riconobbe, riconobbe la sua voce preferita. Riconobbe le mani del ragazzo che aveva parlato quando essere si poggiarono alla porta della palestra scolastica. Riconobbe il corpo del ragazzo quando si sporse per entrare dentro la palestra. E riconobbe il volto e i capelli del ragazzo più grande quando essi fecero capolino dalla porta.
C'era Bokuto. Kotaro Bokuto in carne ed ossa, di fronte all'ex fidanzato. Insieme a Kuroo.
Gli occhi dorati del ragazzo più grande, cercarono quelli oceanici del più piccolo, mentre la domanda svolazzava in giro per la palestra. Akaashi avrebbe dovuto rispondere, perché non lo stava facendo? Gli ronzavano in testa troppe domande ma la più importante era "Perché Bokuto è qui?"
Quando Kenma si accorse che il corvino non avrebbe mai risposto cercò di aiutarlo.
-Akaashi scusa, ma questi due si sono aggiunti all'ultimo momento. Li abbiamo incontrati quando ormai eravamo quasi arrivati, e Yamamoto gli ha raccontato della amichevole, così ci hanno seguito.-
Se prima era in dubbio, ora il corvino era in confusione. Perché tutto questo interesse nel venire a guardare una semplice amichevole? Magari si annoiavano in giro per Tokyo, o magari c'era un altro motivo dietro. Ma Akaashi si incupì pensando a Kuroo e Bokuto insieme. Perché erano insieme? Era veramente l'ex capitano della Nekoma il nuovo fidanzato di Bokuto?
Doveva decidersi a rispondere e l'allenatore lo stava chiamando, perciò prese il coraggio necessario e guardando i due ragazzi più grandi rispose.
-Certo, potete restare.-
Fu una risposta molto secca, ma il corvino non voleva far trapelare più di tanto l'agitazione nell'avere l'amato a pochi passi di distanza. E sopratutto, non voleva restare lì con lui. Gli batteva forte il cuore, stare vicino all'ex ragazzo continuava a fargli questo effetto. Corse verso la sua squadra sotto gli occhi di Bokuto che, insieme a Kuroo, si sedette su una panchina vicino alla manager della Fukurōdani.
Akaashi ringraziò il cielo di essere capitano e quindi un titolare, così non sarebbe dovuto stare vicino a Bokuto e poteva distrarsi (forse) in campo. Strinse la mano a Kenma e entrambi augurarono buona fortuna alle squadre.
Per tutta la partita Akaashi non pensò ad altro se non a Bokuto che probabilmente lo guardava. O forse aveva l'impressione di essere guardato da lui, e magari sia lui che Kuroo guardavano Kenma e gli altri. E cosa pensava il più grande dei messaggi? Al corvino tornarono alla mente tutte le cose che gli aveva scritto. Specialmente quelle della sera precedente, arrossì. L'ex fidanzato non aveva accennato a nulla, ma Akaashi sapeva che ogni messaggi era stato letto dal più grande, e sapeva anche che proprio lui non rispondeva, come se non volesse vederlo, sentirlo, cercarlo.
Ma allora perché era lì? Akaashi aveva a lungo pensato che Bokuto fosse arrabbiato con lui, proprio per il suo non rispondere, ma ora era lì. Aveva pensato che non rispondesse perché era fidanzato, ma ora era lì, probabilmente col suo fidanzato Kuroo, ma era lì.
Perché? Non glielo avrebbe mai chiesto dal vivo. Si vergognava e, a meno che non fosse stato il più grande a proporgli una chiacchierata, non l'avrebbe fatto Akaashi.
Terminò la partita con la vittoria da parte della Fukurōdani. Il corvino ne fu sollevato, ma riconobbe che la squadra avversaria era stato un osso duro da battere. Si fecero i complimenti e ringraziarono, poi corsero tutti a lavarsi. Kenma e Akaashi si tennero in disparte dagli altri, dovevano e volevano parlare.
-Stai pensando al perché lui possa essere qui?- Gli chiese Kenma senza tanti giri di parole.
-Si.- Rispose semplicemente Akaashi.
Il biondo non conosceva la risposta, poteva provare a intuire o poteva decidere di illudere l'amico dicendogli che Bokuto era lì proprio per Akaashi. Ma nemmeno Kenma poteva esserne sicuro.
Uscirono dalle docce e si vestirono, quando tutti furono usciti dallo spogliatoio e solo i due capitani erano presenti, il corvino pose la seconda domanda più importante di tutte.
-Stanno insieme? Bokuto e Kuroo intendo.-
Kenma con un po' di imbarazzo e tristezza negli occhi, decise che doveva dire la verità all'amico. Ormai li aveva visti insieme, e i sospetti del corvino erano molto vividi, difficilmente avrebbe potuto inventarsi una scusa credibile.
-Si, sono fidanzati. Da poco dopo che tu gli mandassi il primo messaggio.- Rispose il biondo.
Akaashi non riuscì a piangere. Aveva terminato le lacrime la notte precedente, e non avrebbe mai voluto piangere sapendo che Bokuto poteva entrare da un momento all'altro. Tuttavia gli fece male. Sentire queste cose, renderle vere e realizzare che ormai per lui era finita. Sia Bokuto che Kuroo erano amici da tempo, andavano d'accordo e un amore tra i due non era così strano. Un'altro pensiero fece capolino nella mente del ragazzo.
-Secondo te... si vedevano già dall'anno scorso?-
Dopotutto lui era stato lasciato in malo modo, e non sarebbe stata così assurda l'idea di un tradimento. Forse ancora prima che i due si lasciassero, Bokuto stava segretamente con Kuroo. Diede voce ai suoi pensieri, spiazzando Kenma, e anche se stesso. Non avrebbe dovuto dirlo ad alta voce.
-Questo Akaashi non posso saperlo... io non credo, non penso che entrambi potessero arrivare a tanto... sarebbe stato molto scorretto.- Il biondo era dispiaciuto per l'amico, voleva poter fare qualcosa. -Vuoi parlare direttamente con lui? Posso intrattenere Kuroo un po' intanto, così da non disturbarvi.-
L'idea di Kenma non era così pessima, eppure Akaashi si sentiva così a disagio vicino all'ex fidanzato. E probabilmente anche Bokuto si sentiva così. Entrambi forse non avrebbero proferito parola, oppure Akaashi avrebbe pianto e basta. Ma cosa gli avrebbe detto? Aveva già parlato con Bokuto abbastanza e lui non rispondeva. Forse non l'avrebbe fatto nemmeno dal vivo.
Kenma richiamò l'amico all'attenzione. Aveva proposto quell'idea inconsciamente, ma un po' sperava potesse aiutare. Forse dal vivo Bokuto avrebbe parlato e risposto al più piccolo.
-Non credo mi parlerebbe mai.- Sentenziò Akaashi inizialmente. -Ma accetto la tua idea.-
Il biondo gli rivolse un piccolo sorriso, per poi uscire insieme a Akaashi dallo spogliatoio. I due raggiunsero Kuroo e Bokuto leggermente lontani rispetto al resto delle squadre, i due stavano parlando. L'imbarazzo cresceva nel petto e nel viso di Akaashi a mano a mano che i più piccoli si avvicinavano. Stava per avere un confronto con l'ex fidanzato, e non sapeva cosa dire.
-Complimenti per la partita!- Esclamò Kuroo sorridendo ad entrambi, mentre il fidanzato annuiva con un sorriso sincero sulle labbra.
Kenma fortunatamente ci mise poco a convincere l'ex capitano della Nekoma a seguirlo fuori dalla palestra, con una scusa abbastanza credibile.
-Arrivo subito.- Disse Kuroo più rivolto al fidanzato che ad Akaashi, e i due gatti del Nekoma si allontanarono.
Akaashi li seguì con lo sguardo fino a quando non scomparirono dietro la porta della palestra. Poi capì che doveva girarsi verso Bokuto e dire qualcosa. Si sentiva osservato dal più grande e ciò gli metteva una grande pressione.
-Allora? Com'è la vita da capitano?- Domandò il più grande per spezzare il silenzio.
Akaashi lo guardò negli occhi, con uno sguardo più o meno serio e rispose. -Non è male... a te come va?- Chiese di rimando.
-In generale bene.-
-E meno in generale?- Il corvino aprì la bocca ancor prima di mettere in ordine i pensieri, e sentenziò con quella domanda.
-Beh... il mio ex fidanzato mi scrive spesso raccontandomi molte cose, alcune nuove altre no. Li ho letti i suoi messaggi, ma non voglio rispondere ad essi. Lo avrà saputo ora che sono fidanzato, e che mi sono innamorato.- Le parole di Bokuto risuonarono nella mente di Akaashi come un mantra per almeno una decina di secondi.
La frase più importante era "mi sono innamorato", e ovviamente non era il corvino l'amato di Bokuto.
-Perché non rispondi ai messaggi? Potevi dirmelo, che ti eri fidanzato con il tuo migliore amico. È dovuto intervenire Kenma per farmi capire come stavano le cose.- Rispose abbastanza deciso Akaashi.
-Non volevo gettare benzina sul fuoco rispondendoti.-
Al più piccolo facevano sempre più male le parole di Bokuto, ma voleva saperne di più.
-E dimmi... Kuroo è il motivo per cui tu mi hai lasciato l'anno scorso?- Le lacrime minacciavano di uscire ma Akaashi le ricacciò indietro.
-Ho capito di essermi innamorato di lui l'anno scorso, ma non gliel'ho detto fino a qualche mese fa. Per rispetto tuo ho deciso di lasciarti per non illuderti. Scusami se non ti ho dato ai tempi la motivazione, ma avresti pensato a un tradimento o avresti incolpato Kuroo e io non volevo.-
Le spiegazioni tanto richieste di Akaashi finalmente prendevano forma, stava scoprendo la realtà per quanto dura essa fosse.
-Forse... avrei potuto capirlo, pronunciavi il mio nome diversamente, avrei dovuto capirlo da come mi baciavi distrattamente, ma ero cieco d'amore e non mi sono accorto dei cambiamenti. Avessi ascoltato te mentre dormivi, come ero solito fare all'inizio, forse mi sarei accorto che pronunciavi il suo nome nel sonno. Ma il fatto che lo nominavi spesso da sveglio doveva saltarmi all'orecchio. Ho sempre pensato anch'io a Kuroo ma come un ipotetico rivale. Lui aveva tutto, lui era bello e lui possedeva quel tocco, che hai anche tu, e che ti ha fatto innamorare. Come tu avevi fatto con me.-
Akaashi prese un respiro, sembrava come se gli stesse scrivendo uno di quei messaggi, ma la differenza era che questa volta aveva Bokuto davanti. Tuttavia non gli rispondeva ugualmente.
-E mi viene in mente quando eravamo insieme e mi baciavi, quando mi addormentavo sul tuo petto, quando ci sfioravamo le dita... ora c'è lui al mio posto. Perché? Non sono o non ero come lui? Forse dovrei diventarlo. Kuroo è perfetto. Vorrei sapere come ha fatto a farti innamorare, io non ti ho mai toccato come lui vero? Ma se me l'avessi detto avrei provato. E poi con lui ridi, molto di più che con me.-
Akaashi stava nuovamente finendo le parole, voleva andare via da lì e lasciarsi Bokuto alle spalle. Cosa importava ora la sua risposta? Non amava più Akaashi, questo era l'importante.
-Non voglio immaginarvi insieme, ma non nego nemmeno che mi fa star male anche solo poter pensare di farlo. Con me sarà stata anche una presa in giro, o un amore non corrisposto, ma per me è stato il più importante. Stavo bruciando nel profondo, così come ora brucia il tuo amore per Kuroo.- Akaashi raccolse il suo borsone da terra. -Se dovesse lasciarti, capirai come mi sento oggi.-
Il corvino corse fuori dalla palestra salutando velocemente tutti. Lasciò l'ex fidanzato in balia delle parole, mentre correva a casa sotto gli occhi di Kenma che lo aveva visto scattare fuori dalla palestra. Non lo fermò probabilmente era stata una conversazione triste e intensa per l'amico.
Akaashi quando fu abbastanza lontano da scuola, sbloccò il cellulare e scrisse a Bokuto.
-Forse dovrei essere più simile a lui, ma non riesco... è perfetto.-
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