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Happier -Ed Sheeran


Era la sera precedente l'amichevole contro la Nekoma, i ragazzi del Fukurōdani avevano appena terminato gli allenamenti ed Akaashi aveva tranquillizzato tutti, specialmente i nuovi arrivati, sul divertirsi nella partita dell'indomani. Più o meno si era calmati tutti, ma il capitano era a conoscenza dell'euforia e dell'ansia che precedono una partita, seppur non fosse ufficiale. Akaashi aveva trovato il modo per calmarsi e ben presto anche i novellini l'avrebbero trovato. 

Misero a posto i palloni e la rete che avevano utilizzato durante il pomeriggio, per poi salutarsi tra di loro e dirigersi verso casa. Ad Akaashi piaceva la sera, così si prese la strada del ritorno con calma. Voleva godersi la freschezza del venticello serale e il tramonto, ormai verso la fine. Si erano trattenuti più del previsto agli allenamenti, ma questo non preoccupava il capitano, che ultimamente era contento di avere delle distrazioni durante la giornata. Tutto ciò lo aiutava a non pensare a Bokuto, tranne di notte prima di addormentarsi. 

Si chiedeva cosa facesse la sera, se dormisse con il fidanzato, o da solo, e una nota di gelosia percorse il corpo del corvino. Aveva realizzato che poteva esserci un'altra o un altro nel letto dell'ex fidanzato, e gli dava fastidio. Akaashi si ricordò della prima volta in cui dormirono insieme, erano entrambi molto imbarazzati e a mala pena si tenevano per mano, poi Bokuto lo abbracciò stringendolo al petto e baciandogli la fronte. Il più piccolo si abbandonò al tocco di Bokuto, e si lasciò stringere in quell'abbraccio. 

Sorrise. Il ricordo di quella notte gli cancellarono dalla mente l'idea del nuovo fidanzato a letto con Bokuto. Sulla via di casa si fermò nella libreria di qualche tempo prima, quando aveva incontrato Kuroo. Lo fece involontariamente, era quasi un abitudine andarci una volta alla settimana. Prese due libri che gli parvero interessanti e si rimise a camminare verso casa. 

Passò vicino ad un giardinetto pubblico, piuttosto piccolo che da piccolo usava come scorciatoia per arrivare prima a casa. Decise di prenderla anche quella sera, come ai vecchi tempi. Da lì si poteva intravedere un piccolo bar, con uno stile vintage, molto carino, che poteva essere raggiunto solo passando dal parco. 

-Naturalmente ogni volta che io decido di godermi un po' la sera, devo sempre incontrare qualcuno. O meglio devo sempre incontrare te. Con qualcuno. Eri dentro al bar, stavi tenendo per mano il tuo ragazzo, che non ho riconosciuto, era di spalle e indossava un cappellino, ma capii dalla costituzione del fisico che fosse un uomo. Sembravi felice.

Decisi di guardarvi un po', non tanto per il tuo ragazzo, ma per te. Stavate parlando mentre bevevate qualcosa, ti fece ridere. Più di quanto non lo facessi io. Sembravi felice, lo eri.

Mi chiesi come poteva farti ridere così, che sorta di incantesimo ti aveva fatto? Potevo e posso competere con lui? Dentro di me prese corpo l'idea che io ti avessi solo fatto soffrire, e che le poche volte che ridevi era perché eri tu a far ridere me. Non il contrario. Ti ho ferito? Nessuno potrebbe ferirti come ho fatto io. Ma è pur sempre vero che nessuno ti ama come ti amo io. Vorrei non prenderla sul personale, se tu dovessi davvero stare insieme per sempre con quel ragazzo.-

Tornato a casa, la cena fu abbastanza veloce, i genitori di Akaashi avrebbero avuto una cena di lavoro, per cui il corvino si ordinò una pizza da asporto. Se la gustò davanti alla televisione, all'insaputa dei genitori, che non l'avrebbero mai permesso, ma presto si stufò del film che stava guardando, o meglio, che gli teneva compagnia. Così andò in camera e si sedette alla scrivania. 

Guardava la sua camera, guardava fuori dalla finestra e guardava il cellulare. Era un alternanza continua di oggetti da guardare. Doveva dire altro al più grande.

-Tutto quello che vedo mi ricorda te, Bokuto. Dal cielo stellato, alla mia camera, il mio letto, il mio cellulare, e la mia stessa persona. Mi sto convincendo che tu sei più felice ora, lo sei no? So che quel ragazzo ti merita, ha bisogno di te, ma io sono ancora innamorato di te. Ti ho detto di lasciarmi da solo... non farlo. Un giorno forse mi sentirò più felice anch'io, ma più sorrido falsamente a tutti, più mi convinco che non sia così e che io stia nascondendo la realtà. Lo so che ero più felice con te. 

Oggi vederti al bar mi ha fatto piacere, mi piace guardarti, mi è sempre piaciuto, è ancora bello il tuo sorriso, e mi immagino la tua risata. Tu che tieni me per mano e ridiamo insieme di qualcosa, qualsiasi cosa.

Dovevo immaginare che un giorno ti saresti innamorato di qualcun altro. Ma se quel ragazzo ti dovesse ferire, voglio che tu sappia che io sarò sempre qui, per te.- 

Akaashi si addormentò qualche minuto dopo l'invio del messaggio, doveva recuperare energie per la partita del giorno seguente, e voleva piangere. Pianse addormentandosi ancora col viso bagnato di lacrime, ripensando a Bokuto e alla felicità che Akaashi gli aveva sempre impedito di provare.



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