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Capitolo 45

Aleys

Vidi tutto sparire in un istante mentre la figura di Adler veniva sbalzata via con una forza misteriosa.

Mi voltai e trovai la mano di Cedric a pochi centimetri dal mio volto. Potevo vederne solo il dorso ma notai che teneva... una palla di cannone?

«Abbiamo compagnai» esordì con voce bassa e roca che assomigliava più ad un ringhio.

Il braccio teso mi lasciava vedere le vene gonfie in rilievo mentre lo vidi serrare la presa sulla palla di cemento che era stata scagliata addosso a noi.

La sgretolò solo serrando leggermente la mano per poi lasciarne ricadere i rimasugli a terra, lo guardai sbalordita e senza parole. 

Aveva appena fermato una palla di cannone con una mano?

Si voltò verso di me mostrandomi il suo profilo perfetto dai lineamenti scolpiti.

«Aiuta il capitano e allontanatevi. A loro ci penso io» esordì prima di voltarsi di nuovo dandomi le spalle.

Corsi da Adler che aveva perso i sensi visto che era stato catapultato a forza nella dimensione della realtà.

Poi guardai verso l'orizzonte notando una macchiolina scura, che grazie al potere nei miei occhi riuscii ad ingrandire. Ed eccola là. Una nave pirata nostra nemica.

Mi voltai nuovamente verso Cedric che si stava togliendo la maglietta nera che portava.

Sulla schiena erano tatuate delle enormi ali da drago nere chiuse, come se stessero aspettando di dispiegarsi per volare via da una realtà a cui Cedric sembrava non appartenere.

Stavolta si voltò tutto lasciandomi godere della visione dei suoi addominali scolpiti e i muscoli allenati alla perfezione ricoperti da tatuaggi con scritte in lingua antica a me sconosciuta, che stavano aspettando solo il momento giusto per poter entrare in azione.

Era di una bellezza quasi spaventosa.

Si avvicinò a me con passi lenti senza distogliere il suo sguardo attento dal mio. Quando fummo abbastanza vicini fui costretta ad alzare il mento per guardarlo negli occhi mentre la sua enorme figura incombeva sulla mia.

Mi afferrò delicatamente la nuca prima di abbassarsi per posarmi un leggero bacio sulla fronte.

«So che sei confusa Aleys. E ti giuro che ti dirò tutto, non negare. Si vede lontano un miglio che hai ancora dubbi su di me e ti capisco ma...Fidati. Non te ne pentirai» sussurrò dolcemente.

Ed io non potei fare altro che acconsentire. Ci avrei provato mi sarei fidata, gli avrei offerto tutta me stessa come lui stava facendo con me.

«Solo...stai attento» sussurrai abbassando lo sguardo alludendo alla sua mano fasciata.

«Tranquilla. Sono imbattibile» ridacchiò prima di farmi cenno di procedere di iniziare ad allontanarci.

Mi accovacciai di fianco al capitano. Lo scossi varie volte ma niente non si svegliava.

Magari provando con la tecnica degli schiaffi...

No mi sembra un po' crudele svegliare qualcuno con uno schiaffo...

Mi voltai verso Cedric e lo trovai fermo in mezzo alla navata centrale della barca mentre fissava intensamente il punto in cui si trovava il veliero nemico.

Vidi il sangue nelle sue vene diventare nero e poco dopo i suoi capelli iniziarono a svolazzare grazie alla sua potenza magica. Una nube di nebbia nera iniziò ad alleggiargli attorno le gambe e le sue sclere si scurirono diventando un tutt'uno con le iridi già di color ossidiana.

Deglutii, ed ebbi quasi... paura di lui.

Poco dopo vidi Dayane correre verso di me. Probabilmente per tutto questo trambusto era salita a controllare che tutto stesse andando bene.

Il tramonto tingeva l'oceano di colori meravigliosi, mentre il cielo sembrava una tavolozza di un pittore.

Le sfumature di arancio, giallo rosso, viola e blu si mischiavano creando come un momento di pausa fra notte e giorno. L'unico momento in cui potevano coesistere.

Non pensavo di essermi trattenuta così tanto all'Interno dell'Extra Mondo ma a quanto pare il tempo al suo interno scorreva in modo del tutto diverso.

«Cosa... Dove... Che...»  esclamò Dayane in evidente confusione cercando di articolare delle domande di senso compiuto ma fece cilecca perciò risposi io riassumendo il tutto.

«Un veliero nemico ci ha appena attaccati, in questo momento siamo nella sua area di tiro. Dobbiamo allontanarci da qui il prima possibile. Cedric si occuperà dei pirati nemici. Ma ora dobbiamo andarcene e subito. Riusciresti a prendere il comando Dayane?» domandai alla fine risvegliandola dallo stato di trance in cui era caduta.

«I-Io penso di sì» borbottò per poi alzarsi e avviarsi verso... il timone, direi; anche se in giro non lo vedevo.

«Wow si combatte!» la voce emozionata di Jakal mi fece spostare lo sguardo su di lui che tutto entusiasta si avvicinò a Cedric. Li vidi scambiarsi un paio di battute prima che Jakal si avvicinasse a me pallido come un cencio.

«Ti aiuto a portare Adler dentro» borbottò evitando il mio sguardo.

Che cosa poteva mai avergli detto Cedric di così traumatizzante?

Mentre ci accingevamo a trasportare il corpo inerte del capitano vidi Atlas fare il suo ingresso allarmato.

«Che cazzo sta succedendo?» gridò. Notai le sue nocche grondanti di sangue e non potei fare a meno di chiedermi che cosa gli fosse successo.

Si avvicinò a noi tre e ci guardò. Aspettando una nostra risposta.

«Siamo sotto attacco» risposi semplicemente.

«E tu lo dici con questa tranquillità? Sembra che tu mi abbia appena detto che sei andata a fare la spesa!» ringhiò frustrato ma era evidente che era solamente preoccupato per le sorti della ciurma restante.

Mi voltai in direzione di Cedric e spalancai la bocca.

Due enormi ali nere squamate ora erano dispiegate impedendo la vista del suo corpo.

Quindi lui... Lui era...Un drago?!?!

Ma non feci in tempo a raggiungere Cedric per ammirare da vicino le sue ali che gli erano magicamente comparse sulla schiena.

Tutto accadde in un battito di ciglia, prima ero lì con Cedric davanti a me con le sue ali nere dispiegate in tutta la loro imponenza e l'attimo dopo ci trovavamo nei pressi di una costa frastagliata dove un precipizio incombeva spaventoso su di noi.

Che cosa cazzo è successo?! E dov'è Cedric?

Mi guardai attorno e feci due più due.

Ma certo!

Corsi verso il cornicione della barca e mi buttai dall'altra parte.

Le mie ali ci misero pochissimi secondi a crearsi sulla mia schiena e con un battito violento presi quota velocemente partendo alla ricerca di Cedric, che stava affrontando una battaglia del tutto da solo senza neanche sapere quanti nemici si trovavano sulla  barca del nemico.

La visibilità era diminuita per la notte che stava iniziando a calare, ma non mi sarei fermata.

Fosse l'ultima cosa che avessi fatto nella mia vita, lo avrei portato indietro sul veliero sano e salvo.

Lui era l'ultimo che mi era rimasto. Avevo deciso di riporre in lui tutta la mia fiducia. Non potevo lasciare che la mia luce nella notte venisse spenta. L'avrei protetta con le unghie e con i denti.

Kevin

Il tipo che stavo seguendo aveva iniziato a parlare di sé e della sua vita di cui onestamente non me fregava un cazzo, ma annuii e finsi di ascoltare rispondendo con monosillabi studiando il mondo in cui ero capitato.

«Come si chiama questo mondo?» domandai ad un certo punto interrompendo il suo monologo di cui non avevo ascoltato neanche mezza parola, lui non ne fu molto felice perché mi lanciò un'occhiata al vetriolo.

«Innanzitutto non è un mondo, ma è un universo» sottolineò con aria di superiorità che mi faceva fremere le dita dalla voglia di tirargli un pugno in faccia «L'universo è solo una visione di varie realtà che sono a loro volta la rappresentazione di altre realtà. E ci si può accedere solo attraverso portali, ma queste nozioni elementari spero che tu riesca a comprenderle. Un mondo invece è un velo sottile che si può trovare all'interno di un universo. Ce ne sono a miliardi e solo i governatori di essi ne hanno libero accesso. Il nome di questo universo comunque è: Sky Scraper» terminata la sua paternale non richiesta feci per fare un'altra domanda ma la mia risposta si palesò davanti a i miei occhi.

Una città costituita da grattacieli altissimi si srotolò davanti a me e successivamente notai come dei cavi d'acciaio. Milioni se non miliardi di cavi che attraversavano tutta la città ad altezze spropositate.

«Jin. Quindi vi chiamate così perché camminate su quegli affarini sottilissimi?» domandai sentendo l'ansia iniziare a montarmi dentro.

«Mi chiamò Kian, essere inferiore» ringhiò punto nell'orgoglio.

Si voltò verso di me e mi guardò intensamente con quegli occhi verdi scuro a fissarmi attenti e accusatori.

«Mi dovrai raccontare molte cose su di te Kevin Wind.La tua mente è troppo confusionaria per riuscire a tirarne fuori un tema comprensibileper un qualunque essere vivente»

Spazio Autrice!!🔥🔥

Ciao a tutti non sapete quanto mi state riempiendo di gioia leggendo la mia storia.

Che ve ne pare? Aleys riuscirà a trovare Cedric?

Kevin riuscirà a capire dove si trova? E come uscirne?

Riusciranno a rincontrarsi prima o poi?

Beh se siete incuriositi spero continuerete a leggere la mia storia e se vi piacciono i capitoli magari anche commentarli o mettere le stelline.

I consigli sono sempre ben accetti!

Vi voglio un mondo di bene! E grazie ancora! Buon proseguimento di lettura❤.  

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