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Capitolo 40

Aleys

La testa pulsava ed anche il solo pensiero di aprire gli occhi mi sembrava un'impresa titanica.

«Aleys! Cazzo svegliati!» l'urlo preoccupato di una voce a me conosciuta riuscì a farmi socchiudere gli occhi.

Dove mi trovo? Cos'è successo? Dove è Kevin?

Tutte queste domande spinsero per venir fuori ma quando misi a fuoco a fuoco il posto in cui ci trovavamo ci mancò poco che presi un infarto.

A destra, a sinistra, davanti a me. Solo un'infinita distesa di acqua. Ero finita nel bel mezzo di un oceano e non sapevo neanche nuotare. Ma la parte divertente doveva ancora arrivare. Ovviamente.

Mi guardai attorno notando delle pinne che ci giravano attorno accerchiandoci.

Squali.

Oh cazzo.

Mi avvinghiai a Cedric con la voglia di nascondermi e far finta che questa situazione non stesse succedendo per davvero.

«Così non aiuti però!» strillò frustrato cercando di rimanere a galla, ma poi vidi uno degli squali fare un salto cercando di attaccarci dall'alto, Cedric allungò la mano verso di esso provando ad attivare qualche suo strano potere ma non successe nulla.

Bene siamo fottuti.

Riuscimmo però a scansarci evitando l'enorme pesce che era restio all'idea di arrendersi come i suoi amichetti dopo tutto.

«Ehi voi due!» la voce di una ragazza ci raggiunse dall'alto, e solo in quel momento notai l'enorme veliero che ci aveva affiancati.

Spalancai la bocca stupita, quel tipo di imbarcazioni le avevo viste solo nei libri di storia più antichi, ed ora eccomi ad osservare un vero e proprio veliero pirata. La ragazza ci lanciò una corda e noi l'afferrammo prima di essere catapultati fuori dall'acqua grazie alla forza disumana della ragazza in questione.

Io e Cedric cademmo all'interno della barca e tirammo un sospiro di sollievo.

Eravamo stati molto, ma molto fortunati.

Cercai di alzarmi in piedi ma ero ancora debole per la fuga dal mondo d'Ombra e solo in quel momento mi accorsi che di Kevin non c'era traccia.

«Cedric. Dov'è Kevin?» ringhiai frustrata mentre lentamente facevo leva sui gomiti mettendomi in posizione eretta, lui fece lo stesso poco dopo sovrastandomi con la sua stazza.

«Lui...» mi guardò con aria triste abbassando poi lo sguardo. Questa cosa mi fece solo incazzare più del dovuto.

«Dove cazzo è finito Kevin, Cedric?!» gridai in preda all'ira avvicinandomi minacciosa verso di lui che indietreggiò «Parla!»

«Se ne è andato Aleys! Ha preso un portale diverso dal nostro! Non sono riuscito a fermarlo in tempo mi spiace»

«Mettiamo in chiaro le cose: dopo la missione ognuno per la sua strada chiaro? Non ti voglio tra i piedi»

Le parole che mi aveva rivolto la prima volta che ci eravamo incontrati mi ritornarono in mente e un nodo mi serrò la gola. Sentii gli occhi pizzicare.

Come aveva potuto? Come... Perché? Mi aveva promesso che mi avrebbe protetto! Ma in realtà se ne era andato, mi aveva lascito sola. Ma dopotutto erano questi i patti...

«Brutto stronzo!» gridai infuriata guardando il cielo terso.

Sentii il sangue tramutarsi in lava, fuori sembravo potente e fuori controllo, ma dentro... dentro stavo crollando.

E pensare che mi stavo anche affezionando! Come ho potuto essere così stupida?! Come ho potuto permettere ad uno come lui di entrare nel mio cuore?

Ma poi ci era davvero entrato o mi aveva solo incanta con i suoi tratti angelici?

Serrai i pugni, c'erano troppe persone che stavano assistendo al mio dolore. Non potevo piangere davanti a Cedric e alla sconosciuta.

Con la coda dell'occhio notai una porta che portava probabilmente nella stiva. La aprii e mi fiondai dentro la stanza ed a quel punto scoppiai.

Lacrime calde iniziarono a scendermi copiose lungo le guance.

Non ero stata abbastanza di nuovo. Non avevo soddisfatto i requisiti, di nuovo.

Lo sarei mai stata?

Singhiozzai e mi raggomitolai per terra abbracciando le ginocchia mentre sentivo le schegge del mio cuore rotto trafiggermi i polmoni provocandomi solo più dolore.

Cedric

La guardai correre via per rifugiarsi nella stiva.

Sapevo che avrebbe reagito così, ma non avevo avuto altra scelta se non separarlo da lei.

Continuai a fissare la porta della stiva finché la ragazza che ci aveva salvato non mi rivolse parola.

«Ma... le è scappato il gatto?» domandò incuriosita.

 Anche se la situazione non era delle migliori non potei trattenermi dallo scoppiare a ridere. 

Mi voltai a guardarla: la lunga chioma dalle sfumature rosee era raccolta in una treccia che le arrivava fino alle ginocchia, il viso dalla pelle pallida e dai tratti marcati, mentre i suoi grandi occhioni purpurei mi fissavano incuriositi. Era più alta di Aleys di qualche centimetro e forse era anche più grande di lei.

«Cmq io sono Dayane piacere» mi pose una mano guantata, sorridente.

L'afferrai accennando un sorriso a mia volta.

«Cedric, piacere»

Detto ciò la vidi guardare la porta della stiva per poi raggiungerla, aprirla e poco dopo entrarci senza proferire più alcuna parola.

Oookay?

«E tu chi saresti?» stavolta fu una voce maschile a richiamare la mia attenzione.

«Cedric tu?»

«Jakal piacere»

Mi voltai verso di lui: i capelli rossi come il fuoco gli contornavano il volto con delle ciocche che gli sfioravano gli zigomi, i tratti e la mascella marcati mentre gli occhi erano un mix di colori che non saprei esprimere con semplici parole... I contorni dell'iride azzurro quasi cristallino mentre al centro, come se fosse avvenuta un'esplosione, una macchia di rosso accesso contornava tutta la pupilla per poi schiarirsi in sfumature dorate spettacolari.

Wow che figata di occhi.

Mi appoggiai al parapetto guardando il mare sotto di me e lui fece lo stesso. Era alto e muscoloso quasi quanto me.

«Siete il suo ultimo salvataggio non è vero?» domandò divertito

«Già...»

Lui mi diede una leggera spintarella con la spalla e ridacchiai.

«Benvenuto nella ciurma amico» sorrise a trentadue denti e poco dopo ci ritrovammo tra corridoi e corridoi di stanze all'interno di quest'enorme nave.

Aleys

I singhiozzi non volevano interrompersi, eppure sapevo che era da bambini questo mio comportamento.

Dopotutto lui aveva messo le cose in chiaro già al nostro primo incontro... Ma allora perché? Perché sento questo buco nel petto? Perché mi sento abbandonata?

Un tocco leggero e vellutato su un mio braccio mi fece sobbalzare.

Alzai lo sguardo intimorita ritrovandomi davanti una bambina bellissima.

I capelli bianchi raccolti in due chignon le incorniciavano un visetto pieno di lentiggini e due occhi... cazzo che occhi... Riuscii a scorgerci ogni singola sfumatura dell'arcobaleno, erano semplicemente meravigliosi grandi e incuriositi nei miei confronti.

La vidi accendere una lampada ad olio e guardarmi attentamente. Portava un vestitino azzurro che la rendeva solamente più carina.

«Io sono Trilli» balbettò cercando di parlare con me anche se la timidezza le era di intralcio.

Sorrisi alla vista di tanta tenerezza concentrata in un solo esserino dell'età, a occhio e croce, di sei anni.

«Io sono Aleys» sorrisi e lei mi sorrise a sua volta, mi asciugai frettolosamente le lacrime mentre la vedevo allontanarsi per poi spostare un enorme tenda illuminando la stanza.

«Vieni! Ti accompagno dal mio fratellone! Hai bisogno di vestiti nuovi!» strillò emozionata.

Ma io mi ero incantata a guardare l'enorme stanza di Trilli. Delle enormi finestre davano una vista meravigliosa sul mare, mentre tutt'attorno a me giochi e pupazzi erano posizionati accuratamente o su mobili o su seggioline. Il legno era stato dipinto di un colore tendente al bianco panna mentre i mobili erano di un grigio perla.

Ma non potei studiare altro di quella enorme camera perché lei mi trascinò fuori dalla sua stanza e mi trovai in un corridoio.

Ma io ero entrata da una porta all'esterno... Io non ero entrata da qui! Com'è possibile?

Continuai a guardarmi attorno notando l'infinità di porte su entrambe i lati del corridoio. Trilli a differenza mia sembrava conoscere esattamente il percorso per la camera del suo fratellone.

Quando arrivammo davanti ad una porta esattamente identica alle altre Trilli irruppe nella stanza procurandosi un'occhiataccia dal fratello in questione e... cazzo.

Certo Kevin e Cedric non erano niente male ma lui... lui... merda. 

I capelli bianchi e corti gli davano un'aria incredibilmente sexy, era sul suo letto a leggere un libro senza maglietta lasciando a me il "peccato" di poter ammirare i suoi addominali perfetti e allenati, decorati con vari tatuaggi di inchiostro nero.

«Quante volte ti ho detto che devi bussare prima di entrare?» la voce bassa e leggermente roca mentre spostava l'attenzione sulla sorellina per poi guardarmi.

Chiuse il libro per poi avvicinarsi a noi e fui costretta ad alzare il mento per poterlo guardare negli occhi evitando di guardare il suo fisico statuario.

«Tu saresti ragazzina?»

«Aleys piacere...»

«Atlas» rispose prontamente. Anche lui come la sorellina aveva degli occhi davvero molto particolari, uno era degli stessi colori dell'arcobaleno, l'altro invece era nero come l'ossidiana.

«Le servono dei vestiti!» strillò la sorellina

Lo vidi annuire per poi avvicinarsi ad un armadio. La sua camera a differenza della sorella era senza un colore specifico, infatti le pareti ed il pavimento erano dello stesso colore del legno del veliero.

Mi passò dei vestiti e mi fece cenno di cambiarmi.

«Cioè tu vuoi che mi svesto qui? Davanti a te? Non ci pensare neanche!» strillai imbarazzata diventando rossa per l'imbarazzo.

«Vedi altri posti in cui cambiarti, fragolina?» ridacchiò divertito

«Non chiamarmi così» ringhiai cercando di essere credibile

«Certo, fragolina»

Ma che simpatico.

Mi spogliai velocemente rimanendo in intimo per poi indossare un corpetto in pelle nera e dei pantaloncini jeans neri quasi inguinali.

Il perché lui avesse questi vestiti preferii non saperlo.

«Visto ci voleva tanto?» esclamò alla fine

«Sì» gli lanciai un'occhiataccia mentre mi sistemavo la mia cintura di coltelli alla vita. Lo vidi prendere una maglietta nera in pandan con i pantaloni della tuta e uscire fuori.

«Aspettami!» gridai uscendo di corsa seguita da Trilli che rideva divertita.

Sorrisi, forse non sarei rimasta davvero sola alla fine.    

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