Capitolo 39
Persona sconosciuta
Sorpassai i vari cadaveri dei combattenti che erano rimasti lì a marcire ormai privi di vita.
I combattimenti e le guerre mi facevano ribrezzo, preferivo di gran lunga un confronto a parole ed una battaglia di frecciatine. Quelle le adoravo.
Arrivata alla camera che mi era stata indicata trovai la persona che stavo cercando ed imprecai.
«Cazzo non ci credo!» strepitai incazzata.
Mi abbassai davanti al corpo del ragazzo sentendo il battito. Era flebile e tra non molto si sarebbe spento e nessuno avrebbe assistito alla morte di questo tipo oltre a me.
«Se lui muore, io ti ammazzo»
Le parole del ragazzo che avevo salvato poco tempo fa mi riecheggiarono nella testa come una sorta di avvertimento ed un brivido di paura mi sconquassò il corpo.
«Ookay ragazzone siamo io e te. E visto che devo portarti fuori da qui ti conviene darmi una mano» esordii mentre mi feci passare un suo braccio dietro la nuca e con l'altro iniziai a sostenerlo per la vita, quando riuscii ad alzarmi in piedi dopo varie imprecazioni, ci avviammo verso l'uscita.
O dovrei dire: "mi avviai" visto che il ragazzo non aveva ancora ripreso i sensi.
Kevin
Serrai la mascella vedendo la scena che mi si presentava davanti.
Le loro due labbra in collisione mentre io me ne stavo lì fermo a guardare. Ma non potevo fare alcun che.
Appena era entrata in contatto con l'albero la sua anima aveva iniziato a contaminarsi, ma si vedeva lontano un miglio che della maledizione non c'era rimasta neanche l'ombra ormai.
I tatuaggi che le si erano inerpicati sul braccio stavano fluendo sul corpo di Cedric partendo dalle sue labbra che... cazzo.
Mi guardai attorno spazientito con un incredibile voglia di spaccare qualcosa. E tra i primi posti c'era la faccia di quello stronzo di Cedric.
Si scostò dalle sue labbra e la vidi riprendere un po' più di colorito.
Le braccia di Cedric l'avevano avvolta in un abbraccio per riscaldarla, lui mi rivolse uno sguardo d'intesa.
Sapevo già cosa fare.
Sarei dovuto andare io a prendere quel cavolo di frutto.
Sarei voluto rimanere con lei e proteggerla ma come mi aveva spiegato Cedric, se la maledizione si fosse ripresentata lui sarebbe stato pronto ad assorbirla.
Mi sfilai la maglietta e sentii il peso delle ali gravarmi sulla schiena.
«Buona fortuna angioletto» la sua voce profonda ed ironica mi fece saltare i nervi, gli lanciai un'occhiataccia e lui rispose posando un tenero bacio sulla fronte di Aleys.
Quanto avrei voluto spaccargli la faccia.
Guardai vero l'alto e focalizzai il mio bersaglio.
Mi diedi la spinta e iniziai a risalire l'enorme albero.
Questo era il piano B nel caso che fosse successo questo. Il piano A invece consisteva in Aleys che mangiava il frutto, e successivamente apriva i portali per farci scappare da questo mondo ed infine Cedric le avrebbe tolto la maledizione. Atterrai ,sul ramo più vicino al frutto che trovai, ed una scossa elettrica mi provocò dolore in tutto il corpo.
Cazzo
Serrai la mascella per non urlare dal dolore, iniziai ad inspirare ed espirare. Sentii il dolore via via svanire gradualmente, quando fui sicuro di aver ripreso il controllo mi avvicinai al frutto e lo colsi.
Un sorriso amaro si fece largo nelle mie labbra, la mia anima ormai era talmente sporca che l'albero non riusciva più a provocarmi alcun dolore.
Riatterrai e passai il frutto a Cedric ma una voce soave e melliflua ci mise sull'attenti.
Mi voltai verso Cedric e lo vidi diventare pallido come un fantasma, non mi stava neanche prestando attenzione. Anzi... stava guardando in una direzione precisa.
Seguii il suo sguardo ed incontrai quello di una ragazza bellissima.
I capelli mori e ricci le scendevano fin sulle spalle mentre con un'andatura lenta ma sensuale si avvicinava a noi. Il vestito in tulle nero le svolazzava attorno sollevato dai vari sbuffi di nebbia nera che apparivano dopo ogni suo passo.
Mi avvicinai di un passo anche io ma sentii una presa salda sull'avanbraccio e mi voltai.
Due iridi color ossidiana spaventate a morte mi fissarono attente.
«Lei è Dark o dea degli inferi... Non ti conviene attaccarla a meno che tu non voglia morire seduta stante»
Un brivido mi percorse il corpo partendo dal braccio e non fu di paura. Lo allontanai in malo modo staccandomi dalla sua presa e vidi il segno di una rosa nera sul mio braccio.
La paura mi assalì lo stomaco, lui...
Si allontanò da me sorridendo malefico.
Ma non riuscii neanche a reagire perché tutto divenne buio e mi ritrovai segregato nella mia stessa mente con Demon.
Cedric
Sorrisi vedendo lo sguardo vuoto di Kevin.
Ora che anche lui era sistemato, potevo occuparmi del problema numero due.
Staccai un pezzetto del Frutto del Diavolo e lo feci ingurgitare ad Aleys.
La vidi spalancare gli occhi ed iniziare a tossire prima di accasciarsi nuovamente priva di sensi.
Dopo essermi assicurato che fosse ancora viva alzai lo sguardo su Dark che aveva osservato la scena divertita.
«Peccato che tu abbia immobilizzato il tuo amico biondino... Dopotutto è la prima volta che vedo uno di stirpe angelica entrare negli inferi» sussurrò iniziando a girargli attorno come un predatore fa con la sua preda.
Guardai con la coda dell'occhio il corpo di Aleys mentre veniva percorso dai vari tatuaggi demoniaci.
Perfetto, aveva iniziato a fare effetto.
«Sai Cedric è da un po' che non ci vediamo...» pochi secondi dopo mi ritrovai la faccia di Dark ad un palmo dal naso.
Sentii il cuore smettere di battere, le gambe cedettero mentre provavo invano a respirare per incamerare aria.
«Ma il nostro conto in sospeso non l'ho di certo dimenticato» continuò per poi scoppiare a ridere divertita dalla situazione.
Lancia un'occhiata ad Aleys e vidi il suo corpo iniziare a levitare prima da sdraiato per poi mettersi in posizione eretta con la testa che ciondolava. Le sue braccia si sollevarono e sia io che Dark fummo circondati da diversi portali dai colori sgargianti ognuno diverso dall'altro.
Sorrisi ancora piegato in due dal dolore. Ma per la confusione sentii la presa del potere di Dark su di me allentarsi permettendomi di far muovere Kevin verso un portale qualunque. Aleys intanto stava iniziando a riprendere i sensi ed i portali non sarebbero durati ancora a lungo.
Con un grugnito mi alzai e con uno scatto afferrai Aleys, controllai che Kevin fosse passato attraverso uno di essi, e quando fui sicuro che nessuno sarebbe rimasto intrappolato in questo mondo mi affrettai a correre verso un portale diverso da quello che aveva attraversato Kevin e finalmente lo attraversai.
Dopo ben tre mila anni ero libero! Libero!
Lasciai che il risucchio mi avvolgesse e serrai la presa su Aleys per non perderla, non avrei commesso lo stesso errore due volte.
Il pensiero che non avrei più incrociato Kevin mi fece sorridere. Ora non ci sarebbe stato più nessuno ad impedirmi di mettermi con la ragazza che stringevo tra le braccia. Ma i miei pensieri si annullarono e tutto sparì in un turbinio di colori.
Persona sconosciuta
«Eccomi...Sono arrivata...» con il fiatone annunciai il mio arrivo al ragazzo che con una certa fatica si alzò il più velocemente possibile dal suo giaciglio e mi tolse dalle braccia in malo modo il corpo dell'altro quasi come se da esso dipendesse la sua stessa vita.
Prego non c'è di che eh.
Ma poi guardai il volto del ragazzo dai folti ricci scuri sorridermi grato e sentii il mio cuore sciogliersi sotto quello sguardo riconoscente nei miei confronti.
Adagiammo quello privo di sensi sul giaciglio sul quale prima era steso il ricciolino e il ragazzo iniziò a muoversi ansioso vicino a me.
«Puoi guarirlo come hai guarito me, vero?» domandò ansioso
«Certo che posso ma per chi mi hai preso?» riposi acida per la sua poca fiducia nelle mie abilità.
Va bene che ero magrolina e che non avrei saputomaneggiare neanche una spada di legno se me l'avessero insegnato, ma nelle coseche sapevo fare ero la migliore.
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