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Capitolo 4

[New York, 9:00]
Era successo tutto in un secondo. Samaritan ci aveva quasi rintracciato e poco tempo dopo la baita è esplosa. C'eravamo cacciati un gran brutto guaio. Non sapevo che fare. E poi ho capito che la soluzione era ritornare a New York, dove tutto ebbe inizio. Ed ora eccoci qui. Senza una sede, senza comunicazioni. Senza possibilità di salvare i numeri. L'unica cosa che hanno tutti tranne me è un lavoro. Quello che meno mi aspettavo è quello di Shaw. Una profumeria. Ma sì che lei è proprio adatta alla vita sociale. Ora mi ritrovo allo stesso punto di prima. Ci siamo separati sì e no da una settimana, tutti hanno un'identità nuova eccetto me. Cioè non ho un lavoro come copertura. Così mi sono arrangiata: ora lavoro come baby sitter. Che schifo. Non ho niente contro i bambini, è solo che non sono brava a gestirli. Poi mi sono ricordata che ho ancora vent'anni e dato che il mio amichetto nerd, come lo chiama Shaw, è finito a fare il professore decido di iscrivermi alla stessa facoltà. E ora eccomi! A fare lezione con Finch che scrive alla lavagna "professor Wistler" o una cosa del genere che ora non ricordo. Tsk. Poi vedo che mi ha notata e lo saluto con la mano, in maniera impercettibile. Non vedo l'ora di uscire da questa classe. Ho voglia di agire. E ho un brutto presentimento. Come se col tempo le cose peggioreranno. E non ci sono molti fattori che mi fanno dubitare di ciò. C'è una ragazza che si muove in una maniera idiota: sembra che voglia corrompere Harlod. Ma non sa, a differenza mia, che non ci cascherà mai. Tutta la lezione è una specie di bla bla bla. Così vado in bagno e faccio per chiamare qualcuno. Ma non posso perché, ovviamente, Samaritan ascolta le nostre conversazioni. Mmh che rabbia. Torno in classe per prendere la borsa ma Harold mi fa cenno di seguirlo.
«Non doveva dirmi qualcosa?» mi chiede mentre si siede.
«Dobbiamo tornare all'azione Harold, che ti piaccia o meno. Non sono venuta a cercarvi per farvi rincontrare e giocare a scacchi. I numeri aumentano e con loro le persone che muoiono.»
«Mi sembra chiaro che lei sappia già la mia risposta. No.»
Sbuffo. «Sei tu che hai creato la Macchina Harold. Sei tu che dicevi che la vita delle persone andava salvata. Vedi di ricordartelo!» dico uscendo e sbattendo la porta. Non-è-giusto. Decido di fare un salto al posto di lavoro Shaw. Dalla vetrina vedo che spruzza profumo sulla faccia delle clienti. Ecco! Questa è la Shaw che conosco! Si dirige verso una donna... Root?! Ma cosa? Oh ma che bello! Io gli faccio ritrovare e loro mi emarginano. Okay forse sto esagerando. In questo momento non so manco cosa provo. Poi Root esce e mi guarda con quel sorriso che usa sempre. Entro in boutique.
«Ehi grande maestra della socializzazione! Anche io vorrei assaggiare un po' di profumo. È possibile?»
«Skylar?»
«No, il mostro degli abissi.» Lei alza gli occhi al cielo. Poi aggiungo: «Ogni tanto scioglila la coda.»
«Anche tu sei in vena di commenti umoristici?»
«Forse. Solo se mi garantisci che non mi pugnalerai con i tacchi come hai minacciato di fare con Root.»
«Root? Non eri nel negozio quando...»
«Cimici, Shaw. Non lo hai fatto anche tu?» Mi sorride con aria complice.
«Ho fame» annuncio.
«Idem.»
«Scommetto che farai uno dei tuoi pranzi molto magri e salutari.»
«Hai qualcosa contro il "Beatrice's Lili"?»
«No, dico solo che ne abusi. Secondo me dentro c'è la drogah» dico enfatizzando. In poco tempo raggiungiamo la fine della strada.
«Destra. Muoviti ho fame.»
«E poi smaltisci tutto sparando alle persone?»
«Certo come no. Avessi qualcuno da sparare.»
«Spara a John. Si è accaparrato il lavoro migliore.»
«Ovvero?»
«Sta nella Narcotici. Forse avrà una promozione a Detective.»
«Diamine. Ma perché sempre a lui?»
«Chiedilo alla nostra amichetta preferita. Ecco vai a prendere il tuo trofeo.»
«Volentieri.»
«Onoralo mentre lo mangi!»
«Sicuro.»
«Ricordati che è morto tra le tue fauci.»
«Dovrebbe essere onorato di ciò!»
«Sì come no!» dico allontanandomi. Prendo anche io da mangiare. E sinceramente non è un pranzo leggero. Compro un panino con dentro talmente tanti ingredienti che non mi ricordo neanche cosa ci hanno messo dentro. Trovo Shaw seduta su una panchina che mangia il panino con aria da maniaca.
«Se quel panino avesse le gambe scapperebbe. Fai paura.»
«Nonf sofo pfroblemfi fmei.»
«Ingoia o ti strozzi.»
«Sfe mfi frotfto fu fmi faftuti?»
«Forse. Perciò ingoia.» Deglitisce.
«Anche il tuo pranzo sembra molto leggero.»
«Ah ah. Lo so, dentro ci sta un sacco di roba. Non lo mangerò tutto.»
«Crisi d'astinenza d'azione?»
«Mi pare ovvio. Io le persone voglio salvarle non vederle morire.»
«E io ho voglia di sparare qualcuno» dice Shaw mentre un mucchio di peperoni fritti le cade sul vestito.
«Stai meglio con i pantaloni.»
«Tu quando dormi.»
«Ma che simpatica.»
«Lo so.»
«Sai perché è strano?»
«Perché sono una sociopatica?»
«No. Perché hai la sfera emotiva intasata dal cibo che ingurgiti di continuo.» Si gira verso di me e mi lancia uno sguardo assassino.
«Scusa scusa» dico allontanandomi un po'. Mi fa paura sul serio. Non che si faccia troppi problemi a infortunarmi.
«Hai parlato con Harold?»
«Sì.»
«E?»
«No.»
Shaw emette uno strano suono. Credo che si senta come me. Arrabbiata. Solo che lei è pericolosa al contrario mio.
«Ehi tesoro.»
«Smettila di chiamarmi tesoro Root.»
«Eh Sam. Ti devi abituare.»
«Ciao Root» la saluto.
«Skylair» ricambia.
«Ma la smetti?!» sbraito. Shaw fa per indicarmi e invece rischia di strozzarsi. Dopo vari colpi di tosse dice: «Hai visto che non sono solo io?»
«Ma che avete entrambe?»
«Finch» rispondiamo insieme.
«Me la sbrigo io. Ora ho un lavoro per voi» dice Root consegnandoci due borse e una mappa. La vediamo allontanarsi. Ci guardiamo e ci alziamo.
«Spero che ci sia qualcuno da sparare» mi dice incamminandosi.
«Io spero che chiunque debba sparare non si faccia troppo male. Sai, ho una certa voglia di scagliare coltelli» le dico raggiungendola.
«Coltelli?»
«Vedrai» dico sorridendo.

*spazio autrice*
Ehiii! Siamo a 119 visualizzazioni! Che bello! >o< Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento! Ah e oltretutto devo fare gli auguri alla nostra cara SARAH SHAHI che ieri ha compiuto gli anni! Auguri! Un saluto
Eleonora

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