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Capitolo 12

"Stai scherzando?E' davvero pazzesco". Aveva esclamato Rosa.

"Lo so". Feci io.

"Adesso non so che fare,se lui ha visto qualcosa,forse dovrei dirli la verità ma,oh,non so come la prenderebbe".Aggiunsi con incertezza.

Rosa ebbe un idea alquanto stupida."Testa e croce?". Suggerì.

"No". La sgridai. "Non è questo il modo".

"Non so che dirti sorellina". Si mortificò lei.

"Non importa". Quella situazione mi stava causando nervosismo.uscii dalla camera e ignorando gli altri miei parenti,uscii di casa. Ormai si era fatto pomeriggio inoltrato. Avevo la mia perla in mano,dentro la tasca. Era come se ce ne stessi creando un legame profondo. Non mi diressi verso la spiaggia,mi costrinsi ad andare verso la strada,ad allontanarmi da quell'inresistibile richiamo. ragionai. La perla era tornata da me per qualche motivo e forse era tornata da me per un altressì interessante ragione. Non sapevo che pensare. Tornai sui miei passi,verso casa. Forse una ricerca online mi avrebbe fornito informazioni circa le proprietà di una perla,o leggende,o altro che potrebbe aiutarmi. Sul porticato c'era la mamma che piangeva a dirotto con papà che cercava di consolarla.

"Maureen". Esclamò la donna vedendo la figlia giungere sulla soglia di casa.

"Mamma,che succede?". Le chiesi preoccupata. Mia madre mi prese in un caldo,materno abbraccio. "Che c'è?". Mi lamentai staccandomi da lei.
La donna mi guardó intensamente:"Sei cosí bella". Sbuffai ed entrai in casa. Mentre mi chiudevo la porta alle spalle udii mio padre sussurrare alla mamma:"Credi che Maureen potrebbe...".
"No". Ribadí secca lei. Incuriosita rimasi in ascolto e devo ammettere che il mio nuovo udito aveva dei vantaggi strepitosi. "Tesoro, non sono esattamente come te, siamo due persone diverse, ma da quel che mi hai detto...".
"Ascolta, io ho rinunciato a molto per te. Sai che per me è un continuo combattimento e ho il terrore di cedere, so che potrebbe succedere". Sentii dei movimenti, dei baci. La mamma smise di singhiozzare. Mi pareva un buon segno, ma non avevo ancora capito di che parlavano. Aspettai qualche minuto ma, silenzio. Mi stancai e salii in camera. Speravo di trovare qualcosa di interessante online sulle perle ma niente sembrava fatto al caso mio. Mi arresi buttandomi sul letto. Poi raccolsi qualche rivista, che Rosa aveva lasciato in camera mia, per sua brutta abitudine, e mi persi un po'. Quando venne l'ora di cena, l'aria era tesa e turbolenta. Mia madre pareva persa nei suoi pensieri. Rosa ad un certo punto scoppió in lacrime e si mise a fissare un punto morto, che non c'era, come se guardasse il vuoto.
"Mare, non puoi sfuggire....mm-mamma...". Impallidii. Merda. Vidi la nonna alzarsi con gli occhi sbarrati. Cercai di bloccarla:"Su Rosa, non fare la stupida". Finsi una macabra risata e un falso sorriso mentre mi allontanavo con Rosa, trascinandomela in cucina. Ma la nonna mi seguí e sulla soglia mi disse di tornare a sedermi. "Ma...". Replicai io. Lei mi guardó seria e sorrise:"So cosa fare Maureen". In qualche modo mi sentii piú tranquilla. Tornai al mio posto, conscia che la nonna sapesse. Glielo avevo letto negli occhi, lei sapeva tutto.

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Non volevo dormire, volevo buttarmi in acqua e basta. Uscii furtiva di casa e mi diressi verso la spiaggia. Il cielo era sereno e faceva caldo. Il suono del mare mi chiamava a se. Sulla sabbia c'erano delle orme, poco piú grandi delle mie. Portavano verso il mare. Vidi chi le stava lasciando. Si trattava di mia madre. Corsi a nascondermi dietro uno scoglio. Si stava avvicinando al mare. In una mano teneva qualcosa ma non sapevo di che si trattava. Cercai di non farmi vedere mentre osservavo la scena. Prima si fermó a pochi passi dal mare e chiuse gli occhi per qualche secondo. Quando gli riaprí si ispezionó la mano chiusa.
Sul palmo c'era qualcosa che luccicava. Sembrava, aguzzai un po' la vista rischiando di essere scoperta. Sembrava una perla color verde. Sussultai. Mi venne d'improvviso in mente che io ne possedevo una. Io possedevo una perla nera. Il vento stava scompigliando i capelli della mia mamma, i lunghi capelli luminosi che le accarezzavano il capo e che amava far ricadere selvaggi sulle spalle. I suoi occhi erano verdi, ridenti e luminosi. Il fisico atletico, il fascino di una donna meravigliosa.
Avevo sempre sognato di diventare bella come lei un giorno. Poi ricordai nuovamente la premonizione di Rosa. Corsi d'istinto verso mia madre urlando:"Mamma, mamma". Lei si voltó, stava sorridendo. "Maureen mi dispiace, bada a tua sorella e a tuo padre finché puoi". Si voltó nuovamente ma io la afferrai per un braccio:"Cosa stai facendo? Resta con me ti prego?". Lei non si voltó, guardava il mare."Se resto riscontreró la malattia, sta già succedendo. E il mare mi chiama da anni ormai".
"No". Protestai. Qualcuno mi prese per i fianchi costringendomi ad allontanarmi da mamma, che si muoveva svelta lasciandosi avvolgere dall'acqua.
"Non puoi trattenerla". Mi disse la voce. Mi voltai.
"Juan". Esclamai agitata, sconcertata e perplessa. "Tu sei morto, tu...". Sentii la testa girare, la vista mi divenne scura mentre svenivo.

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