42. Indissolubile
Buonasera stelline, eccoci con il capitolo 42. Spero vi piaccia.
Vi mando un forte abbraccio, Luana!
Ps.fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo. Vi aspetto nei commenti! ✍🏻♥️
Decisi di prendermi due giorni di ferie.
Avevo bisogno di schiarirmi le idee e sinceramente, non avevo voglia di vedere Stacy attaccata ad Alexander come sei lei fosse una cozza e lui il suo scoglio.
Tornai il giorno dopo in ufficio sperando che se ne fosse ritornata già da dove era venuta ma quando la intravidi chiacchierare con Flo nel suo ufficio, mi crollò la terra da sotto i piedi.
«Foster!» Mi chiamò raggiungendomi davanti all'ascensore.
«Buongiorno» le dissi, anche se per me non lo era.
«So che sei stata male, adesso spero tu stia meglio».
«Sì, è stata un'influenza passeggera».
«Ottimo! Ti accompagno fino in ufficio, così possiamo chiacchierare un po'. Ti va?».
No, che non mi andava. Non mi andava per niente. «Certo».
La faci passare poi, entrando pigiai il tasto per andare al piano.
«Allora... come ti trovi alla LuMoonrise?».
Prima di scoprire che avessi un terzo capo, meravigliosamente. Adesso una merda.
«Molto bene».
«Ne sono felice» commentò.
Scommettevo di no, ma finsi di crederle.
«Allora...» iniziò. «Al momento stai leggendo qualcosa?».
«Sì, certo».
«E pensi che sia un autore che faccia a caso nostro?».
«Sono ancora all'inizio per adesso, non posso ancora dirlo».
«Mh... capisco» disse per poi uscire dalla sua borsetta uno specchietto, lo aprì per poi passare sulle labbra il rossetto.
«Ti trovi bene con i colleghi?».
«Sì» mi chiesi dove volesse andare a parare.
Sono sicura mi avesse riconosciuta. Ne ero certa.
«Hai avuto modo di conoscere Royce, no?».
«Sì, una bravissima persona».
«E Alexander, anche?»
Lo sapevo!
«Io e Alexander ci conoscevamo già, Stacy».
«Ma dai! Sul serio?».
Mi stava forse prendendo in giro?
Non sarei caduta nel suo tranello.
«Vecchi amici» spiegai brevemente.
«Sarà stata un gran fortuna avere un amico qui dentro, no? Alla fine, qui non accettiamo persone senza esperienza. Solo persone laureate e con master alle spalle. Insomma, la LuMoonrise Books non è una piccola casa editrice ma è una delle CE più famose al mondo, Charlotte. Sai quante persone ci inviano la propria candidatura ogni giorno? Centinaia».
In quel momento, seppur non volessi cadere nella sua trappola, mi sentii piccola e indifesa. Io non avevo potuto frequentare l'università, figuriamoci prendere una specializzazione! Amavo scrivere, amavo leggere e per quanto riguardava il mondo di Wattpad, probabilmente ne sapevo più di lei ma, probabilmente questo non era sufficiente.
Le porte dell'ascensore si aprirono e io tirai un sospiro di sollievo. Jay stava entrando nel suo ufficio, quando ci vide e si fermò per salutarci.
«Ragazze, buongiorno!» Ci sorrise.
«Jay Jay... come siamo carini questa mattina, che hai fatto ai capelli?» Gli chiese la ragazza avvicinandosi al ragazzo per poi aggiustargli la cravatta.
«Te ne sei accorta? Beh... li ho tagliati. Dici che mi stanno bene?».
«Sono divini!» Cinguettò lei.
Stacy Marrone era amata da tutti qui dentro. Mi chiedevo come fosse possibile, io la trovavo odiosa. Con me, come Flo d'altronde, non era per nulla carina.
La porta dell'ufficio di Royce si aprì rivelando Alexander.
«Socio! Buongiorno!!» Lo saluto Stacy andandogli incontro.
«Ehi, tutto bene?» Gli domandò di conseguenza lui.
Jay iniziò a parlarmi di qualcosa ma io feci semplicemente finta di ascoltarlo. Con la coda dell'occhio notai la ragazza avvicinarsi ad Alex per poi lasciargli due baci sulle guance.
«Alla grande, piuttosto, mi stavo chiedendo se potessi raggiungermi nel mio ufficio. Ho delle cose da doverti mostrare».
Non so perché ma pensai alle sue tette.
Pensare male con Stacy, era inevitabile.
«Sì certo, dammi un attimo, ok?».
«Hai da fare qualcosa?» Gli chiese miss simpatia. «Posso darti una mano se vuoi!».
«Certo... come no» borbottai tra me e me.
«Hai detto qualcosa?» Mi chiese Jay.
«No no, ti stavo soltanto ascoltando» gli mentii. «Piuttosto, questa sera hai impegni?» Gli domandai con un tono di voce più alto, non so perché lo feci ma Alexander e Stacy si voltarono per guardarci.
«No, perché? Hai in mente qualcosa?» Notai nello sguardo di Jay una luce diversa.
«Sì, avevo voglia di andare a mangiare fuori, ma se sei impegnato...».
«Per niente! Mi farebbe molto piacere uscire con te, in realtà avrei dovuto chiedertelo io prima ma non volevo sembrarti precipitoso o...».
«Ma va, figurati! Allora ci vediamo dopo per organizzare tutti i dettagli?» Gli dissi appoggiando una mano sulla sua spalla.
«Assolutamente sì, Lottie».
«Charlotte?» Alexander ci raggiunse sotto lo sguardo attento di Stacy. Feci finta di non sentirlo. «Foster!» Mi richiamo.
«Si?».
«Avrei bisogno di te nel mio ufficio, adesso».
«Ti raggiungo tra un attim...».
«Adesso» mi interruppe. «Ho bisogno di te adesso».
«D'accordo» risposi. «Jay, ci vediamo dopo» rimarcai al ragazzo.
«A dopo» mi sorrise lui per poi essere raggiunto da Stacy.
Seguii Alexander nel suo ufficio. Quando arrivammo, mi fece passare per prima, chiudendo poi la porta, a chiave.
Posai la borsa in una delle due sedie davanti alla sua scrivania e mi voltai a fissarlo.
«Si può sapere che stai facendo?» Mi domandò incrociando le braccia al petto.
«A cosa ti riferisci?».
«A Donovan, perché diavolo dovresti uscire con lui questa sera?».
«Perché ne ho voglia!» Risposi di getto.
«Con Jay? Seria?».
«Sì, è un ragazzo simpatico e poi vorrei ringraziarlo per tutte le volte che mi ha portato la colazione in ufficio».
«Un grazie era più che sufficiente, non credi?» Scossi la testa, gesto che lo fece incazzare ancora di più. Si porto una mano tra i capelli, cercando di sistemarli, ma fece tutto il contrario.
«Non mi va che esci con lui!».
«E a me cosa dovrebbe importare?».
«Charlotte!».
«Si, Alexander?».
«Sono due giorni che provo a mettermi in contatto con te, perché diavolo non rispondi alle mie chiamate?».
«Ho avuto da fare e poi... non sono obbligata a rispondere al mio capo fuori dall'orario d'ufficio!».
«In questi due giorni non è stato il tuo capo a chiamarti ma Alexander! Che ti prende? Pensavo avessimo superato tutto, invece eccoci ancora qui a discutere per il nostro passato!».
«Beh si dà il caso che questo fosse prima che il passato, tornasse!».
Afferrai nuovamente la borsa e feci per andarmene ma lui mi fermò prendendomi per il polso.
«Devo andare a lavorare Alex, a differenza tua, io qui devo darmi da fare per guadagnarmi la fiducia degli altri!».
«Non c'è fretta, resta ancora un po' qui con me» disse con un tono di voce più dolce.
Era bello quella mattina, Dio se era bello.
«Meglio di no».
«Charlotte...».
«Che c'è Alex?».
«Non uscire con Jay questa sera».
«Perché no? Io e te non stiamo mica insieme!» Affermai scontrosa.
In realtà, io pensavo di sì, ma in questo momento sono più confusa che mai. Alexander non ha dato ancora un "nome" a quello che siamo e questo mi infastidisce. Soprattutto ora che Stacy era a Chicago.
Come sospettavo, Alexander non aggiunse altro.
Lasciò il mio poso e io uscii dal suo ufficio.
Sperai che mi venisse dietro. Che mi fermasse, ma non lo fece.
Andai nel mio ufficio e chiudendo la porta alle mie spase, cercai di non pensare ad Alexander tuffandomi a capofitta sul lavoro.
«Fottuto cuore, no, non lo fare. Non ricadere nello stesso errore di molti anni fa. Non puoi!».
Quella sera, Jay passo dal mio ufficio alle cinque in punto.
Sul volto aveva un sorriso sincero.
«Pizza, sushi o tailandese?» Domando scortandomi fino all'ascensore.
«Mh...» inizia ma fui interrotta da Alexander che ci fese segno di aspettarlo. Jay mise una mano sul sensore delle porte per evitare che queste si chiudessero.
Sospirai.
Senza dire niente, il ragazzo entrò per poi poggiare in tasto per andare al piano terra.
«Allora?» Mi richiamò all'attenzione Jay. «Pizza, sushi o tailandese?».
«Charlotte non mangia sushi» si intromise Alex.
«Ah... allora, pizza o tailandese?» Rise Jay guardandomi.
«Non fa alcuna differenza per me» sorrisi.
«Davvero Foster? Non fa nessuna differenza per te?» Domandò sarcastico Alexander. Scossi la testa. On avevo voglia di parlare con lui. «Eppure sono due cucine completamente differenti, quella italiana e quella tailandese. Sono sicuro che tu abbia una preferenza no?».
«Può darsi ma alcune volta sarà pure bello variare, no?».
«No, perché sono sicuro che la cucina Tai non faccia per te. Anzi, ne sono più che sicuro!».
«Beh... non puoi dirlo Alex, magari a Lottie potrebbe stupirla e anche innamorarsene» osò dire Jay ignaro dei nostri trascorsi.
«Stai scherzando?» Chiese Alexander, in realtà, non ero più sicura che Noel stesse parlando di cibo. «La cucina italiana è la migliore che ci sia!».
«Sì, concordo con te ma anche la Tai non scherza. Ci sono piatti buonissimi, posso assicurartene io!».
Alexander alzò gli occhi al cielo.
«Non è vero. La pizza è la pizza» disse guardando il ragazzo, poi rivolgendosi a me disse. «La cucina italiana non puoi sostituirla, Foster. Nemmeno se andassi a mangiare in ogni ristorante tailandese di Chicago!».
«Ok, va bene!» Gli dissi. «Jay, andiamo a mangiare la pizza?» Mi voltai verso il mio collega che sorridendo annuì.
«Certo, l'importante è passare una bella serata insieme!».
«Giusto» concordai.
Avrei potuto giurare di aver visto uscire del fumo dalle orecchie di Alexander. Fatto che mi fece sorridere.
«Parlando di cibo, avete fatto venire fame anche a me» continuò Noel.
«Beh è quasi ora di cena!» Gli rispose Donovan e proprio nello stesso momento le porte si aprirono.
Uscii prima io, seguita dai due ragazzi.
«Foster andiamo, ti accompagno a casa» disse Alexander.
«Mh no, ti ringrazio ma io e Jay andiamo direttamente a cena fuori».
«Non... non vai prima a casa?» Scossi la testa. «Matt non ti vede da tutta la giornata, non pensi che potrebbe aver voglia di passare anche solo cinque minuti con sua sorella?».
«Lo vedrò domani mattina prima che lui esca per andare a scuola».
«Domani mattina? Perché? Avete intenzione di fare tardi questa sera?» Notai della preoccupazione nei suoi occhi.
«Sì» risposi di getto mentre Jay se ne stava in silenzio a guardarci. Sperai che non si insospettisse.
«Andiamo?» Gli dissi afferrandogli il braccio.
«Certo!» Mi sorrise. «A domani, Alexander!».
«A domani» ripetè Alex a denti stretti.
Io non lo salutai, mi limitai a distogliere lo sguardo dal suo per poi voltargli le spalle.
Dopo cena, Jay e io andammo a fare una passeggiata e dopo, subito a casa.
La notte era ancora giovane ma io ero stanca e seppur Jay fosse un'ottima compagnia, avevo bisogno di tornare a casa.
«Grazie per la bella serata» gli dissi aprendo il portone.
«Figurati Lottie, anzi grazie a te. Mi sono divertito e spero anche tu».
«Assolutamente!» Ammisi sincera.
Jay mi guardò intensamente negli occhi e in quel momento sperai che non aveva frainteso il mio invito a cena. «Lottie...» iniziò ma fu interrotto.
«Ehilà ragazzi!».
«Alexander... che... che ci fai qui?» Gli domandò stupito Jay guardandolo.
«Come che ci faccio qua? Amico, io abito in quel palazzo lì. Stavo tornando a casa, dopo un appuntamento e vi ho visto».
«Che coincidenza!» Si lasciò sfuggire Jay facendomi sorridere.
«Beh comunque, grazie ancora Jay» continuai distogliendo la sua attenzione da Alexander.
«Buonanotte Lottie, a domani».
«A domani, Jay».
Il ragazzo lanciò uno sguardo anche ad Alex e salutandolo raggiunse la macchina.
Prima che lui potesse salire in auto, entrai nel palazzo senza nemmeno degnare di uno sguardo Alexander.
Mi diressi verso l'ascensore ma quando lo raggiunsi, notai un cartello con su scritto "guasto" sulle porte chiuse.
«No, ti prego!» Piagnucolai.
«Il mio ascensore funziona, vieni da me?» Domandò una voce alle mie spalle.
«Ti ringrazio ma rifiuto l'offerta e salgo le scale!».
Lo sentii ridere, mi voltai. «Pensi che tutto questo sia un gioco Alexander?».
«No, per niente ma non ti nascondo che è tutto molto eccitante».
«Che cosa lo sarebbe? Il fatto che Stacy sia qui? Che io abbia una vita oltre te o che il mio ascensore sia morto?».
«Tu, Foster».
Scossi la testa per poi voltarmi verso le scale e iniziare a salire.
Alexander mi venne dietro ma appena me ne accorsi, mi bloccai. Lui venne a sbattermi addosso.
«Che stai facendo?» Gli chiesi.
«Ti scorto fino al tuo piano».
«Io non ho bisogno della tua scorta, Noel. Non ho proprio bisogno di te questa sera!».
«Questa sera? Però domani? E quello dopo ancora?».
«Alexander» iniziai «Sai quanto mi ci è voluto per stare bene dopo che te ne sei andato?».
Restò in silenzio.
«Non voglio ricaderci, non voglio e non posso».
«Ma Lottie... io e te siamo perfetti insieme».
«No... non credo proprio. Ho visto come Stacy ti guardava, si percepisce lontano un chilometro che tra di voi c'è ancora qualcosa!».
Alexander mi guardò intensamente, per poi afferrare la mia mano.
«Tra me e Stacy è finita Lottie, dopo di te non sono stato bene con nessun'altra e ora che ci siamo ritrovati mi sento bene. Io con te sto bene. Stacy lavora con me, è mia socia. Dopo gli studi, io Royce e Stacy ci siamo messi in società e abbiamo aperto questa casa editrice, la LuMoonrise. Ci abbiamo provato, Stacy e io ma siamo incompatibili. C'è affetto tra di noi, ma è pura e semplice amicizia, devi credermi».
«Forse per te, ma per lei? Non credo che sia semplice amicizia per Stacy».
«Parlerò con lei» disse all'improvviso ma io scossi la testa.
«No, non voglio che a lavoro sappiano di noi o di quello che c'è stato tra di noi».
«Non parlare al passato, Lottie...» disse avvicinando la sua mano alla mia. Cercò di prenderla ma io la scostai. «So che sei arrabbiata con me per la storia di Stacy, ma per me esisti solo tu. E per quanto riguarda il lavoro, lì dentro ti rispettano. Sei alla LuMoonrise da pochi mesi ma ti adorano tutti».
«Tutti tranne Flo e Stacy, quelle due... oh dio sono insopportabili con me!».
«In compenso hai Jay, no? Lui sembra venerarti!» Commentò irritato.
«Jay è solo molto gentile».
«Ne sei sicura?» Alzò un sopracciglio.
«Certo!» Mentii. No, dopo la cena non ne ero più convinta, ma per quanto mi riguardava, io avevo solo occhi per Alexander e Jay era solo un amico. Nulla di più.
«Beh dovresti farglielo capire!» Affermò voltandosi per poi scendere di nuovo le scale.
Gli andai dietro.
«Cosa?».
«Che per te, lui è solo un semplice collega... o amico» spiegò come se avesse avuto modo di sentire i miei pensieri.
«Sa che non sono fidanzata e ogni tanto ci prova» riprovai.
Volevo sentirmi dire cosa ero io per Alex? Sì, assolutamente sì.
Eravamo in una posizione incerta e io di incertezze non ne volevo nella mia vita.
Alexander non si voltò, proseguì, il che mi fece incavolare ancora di più. Mi fermai, girai i tacchi e me ne andai verso le scale.
«Stronzo» sussurrai tra me e me. «Chi si crede di essere?».
Scalino dopo scalino, mi allontanavo sempre di più da lui.
«Meglio la pizza che il Tailandese, disse. Che ne sa lui cosa è meglio per me?» Ero nera. «Stacy... di tutte le persone al mondo, doveva proprio essere Stacy la sua socia, eh?» Sbuffai.
Ero stanca d salire le scale. Ero soltanto al terzo piano ma avevo già il fiato corto. «Stacy di qua e Stacy di là! Al diavolo lei, la cucina Tai e anche l'ascensore rotto!» Arrivata al quarto piano tirai un calcio immaginario e quasi caddi. «Mannaggia a me e anche a lui per essere un fottutamente... fottutamente lui! Ecco!» Dissi portandomi una mano sul cuore per lo spavento.
Mi fermai un attimo e con discrezione mi avvicinai alla ringhiera per osservare i piani che avevo già percorso. Non c'era Alexander chi mi seguiva con lo sguardo. Se n'era andato.
«Voleva scortarmi fino al mio appartamento, lo stronzo!» Continuai arrabbiata. «E ora dove sei, mio caro Alexander? EH?? DOVE?».
«Dietro di te, Foster. Sono dietro di te».
Mi paralizzai al suono della sua voce.
"Merda" pensai. "Come ho fatto a non sentirlo?".
Mi schiarii la voce e fingendomi tranquilla, mi voltai verso di lui.
«Che vuoi?» Gli chiesi.
«Perché non mi dici cosa vuoi tu?».
«Io non voglio niente».
«Ah no?».
Scossi la testa.
Lui salì un altro scalino, poi un altro ancora.
«Non mi vuoi, però poi mi vuoi. Dovresti deciderti, non credi?».
«Io non ho detto che ti voglio».
«Ma non hai nemmeno detto che non mi vuoi, o sbaglio?».
No, non sbagliava. Non sbagliava affatto.
«E invece è proprio qui che ti sbagli Noel» stavo giocando con il fuoco, ne ero pienamente consapevole ma non sapevo come uscirne. O forse, non volevo uscirne.
«Te lo chiederò una sola volta ancora Foster» si avvicinò, ancora. Deglutii. «Tu cosa vuoi?».
«I-io...».
I suoi occhi penetranti non mi lasciarono scampo. Ero in trappola.
Ma non potevo. Non dovevo cascarci un'altra volta.
Non con lui. Non ancora.
"Cazzo cuore, smettila di battere così velocemente per lui!".
Mi presi un momento per pensarci. Cosa volevo io?
Mica potevo dirgli che volevo lui. Lui e soltanto lui. No. Questo era fuori discussione!
Non dovevo abbassare le mie difese o...
«Foster!».
«Te, cazzo. Voglio solo te!» Oh... merda.
Rise.
Sapeva benissimo che non sapevo reggere la pressione.
Alexander Noel, giocava sporco.
«Posso cambiare la mia risposta?».
Scosse la testa. «No, non puoi».
«Allora me ne vado, perché non ti sopporto quando fai lo spavaldo! Buonanotte... anzi no, ciao! No meglio addio. Sì, addio. Mi licenzio!».
Mi voltai ma quando provai a salire la prossima rampa di scale, la sua mano afferrò il mio polso facendomi voltare e scontrare contro il suo petto.
«Il mio ascensore funziona, allora, vieni o no da me?» Mi chiese di nuovo. Ma questa volta me lo sussurrò all'orecchio.
Ero quasi arrivata al mio piano. C'ero quasi. Ne avevo già saliti quattro ma dopo quella proposta non riuscii a salire nemmeno un solo scalino in più. Figuriamoci altre due rampe di scale!
Non risposi. Annuii semplicemente.
Alexander sorrise avvicinando le sue labbra alle mie ma non le appoggiò. Lasciò un centimetro di distanza a separarci.
«Ma sei quasi arrivata...» continuò. Mi stava torturando.
Ero completamente rapita dal suo profumo.
«Adesso sei tu quello che non sa cosa vuole, o mi sbaglio?».
«Io so cosa voglio, Foster».
«Cosa?».
«Una delle ciambelle che ti porta Jay a colazione, sono così deliziose!» disse facendomi ridere.
«Sei uno stupido!» Lo spinsi via ma lui mi trattenne appoggiando le sue mani sui miei fianchi.
«Succulenti...».
«Smettila!» Scossi la testa divertita.
«Morbide...».
«Alexander!».
«Proprio come le tue labbra...».
«Chi è là?» Urlò una voce da dentro uno dei due appartamenti del quarto piano.
Sgranai gli occhi e trattenni il fiato per l'imbarazzo.
Alexander, rise. Ancora più forte.
«Siamo noi!!» Rispose sconvolgendomi. Gli portai entrambe le mani sulla bocca per cercare di non farlo più parlare ma lui facendomi l'occhiolino ne afferrò una tirandomi giù dalle scale con lui. Via, fino a fuori dal palazzo.
Divertiti attraversammo la strada.
Mi guardai attorno nel frattempo che Alexander cercava la chiave del portone nella tasca posteriore del suo jeans.
Era tardi e nessuno passeggiava più per le strade del quartiere.
Entrammo ma... non aspettammo nemmeno l'ascensore. Salimmo di corsa su per le scale fino ad arrivare al suo appartamento.
Alexander aprì la porta tirandomi dentro con lui.
L'intero appartamento era illuminato dalla sola luce che proveniva dal lampione di fuori.
Iniziò a baciarmi, poi mordermi le labbra.
«Mi sei mancata» disse tra un bacio e l'altro. «Sai come farti desiderare, Foster».
Sorrisi. Avevo imparato dal migliore.
Le mani di Alex vagavano su e giù lungo il mio corpo mentre le mie erano chiuse a pungo sul suo petto.
I nostri respiri erano irregolari proprio come il battito dei nostri cuori.
Mi sollevò da terra prendendomi in braccio. Mi portò in camera da letto e adagiandomi sul letto, iniziò a togliersi la maglietta.
Non distolse lo sguardo dal mio nemmeno per un secondo.
Si distese sul mio corpo completamente privo di vestiti.
Il mio corpo andava a fuoco, proprio come il suo e Alexander questo lo notò. Appoggiò una mano sulle mie cosce nude alzando poco alla volta il vestito.
«Alex...» sussurrai proprio quando la sua mano arrivò nella bordura delle mie mutandine.
«Si, Foster?».
«Io...» non riuscii a formulare un discorso. Ero completamente sopraffatta da lui.
«Tu?».
Lo volevo. Volevo lui proprio come Alexander voleva me.
Mi sollevai appena per poi baciare le sue labbra.
Lo sentii sorridere a quel contatto.
Avevamo bisogno di passare del tempo insieme. La notte insieme.
Senza pensare al domani. Senza la fretta di pensare cosa ne sarebbe stato di noi. Avevamo bisogno di fare l'amore. Di sentire la nostra pelle nuda a contatto. Avevamo bisogno di noi. Il mondo fuori non ci serviva.
«Non riuscirò mai ad averti attorno senza avere il costante desiderio di averti...» sussurrò togliendomi completamente il vestitino «...di baciarti...» abbassò una bretella del reggiseno, poi altra «...di toccarti...» osservo il mio seno e seppur non fosse la prima volta, mi sentii in imbarazzo per la prima volta con lui. Non so perché ma provai a coprirmi con le mani. Lui scosse la testa per poi afferrare entrambi i mie polsi portando le mie mani sul suo petto. «Sei bellissima» disse.
«Non è vero» risposi.
«Quando ti spoglierai di tutte quelle paure che ti porti addosso?» .
«Io non lo so fare, non ci riesco».
«Allora permetti a me di farlo. Permettimi di dimostrarti quanta bellezza c'è in te».
«Come?» Gli domandai.
«Facendo l'amore con me».
Imbarazzata annuii.
«Sì?» Domandò lui come se anche Alexander avesse bisogno di certezze.
«Sì».
«Ora... adesso ma anche domani?».
«Domani staremo già litigando».
«Litighiamo solo per il gusto di fare pace, io e te».
Chi glielo diceva a lui che per migliaia di notti avevo sognato di fare l'amore con lui?
«Questo vuol dire che ci sarai domani?» gli domandai.
«E anche quello dopo».
«Non farmi promesse Alexander...».
Annuii.
«Posso almeno dirti cosa voglio?».
«Sì».
«Voglio fare l'amore con te, voglio litigare con te, voglio anche andare a ballare con te e... ah sì, voglio guardare un film con te. Uno di quelli che ti piacciano tanto, solo per poterti vedere sorridere. Voglio andare a mangiare tailandese con te, questo solo per fare un dispetto a Jay - rise- voglio vederti ogni giorno a lavoro e voglio trovarti in mezzo a centinaia di altri sguardi».
«Alexander...».
«Charlotte, non sarò bravo con le parole, non sarò bravo a dare un nome a tutto questo ma quando mi manca il fiato, mi basta chiudere gli occhi e pensarti per stare bene».
Sorrisi.
«E so anche un'altra cosa...» continuò.
«Cosa?».
«Che ti amo di un amore inspiegabile e indissolubile».
Instagram: LuanaPapa_Scrittrice
Facebook: Luana Papa- Autrice
Tik Tok: Luana.Papa_Scrittrice
Email: [email protected]
♥️
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro