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31. Notifiche

«Charlotte Foster, benvenuta. Io sono Royce Wood, il migliore amico di quel pazzo che hai accanto».

«Buongiorno signor Wood, è un piacere conoscerla».

«Il piacere è tutto mio ma ti prego, chiamami Royce».

«Sì dagli pure del tu. A noi non piacciono le formalità!» rise Alexander facendomi segno di sedermi.

«Va bene Royce» sussurrai imbarazzata.

«Suppongo che Alexander ti abbia parlato della nostra azienda e di ciò che facciamo qui, quindi andiamo subito al sodo. Abbiamo bisogno di una persona che ama leggere e che abbia la capacità di saper scovare dei talenti».

«In realtà no» rispose Alexander al posto mio.

«Sei serio amico?».

«Serissimo, volevo farle una sorpresa».

Royce rise portandosi le mani tra i capelli neri.

Il ragazzo era davvero un bel ragazzo.

Qui tutti sembravano dei modelli.

Royce, occhi azzurri e pelle nera.

Era l'opposto di Alexander, capelli biondi e pelle chiara.

«Scovare dei talenti?» domandai guardando Royce, poi Alexander.

Avevo bisogno di capire meglio.

«Vedi Charlotte, se tutto va bene, oggi concluderemo un affare molto ma molto importante. Un progetto al quale io e Royce abbiamo lavorato giorno e notte. Il signor Lee è uno degli ideatori di Wattpad, non so se hai mai sentito parlare di questa piattaforma online e...».

«Stai scherzando?? Io amo Wattpad. Passo ore e ore su quella piattaforma a leggere!».

«Che ti avevo detto?» domanda Alexander a Royce che sorride.

«Alex mi ha detto che sei una lettrice accanita. Una di quelle persone che legge ovunque, alla fermata dell'autobus, in fila quando sei al supermercato o quando passeggi per strada».

«Insomma, ci vuole talento per non andare a sbattere contro un palo quando hai gli occhi rivolti verso il cellulare, no?» continuò Alexander ridendo.

«Concordo con il mio socio. Il signor Lee con la nostra casa editrice sta per firmare un accordo. Noi dovremmo, come ti ho già anticipato, scovare dei talenti tra gli utenti che scrivono su Wattpad. Leggere le storie che scrivono e vedere se tra queste c'è qualche storia che è all'altezza della nostra casa editrice.

La nostra è un'azienda in crescita e sempre più lettori acquistano i nostri libri. Noi non vogliamo deludere nessuno ed è per questo che Alexander ha pensato a te per reclutare gli autori Wattpad per farli diventare dei veri e propri scrittori».

Scioccata restai a guardare i due ragazzi senza dire una parola.

«Quindi che ne dici? Vuoi leggere e guadagnare al tempo stesso?» continuò Royce.

«Io... beh non so cosa dire».

«Dì di sì» mi incoraggiò Alexander afferrando la mia mano da sotto al tavolo. «Qui abbiamo bisogno di una come te. Di una persona che non ha paura di dire ciò che pensa».

«Ma io ho sempre letto soltanto per me stessa».

«Lo so Charlotte, ma la tua opinione conta per l'azienda. Sei una persona che non legge soltanto un genere di libri e poi stai tranquilla, avrai sempre il mio aiuto».

«Devo leggere».

«Esatto» affermò Royce. «E comunque se hai bisogno puoi chiedere anche a me» disse punzecchiando Alexander.

«Devi trovare emozioni. Emozioni per l'azienda ma soprattutto per i nostri lettori» sintetizzò Alex.

«Te la senti?» mi chiese Royce.

«Me la sento?» domandai a me stessa.

"Certo che te la senti, saresti una stupida a non accettare!" la vocina nella mia testa era tornata e per una volta, aveva ragione.

«Io... sì» risposi di getto. «Scusatemi ma sono talmente tanto sconvolta che non riesco a trovare le parole giuste per dirvi quanto io sia felice in questo momento».

«Tranquilla, le parole lasciale per dopo. Lasciale a quando dovrai descriverci le emozioni che ti trasmettono i libri che dovrai leggere». Royce si alzò e anche io e Alexander lo seguimmo a ruota.

Mi porse la mano.

«Benvenuta Charlotte, benvenuta alla LuMoonrise Books».

«Grazie» sorrisi. «Grazie per la fiducia».

«A te, sono sicuro che non ci deluderai. E poi io mi fido di Alexander, quando mi ha fatto il tuo nome, sapevo già che saresti stata dei nostri».

«Mi ama» lo prese in giro Alexander. «Mi adora troppo per non fidarsi di me».

«Sta zitto! So solo che tu hai occhio per queste cose e poi Charlotte sembra davvero quella giusta!».

«Lo è!» continuò Alex dirigendosi verso la porta.

Io lo seguii.

«Charlotte, lascia i tuoi contatti a Jay. In questi giorni ti chiameremo per firmare il contratto».

«D'accordo» risposi entusiasta.

«Royce, noi andiamo» lo informò Alexander. «Ci vediamo dopo per l'accordo con Lee».

«A dopo!».

Alexander e io ci dirigemmo verso quello che era l'ufficio di Jay.

Royce Wood e Alexander Noel erano i responsabili della LuMoorise Books. Una delle più grandi casa editrice americane degli ultimi anni.

Wattpad invece, era una piattaforma online dove era possibile leggere e scrivere libri gratuitamente.

Negli ultimi anni era diventata famosissima per via di alcune storie che erano state notate da importanti casa editrici.

Wattpad era una delle mie app preferite in assoluto.

Avevo letto tantissimi libri online e qualche volta avevo provato anch'io a scrivere qualcosa, niente di concluso... solo una storia in corso che aggiornavo ogni tanto. Peccato che per la troppa timidezza avevo deciso di registrarmi sotto al nome di "Lottie" e non come Charlotte Foster. Lì nessuno sapeva veramente chi fossi o da dove provenissi.

Jay mi fece compilare un foglio con tutti i miei dati, tra questi il numero di cellulare e la mia email.

«Signorina Foster, la chiamerò non appena il contratto sarà pronto» mi sorrise Jay.

«La ringrazio» risposi.

«Jay, ci vediamo dopo pranzo».

«Okay Alex!».

Alexander mi chiese di seguirlo nel suo ufficio.

L'ufficio di Alex era nello stesso piano. La porta di fronte a quella di Royce.

«Wow» mi lasciai sfuggire.

«Ti piace?» mi chiese.

«Non per essere di parte ma il tuo ufficio è molto più bello rispetto a quello di Royce» risi.

«Lo so, il suo è così serioso. Invece qui, c'è allegria, colori, spensieratezza. Non trovi?».

Annuii.

«Invio una mail e sono subito da te» mi informò Alex prendendo posto dietro alla sua scrivania.

«Fai con calma, io posso aspettare fuori».

«Scherzi? Ormai tu lavori qui. Quindi devi abituarti ad avermi tra i piedi».

«In realtà sei tu che mi avrai tra i piedi. Tu sei il mio capo» risposi realizzando solo adesso che Alexander e io, d'ora in poi avremmo passato molto tempo insieme.

"Sì, come no. Ma se hai accettato il lavoro solo per poter stare con lui!"

«Sta zitta!» sussurrai a denti stretti alla vocina dentro la mia testa.

«Come?».

«No niente, dicevo, io mi siedo qui» finsi un sorriso prendendo posto sul divano a fianco della scrivania.

«Fai pure» sorrise per poi iniziare a battere le dita sulla tastiera del suo computer.

«Non sapevo che tu fossi un editore».

«Tu non sai molte cose di me».

«Ma tu sapevi che io conoscessi Wattpad, non è vero?».

«Lo ammetto, ho visto una o due notifiche sul tuo telefono provenienti da Wattpad».

«Hai spiato il mio telefono??» domandai nervosa.

«Per niente, al compleanno di tuo fratello avevi il cellulare sul tavolo e lo schermo si è acceso. Accidentalmente ho visto che qualcuno aveva commentato un capitolo della tua storia».

«Io... principalmente leggo».

«Beh non devi vergognarti. Scrivere è una cosa bella».

«In realtà la mia storia ha anche un titolo provvisorio» ammisi imbarazzata.

«Troverai quello giusto quando sarà il momento» sorrise fermando l'auto.

«So che ti avevo promesso una colazione ma vista l'ora che ne dici di un pranzo?» domandò aprendo lo sportello. Lo seguii fuori.

«Ho una gran fame» dissi.

«Lo so, l'ansia ti ha sempre messo appetito» ricordò.

«Da Mamma's lunch fanno degli spaghetti alla bolognese strepitosi».

«Un ristorante italiano?» domandai.

«Sì, diciamo che negli ultimi anni ho deciso di mangiare bene».

«E di fare tanta palestra» gli feci notare guardando i suoi muscoli.

«Non sono a Chicago da tanto, ma da quando la sede della casa editrice si è spostata qui, ho deciso di seguire uno stile di vita più sano».

«Allora perché venivi a fare colazione ogni giorno al B & W Muffin?».

«Perché c'eri tu, ovvio no?».

Restai interdetta per la sua risposta.

Spostai lo sguardo sul ristorante.

«Andiamo? Anche io non vedo l'ora di mettere qualcosa sotto ai denti!».

Annuii.

Due piatti di spaghetti alla bolognese, una cotoletta alla milanese e due cannoli siciliani dopo, ci alzammo.

Avevamo decisamente esagerato.

Avevamo fatto un viaggio su e giù per l'Italia con quelle prelibatezze.

«Ti accompagno a casa» disse dopo alcuni minuti di silenzio.

Eravamo in auto e io non facevo altro che pensare a quanto mi era successo qualche ora prima.

Annuii continuando a guardare la strada.

Venti minuti dopo eravamo fermi, davanti al mio portone.

«Grazie» dissi seriamente commossa.

«Di cosa?».

«Andiamo Alex, mi hai appena trovato un lavoro!».

«È merito della tua passione per la lettura se ho pensato a te».

«Certo, come no!» sorrisi. «Comunque sia, grazie per avermi dato questa opportunità».

«Grazie a te per esserti fidata di me».

«Sì ma non farci l'abitudine» gli dissi fingendomi seria.

«D'accordo, hai ragione. Devo meritarmi la tua fiducia. Di nuovo».

Tornammo entrambi seri.

«Allora ci sentiamo» gli dissi salutandolo con un sorriso.

Scesi dall'auto.

Chiusi lo sportello ma Alexander mi richiamò abbassando il vetro.

«Adesso puoi dire a tuo padre che hai perso il lavoro».

Risi.

«E che poi ne hai trovato uno migliore».

«Lo farò» sorrisi.

«Ciao Foster».

«Ciao Noel».


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