11. Ricominciare
Nel dare forma alla nostra vita, siamo la stecca da biliardo, il giocatore o la palla? Siamo noi a giocare, o è con noi che si gioca?
(Zygmunt Bauman)
"La mia migliore amica pensa che io sia una pazza a parlare con te"
"Anche il mio migliore amico lo pensa"
"Credi che abbiano ragione?"
"Chi lo sa? Forse sì, forse no"
"Quindi hai parlato al tuo amico di me?"
"Anche tu hai parlato alla tua amica di me. Perché?"
"In realtà lo ha scoperto. Ha visto che stavo chattando con te"
Sorrisi al ricordo di Beatrix infuriata una settimana fa.
Una settimana durante la quale io e il ragazzo misterioso avevamo parlato ogni giorno.
"Che hai fatto oggi?", "Cosa hai mangiato di buono?", "Quali film passano in tv?", soliti messaggi tra due insoliti amici.
"Anche lui mi ha sorpreso rispondere a un tuo messaggio. Stavamo facendo una videochiamata e il cellulare ha iniziato a suonare.
Mi ha chiesto chi fosse e... e adesso pensa che io sia un pazzo. Insomma, potresti essere chiunque!"
"Ehi anche tu potresti essere chiunque!"
"Tipo un vecchio barbuto pelato prossimo alla pensione?"
"Esattamente!"
"Credimi, sono bellissimo e giovanissimo. Piuttosto, non dirmi che sei sposata
con figli e che quell'Adam è tuo marito! Non voglio essere la causa della rottura del tuo matrimonio!"
Sorrisi.
Era divertente parlare con lui.
Oggi era il mio giorno libero, Matthew era a scuola e papà Anthony era a lavoro.
Avevo casa libera e così mi concessi un bel bagno caldo e rilassante con tanto di candele profumate a bordo vasca.
E come ogni volta, il mio amatissimo George Michael non poteva mancare a tutto volume con la sua meravigliosa "Last Christmas" che mi teneva compagnia insieme al continuo ricevere messaggi del ragazzo sconosciuto.
Con la mia cioccolata calda in una mano e con il cellulare nell'altra, rispondo al messaggio precedentemente ricevuto.
"No, non sono sposata e non sono madre. Piuttosto, raccontami un po' di te. Parliamo da settimane e non so nulla sul tuo conto"
"Cosa vuoi sapere?" Domandò.
"La tua età, per esempio. Quanto anno hai?"
"Sono già 25. Tu? Non dirmi 80, ti prego!"
"Charlotte, 24 anni."
"24, mi è andata bene!!"
"Beh direi di sì!"
Risposi divertita.
Guardai l'ora sul mio cellulare, da lì a poco sarebbe tornato Matthew da scuola e io dovevo ancora preparare il pranzo. Uscii dalla vasca e vestendomi andai in cucina.
"Il tuo colore preferito?" Domandò.
"L'azzurro, il tuo?"
"L'azzurro e il verde"
Apparecchiai la tavola.
Poi mi dedicai alla pasta col pomodoro e le polpette di carne.
"Devo chiedertelo... pizza o sushi?" Scrissi.
"Sushi!"
"Sei serio?"
"Sì, ma adoro anche la pizza!"
"Io sono team pizza. Decisamente team pizza!"
"Probabilmente perché non hai mangiato dove lo mangio io. Ho trovato un posto a Chicago che è la fine del mondo!"
"Oh andiamo, davvero? Davvero preferiresti del sushi a della buonissima pizza?"
"Non ho detto questo. Diciamo che una delle mie serate ideali è ; divano, Netflix, plaid e una bella fetta di pizza con contorno di sushi"
"Adoro queste serate... io e mio fratello adoriamo ritagliarci dei momenti per serate come queste!" Inviai. Poi ci ripensai e scrissi un altro messaggio "Cos'altro potresti dirmi su di te?"
"Che in questo periodo mi sento uno sciocco" scrive. Incuriosita non esito un attimo nel rispondere.
"Perché dici questo?"
"Perché ho lasciato tutto per la mia ex, ho anche perso i contatti con alcuni miei amici per seguirla ovunque andasse e invece adesso mi rendo conto che lei non mi ha mai amato veramente"
"Mi dispiace tanto" ebbi solo il tempo di scrivere.
La porta d'ingresso si aprì rivelando mio fratello e mi meravigliai a vederlo con mio padre.
«Hai finito prima di lavorare, papà?»
«Sì tesoro, ho chiesto un permesso per uscire prima».
«Come mai?» domandai andandogli incontro per salutarlo.
«Avevo voglia di andare a prendere a scuola Matthew e poi, dovevo comprare qualcosa» disse indicando degli scatoloni vicino alla porta.
«Che cosa c'è lì dentro?» domandai divertita.
«Tutto quello che ci serve per un Natale meraviglioso».
Matt e io ci lanciammo uno sguardo confuso.
«Papà che ti prende?»
«Mi prende che sono stanco di vivere nel ricordo di vostra madre. Voglio ricominciare a festeggiare il Natale, come voglio ricominciare a vivere!»
Io e mio fratello indietreggiammo, reazione che fece ridere nostro padre.
«Che c'è? Vostro padre è troppo vecchio per ricominciare?»
«Non è mai troppo tardi per ricominciare, papà» precisò Metthew felice «Questo vuol dire che...?»
«Che addobberemo l'albero di Natale più bello di tutta Chicago!» .
Sorrisi guardando Matt andare incontro a nostro padre per abbracciarlo.
«Sono felice. Non puoi capire quanto!» si lasciò sfuggire il piccolo di casa.
"Ti piace il Natale?"
Mi sentii di chiederglielo.
"Io amo il Natale" rispose.
«Forza ragazzi, mettiamoci all'opera. Ci sono così tante cose che dobbiamo fare!»
«Io metto la stella in cima!» si prenotò Matthew, papà e io ci guardammo.
Ero fiera di lui.
Fiera del padre che era ma soprattutto dell'uomo che era. Finalmente aveva trovato la forza e il coraggio per andare avanti. E non era stato facile, non lo era stato per niente.
Dimenticare e andare avanti.
«Chi è lei?» gli domandai sussurrando quando Matt si all'ontano un attimo.
«Cosa?»
«Andiamo papà, i tuoi occhi brillano».
«Sono solo felice per le feste».
«Certo e io sono una bellissima principessa!»
«Ma tu sei la mia bellissima principessa!»
Lo spinsi lontano ridendo.
«Lo scoprirò, dammi tempo e giuro che lo scoprirò da sola!» lo minacciai.
Vidi mio padre deglutire.
Ricevetti un altro messaggio dal mio amico di chat.
"E tu, Charlotte... in questo momento come stai?"
"Dopo tanto tempo, cerco di essere felice".
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