Capitolo 2.9
Non ci posso credere! Ma si può sapere chi è che mi telefona all'alba di sabato mattina? Prendo il telefono e resto impietrita: sono le 8 e 30 e Paolo mi sta telefonando.
No, no, no, no, no e no! Rifiuto la chiamata e nascondo la testa sotto il cuscino. Vorrei continuare a dormire, ma non riesco a tranquillizzarmi; gli scrivo un messaggio:
< Ma si può sapere che vuoi? Ancora non è neanche sorto il sole! Dannazione Paolo! Stavo dormendo! >
Non faccio in tempo a posare il cellulare che mi arriva un nuovo messaggio.
< Cos'è? Hai fatto le ore piccole? Volevo fare colazione con te, esci, ti sto aspettando qui fuori! >
Non ci credo! È una congiura! E adesso? Cavolo! Che fa qui fuori? È mai possibile che succedano tutte a me? Poteva pensarci quando ne aveva occasione! Non adesso! E ora? Devo dirlo a Luca o fare finta di niente? Oh cavolo! Se glielo dico, sembra che gli stia chiedendo il permesso, ma se non lo faccio sembra che gli stia nascondendo qualcosa... In effetti è complicato!
Decido di scrivergli:
< Buongiorno! Vado a fare colazione con un amico, buon lavoro. Tua Anna :-) > Spero che basti una faccina sorridente a distrarlo dal contenuto. E invece sento il suono di risposta.
< Buongiorno tesoruccio! Ti sei svegliata prima di me! Perché non passate in negozio? Così mi presenti il tuo amico... >
Ok! Sono ufficialmente nella cacca! E adesso? Se dico a Paolo di passare da Luca, lo metterà sicuramente a disagio, se non ci vado, Luca penserà che ho qualcosa da nascondere...Aaaaaaahhhhhhhh!
Mi lavo la faccia, raccolgo i capelli in una coda e indosso i soliti jeans e una felpa. Non occorre che Paolo mi veda in splendida forma. Ho due occhiaie che neanche lo zio Fester... A pensarci bene, con il senno di poi, mi è dispiaciuto aver perso tanto tempo a farmi bella per lui la scorsa settimana. Se avessi saputo che non sarebbe servito a niente, me lo sarei risparmiata di certo. Avviso mia mamma che sto andando a fare colazione fuori con Perla, anche se non è vero, ed esco di casa.
Paolo mia aspetta in auto, senza farmelo dire, mi accomodo sul sedile del passeggero.
- Bentornato, Ingegnere! - sorrido imbarazzata. Non so che dire o che fare con lui. La situazione è davvero assurda. - Cosa ti porta da queste parti? - chiedo.
- Avevo voglia di vederti. - dice senza ancora mettere in moto - È stata una settimana davvero dura. -
Non riesco proprio a capirlo, cosa vuole dire in realtà? - In che senso, è stata dura? Troppe cose da studiare? - sbadiglio - Scusa... -
- Forse è meglio se andiamo a prendere subito un caffè, ho l'impressione che tu non riesca a seguirmi, così assonnata. - cominciamo a fare strada e poco dopo arriviamo al nostro solito bar. È lo stesso in cui mi aveva detto del trasloco. Ci accomodiamo ad un tavolo e ordiniamo subito due caffè, che per fortuna, ci vengono consegnati repentinamente. Lo sento andare giù nella gola e comincio a sentirmi meglio.
- Allora, straniero, dimmi di te! - sono davvero curiosa di ascoltare quello che ha da dire.
- Beh, che dire... troppi ragazzi, troppi chilometri da fare ogni giorno e troppo poco tempo da passare con le poche ragazze che ci sono! - sorride e aspetta una mia reazione alle sue parole.
- È per dirmi questo che mi hai svegliata all'alba? - lo rimprovero - Dai, sputa il rospo! -
- E tu, perché hai fatto tardi? - chiede - Pensavo non uscissi di settimana. -
- Ci sono un sacco di cose che non sai di me. - lo zittisco - Cosa avrei dovuto fare? Chiedere la tua approvazione? Non sei nella posizione giusta per pretenderlo. -
- Sei davvero cattiva, quando vuoi. - si intristisce. Sono stata davvero cattiva come dice? Insomma, se è vero, ne ho tutte le ragioni!
- Sono uscita con il mio fidanzato! - dico di getto. Paolo resta senza parole. Poi si riprende.
- Ti lascio da sola per 7 giorni e tu ti trovi un fidanzato? - dice dubbioso.
- Perché no! Non mi pare di avere fatto torto a nessuno. Ero libera e lui pure. Tutto qui. - stavolta sono determinata a tenergli testa.
- E avrò mai l'onore di conoscerlo? - mi prende in giro.
- Se ti comporti bene, magari te lo presento. - rido.
Chiediamo al cameriere di portarci un cornetto per uno, io lo prendo alla crema, Paolo alla marmellata; dopo avere dato il primo morso, resto di sasso vedendo Luca entrare dalla porta principale. Mi si gela il sangue nelle vene. Non so come comportarmi, in fondo, sono al bar, con un amico, non faccio niente di male! Eppure qualcosa mi dice che è sbagliato. Sono con Paolo e il mio ragazzo mi fissa, curioso. Non mi pare sia arrabbiato. Gli faccio cenno di avvicinarsi al nostro tavolo.
- Hai visto? - dico a Paolo - Parlavamo proprio di te! - questa volta mi rivolgo a Luca. Lui mi precede e fa le presentazioni.
- Io sono Luca, il suo ragazzo, e tu invece, chi saresti? - ho come l'impressione che lo stia sfidando, ma non ne comprendo il motivo.
- Io non sarei, io sono! - fa una breve pausa - Paolo, molto lieto. - e gli porge la mano.
In questo preciso istante, vorrei essere risucchiata al centro di una voragine! Se apro bocca e dico qualcosa a favore di Paolo, Luca potrebbe ingelosirsi; se difendo Luca, Paolo potrebbe mettermi in imbarazzo.
Intanto i miei "ragazzi" si danno la mano e ufficializzano le presentazioni.
- Resti con noi? - le parole di Paolo mi stupiscono - Abbiamo appena cominciato a fare colazione, facciamo portare qualcosa per te... -
- Grazie, ma prendo solo un caffè e vado a lavorare. Ci sentiamo dopo, splendore! - mi bacia e sta per andarsene, poi si volta e guarda Paolo - Trattala bene! - dice. Poi prende il suo caffè, pronto, al bancone, e va via.
- Bene, bene, bene... e così non mentivi! -
- Non ti ho mai mentito. - rispondo seccata - Cosa c'è? Non mi è permesso di essere felice? -
- Non direi. - Paolo gioca con un tovagliolino di carta - Pensavo che nel tuo cuore non ci fosse spazio per un altro. Invece mi stupisci sempre, Donati! -
- Non chiamarmi per cognome, non sono a scuola! - lo rimprovero - E poi cosa avrei dovuto fare? Chiudermi in casa ad aspettare che tu ti accorgessi di me? E per quanto tempo? E poi, magari, un bel giorno, tu saresti venuto da me, felice perché finalmente avevi trovato la donna della tua vita? No, grazie! Preferisco vivere la mia vita, sbagliare e piangerne le conseguenze, anziché compatirmi miseramente al buio della mia cameretta! -
- Ok, non te la prendere con me! Non ti ho fatto niente! - mette le mani in segno di difesa.
- Forse il problema è sempre stato questo! - dico - Tu non hai mai fatto niente! Ho fatto tutto io! Mi sono illusa e quando mi sono esposta, non ho ottenuto quello che speravo. Sai una cosa? È tutta colpa mia e me lo sono meritato. Mi dispiace solo di averlo capito quando ormai era troppo tardi per tornare indietro. L'altra sera mi hai scritto che siamo amici. Bene, gli amici si dicono tutto senza rimpianti e io voglio dirti una cosa: ho trovato un ragazzo che mi fa sentire speciale, come facevi tu. Ma la differenza sostanziale tra voi due è che lui sembra davvero interessato a me, non ha paura di accarezzarmi o di tenermi per mano quando camminiamo per strada. Forse c'è un barlume di speranza nella mia patetica esistenza! -
Paolo resta in silenzio, ad ascoltare tutto quello che mi esce dalla bocca e per la prima volta lo vedo spaesato. - Non hai niente da dire? - gli chiedo.
- Sono felice, per te, per lui, se ti fa stare bene, tienitelo stretto! Non posso augurarti niente se non tutta la felicità di questo mondo! -
Mi alzo, pronta ad andare via, e lui mi segue. Mi riaccompagna a casa e un secondo prima di scendere dall'auto gli dico :
- Eri tu! Tutta la felicità del mondo! -
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