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Capitolo 2.3

La suoneria del mio telefono mi riporta alla realtà: guardo l'ora e non credo ai miei occhi! Devo essermi addormentata! Rispondo alla chiamata di Fede:

- Pronto... - cerco di schiarirmi la voce.

- Ma dove sei? Ti stiamo aspettando da 10 minuti! -

Mi volto verso Luca, che sembra divertito.

- Sì, ehm, ci vediamo alle 2 e mezza, passo io come al solito. - cerco di sembrare calma, ma sono davvero agitata.

Chiudo la chiamata e Luca continua a fissarmi.

- Allora? Cosa vuoi fare? - mi chiede facendo finta di non aver sentito la mia conversazione.

- Come?!? Non hai sentito? Devo ritornare a casa e poi andare al corso! - mi alzo dal divano e cerco di prendere le mie cose per poter finalmente andarmene da qui, ma Luca mi prende per il polso e mi costringe a fermarmi, mio malgrado.

- È tardi per riportarti a casa, pranzare, e uscire di nuovo! Avvisa che non rientri, resta con me e ti riporto al corso in tempo. - cerca di convincermi.

Vorrei fare la difficile, dire che devo andare via per forza, ma ci ripenso. Insomma, quando mi ricapita più di avere un amico, un ragazzo o qualunque cosa siamo, che ha piacere a stare tanto tempo con me? Penserò più tardi a come spiegarlo a mia mamma. Non dovrebbe essere difficile, è già successo che restassi fuori a pranzo, non è poi la fine del mondo!

Le telefono e cerco di essere convincente quando mi invento che oggi ci hanno fatto uscire più tardi e che per non fare ritardo, mangio un panino con le mie amiche.

Sembra credere alle mie bugie.

Speriamo bene...

Nel frattempo Luca ha già provveduto a mettere sul fuoco una pentola d'acqua per cuocere un po' di pasta.

- Non pensavo cucinassi... - mi avvicino al piano cottura, per vedere se l'acqua ha intenzione di mettersi a bollire, ma ancora ci vuole tempo - Chissà quali altri talenti nascondi! -

- Non sono un cuoco, ma di talenti ne ho tanti. Imparerai a conoscermi. - mi accarezza una guancia. Mi piace ricevere questo tipo di attenzioni. Non mi capita mai. Mi rendo conto che sono rimasta con il viso appoggiato sulla sua mano e mi allontano, imbarazzata. - Ehi, tutto bene? - chiede - Ho fatto qualcosa di sbagliato? - I suoi occhi sono sorpresi.

- No... Sì... Ehm... È tutto ok! - farfuglio ritornando a guardare la pentola - Pare che sia ora di buttare la pasta. -

Per me è strano tutto questo. Sono insicura e timida e io di solito non lo sono affatto. Ma questo ragazzo mi spiazza, fa cadere tutte le barriere che cerco di costruire con tanta difficoltà. Mi fa tremare le gambe, solo con uno sguardo, mi fa perdere un battito, solo sfiorando le mie mani, mi fa venire le farfalle allo stomaco, beh, sempre!

No, davvero! Non sta succedendo a me!

Alla fine abbiamo mangiato delle pennette alla puttanesca, non c'era tempo per un sugo o qualcos'altro e con quella scatoletta abbiamo rimediato un pranzo decente.

Quando mancano 15 minuti all'appuntamento con Fede, saliamo in auto per ritornare alla vita di sempre.

- Ho passato davvero una bella mattina. - sorrido - E tu? Sei felice di aver trascorso del tempo con me? - chiedo un po' imbarazzata.

Ma che domande faccio! Da dove mi vengono certe uscite! Dovrei solo starmene zitta! Se gli metto ansia, o pressione, o peggio... paura, se ne ritorna da dove è venuto e ... Arrivederci e grazie!!!

Stupida! Stupida! Stupida!

- Oh, tesoro, certo che no. - È serio e non so che dire. - Come potrei essere felice, se so che il tempo a mia disposizione è terminato? - rallenta e mi guarda negli occhi... Poi sorride e spero di non aver frainteso.

- Ok... - resto a fissare la strada.

Poco dopo sono davanti al cancello della scuola. Ma qualcosa non torna, doveva portarmi da Fede, non qui!

- Non me lo chiedere, non torno indietro. Per una volta le tue amiche possono raggiungerti qui. Le aspettiamo insieme, ti va? - spegne il motore senza aspettare la risposta - Manda loro un messaggio e avvisale. Va bene? -

Di solito non faccio mai quello che mi viene chiesto, ma ha ragione, se voglio passare questi ultimi minuti con lui, dovrò seguire il suo consiglio.

- Sai, è strano. - rompo il silenzio che c'è in macchina - Non mi pare vero. Te lo dico adesso, così se poi avrai voglia di scappare, non avrò nessun ripensamento a riguardo. Mi è piaciuta la passeggiata, stamattina, ho apprezzato il tuo gesto nel portarmi il caffè, e poi la visita in campagna... Non lo avrei mai immaginato! E Dexter... Oh cavolo! Ma da dove sei venuto fuori? Forse neanche ti rendi conto di quello che hai fatto! - ormai parlo a raffica, tanto non ho niente da perdere. Se c'è una cosa che ho imparato in questi mesi, a causa o per merito di Paolo, è che è meglio essere chiari fin da subito: ti piaccio, bene! Non ti piaccio? ADDIO. Non ho nessuna intenzione di passare, nuovamente, un periodo da schifo! Ne ho già passati troppi!

- Non capisco!?! Ma di che parli? - sembra confuso - Che ho fatto? -

- Sei serio? Davvero? - lo interrogo.

- Sì, davvero, non capisco dove sia il problema. Sono stato bene. Non trascorrevo un giorno così da tanto tempo... E ora tu mi dici queste cose.  Non riesco a seguirti... -

- Ok, sarò più chiara. Se dovessi indicare un punteggio che va da uno a dieci per valutare il tempo che ho passato con te... 72!

- Eh?!? - scuote la testa.

- Non so tu, ma io non sono abituata a tutte queste attenzioni da parte di un amico... -

- Amico? - mi interrompe.

- Sì, amico... Che altro? -

- Amico? ...Amico!... Cavolo Anna! Prima mi dai un 72 e poi dici così! - Non capisco se è divertito o arrabbiato - Non mi piace affatto! -

- E allora che cosa siamo, Luca? -

- Siamo due conoscenti. Non dirmi che siamo amici, e basta! Io non bacio gli amici! -

Sono a disagio, di sicuro sarò già diventata di mille colori. Ma, forse, è meglio essere chiari, fin da subito. Vedo Fede e Perla avvicinarsi, così taglio corto: - Possiamo vederci, un'altra volta, e parlare con calma? Ti prego! Non ho tempo, adesso. - prendo la borsa e lo saluto per poi scendere dall'auto.

- Aspetta! - in un attimo è fuori dalla macchina, richiude il suo sportello e me lo ritrovo di fronte. Con le mani sulle mie spalle, mi trattiene appoggiata alla fiancata, mi fissa, e non so che fare o che dire. Le mie amiche stanno in disparte, in silenzio, per un periodo di tempo che a me sembra non passare mai, poi ad un tratto sento urlare:

- Luca! O la baci, o la lasci andare! - Perla fa segno di guardare l'ora.

- Va bene, va bene! - le grida sorridendo, poi mi guarda di nuovo e sussurra - Posso baciarti, amica?

Non rispondo, mi avvicino e lascio che sia lui a decidere.

Le sue labbra sono così morbide... Le sento sulla mia guancia, pericolosamente vicine alla mia bocca...

Proprio come ieri sera...

Ok, tra poco svengo!

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