Rebecca
Era quasi mezzanotte e per poco non avevo perso l'ultimo pullman per tornare al mio appartamento da casa Vele.
Presi posto sul fondo dell'autobus e appoggiai la testa al finestrino. Eleonora, quella sera, mi aveva chiesto di trasferirmi da loro definitivamente. Nell'ultimo periodo ero quasi sempre lì... ammetto che in fondo avevo sperato che me lo chiedessero eppure in quel momento, quando la cosa era diventata reale, avevo avuto paura. Avevo chiesto alle ragazze di darmi un po' di tempo per pensare. Eleonora e Veronica erano diventate come sorelle in talmente poco tempo che mi sembrava così surreale. È vero che passavo ormai tanto tempo con loro ma non così tanto da avergli mostrato al cento per cento il mio carattere, i miei lati negativi. Avevo paura che, conoscendomi meglio, non mi avrebbero voluta. Con Sofia non avevo avuto questo problema: lei era l'amica di una vita. Mi conosceva meglio di chiunque altro. Mi tormentai le dita.
Inoltre avevo legato tanto anche con i miei sei coinquilini... Elena aveva sempre la soluzione a tutti i miei problemi. Riccardo, Stefano e Carlo sapevano sempre come prendermi e tirarmi su di morale. E poi c'era Ruben. La sua sola presenza era in grado di farmi stare bene e male allo stesso tempo. Più cercavo di allontanarmi da lui e più lui si avvicinava a me.
Spesso mi aspettava fuori dal locale dove lavoravo con Veronica e mi riaccompagnava a casa. Gli avevo chiesto più volte di non farlo ma lui mi ignorava. Facevamo la strada in silenzio, ognuno assorto nei suoi pensieri. Ogni volta che pensavo di potergli dare una chance faceva qualcosa che mi facesse ricredere.
Finalmente il pullman arrivò alla mia fermata. Scesi. Pioveva. Tirai su il cappuccio del parka verde militare. Ormai era novembre inoltrato e dopo i continui rimproveri di Elena avevo dovuto abbandonare la mia giacca di pelle.
"Sono tornata" gridai non appena aperta la porta dell'appartamento. L'unica luce che entrava proveniva dalla porta-finestra che dava sul balcone ed era quella aranciata dei lampioni in strada. Ah, già. I ragazzi quella sera erano ad una festa...
"Ciao" sussultai. Dal bagno emerse Ruben. Cazzo. Per la seconda volta mi trovavo in casa da sola con lui.
"Come mai a casa?" chiesi togliendomi la giacca bagnata.
Ruben si passò una mano tra i capelli "Sei andata ancora ad un incontro al fight club?" mi chiese.
"Ero dalle mie amiche, papà" risposi.
Ruben puntò i suoi occhi scuri nei miei come per leggere i miei pensieri e io distolsi lo sguardo.
"Pensavo di fare un the, ne vuoi un po'?" chiesi avvicinandomi ai fornelli della cucina. Ruben mi si parò davanti
"Non ti credo, hai il borsone della palestra"
"Ho solo un cambio per... No, io non ti devo nessuna spiegazione" era assurdo come riuscisse a farmi arrabbiare in così poco tempo. "Ora levati"
"Rebecca ti rendi conto che questo non è un gioco? Ti rendi conto che se la polizia dovesse..."
"Ma te li fai i cazzi tuoi? Nessuno ti ha chiesto un parere" cercai di spingerlo lontano da me e lui mi afferrò il polso. Non ricordo come successe ma in un istante le sue labbra erano sulle mie. Di nuovo. Avrei voluto allontanarmi ma non riuscivo a staccarmi dal ritmo delle nostre labbra. Forse... no, non potevo dargli una possibilità. Mi liberai dalla sua presa ed indietreggiai. Ruben non aveva mai avuto nella sua vita una relazione seria. Ruben si sarebbe stufato presto di me come era stato per tutte quelle prima. Avevo perso la mia famiglia e non avevo di certo bisogno di una relazione distruttiva in quel momento.
"Non può funzionare" mormorai, non so bene se parlando a me o a lui.
"C'è sempre stata attrazione tra noi, anche prima che tu venissi a vivere qui. Non riesco a starti lontano e so che per te è lo stesso" mi riprese il polso e cercò di attirarmi di nuovo a se.
"Lasciami in pace" cercai di divincolarmi "Non mi fido di te, cazzo. Non voglio essere come..."
Ruben mi lasciò il polso. Dove prima c'erano le sue dita ora c'era un segno rosso. "E' questo che pensi di me?"
Presi in fretta la mia giacca e il borsone della palestra e uscì dall'appartamento. Ero arrabbiata, ero confusa. Avevo bisogno di mio fratello. Avevo fottutamente bisogno di mio fratello. Avevo bisogno di una spalla su cui piangere, di qualcuno che mi dicesse cosa fare e dove andare. Cazzo.
Era ormai l'una e mi sarebbe dispiaciuto piombare in casa Vele a quell'ora. Sapevo che Eleonora la mattina seguente si sarebbe svegliata presto per studiare e non volevo farle fare le ore piccole.
Decisi di avviarmi a piedi nella palestra dove mi allenavo a boxe. La tenevano aperta praticamente tutta notte per gli incontri clandestini e il proprietario di sicuro non mi avrebbe fatto storie se gli avessi chiesto di poter dormire lì solo per quella notte.
Quando arrivai alla palestra ero fradicia. Non mi ero quasi accorta di quanto piovesse.
"Becky, ma sei tutta bagnata" appoggiato al muro della palestra, sotto la tettoia, c'era Oliver, il mio allenatore di boxe. Sussultai. Oliver spense la sigaretta e la buttò nel cestino "Hai un incontro stasera?" mi chiese.
Oliver aveva appena ventiquattro anni. Portava i capelli scuri cortissimi, barba rasata e magnetici occhi verdi. Quando era bambino abitava nella casa affianco alla mia e spesso lui e Federico giocavano assieme. Poi si era trasferito ma avevamo continuato a tenerci in contatto.
Anche lui si era laureato in economia: di giorno lavorava in un'azienda e la sera allenava a boxe, la sua più grande passione.
"Hey Rebecca, rispondimi. C'è qualcosa che non va? Sei tutta bagnata, vieni qua sotto" mi tirò sotto la tettoia afferrandomi lo stesso polso che mi aveva preso poco prima Ruben. "Che hai fatto qua?" mi chiese sollevando la manica del parka e lasciando vedere il sottile livido che il mio coinquilino mi aveva lasciato.
Oliver mi conosceva da anni, era il mio allenatore e confidente. Mi sentì di poter abbattere le barriere con lui. Scoppiai a piangere. Mi portò nella sua macchina e mi fece raccontare tutto. "Non se ne parla, stasera non dormi in palestra. Vieni da me a dormire. Tanto Carolina è a dormire dai nonni" mi disse non appena ebbi finito il racconto. Carolina era la figlia di quattro anni di Oliver. La sua compagna era rimasta incinta e quando aveva partorito gli aveva lasciato la bambina e se ne era andata. Spesso mi era capitato di farle da baby-sitter o di andarla a prendere a scuola.
Oliver mi lasciò fare una doccia calda e mi diede una sua maglietta e dei pantaloni della tuta. Si offrì di lasciarmi la sua camera da letto ma insistetti per dormire sul divano.
"Quindi sei sicura di non voler lasciare a questo Ruben nemmeno una possibilità?" mi chiese versando un bicchiere di vino bianco per me e per se. Si era cambiato e ora indossava una semplice t-shirt bianca che lasciava vedere il tribale sulla spalla sinistra.
"Sicura" presi il bicchiere di vino che mi stava porgendo e mi sedetti sul divano.
Non so bene quanto tempo rimanemmo a parlare. Oliver aveva dovuto crescere in fretta e parlare con lui mi dava sicurezza. Cercò di convincermi a parlare con i miei genitori o, almeno, con Federico ma io ero irremovibile. Alla fine ci addormentammo seduti sul divano con i calici di vino ancora mezzi pieni sul tavolino davanti a noi.
La mattina seguente mi presentai a casa Vele. Erano solo le sette di mattina. Sicuramente Veronica stava ancora dormendo mentre Eleonora, dopo la dodicesima sveglia, stava puciando senza alcun entusiasmo i suoi biscotti nel latte. E così, infatti, fu. Venne ad aprirmi proprio Ele con gli occhi ancora gonfi di sonno e il pigiama.
"Per farmi perdonare dell'ora ho portato le brioche per la colazione" dissi abbozzando un sorriso.
Ele mi fece entrare e, per la seconda volta in meno di dodici ore, scoppiai a piangere mentre raccontavo quanto fosse successo.
SPAZIO DELL'AUTRICE:
Hey pupe/i, come andiamo?
Direi che possiamo eleggere la nostra Rebecca a regina del dramma. Che ne dite della sua storia con Ruben? Rebecca dovrebbe cedere o fa bene ad allontanarlo? Io dico solo che all'accoppiata capello lungo- piercing al sopracciglio almeno una possibilità gliela darei *wink wink* e voi? sono super curiosa di sapere com'è il vostro tipo.
Ho deciso che da oggi in poi pubblicherò solo il mercoledì, sempre alle 19. Quindi ci si sente mercoledì prossimo babiess, ricordatevi di commentare e lasciarmi una stellina XOXO
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