Non siamo mai stati amici.
E me ne rendo conto ora, dopo vent'anni di vita passati insieme.
Vent'anni passati ad odiarlo e ad amarlo come mai avevo fatto in vita mia. E dovete saperlo, che non ho mai amato e odiato tanto una persona in vita mia come ho fatto con lui.
Ma questo glielo devo riconoscere, anche ora che vorrei ammazzarlo, devo riconoscergli che ogni singola emozione che provavo, con lui era amplificata.
Non era mai solo un semplice volergli bene: era un amore soffocato, una gelosia che mi dava rabbia.
E non concederò mai più, a nessuno, di avere un tale controllo su di me.
Non mi esporrò mai più ad un simile rischio, anche perché, come potrei trovare qualcun altro come lui?

La mano mi trema mentre affondo le unghie dietro la sua schiena.
C'è una parte di me che vorrebbe ucciderlo, lasciargli un segno che gli ricordi per sempre di me e di tutto quello che mi ha spinto a fare per anni.
Ci siamo ammazzati lentamente e senza rendercene conto.
Ci siamo fatti così tanto male che tremo ancora al ricordo di quello che abbiamo passato.
I suoi occhi mi guardano con la rabbia di chi vuole ferire.
''Guardati! Guardaci! È tutta colpa tua!'', grida.
E le mie unghie scendono sempre più a fondo.
Non è stata solo colpa mia e non è stata solo colpa sua.
Siamo stati maledettamente bravi a distruggerci, a ferirci; fossimo stati altrettanto bravi a trattenerci.
Se solo fossimo riusciti a trasformare tutta quella rabbia in amore, a non avere paura di osare.
Ma ora è troppo tardi.
Mi spintona sulle spalle e finisco con la testa contro le mattonelle del pavimento, un dolore lancinante si propaga in tutto il corpo.
''Oddio, Alice scusa! Non volevo farti del male'', dice.
Ma mi sembra solo l'ennesima frase fatta. Ascoltata e riascoltata da quelle maledette labbra.
Come ho potuto farmi distruggere così da lui? Come ho potuto permetterglielo?
Mi tiro su con forza dal pavimento.
''Tu non mi farai più del male'', dico con una convinzione che non ho.
Certi amori sono nocivi. È meglio liberarsene, prima che lascino solo macerie.