"Vorrei essere nata in un'altra generazione. Magari nel ventesimo secolo. Già, quando ci si chiedeva ancora il fidanzamento davanti scuola, pieni di paure, con poche speranze, piuttosto che su whatsapp. Quando le chiamate costavano dieci lire e se ci stavi troppo tempo mamma ti sgridava, quindi dovevi goderti il momento. Quando, se volevi chiedere scusa, lo facevi di persona, e poi piangevi, e dimostravi di essere davvero pentito. Quando i pochi autolesionisti che c'erano non mostravano i tagli al mondo e non passavano la depressione a nessuno, o magari non gli veniva nemmeno perché è la generazione nostra che li ha rovinati. Quando si stava tutti a tavola, senza distrazioni tecnologiche, e si parlava, del più e del meno, ma c'era una certa comunicazione; e stessa cosa quando si usciva insieme. Vorrei essere nata in un'altra generazione, quella del 'facciamo sega oggi?' e si andava a Roma, e non c'erano selfie per ricordarsi del momento, dovevi viverlo e basta. In quella del tiro di sigaretta che faceva schifo, e si buttava via. Quella delle firme falsificate perché la nota disciplinare ai genitori non la volevi mostrare. Quella dei diari segreti pieni di piccoli pensieri piuttosto che di Tumblr coperto di stronzate. Quella dei baci rubati, quella che se volevi conoscere qualcuno non ti bastava chiedere il numero di telefono, ma te lo dovevi cercare quel qualcuno, e solo quando lo trovavi si capiva che ci tenevi a conoscerlo veramente. Quella delle frustate sulle mani da parte dei professori, e degli schiaffi da parte dei genitori; avranno fatto male, sì, ma le differenze tra generazioni si notano. Vorrei essere nata in quella generazione dove a Carnevale, invece di stare sul letto con Netflix, ti dovevi chiudere in chiesa per quanta schiuma ti spruzzavano. Quella in cui Natale era fatto per stare insieme, e non per non andare a scuola. Quella in cui ad Halloween si raccontavano le storie horror intorno al fuoco, invece delle creepy durante la notte a cagarsi sotto. Quella in cui ci si mandavano ancora le lettere, i cuori, i 'vuoi stare con me?' su un bigliettino di carta rovinato. Quella dei compiti in meno, ma dell'istruzione in più, dell'educazione e del rispetto. Quella dove eri costretto ad andare in chiesa la domenica. Quella che durante i viaggi lunghi in macchina guardavi i paesaggi, le case, e ti facevi mille domande sul mondo.
Sì, vorrei essere nata nel ventesimo secolo, ma sono nata in quello dopo, e prometto che, nonostante i miei desideri non si sono avverati, cambierò qualcosa, e cercherò di essere quella persona che sarei stata se fossi nata nella generazione precedente, una di quelle vere, che ha lasciato tanto da ricordare."