"I sogni sono come le stelle: lontani, ma quanto e' bello alzare gli occhi e vedere che sono ancora li'"
Era il mio stato di Whatsapp un po' di tempo fa.
Perché prima mi accontentavo di guardarli, i sogni. Li osservavo, ed ero felice che ci fossero. Mi sembrava una grossa fortuna quella di poter sognare, rendeva meno dolorosa la realtà.
Dalla finestra della mia camera, nel centro di Milano, le stelle non erano numerose, le luci dei lampioni le spegnevano, i giudizi degli altri le uccidevano. In montagna svanivano le paure e aumentavano i sogni, ma quelli piu' belli restavano gli stessi.
Erano pochi, ma buoni.
Come gli amici.
Può bastare una stella sola, un unico sogno, ma dev'essere quello giusto. Dev'essere un sogno per cui dareste la vita, per realizzarlo.
Poi sono cresciuta. E allora ha iniziato a non bastarmi piu' guardarli, ha iniziato a non bastarmi più niente. Voglio raggiungerle, le mie stelle, voglio catturarle e farle mie.
Da quando voglio afferrarle, mi sembrano più lontane. Prima le guardavo, ma mi concentravo sulla loro luminosità, sulla loro grandezza, non sulla loro distanza.
Non so se riuscirò mai a raggiungerle, loro sono troppo lontane e io sono troppo bassa. Ma forse, se sarò fortunata, qualcuna si trasformerà in stella cadente, mi verrà incontro e finalmente potremo abbracciarci.