«Cos'altro mi dici di te?» gli chiedo mentre camminiamo verso la spiaggia.

«Nulla di importante.» un sorriso malinconico e senza fossette si fa spazio sul suo volto.

«Non credo. Tutti abbiamo qualcosa di speciale.» insisto ma con tono dolce. Non voglio turbare Ashton.

«Non io.» dice sicuro, calciando un sassolino vicino al suo piede destro.

«Non credo.» ripeto. Mi guarda e gli sorrido. Lui si limita a scuotere la testa e a riportare lo sguardo all'orizzonte.

«Che mi dici di te?» un leggero venticello gli scompiglia i capelli, portandogli alcuni ricci biondi davanti gli occhi. Se li scosta e attende la mia risposta.

«Mi piace disegnare e dipingere. Mi piace la musica. Mi piacciono i colori.» gli confido.

«I colori...» lascia la frase in sospeso, come se si perdesse poi nei suoi pensieri. Come se fosse un'idea troppo profonda per essere espressa a parole.

«Non ti piacciono?» gli chiedo e solo ora mi accorgo di come è vestito. Indossa dei jeans neri e un maglione leggero grigio. Delle Vans nere ai piedi.

«Non proprio.» lo sento nascondermi qualcosa, ma non indago ulteriormente per non rovinare il momento.

«Ashton!» qualcuno alle nostre spalle urla il suo nome ed entrambi ci voltiamo.

Un ragazzo alto e biondo corre nella nostra direzione. I capelli sono sistemati in un alto ciuffo e i vestiti sono sportivi, ma ben abbinati.

«Luke.» sorride Ashton. Il nuovo arrivato stringe in un abbraccio fraterno il ragazzo, dandogli poi una pacca sulla schiena.

Posso vedere il volto di Ashton piegarsi in una smorfia per un instante, ma giuro che lo vedo. Mi chiedo perché.

Luke si allontana dall'amico e mi guarda per poi porgermi la mano. «Luke, piacere.»

Sorride. Di un sorriso ampio e luminoso, uno di quelli che fa innamorare le ragazze al primo sguardo. Il labbro inferiore abbellito da un piercing argentato.

«Mary.» ricambio il sorriso e gli stringo la mano.

«Sei un'amica di Ashton?» mi chiede affiancando il ragazzo dai ricci biondi.

«I nostri genitori sono amici.» interviene Ashton con un tono che non accetta obiezioni.

«Okay. Allora Ash, ci vediamo in giro.» Luke gli fa un cenno e si allontana.

Io e Ashton riprendiamo la nostra passeggiata. «Un vecchio amico di scuola.» precisa.

«Hai già finito l'ultimo anno, vero?» gli chiedo conferma e lui annuisce.

«A te manca poco.» annuisco ridacchiando e mi porto dietro l'orecchio una ciocca rossa ribelle che mi era caduta davanti gli occhi.

«Non vuoi tornare a casa?» esordisce dopo qualche secondo di silenzio, interrotto solo dal moto delle onde.

«Tu?» evito la domanda.

«Non si risponde a una domanda con un'altra domanda.» mi rimprovera con un ghigno sul volto.

Alzo gli occhi al cielo, quindi rispondo. «No. Non ho nulla che mi manca.» scuoto la testa, rendendomi conto di ciò che ho detto.

«Non odio mio padre, solo, amo stare per conto mio. Ci ho fatto l'abitudine.» gli spiego, chiarendogli le idee.

«Non vergognarti. Sono così anch'io.» il suo sorriso, seppur tirato e poco luminoso, mi rassicura.

«Non amo fare amicizia, ma credo che posso fare un'eccezione.» ridacchia, facendomi beare di nuovo di quel suono meraviglioso che è la sua risata.

Mi fermo a guardarlo a braccia conserte. Ashton si limita a sfiorarmi la guancia, proprio come prima, e poi riprende il cammino con me al seguito.

n/a

spero la storia vi stia piacendo, anche se nello scorso capitolo c'erano pochi voti.

comunque, non so qualcuno che legge questa storia segue anche i bts, ma quando finirò "pastel colors" pubblicherò una fanfiction sugli yoonmin (yoongi+jimin). vi farò sapere più avanti qualche informazione in più

-mic