Piccola nota:
'Sera wattpad!
Mi scuso - di nuovo - per l'aggiornamento del mercoledì che, purtroppo, è saltato. Se continua così penso che dovrò cambiare giorno!
Comunque, lasciando perdere le mie riflessioni su quando sia meglio aggiornare: oggi vi consiglio di ascoltare "How To Save A Life" dei The Fray. Lo so, non è il solito genere, ma è una canzone magnifica, davvero.
Spero che il capitolo vi piaccia.
Buona lettura a tutti!

"Alex?" chiedo, accarezzando le coperte del mio letto, così morbide da sembrare una di quelle nuvole che si sognano da bambini.
"Si?" dice lui dall'altro lato della stanza, tirando il suo diario sul letto appoggiato al muro, sotto la finestra.
"Avevi già detto tutto a Tom, giusto?" domando, la voce carica di sonno e andando verso di lui, accorgendomi che la camera è molto più grande di quanto mi aspettassi.
Alex annuisce, sistemandosi i capelli.
"Era da un po' che gli parlavo di questo momento. Sapevo che sarebbe arrivato, prima o poi, anche se speravo di avere più tempo. Speravo di darti più tempo" dice allora, sfiorando i miei e arrotolandoli sulle dita.
"In effetti un po' di preavviso non avrebbe fatto male - rispondo io, avvicinandomi a lui - Ma se lo sapevi già perché non me lo hai detto subito? Ho capito tante cose senza che tu mi dicessi nulla, Alex. Una in più non avrebbe fatto la differenza"
"Non era il momento giusto, lo sai anche tu. Se te lo avessi detto prima probabilmente ora non saremmo qui"
"Hai ragione. Non saremmo sicuramente qui, ma più avanti" ribatto io, guardando la luna fuori dalla finestra, enorme luminosa. Luminosa, si, ma sola. Nessuna stella brilla nel cielo stanotte. Solo lei. Ed è una cosa magnifica e malinconica, perché il suo splendore abbaglia, incantandoti, ma poi ti accorgi che mancano le stelle. È a quel punto che ti rendi conto della tristezza della cosa, perché non vedi più la bellezza di ciò che c'è, ma senti l'assenza di ciò che manca.
Alex mi sfiora l'orecchio destro con la punta delle dita, leggere, quindi mi sposta leggermente il mento nella sua direzione.
"Non sempre ciò che avremmo potuto fare ci avrebbe portato dove avremmo voluto essere, Clare" sussurra allora, avvicinandosi al mio viso fino a toccarlo lievemente con la punta del naso leggermente all'insù.
Sorrido, baciandolo leggermente, ma torno subito a guardare fuori.
"Non penso che si possa affermare il contrario - bisbiglio, allontanandomi da lui e dalla finestra per sdraiarmi sul letto - Anche se nessuno di noi può dire che ciò sia vero" concludo, allungando il braccio destro e spegnendo la luce.