Capitolo 14
"E... beh, questo è quello che è successo" dico tutto d'un fiato, mostrando il palmo della mano ad Alex. Guardo il suo viso, trattenendo il respiro, e improvvisamente mi rendo conto che fino a qualche secondo fa ero invasa dall'ansia. Possibile che avergli detto tutto mi abbia fatto stare subito meglio?
Lo vedo fissare la mia mano, incuriosito, e incomincio a diventare rossa, cosa un po'strana dato che sta solamente guardando la mia mano e ho scelto io di dirglielo. Anche se avevo poche altre opzioni. Insomma, come avrei fatto a tenerlo solamente per me? Credo che non ci sarei riuscita, soprattutto quando quello che è accaduto è successo anche perché mi ha prestato il suo diario.
Alzo lo sguardo dal mio braccio e fisso il cielo grigio carico di pioggia che caratterizza ogni giornata autunnale.
Intorno a noi c'è solo silenzio, intervallato dal frusciare regolare delle foglie del salice che sfiorano la panchina su cui siamo seduti e da qualche macchina che passa frettolosamente accanto al parco, senza badare alla sua presenza, insignificante per molte persone. Mi aggrappo disperatamente a quei rumori, come ad un'ancora che mi permetta di non andare alla deriva. Fisso il cancelletto, che ha iniziato a cigolare leggermente, e improvvisamente mi rendo conto che trovo il silenzio troppo pressante e devo concentrarmi sui rumori per non rimanerne soffocata, cosa che non mi era mai successa prima d'ora.
Anzi, prima di questo momento ogni scricchiolio mi turbava e mi faceva venire i nervi a fior di pelle.
"Ah, il diario - dico, cercando di non pensare, e passando il quaderno scuro ad Alex - Spero che il disegno non si sia rovinato, anche se quando l'ho visto l'ultima volta era tutto a posto, anche se me lo sono ritrovato sul braccio"
"Tranquilla, il disegno è a posto, e anche se non lo fosse sarei in grado di sistemarlo" dice lui, poggiandosi il mio braccio sulle gambe e prendendo il diario.
"A posto? Sicuro? Insomma, anche se te l'ho detto io potrebbe non esserlo. Come fai ad esserne così sicuro senza bisogno di controllare?" chiedo, confusa. Certo, capisco che si fidi di quello che gli ho detto, ma se avessi fatto un disegno così bello probabilmente sarei andata a controllare che fosse ancora a posto. In fondo adesso l'ho stampato sul braccio... Credo sia naturale vengano questi dubbi, no?
"Beh, credo che a questo punto sia giunto il momento che sia io a spiegarti qualcosa... E non credo che sarà così semplice" dice passandosi una mano sulla fronte.
In che senso? Cosa mi deve dire? Forse che ha usato un inchiostro strano per farmi uno scherzo e quindi sapeva già tutto? Oppure... beh, non lo so, non riesco nemmeno a pensare a qualcosa di normale da dire, in questa situazione.
"Devo preoccuparmi?" chiedo, cercando di sorridere, ripetendo le parole che prima lui aveva usato con me.
"Dipende da come deciderai di prendere la cosa" risponde lui, tirando un respiro profondo.
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