otto
Una volta uscita dal bagno chiamo mia madre, come mi ero ripromessa di fare.
Passano almeno cinque minuti da quando compongo il numero a quando mi decido a premere la cornetta.
Io sono orgogliosa ma lei non si è nemmeno degnata di chiedermi come stavo.
Conoscendola sarà sul divano da due giorni a piangere e rimuginare sugli errori che ha fatto, senza ammettere di aver sbagliato.
Due, tre, quattro squilli.
Quando mi sto per decidere a riattaccare finalmente risponde.
- mamma -
- Vita, a questo punto pensavo non saresti più tornata -
- cosa hai fatto negli ultimi due giorni? - chiedo in tono accusatorio.
- ma...nulla di speciale...- resta sul vago, ma la conosco troppo bene.
Sta mentendo.
- vedi, è proprio questo il motivo per cui non potrò mai andarmene - dico seccata.
Tu invece andrai via, e lei in un modo o nell'altro dovrà cavarsela anche senza di te.
- bimba quando torni...mi...mi manchi tantissimo - comincia a piangere.
Non la sopporto proprio quando fa la vittima
- quando sarò pronta - dico e riaggancio.
Quando ero piccola guardavo un telefilm: una mamma per amica, e mi immaginavo sempre io e la mia mamma, non appena fossi diventata grande, sole io e lei, sempre sorridenti serene e tranquille.
Ho sempre desiderato di vedere un'amica nella mia mamma.
Invece in lei ho sempre e solo visto...
Vuoto.
È come se fosse ancora una bambina.
La sua vita è ancora come un foglio bianco.
Foglio bianco o ancor peggio libro dalle pagine strappate.
E sappiamo benissimo tutti che ciò che è rotto non si ricuce più.
- Roza, ho parlato con mia madre -
- e che ti ha detto? -
- non fa altro che autocommiserarsi, come al solito - dico sbuffando.
- cerca di capirla, è sola - risponde lei pazientemente, con una nota di pietà nella voce.
- non so cosa darei per prendere a calci in culo mio padre e la sua zoccola.
Mi hanno rovinato la vita brutti bastardi - il mio tono è quello di una persona carica di rabbia.
Sono fatta di rabbia, me la porto dietro da tutta la vita, in qualunque luogo e in qualunque momento.
Quando ho cominciato a capire soffrivo, ho sofferto tantissimo anche se lo nascondevo dietro ai tentativi di apparire perfetta agli occhi degli altri. Poi dopo qualche anno la sofferenza si è tramutata in rabbia, e forse il guaio è stato proprio questo.
Sono diventata cattiva, distaccata.
Ad esempio prima adoravo le orchidee blu, ora solo rose nere e rosso sangue.
Ed è brutto accorgersi che non trovi più felicità nelle persone ma nelle cose.
Più possiedi più vorresti possedere. Non è mai abbastanza.
Inoltre ha cominciato a piacermi vedere gli altri soffrire. È così brutto da dire, ma non provo più pietà per nessuno.
Mi capita molte volte di fermarmi a pensare e provare a buttare giù un paio di righe su come mi sento, ma il foglio rimane bianco. Non potrei esprimere le mie emozioni in modo migliore.
Quando non c'è amore la vita è così, come un foglio bianco. Ti passa la voglia di fare qualunque cosa è ti senti semplicemente...
Vuota.
- Vita io ti capisco, ma è passato tanto tempo, non credi sia ora di perdonarli? -
La fulmino con lo sguardo.
- il tempo non cancella un cazzo, ma tu da che parte stai? - mi altero.
- da quella della ragione -
Mi volto e me ne vado, non sono esattamente sicura che quella frase volesse dire "sto dalla tua parte", sembrava più un tentativo di farmi capire che sto sbagliando.
Tentativo fallito cara Roza.
Dopo mezz'ora la mia amica fa capolino nella stanza e come speravo si comporta come se prima non fosse successo nulla.
- cosa vuoi per cena? -
- pasta? -
- mmm si, alza il culo da quel letto e vieni ad aiutarmi -
- va bene - roteo gli occhi.
Mentre sto varcando la soglia mi tira una pacca sul di dietro.
- dovresti rassodarlo un po' - dice facendomi l'occhiolino.
Non cambierà mai.
Non essendo due grandi cuoche ci ritroviamo con una pasta che non si può dire esattamente buonissima e una cucina assolutamente disastrosa.
Ci toccherà pulire tutto.
Mentre mangiamo le racconto di oggi.
Come sospettavo disapprova totalmente il "ritorno in scena" di Federico, seppur occasionale e momentaneo secondo il mio infallibile istinto.
A Roza non è mai piaciuto.
- so che non ti piace ma a me si, cioè non mi piace. Io ne sono innamorata - dico scandendo bene l'ultima parola.
- ma ne troverai un altro, devi solo smettere di correre dietro al solito imbecille -
- facile per te, lo vedo che non ti sei mai innamorata -
- non è quello, è solo che i ragazzi vanno usati come giocattoli. Li prendi, ti ci diverti un po' poi li butti e ne prendi uno nuovo - dice con indifferenza.
- ma anche io la penso così - e la penso realmente come lei - però Federico è l'eccezione alla regola. Con lui non vale, è come una calamita. Una cosa a cui non riesco proprio a rinunciare -
- tesoro l'unica cosa di cui non devi riuscire a fare a meno è lo shopping. Quante cose devo ancora insegnarti -
- a proposito ma quando credi di andare in quell'agenzia? -
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Scusate il ritardo ma sono giù di morale e mi ero completamente dimenticata.
Perdonatemiiii
Baciii
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