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Magnolia -木兰科民谣 - la ballata dell'orchidea di legno-

C'era una volta un fiore...

Pioveva.

L'acqua veniva giù dal cielo su Leshou, la vecchia capitale della principessa, come i suoi abitanti non avevano mai visto prima d'allora.

Una giovane donna, in piedi sul poggiolo del suo palazzo, osservava la pioggia divenire, lungo le cízhuān (mattonelle) del tetto, simile a mille piccoli torrenti.

La ragazza accarezzava delicatamente i petali bianchi di un bellissimo fiore, mentre col suo sguardo scrutava, fiera, l'orizzonte.

Lei aveva già visto una pioggia simile a quella.

Un anno prima.

Dopo dodici anni di guerra.

Durante l'ultimo duello contro Lòuliǎn, il senza volto: generale degli Unni.

Al solo ricordo di quel giorno il suo cuore ebbe un sussulto.

D'istinto la ragazza strinse l'elsa di Goujian, la fida spada che l'aveva accompagnata in innumerevoli battaglie.

Eppure lei rimase ferma. La mano sinistra sempre sul fiore, la destra sulla spada. È così che aveva più volte allontanato i suoi timori durante quell'interminabile conflitto: con la grazia e con la forza.

Il cuore le si acquietò.

Questa era Mulan.

...Questo fiore appariva all'esterno alto e vigoroso. Molte foglie verdi lo ricoprivano.

Solo il vento poteva sentire il suo dolce profumo...

Tolse la mano dall'elsa e la passò lungo i suoi lisci capelli, neri come una notte senza stelle. Notò, con un sorriso, quanto le fossero ricresciuti in così pochi mesi. La sua mente volò a quando tutto ebbe inizio.

"Sono assolutamente contrario a questa tua decisione! È una pazzia, figlia mia." Fece Hua Hu, il padre dell'allora quattordicenne Mulan, sbattendo energicamente il suo pugno sul mù zhuō (tavolo di legno) della stanza della ragazza. A questo suo gesto seguirono diversi colpi di tosse con conseguente emotissi, dopodichè s'accasciò per terra. Mulan prese amorevolmente sotto braccio il padre malato, e lo aiutò a coricarsi sul suo letto. Poi, pacatamente, gli disse:

"Cosa è pazzia, padre mio? La mia decisione di andare in guerra al posto vostro o che quel maledetto Tang Tai Zong abbia richiamato alle armi un uomo oramai anziano e malato?"

"Stolta! Non appellare il nostro grande Imperatore con così basse parole." Rispose lui, alterandosi.

"Il popolo Cinese è grande, non il nostro reggente. È per difendere la mia gente dalla minaccia degli Unni che voglio andare a combattere."

"Ma come pensi di poter ingannare tutti?" Chiese il padre preoccupato.

"Mi spaccerò per mio fratello Wei! Stringerò il mio seno con delle fasce strette. Nessuno se ne accorgerà. E poi l'imperatore non vuole nè me, nè te, nè mio fratello. A Tang interessa solo qualcuno che sappia usare bene questa..." fece estraendo la sua possente spada. "... La Goujian, la attraversa tempo, la Spada dei re. E lo sai, padre, che nessuno, in mille anni, è riuscito mai a brandirla e a dominarla come riesco a fare io." Disse lei cercando di rincuorarlo.

Il vecchio sospirò.

"Un genitore non dovrebbe mai seppellire i propri figli."

"Ciò non accadrà! Ho passato nove anni ad addestrarmi nelle arti marziali, nella spada e nella poesia. Non c'è nessuno dei miei coetanei maschi che può tenermi testa, e tu lo sai bene." Raccolse i suoi lunghi capelli neri ed estrasse un affilato coltello dalla sua cintura, portandolo su di essi, all'altezza del collo. "Io sono l'orchidea di legno." Diede un taglio netto e li gettò per terra.

Una lacrima rigò il volto del vecchio genitore.

"Figlia mia..."

"Vincerò, padre. Per noi, per la nostra gente, per la nostra terra..." si interruppe per brevi attimi, il tempo di raccogliere con una lieve carezza, dal volto rugoso di Hua Hu, quella rugiada di tristezza. "... E per tornare in questo posto a me tanto caro chiamata casa."

Il vecchio sorrise, e la strinse a sè con tutto l'amore che provava per quella sua coraggiosa figlia.

Quello fu il loro ultimo abbraccio.

Il padre morì due anni dopo, durante la notte del primo xīngqí yī (Lunedì) d'inverno. Lei non ebbe modo di potergli dire addio. Un messo della famiglia di Mulan le riferì, segretamente, qualche mese dopo il decesso di Hua Hu, che quest'ultimo se ne era andato in pace, annusando i capelli che la figlia aveva tagliato quel giorno. Li aveva conservati fino ad allora, ed insieme ad essi volle essere sepolto.

"La guerra è una bestia che ci trasforma a sua volta in bestie. Mantieni nel tuo cuore ricordi puri, cosicchè il tuo spirito possa rimanere sempre saldo." Quelle parole le erano state dette da un suo compagno d'armi, il valoroso Fěn Huáng Dùjuān, dopo la sua prima battaglia contro gli Unni.

"Ricordi puri." Pensò lei.

Cadaveri di nemici e alleati ricoprivano la montagna sulla quale, da poche ore, si era concluso lo scontro. Il sangue ancora caldo dei caduti, scivolava lungo il crinale della montagna giù a valle, apparendo come un macabro fiume rosso.

"Guarda, Wei!" Fěn le indicò, con disprezzo, alcuni soldati cinesi che stavano depredando, senza alcuna distinzione, cadaveri dei nemici e non. "Questo ti dicevo! Non tramutarti mai in belva. Prega per gli amici che sono caduti..." si accasciò sul cadavere di un Unno e gli chiuse, lentamente e con riverenza, le fredde palpebre. "... E porta rispetto per il nemico."

A quel ricordo il cuore di Mulan ebbe un altro sussulto. Ma non di paura stavolta... ma di amore. Col passare del tempo e di innumerevoli scontri, sempre spalla a spalla, la giovane orchidea di legno si era innamorata di Fěn.

Dopo due anni di guerra lei le confidò il suo segreto.

Stavano ammirando, seduti su un verde prato primaverile, ricco di fiori e profumi, il calar del sole.

Per un attimo gli orrori della guerra apparvero loro lontani.

Era come se stessero vivendo, seppur per brevi attimi, un tempo fuori dal tempo.

"Io non sono Wei." Gli disse. "Io sono Hua Mulan, figlia di Hua Hu."

Lui la guardò negli occhi, le prese la mano e la baciò.

"Dentro di me l'ho sempre saputo, dal primo momento che t'ho vista."

"Come facevi..."

"Il tuo profumo..." disse lui. "... un profumo di fiore, delicato."

Improvvisamente sentirono un grido d'allarme in lontananza che li avvertiva dell'ennesima incursione unna.

Lui si tirò in piedi, la aiutò ad alzarsi, poi disse:

"Andiamo Wei, dobbiamo respingere i nemici."

Il tempo della primavera era già terminato.

"Per un domani migliore." Disse Fěn .

"Per un domani migliore." Ripetè Mulan.

... All'interno il fiore aveva un cuore stellato, con una miriade di altri fiori bianchi anch'essi profumati. Le due parti, insieme, davano serenità a tutto ciò che le circondava.

"Signorina Mulan!" Una voce, allarmata la riportò al presente: era una guǎnjiā (domestica) che lavorava nel suo Palazzo. "Signorina Mulan, dieci soldati dell'imperatore sono davanti al cancello."

"Lasciateli entrare." Disse lei, serena.

"Ma..."

"Fate come vi ho detto!" Rimarcò con tono autoritario.

La guǎnjiā inchinandosi leggermente, se ne andò dalla sua stanza.

Quel giorno le era stato predetto.

Quel giorno era infine arrivato.

Ancora ricordi....

Pioveva.

L'acqua veniva giù dal cielo come i soldati dell'imperatore non avevano mai visto prima d'allora.

Infuriava la battaglia finale tra Cinesi ed Unni. Ad un tratto quest'utlimi si fermarono. Un gigante cominciò a farsi strada tra i suoi simili: era Lòuliǎn, il senza volto.

Una armatura nera come la pece lo ricopriva completamente dalla testa ai piedi, con le sue mani ruotava nell'aria, abilmente, una spada che dieci uomini avrebbero fatto fatica a sollevare. Nessuno riusciva a scorgere il suo volto: un velo di oscurità lo ricopriva. La leggenda diceva che chi lo guardava in viso poteva vedere il proprio futuro. Si posizionò al centro del campo di battaglia e conficcò la lama della sua spada in terra. Un boato, simile ad un terremoto, scosse i soldati Cinesi.

Fěn si fece in avanti, ma Mulan lo fermò.

"Lui è mio!" Disse sfoderando Goujian. Quel solo gesto provocò uno spostamento d'aria simile ad un vento impetuoso, che fece sbalzare all'indietro tutti i soldati Unni, tutti tranne Lòuliǎn.

I campioni dei due eserciti erano pronti ad affrontarsi.

"Fermi, fermi vi ho detto!" La guǎnjiā stava tentando, con tutte le sue forze, di fermare gli ospiti indesiderati.

Le porte si aprirono e dieci uomini in armature sfarzose irruppero nella sala di Mulan. Nel centro, a capo di questi, vi era Fěn Huáng Dùjuān. La giovane smise di ammirare il temporale e si girò verso di loro.

"Hua Mulan, l'oracolo del re ha previsto che egli cadrà per causa tua." Disse Fěn.

"Siete venuti quindi qui per portarmi da lui?" Nella sua voce una dolcezza senza eguali fece vibrare le loro anime.

"No, comandante!" Disse uno degli uomini facendosi avanti. Comandante era il titolo che le era stato dato dall'Imperatore dopo aver ucciso il senza volto, lo stesso imperatore che ora la voleva morta.

"Siamo giunti qui, io e gli altri generali dell'esercito a lei più fedeli.." continuò Fěn. "... Per portarla in salvo in un luogo sicuro. Prima che arrivino i lacchè di Tang Tai Zong. "

"Non ci sarà luogo sicuro finchè quel pazzo sarà sul trono." Dicendo questo estrasse Goujian.

"Che cosa vuoi fare, Mulan?" Chiese Fěn preoccupato, facendosi avanti.

"Quello che deve esser fatto." E dicendo ciò si conficcò la spada nel ventre.

Il giovane urlò mentre il corpo di lei cadde a terra. Si chinò su Mulan e le prese la testa fra le braccia, poggiandola sul grembo.

...In un giorno di pioggia il fiore fu sfiorato da un'azalea giallo pastello che le era cresciuto a fianco, il bellissimo fiore bianco non era più solo.

"Perché, Mulan? Perché, amore mio?" Accarezzò il volto di lei mentre le sue lacrime si mischiavano col sangue della giovane donna.

"Perché è ciò che deve accadere." Rispose lei passandogli la mano sulle labbra.

"È per questo che, durante il tuo ultimo scontro, ci fu un momento nel quale esitasti? Fu questo momento che Lòuliǎn ti fece vedere?" Chiese, disperato, Fěn.

"Sì, mio dolce compagno." Rispose lei.

...Ma il fiore bianco, nonostante la vicinanza dell'azalea, sentiva il suo interno stellato spezzarsi giorno dopo giorno, finchè...

"Come hai fatto, sapendo tutto ciò, ad affrontare il tuo destino? Dove hai trovato la forza per vincere?" Il cuore del giovane stava esplodendo.

"L'ho trovata nei ricordi puri." Fece lei, con un sorriso triste. "Un vecchio padre che muore felice mentre sente l'odore dei capelli di sua figlia che non è più a casa, un giovane soldato che, rispettosamente, chiude le palpebre ad un nemico caduto, due innamorati che combattono insieme per un domani migliore." Dopo quelle parole, Mulan, si spense.

...Il fiore bianco esplose in una moltitudine di altri fiori che il vento portò via, lontani dall'azalea...

Successe una cosa, allora, che nessuno si sarebbe mai aspettato. Dal sangue della giovane fiorirono ovunque una moltitudine di bianchissimi fiori.

"Una figlia degli Dei!" uno dei generali si prostrò in preghiera.

"Il re ha ucciso una messa divina." Fece un altro.

"L'imperatore deve pagare con la vita!" Iniziarono a gridare uscendo dalla stanza.

Solo Fěn era rimasto lì, con il cadavere della sua amata fra le mani, circondato da candidi fiori.

Tra le lacrime disse: "Amore mio, ti piaceva chiamarti orchidea di legno, perché denotava il tuo forte spirito guerriero... ma per me, tu sarai sempre... la mia Magnolia." Le chiuse gli occhi e se ne andò.

Tang Tai Zong venne fatto abdicare e fu giustiziato per aver causato la morte di colei che tutti, oramai, credevano una creatura del cielo.

Un nuovo reggente, più saggio, salì al trono, portando pace e prosperità a tutto il popolo Cinese, durante tutti i sessanta lunghi anni nei quali fu al potere.

E Fěn Huáng Dùjuān?

Leggenda narra che la azalea giallo pastello vagò per tutto il mondo, durante la primavera, per ritrovare l'odore della sua dolcissima...

...MAGNOLIA...

Note dell'autore: innanzitutto grazie alle due coach per avermi assegnato una favola così bella. All'inizio storsi un po' il naso, non avevo mai sentito parlare di Mulan. Mi sono andato a documentare (evitando il film Disney) e l'ho amata. 

Cominciamo: allora, il nome, Mulan, vuol dire sia orchidea di legno che magnolia. Io li ho usati entrambi per denotare con il primo il carattere combattivo di questa giovane donna, mentre con il secondo la sua grazia e purezza. 

Della storia originale ho preso solo 3 punti : 1 lei si sostituisce al fratello Wei e parte al posto del padre, 2 combatte contro il generale degli Unni, 3 l'oracolo fa una previsione e lei si suicida (in realtà questo è uno dei tre finali, negli altri lei viene uccisa dal generale degli Unni e in un altro l'Imperatore, una volta venuto a conoscenza che è una donna, la vuole come sua concubina e, anche lì, Mulan si toglie la vita). Per il resto ho completamente inventato tutto. La storia d'amore tra i due giovani, il soprannome del generale degli Unni e il suo potere mistico di far vedere il futuro ai suoi nemici, i fiori che nascono dal sangue di Mulan, il re che viene fatto abdicare e giustiziato ecc... ecc.. ecc.. Ah! Ho anche cambiato leggermente la leggenda della magnolia e dell'azalea per renderla più attinente con il racconto.

Ciò che non mi sono inventato è Goujian, la Spada dei re. Questa spada esiste realmente (qui un link nella quale la potete ammirare in tutta la sua "figaggine" http://gialli.it/goujian-la-spada-dei-misteri). E' un'equivalente dell'occidentale Excalibur (solo che questa esiste tuttora veramente) e nonostante abbia 4000 anni sembra non essere "invecchiata" di un solo giorno (da qui la "attraversa tempo"). Naturalmente non era la spada di Mulan, ma questa eroina mi è piaciuta troppo, e nella mia fantasia ho pensato fosse giusto che fosse lei a brandirla. Ad un certo punto, nel racconto, quando Mulan parla della spada usa "dominarla". E' voluto, ho immaginato che questa spada avesse una volontà propria.

Ad un certo punto, dopo che Mulan rivela il suo segreto a Fěn, lui la chiama col nome del fratello, Wei, anche qui è voluto. E' come se quel breve momento di pace fosse finito con la minaccia dell'ennesimo attacco degli Unni, e ognuno doveva riprendere i propri ruoli.

Dei nomi originali, come dei personaggi, ho mantenuto solo il padre di lei e l'Imperatore. 

Un'ultima cosa....

Il nome di lui, Fěn Huáng Dùjuān, vuol dire "azalea gialla pastello" ^^

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