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Capitolo 2 Gay

Felice.
Da Gaio, dal latino Gaius, deriva Gay.
La parola Gay fu utilizzata dal 1950, sviluppata in Inghilterra.
E così era Melker, un ragazzo allegro.
E gay.
Ma per il resto era l'eroe della situazione.
Lou era seduta con le braccia in grembo, avevano appena finito di mangiare.
La ragazza aveva parlato abbastanza ma era piuttosto facile da comprendere.
Per prima cosa non si disturbava ad essere sgarbata, cosa che Melker per quanto ci provasse non gli riusciva.
Non che avesse risposto male.
Semplicemente erano seduti a tavola e Jo aveva iniziato a parlarle, la conversazione sembrava un interrogatorio fra madre e figlia; lei rispondeva alle domande che le facevano comodo, a quelle "in appropriate " rispondeva a monosillabi.
Dopo il pranzo, avevano lasciato la nuova arrivata da sola ed erano usciti per lasciarla dello spazio.

-Merda che caldo! Esclamò l'ungherese.
Edit era vestita con i suoi capi monocolore ed eleganti, era sdraiata sulla loro panchina, nel parco, a due isolati dal loro appartamento.
La temperatura era estremamente alta, nonostante fosse autunno e le stradine tappezzate di foglie di colori caldi; dal marrone scuro al verde bottiglia.
-Allora che te ne pare? Le chiese Melker, seduto al suo fianco con una sigaretta accesa fra le dita affusolate.
-È forte. Disse secca.
Con quel commento Edit aveva appena alzato le mani ad una possibile convivenza irrealizzabile.
-Certo è una bambina cocciuta, che pensa di essere sempre giudicata.
Disse prendendo la sua sigaretta, come era solita fare, dando un tiro.
Mentre il fumo le usciva quasi trasparente dalla bocca, aggiunse.
-Come te Zecca.
-Fottiti Edit! Rispose quello sulle sue.
-Lo sai che lo faccio benissimo.
-Basta! Fate schifo. Finiamo sempre con i parlare del sesso. Ci sono altri argomenti.
-Ad esempio? Azzardò la ragazza divertita.
-Voglio un cane. Improvvisò il ragazzo.
-Ma se sei allergico al pelo dei cani! Stavolta a parlare era stato Jo, sbracato sulla panchina.
-Allora un gatto.
-Per il tuo compleanno ti regalo un toy-boy che ti tenga compagnia. Sentenziò infine Edit.
-Vedi come sei! L'accusò.
-Intendi dire che oltre ad essere fantasmagorica, intelligente, astuta, diretta, bellissima e eccitante sono anche molto vera?
Il ragazzo rise. Edit era assolutamente narcisista e questo la faceva sempre risaltare fra la gente, a sentir lei tutte le persone dovevano essere più ferme o almeno fare finta.
Detestava le persone insicure.
Però il ragazzo sapeva che in fondo, in un luogo nel suo cuore ancora battente, era tremendamente insicura.
-Forza palle mosce, che si fa? Diamo un party? Le facciamo conoscere qualcuno.
-Okay. Disse Jo, fumando la sigaretta accesa da Melker.
-Finalmente in questo buco succederà qualcosa. Continuò con una punta di tristezza.
-Ma se ti fai in ogni minuto. Ribatté Edit.
Iniziarono ad urlare come loro solito; Jo si difendeva con tutte le forze alle provocazioni di Edit e dai suoi ghigni e lei si divertiva.
Melker non sapeva bene come faceva a sopportarli, ma erano la sua famiglia.
E lui voleva bene alla sua famiglia.

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